Le giovani generazioni stanno dentro la Chiesa come il lievito nella pasta. La cura pastorale delle nuove generazioni va fatta CON i giovani, non PER i giovani: è questo un cambiamento di prospettiva che svela qualche sorpresa e libera grandi potenzialità. Il vescovo Sigismondi si fa compagno di strada dei giovani, con loro cammina e si mette in gioco indicando la segnaletica da seguire: dare la precedenza, direzione obbligatoria, diritto di precedenza, senso unico e via narrando... un segnale dopo l’altro in direzione della crescita!
Dedicata ai piccoli in età prescolare, questa scatola gioco è strutturate secondo i principi del metodo Montessori, per stimolare i bambini all'apprendimento in autonomia, attraverso il gioco e la curiosità. La scatola contiene un libretto, una serie di plance cartonate e un poster. Attraverso le attività proposte. i piccoli lettori potranno sperimentare una serie di stimoli visuali. Età di lettura: da 3 anni.
Dedicata ai piccoli in età prescolare, questa scatola gioco è strutturate secondo i principi del metodo Montessori, per stimolare i bambini all'apprendimento in autonomia, attraverso il gioco e la curiosità. La scatola contiene un libretto, una serie di plance cartonate e un poster. Attraverso le attività proposte. i piccoli lettori potranno sperimentare una serie di stimoli visuali. Età di lettura: da 5 anni.
Il rispetto della natura è una questione di cultura. Richiede un percorso educativo che parte dai primi anni di vita e si rafforza nell'adolescenza. Partendo da questa convinzione, l'autore propone per ogni elemento del creato cantato da Francesco d'Assisi una lettura decisamente formativa, incentrata sulla responsabilità della persona e supportata da una serie di attività. Un percorso verso l'assunzione di un atteggiamento sanamente ecologico attraverso l'impiego dei linguaggi della letteratura, della musica, del cinema e dell'arte.
Nel centenario della morte di don Carlo San Martino (1844-1919), prete ambrosiano che ha dedicato la sua vita alla difesa dei bambini e all'educazione dei giovani, pubblichiamo il volume che ripercorre la sua storia e quella dell'opera da lui fondata. Infatti nel 1885, grazie al sostegno di amici e benefattori, anche della borghesia milanese, don Carlo fonda il Pio Istituto pei Figli della Provvidenza per accogliere i minori soli, abbandonati o maltrattati. I giornali dell'epoca parleranno di lui e del suo instancabile lavoro di prevenzione e difesa dei piccoli. Riceve la visita della Regina Margherita di Savoia e incarichi dal governo. Apre tre case a Milano, Rigola e Montano Lucino. Si circonda di collaboratori per educare e istruire i «suoi» ragazzi. Crea l'ordine religioso Ancelle della Provvidenza. Attraversa gli anni difficili della guerra (1915-1918), ma continuerà la sua opera instancabile. Altri continueranno dopo di lui. Il Pio Istituto vive ancora: le case sono diventate scuole dove oggi si educa e si insegna secondo i valori formativi da lui vissuti e indicati.
Questo libro evidenzia i benefici che lo studio dei beni culturali ecclesiastici può offrire alla didattica contemporanea. Nasce dall'esperienza di un laboratorio interdisciplinare di arte religiosa svolto presso alcuni istituti scolastici secondari di secondo grado che ha permesso di verificare l'incidenza positiva dello studio dei beni culturali sul processo di apprendimento degli alunni. Il testo mostra come i beni d'arte religiosa riescono a stimolare l'interesse, la creatività, la fantasia degli studenti, favorendo lo sviluppo di facoltà metacognitive (come la capacità degli alunni di autovalutare il proprio operato, o di comprendere i propri punti di forza e di debolezza, rendendo possibile la collaborazione tra più discipline {interdisciplinarietà}, e tra gli studenti che possono accrescere competenze trasversali attraverso lavori di gruppo e laboratori. Il libro mostra come l'introduzione a scuola dello studio dei beni culturali ecclesiastici\religiosi può favorire un apprendimento più efficace e maggiormente approfondito degli argomenti trattati, rendendo possibile il passaggio dalla scuola delle conoscenze, a quella delle competenze, in cui gli studenti sono in grado di calare nella realtà il proprio bagaglio conoscitivo e di integrarsi più adeguatamente nella loro società di appartenenza.
GIANLUCA LOPRESTI è insegnante di religione cattolica. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose presso I'ISSR "Donnaregina" di Napoli e la Laurea in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli "Federico I1". Ha ottenuto un Diploma di Master sulle fonti del Cristianesimo antico. È stato Cultore della Materia in Storia del Cristianesimo e in Diritto Ecclesiastico. È stato docente di Legislazione sui Beni Culturali.
Pubblicazioni dell'autore affini per tematica al presente volume sono i saggi: Diritto dei beni culturali d'interesse religioso. Storia e legislazione; Arte Cristiana e catechesi Piccola Galleria d'arte, storia e cristologia.
