Concordia: "questo nome sia emblematico, sia profetico". Così san Giovanni Paolo II introduceva, al termine della solenne celebrazione eucaristica nella Valle dei Templi di Agrigento del 9 maggio 1993, il suo famosissimo grido contro la mafia: "Che sia concordia in questa vostra terra! Concordia senza morti, senza assassinati, senza paure, senza minacce, senza vittime! ". Ed è proprio intorno a questa forte parola che si sviluppano le riflessioni di mons. Giuseppe Liberto, maestro emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina, alcune delle quali nate proprio in occasione di vari incontri nella città siciliana. Un percorso in cinque tappe che prende il via dalla contemplazione della concordia divina così come rifulge nel mistero trinitario e poi prosegue rileggendo l'esperienza credente proprio alla luce della concordanza dei cuori così necessaria e così, non di rado, ancora di là da venire. Concordia indispensabile nella liturgia, nel canto, nel servizio della carità, comunione dei cuori decisiva anche per una comunità cristiana che intenda ascoltare e accogliere la Parola che Dio le rivolge e che chiama tutti, appunto, a un’esistenza fondata sull'amore. In un tempo segnato in cui più che mai si sperimenta la necessità di una rinnovata sapientia cordis, capace di leggere il presente e intravedere possibili percorsi per il futuro, le riflessioni raccolte in questo volume si presentano come un autentico esercizio di evangelizzazione della cultura attraverso la cultura, alla scoperta della verità e della bellezza custodite da sempre nello scrigno dell'arte.
Artisti che ci regalano armonia, bellezza, emozioni. Creativi che ci danno la carica ogni giorno, oppure che ci fanno sognare, innamorare, gioire e sperare. Sono i protagonisti dell'arte che arriva al cuore di tutti, che parla un linguaggio universale, che riveste di magia il vivere e l'incontrarsi. Cantautori, interpreti, direttori d'orchestra. L'autore, esperto in comunicazione, li intervista per scoprire insieme a loro il segreto più profondo delle loro opere, del loro rapporto con il grande pubblico e del loro ruolo nella società. Queste interviste vanno al centro dell'anima, da dove scaturisce la forza della verità, della lotta contro il male, della solidarietà con i più deboli, della ricerca dell'assoluto: i grandi temi che chiedono all'uomo di essere esplorati e... cantati e voce alta! Con interviste a Clementino, Gigi D'Alessio, Leonardo De Amicis, Roby Facchinetti, Daniele Gatti, Davide Monti, Alessandro Quarta. Prefazione di Riccardo Cocciante.
Dalla Prefazione: Ho conosciuto Antonio quando fuori lo abitava un'apparente quiete e dentro un fremito di terremoto.
L'ho visto inciampare, perdersi e ritrovarsi di nuovo.
L'ho visto assumere tutte le le contraddizioni, oltrepassandole, l'ho visto baciare, spremere, accarezzare il suo dolore lasciando sempre aperta la porta del cuore.
L'ho visto combattere e riorganizzare il suo cuore lottando per ridestare la speranza.
L'ho visto sempre più vivo, più profondo, come se avesse sciolto le radici e liberato le ali.
Come se avesse lasciato il suo peso alla terra e il suo futuro agli uccelli del cielo.
Oggi, quando ascolto le sue canzoni, sembra che il passato si volti e il futuro si apra.
Come se lui abbandonasse la voce alla polvere del cammino.
Antonio canta a piena gola per unire la gente, arriva come una luce che affiora sulla superficie dell'acqua, una voce che sembra interrotta dall'emozione.
La musica di Antonio non ci descrive il mondo, ma ci permette di abitarlo.
Franco Battiato è stato un artista unico nel suo genere. Capace di rendere popolari teorie complicate e concetti filosofici di diversa provenienza, ha portato il grande pubblico a canticchiare sulle spiagge le teorie di Gurdjieff, diventando il primo artista in Italia a vendere un milione di copie con l'album La voce del padrone. Innumerevoli i suoi successi, da Centro di gravità permanente a Bandiera bianca, da Voglio vederti danzare a Prospettiva Nevski, passando per Gli uccelli, Segnali di vita, E ti vengo a cercare, La stagione dell'amore, L'ombra della luce, fino ad arrivare alla canzone d'amore più bella di sempre, La cura. Nel campo musicale Battiato ha composto di tutto: pop, rock, classica, opera e non ha mai smesso di sperimentare. La sua incontenibile curiosità, però, l'ha portato a frequentare anche i linguaggi del cinema e della pittura. Roberto Tardito ripercorre la vita e la parabola artistica del cantautore siciliano, raccontando gli interessi e le passioni, la sterminata produzione e l'attività concertistica di quello che non è stato un semplice «prodotto» discografico, ma un autore postmoderno, profondamente autentico nella sua continua tensione verso l'alto e verso l'altrove. Postfazione di p. Guidalberto Bormolini.
Tutte le cose che si dicono di Maria, si dicono perché lei è la mamma di Gesù, il quale è sempre e Dio e Uomo. Simultaneamente quindi, le si dicono e di Dio e dell'Uomo, cioè, come indica il titolo di questo libretto: MARIAeD"IO", ma anche MARIA eD ogni IO, Ogni Uno, che siamo anche Tu ed Io, e che servono proprio a noi per vivere bene sia la Fede che la Vita. Ecco, ciò che sentirai detto, mentre leggerai di Maria e delle cose che la riguardano, serviranno proprio a questo: far vivere a te, a me e a tutti insieme meglio, la Fede e la Vita, sia quelle di Dio che le nostre, e proprio ad immagine di quelle di Maria.
