La stagione storica del partito popolare ha avuto in Francesco Luigi Ferrari uno dei più convinti protagonisti e dei più lucidi interpreti. Figura quasi dimenticata, questa agile biografia ne ripercorre le vicende, mettendo in evidenza l'apporto originale e profondo che l'esponente modenese seppe dare anche dall'esilio dove fu costretto a rifugiarsi per le persecuzioni fasciste - all'affermazione dei valori democratici e all'elaborazione di una cultura politica capace di avvicinare i cattolici allo Stato.
Un classico di storia della letteratura: il racconto completo ed organico della vicenda umana, politica e letteraria del 'divino' poeta, nella ricostruzione fattane da uno fra i più noti studiosi italiani di Dante.
Morta nel 1952 e fuori dall'Italia dal 1946, Elena di Savoia non pare destinata a scomparire dalla memoria con l'estinguersi delle generazioni che l'hanno conosciuta. In tutti questi decenni repubblicani si è continuato a parlare di lei. Di origine montenegrina, Elena Petrovich è figlia dei sovrani Nicola I e Milena Vukotich. Radicata nella semplicità, quando la principessa Elena sposa Vittorio Emanuele III, il 24 ottobre 1896, viene chiamata la "paysanne". Questo appellativo finirà per meglio tratteggiare la sua personalità: genuina, intelligente, ferma, generosa. Disdegnando gala e sperperi regali, la Regina ha condiviso le sorti del popolo italiano nei primi cinquant'anni del secolo scorso. Pur non ingerendosi mai in questioni politiche, quando lo ha fatto, a titolo personale, è stato solo per la pace: nel 1939 si rivolge, infatti, con un accorato appello alle regnanti d'Europa per tentare di fermare il nascere della seconda guerra mondiale. Coraggiosa e sovente spiritosa, pone la famiglia al centro di tutto ed è attenta alle vicissitudini delle persone: ha speso energie, viaggi, incomprensioni per essere vicina ai più bisognosi, sia nell'ordinario sia nei momenti più tragici della nostra storia.È una narrazione biografica, questa, che mette a nudo la freschezza di una donna ricca di umanità e dall'alto profilo cristiano.
Si tratta di un dossier venuto di recente alla luce tra le carte di Sturzo: una busta di lettere (1928-1932) con l'enigmatica annotazione di suo pugno "non spedite". Il curatore Gabriele De Rosa, avanza l'ipotesi che si tratti in realtà di finte lettere, di un espediente letterario che consentiva a Sturzo di parlarsi a cuore aperto, come in una sorta di diario. La raccolta si compone di tre gruppi di lettere scritte durante l'esilio: un fascicolo di 25 lettere indirizzate a Barbara Carter, sua segretaria e traduttrice, e ad alcuni esponenti politici cattolici; un fascicolo di 34 lettere dirette a un sacerdote non identificato di nome Giovanni; un gruppetto di 4 lettere alla Carter che formano una sorta di breviario spirituale.
Scritto durante la guerra, "Watt" è il terzo romanzo dello scrittore irlandese e l'ultimo redatto in inglese. Vi si narra la storia di un uomo di mezza età e di "cultura universitaria", Watt, che va a servire nella casa di un certo signor Knott, in uno strano rapporto molto simile alla vita: si viene, si cerca di capire perché e da dove si è venuti, si ha la sensazione di raggiungere qualche meta e alla fine bisogna andarsene.
L'autrice in questo volume ripercorre la formazione della personalità intellettuale di Gandhi e soprattutto ne espone e valuta il ruolo politico giocato nella lotta per l'indipendenza dell'India. L'accento del volume è più sul politico che sul "santo". Così facendo l'autrice giunge a ridisegnare la personalità e il peso politico del Mahatma, mostrando ad esempio come la "satyagraha", cioè la resistenza non violenta da lui predicata, non diede in realtà risultati rilevanti, che come politico Gandhi fu spesso un isolato, consapevole di essere utilizzato dai politici indiani, e che nonostante il suo immenso carisma e le sue indubbie capacità politiche, non fu lui la forza determinante che portò la lotta per l'indipendenza alla vittoria.