La storia e i messaggi delle apparizioni di Montichiari e Fontanelle, dove Maria apparve alla veggente Pierina Gilli con il nome di Rosa Mistica e Madre della Chiesa, presentandosi con tre rose sul manto – una bianca, una rossa e una gialla – a simboleggiare preghiera, sacrificio e penitenza.
Note sull'autore
Vincenzo Speziale è nato nel 1950 a Serradifalco (CL). Dopo il diploma di ragioneria, è entrato all’Accademia Militare di Modena e, in seguito all’incontro illuminante con un sacerdote che gli ha fatto conoscere Fatima, ha iniziato una nuova vita spirituale, collaborando con Radio Maria sotto la direzione di don Mario Galbiati. Da allora ha cominciato anche a scrivere, pubblicando diverse opere su santi e beati. Di tanto in tanto tiene conferenze su Fatima.
Se, come scrisse A. Rivaroli, “la speranza è un prestito fatto alla felicità”, è pur vero che essa ci avvia, come ha scritto, nella sua celebre ode, Alessandro Manzoni “pei floridi sentieri della speranza ai campi eterni, al premio che i desideri avanza...” (Il 5 maggio).
Il cammino da percorrere e il Premio da conquistare sono stati chiaramente indicati da Benedetto XVI: “Non si darà mai un giorno in cui l’uomo rinuncerà a sperare, in cui smetterà di essere colui che, sperando, aspira a quell’infinitamente grande – cioè Dio stesso – che trascende tutto ciò che è del mondo”.
I fatti storici esposti in questo libro si svolgono in un paese marittimo del Sud Italia, ove una madre di famiglia guidata direttamente da Dio mediante sogni premonitori, in comunione con il marito, inizia un cammino spirituale con la Chiesa madre. Il 2 febbraio 1999, durante la celebrazione eucaristica, presso la chiesa parrocchiale di appartenenza, si verifica un particolare episodio, che porterà la coppia ad un progressivo approfondimento spirituale, con la collaborazione di alcuni sacerdoti. Durante questo percorso, attraverso le corde vocali della donna, inizia la rivelazione di una serie di messaggi inerenti gli interrogativi sostanziali della vita: chi è l'uomo, da dove viene e dove va.
Nulla mancava alla Germania di Hitler per costruire una bomba atomica, e sarebbe stata la prima della storia. C'era il sostegno delle alte gerarchie naziste, c'era l'appoggio della casta militare, c'erano i laboratori e gli impianti industriali meglio attrezzati d'Europa e c'era infine un gruppo di scienziati guidati dal genio della meccanica quantistica Werner Heisenberg, premio Nobel per la Fisica nel 1932 che, pur ricevendo proposte dalle migliori università e dai più prestigiosi istituti di ricerca del mondo, si rifiutò di lasciare il suo Paese. Perché allora non ci fu un'atomica nazista? Una risposta a questa domanda è ben nota: Heisenberg e gli altri scienziati tedeschi sbagliarono i calcoli e sostennero che il piano avrebbe richiesto troppi anni di studi, un'enorme quantità di uranio e sarebbe rimasto comunque di difficile realizzazione. Di fronte a questo scenario, i gerarchi nazisti avrebbero optato per altre strategie. Ma Heisenberg era stato sincero? Aveva davvero creduto che la bomba rappresentasse una possibilità tecnicamente irrealizzabile? Sono le domande che ispirano il lavoro investigativo di Thomas Powers, premio Pulitzer che ha dedicato anni di ricerca a seguire le pur labili tracce lasciate dallo scienziato tedesco, recuperando relazioni ufficiali e documenti segreti, ricostruendo conversazioni private con colleghi e amici, cercando di ricomporre la personalità, le idee morali e politiche di questo gigante della Fisica del Novecento, e smontando una fittissima trama di false accuse, fraintendimenti, reticenze. Come e forse più ancora che nel caso di Oppenheimer, la storia segreta dell'atomica nazista s'interseca con le vicende personali di alcuni tra i più grandi scienziati del secolo scorso: oltre allo stesso Heisenberg e a Robert Oppenheimer, Niels Bohr, Victor Weisskopf, Enrico Fermi, Max Born e molti altri. A rendere la vicenda ancor più intricata è la presenza, accanto agli scienziati e a volte a loro insaputa, dei servizi segreti, che svolsero opera di disinformazione, attivarono reti di spionaggio, progettarono missioni omicide. Questo libro, molto discusso fin dalla sua prima edizione americana nel 1993, propone una ricostruzione profonda e convincente degli avvenimenti legati al progetto dell'atomica nazista e del ruolo di assoluto protagonista giocatovi da Heisenberg stesso. Con lo stile incalzante dello scrittore di spy stories e con il talento del giornalista investigativo, Thomas Powers affronta uno dei capitoli più oscuri e misteriosi del Novecento. Prefazione di Stefania Maurizi.
Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni. È ciò che succede con l'esordio magnetico di Roberta Recchia, una storia da cui non ci si stacca, con protagonisti vivi, autentici. Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d'amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l'adorata figlia sedicenne Betta - bellissima e intraprendente - viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro. Quell'affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c'era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un'indicibile violenza. Sullo sfondo di un'indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un'adolescente che affrontava la vita con tutta l'esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando - ormai al limite - l'incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata: l'inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato guardare. "Tutta la vita che resta" è un romanzo dolcissimo, doloroso, accogliente, intimo e corale, che esplora i meccanismi della vergogna e del lutto, ma soprattutto dell'affetto e della cura, e li fa emergere con delicatezza sapiente.
Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».
Il concilio Vaticano II (1962-1965) ha prodotto sedici documenti: quattro "costituzioni" - Sacrosanctum concilium, Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes - seguite da nove "decreti" e da tre "dichiarazioni". La Dei Verbum occupa il vertice della piramide perché il ritorno alle sorgenti, cioè la Sacra Scrittura, è fondamentale per comprendere tutti i documenti conciliari. La Lumen gentium contiene le indicazioni indispensabili alla comprensione della natura della Chiesa, una natura che non può in alcun modo prescindere dalla riforma liturgica codificata nella Sacrosanctum concilium. Nella Gaudium et spes sono invece indicati i criteri per cogliere le trasformazioni della società moderna e il nuovo atteggiamento che la Chiesa intende assumere per svolgere la sua missione nel mondo contemporaneo.
In tutte le raffigurazioni è l'uomo dalla faccia dimezzata, da quando, nemmeno trentenne, un occhio e la radice del naso li aveva perduti per un colpo di lancia ricevuto durante una giostra. Nella storia del Rinascimento italiano, Federico da Montefeltro, duca di Urbino, è il più stimato e strapagato condottiero, circondato dalla fama per non aver perso (quasi) mai una battaglia. Intelligente, coltissimo, ottimo stratega, bravo statista, abile diplomatico, scaltro (ma sempre elegante) curatore dei propri interessi, assieme al suo grande amore, la giovanissima e affascinante seconda moglie Battista Sforza, Federico riuscì a trasformare la corte del Montefeltro in uno dei centri della cultura e della politica italiane. Ma come ogni vita avventurosa che si rispetti, anche quella di Federico fu costellata da intrighi e misteri mai del tutto risolti: come riuscì da figlio 'bastardo' a impadronirsi del potere? Che ruolo ebbe nella famosa 'congiura dei Pazzi'? La vita incredibile di uno dei personaggi più significativi del Rinascimento italiano.
Per la tua preghiera personale e comunitaria, per celebrare l'Eucarestia feriale e festiva, per chi partecipa a un ritiro o a un corso di esercizi spirituali, per i gruppi liturgici e di catechesi... Ecco uno strumento nuovo, indispensabile, completo, economico, che ti consente di avere, in un unico volume, la Messa di ogni giorno, il commento alle letture, la Liturgia delle Ore e le preghiere del cristiano. Un sussidio indispensabile per tutti i fedeli.