Non vi sono solo i pensieri e le azioni umane di cui tener conto per far rivivere la storia, ma anche le forme, i colori, persino gli odori e ovviamente i suoni. Evanescente, destinata a perdersi nell'istante stesso in cui la cogliamo, la musica è aria che vibra. Difficile dunque usarne le tracce come si fa con una pergamena o un affresco. Eppure la storia è piena di suoni pervasivi e determinanti, legati a ogni agire umano: la guerra, la festa, la meditazione, il rito religioso. E allora proviamo a raccontare il passato sulle tracce degli strumenti utilizzati per produrre il suono: dai tamburi di antichi sciamani al flauto di Pan, dall'incanto degli ud dei giardini arabi alle voci nei monasteri e nelle cattedrali medievali, dalle tastiere della civiltà delle buone maniere alle fisarmoniche che seguirono il viaggio degli emigranti, dalla chitarra che espresse la voce del popolo fino agli strumenti elettrici che crearono i giovani e il loro canto. Un viaggio europeo e mediterraneo alla ricerca di suoni perduti, perché spesso proprio in questi si è inscritto il senso del mondo e delle vite delle donne e degli uomini che lo hanno abitato.
Costellata da rotture radicali con la tradizione, la storia della musica coincide con le esistenze spesso tumultuose di personalità che hanno rivoluzionato il nostro modo di «ascoltare il mondo», dandogli una forma e un senso sempre diversi. In un itinerario affascinante nelle segrete «stanze della musica», con divagazioni storiche, letterarie e poetiche, l'autore fa rivivere la Venezia di Monteverdi, la Lipsia di Bach, la Parigi di Gabriel Fauré e la New York di Igor Stravinskij, le atmosfere della Mitteleuropa di Haydn e della Russia del primo Rachmaninov, in un appassionante viaggio tra amori folli e imprese ardite, debiti verso maestri e cruenti parricidi. Emergono personalità come Ravel, noto per il Bolero ma la cui prima opera accompagnò i funerali di Proust; Mahler, capace di tradurre nelle sue sinfonie «il ricordo felice di una giornata di sole»; Rossini che, pressato dai committenti, ripropose più volte brani già presentati, tra cui la sinfonia del Barbiere. Con stile narrativo, l'autore traccia i profili di protagonisti e figure secondarie, e fornisce una mappa delle svolte epocali, spaziando dal teatro mozartiano alle invenzioni foniche di Berlioz, fino all'avvento della musica contemporanea con Varèse e Schönberg, John Cage e Frank Zappa.
Il libro raccoglie riflessioni per aiutare il lettore ad "andare a tempo", a vivere al meglio le fasi di cambiamento, a percepire il proprio senso interno del tempo e a organizzarsi armonicamente.
La musica ha sempre fatto parte del mondo di Giancarlo Lucariello, sin da quando era bambino, ma è stato solo in seguito a un grave incidente che ha preso la decisione di farla diventare il suo mestiere. Con incredibile anticipo sui tempi, dopo aver ottenuto un posto come assistente alla direzione presso un'importante etichetta discografica milanese, Lucariello rischia il tutto per tutto pur di seguire il suo progetto: fare il produttore artistico. E, nello specifico, il produttore dei Pooh, che allora attraversavano un lungo periodo di crisi e incertezze. Il risultato raggiunto da Lucariello è straordinario: i cinque album da lui prodotti - Opera prima, Alessandra, Parsifal, Un po' del nostro tempo migliore e Forse ancora poesia - non solo hanno dato nuova linfa al gruppo, ma hanno anche fatto scuola nel panorama della musica leggera, dove per la prima volta si sono sentiti gli echi della musica sinfonica e delle grandi arie dell'opera, grazie alla visione coraggiosa e fuori dagli schemi di un produttore che voleva fare musica e non solo canzoni di successo (per quanto il successo non mancherà: basti pensare a canzoni senza tempo come Pensiero, Tanta voglia di lei, la stessa suite di Parsifal...) Ora Giancarlo Lucariello ricorda, come in una sorta di memoir al tempo stesso personale e collettivo, la storia di questa avventura, ripercorrendo le scelte - musicali e non - che hanno portato alla nascita di questi storici album che hanno fatto cantare e innamorare intere generazioni; racconta il grande lavoro che c'è stato dietro, i retroscena di una creatività eccezionale e di un progetto controcorrente, le ore passate negli studi di registrazione: il risultato è un libro unico e ricco (di immagini, testi da leggere e canzoni da ascoltare) e assolutamente da non perdere non solo per chi ama i Pooh, ma anche per tutti quelli che di musica vivono.
"Ascoltare Verdi" ci accompagna sapientemente nella conoscenza delle opere del grande compositore: dal Nabucco al Falstaff, ogni capitolo del libro è dedicato a una fondamentale composizione di Giuseppe Verdi, della quale si raccontano la trama, la genesi e il contesto, ma soprattutto si approfondisce la sostanza musicale e drammatica. Ampio spazio è infatti riservato al modo in cui il compositore usa le voci e gli strumenti dell'orchestra, alla sua personale, ricchissima concezione drammatica, all'originale ripensamento delle forme e delle convenzioni dell'opera ottocentesca. Il lettore, risalendo cronologicamente l'evoluzione del pensiero drammatico di Verdi, lo sviluppo della sua poetica, la costante volontà di guardare il mondo attraverso le note, scopre la sua visione allo stesso tempo artistica, morale e politica - il modo in cui, secondo molti studiosi, Verdi ha contribuito a fare l'Italia e soprattutto a fare gli italiani.