Chi sono? Che cosa ci sto a fare al mondo? Perché esiste ciò che esiste? Come posso distinguere la verità dall'errore? Sono questi alcuni degli eterni interrogativi che accompagnano l'esistenza di ogni persona. In queste pagine l'autore prova a fornire alcune linee guida utili a chi, adulto, viene interpellato su tali questioni da giovani, ragazzi e adolescenti; lo fa confrontandosi con il pensiero dei più importanti filosofi della classicità e del medioevo, all'insegna dell'uso retto della ragione e provando a fissare punti fermi che fungano da sostegno a chi cerca la verità su di sé, sugli altri e sul mondo.
Di fronte all'arrivo inarrestabile di nuovi «barbari», ci ostiniamo a erigere muri, fisici e mentali, nel tentativo inutile di restituire una centralità alla nostra Europa. Di fronte al dominio pressoché illimitato della tecnica, che minaccia la nostra stessa identità personale, ogni soluzione appare effimera. Ma possiamo capire e renderci amico questo futuro-presente carico di complessità e incognite, se «osiamo sapere». A nulla vale infatti la potenza della tecnologia se alla nostra vita vengono a mancare la tensione verso uno scopo e il senso della fine: se non sappiamo restare (o tornare?) uomini. «Nella parola uomo non avvertiamo più la natura e la terra (humus) che all'uomo ha dato il suo nome», scrive Ivano Dionigi. Osserva che in questo «tempo della retorica totale», in cui i colpi di Stato si fanno con le parole, si sta compiendo un sequestro di parole indivise e indivisibili come pace, popolo, patria. Afferma la necessità della politica, ricordando la lezione di Roma che divenne grande aprendosi ai nuovi popoli e riconoscendo cittadini (cives) gli stranieri, i «nemici» (hostes). Invoca l'urgenza del «pensiero lungo» e del dialogo tra i saperi: un nuovo umanesimo da affidare anzitutto alle università, e a coloro che intendono professare la conoscenza, la verità, la pietas.
Il diametro della terra è di 13.000 chilometri, e ne abbiamo già oltre 14.000 occupati da muri, filo spinato, barriere che non risolvono, ma anzi aggravano i problemi. I muri, inoltre, non sono solo quelli fatti con il cemento e i mattoni, ma quelli delle menti, delle visioni, delle paure. Oggi l'Europa dei muri sta soffocando la sua antica identità, ha smarrito il suo fine e il suo ideale, mentre l'Unione corre il grave rischio di disintegrarsi e lo Stato democratico è in crisi tra contraddizioni del sovranismo, impoverimento diffuso ed emergenza economica e criminale. Cosa si può fare per invertire una deriva così pericolosa? Occorre ricostruire anzitutto la nostra identità di italiani ed europei, sconfessando la sua negazione da parte della globalizzazione neoliberista e abbattendo i muri alzati dal sovranismo populista. Come? Attraverso un nuovo umanesimo che orienti le differenze e crei un rinnovato ideale. Don Luigi Ciotti e il filosofo Vittorio V. Alberti firmano un saggio-manifesto in cui spiegano la necessità di un programma educativo, sistematico e a lungo termine volto a rianimare l'ideale europeo, che parta da scuole e università per ricucire la società.
Mugugnare che, ormai, l'educazione ci è sfuggita di mano è un inutile perditempo, non solo, ma è sostenere una tesi che non ha nessuna giustificazione!
Anche se sempre più difficile, l'educazione (nei senso pieno dei termine!) resta possibilissima a tutt'oggi.
Si tratta di prepararle ii terreno adatto alla sua germinazione.
II terreno adatto sono sei condizioni che vengono presentate ai rallentatore nel libro.
Condizioni tutte necessarie: dalla numero uno (arrivare prima che la frittata sia fatta"), alla numero sei (... "E liberaci dalle tre malattie!").
Qui nessun gargarismo pedagogico, ma massima concretezza sposata ad un robusto retroterra scientifico.
La leggibilità è garantita.
L'utilità pure, a condizione che le pagine non vengano sfogliate, ma lette con il cervello sempre inserito e con Ia convinzione che i mugugni possono avere i giorni contati: nella patente pedagogica è sempre possibile l'inversione di marcia!
L'educazione crea mondi, costruisce universi, "inaugura" calendari, mette al mondo persone... Davvero non è facile raccontare l'educazione. Questo libro ha scelto una tavolozza di colori per provare a restituire le mille sfaccettature della relazione educativa: un percorso che inizia col nero delle giornate più cupe, si diluisce nel blu della meditazione, sino a trovare forza con il rosso. Ma ci saranno anche momenti di pausa con il verde, momenti gialli di gioco dove le esperienze saranno condivise grazie alla vivace generosità dell'arancione... Per ogni capitolo un colore e un'opera pittorica di riferimento, in un itinerario che attinge sia ai significati che le culture (e artisti del calibro di Paul Klee, Piet Mondrian e Vassily Kandinsky) hanno accostato allo spettro del visibile, sia a canzoni, poesie, opere letterarie, vicende umane e riferimenti scientifici, in una contaminazione tra "generi" insieme profonda e suggestiva.
Prima edizione mondiale, in italiano e in inglese, delle pagine inedite (1921) della Montessori sul peccato originale. - Un testo che, smentendo una errata interpretazione, mostra come per la Montessori la dottrina cristiana del peccato originale non sia in contraddizione con il suo metodo educativo, che ha rivoluzionato il modo di far scuola.