Jakob J. Petuchowski, rabbino e professore di liturgia e teologia ebraica, introduce e raccoglie una scelta di detti, fatti e "storie di miracoli" appunto di materia haggadica tratta dal Talmud e dal midrashim, i cui protagonisti sono per lo più i grandi maestri dei primi secoli dell'era cristiana, ai quali si deve se il giudaismo esiste ancora, ed esiste nella sua vitale, antiapocalittica, misericordiosa, saggia, libera fino al paradosso e allo humour, ubbidiente e ardita davanti a Dio, terrena e utopica ispirazione di matrice farisaica. Non si poteva scegliere barca migliore per navigare nel mare della haggadah: i racconti danno gioia, le domande fanno pensare. O, in modo più ebraico, le domande danno gioia, i racconti fanno pensare. (Paolo De Benedetti)
In Italia l'identità culturale ebraica si esprime in oltre 20 musei ed esposizioni permanenti, 60 sinagoghe e circa 100 cimiteri. In questa guida, novità assoluta, sono rappresentati i lughi che generano il più forte interesse culturale e turisitco per tutto ciò che sanno rappresentare in termini storici ed emozionali. Un patrimonio che si sta sempre più aprendo ai viaggiatori, di cui circa la metà studenti, interessati a vivere un'esperienza il più possibile completa della cultura ebraica attraverso l'incontro con le comunità ebraiche.
Se è vero che Gesù si è formato nella Sinagoga e che nel quadro del culto sinagogale egli ha inserito l’annuncio della sua messianicità, se è vero che gli evangelisti hanno pregato e ascoltato le letture sinagogali prima di redigere i Vangeli, sarebbe davvero sorprendente se nessuna traccia di questa formazione giudaica non fosse sopravvissuta nei testi. La liturgia è conservatrice per natura. I testi delle preghiere ci sono pervenuti in diverse versioni e l’accostarsi ad essi presenta i problemi comuni a tutti i testi antichi; è necessario dunque scrutarli, se si vuole approfondire lo sfondo culturale del Nuovo Testamento e della Chiesa primitiva.
Luciano Baruch TAGLIACOZZO, nasce a Napoli nel 1950 da un’antica famiglia israelita italiana. Studia fisica all’Università di Napoli, poi sceglie di lavorare in ospedale. Si laurea in Studi ebraici presso il corso di laurea del Collegio Rabbinico Italiano, con una tesi su Samuel David Luzzatto. Apprezzato saggista e traduttore, partecipa al progetto Mishnah con il trattato Eduyot. Traduce in prima mondiale il libro del Maharal di Praga, Neza’h Israel. Recentemente pubblica Il Messia di Gerusalemme, Raziel Edizioni 2021. Traduce più trattati del Talmud Yerushalmi per il sito www.e-brei.net, col quale ha curato recentemente i commentari di Rabbi Moshe Chaim Luzzatto. Stimato pittore e conferenziere, è stato Presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Napoli. Ha curato, fra gli altri, per l’università Orientale di Napoli, la serie d’incontri: Mondi Sefarditi.
Per i cristiani il Messia, nato miracolosamente a Natale e risorto a Pasqua, per gli ebrei un fratello che ha interiorizzato la Legge e un esempio di vita per una condotta morale migliore: seppure in modi molto diversi, l’importanza religiosa di Gesù di Nazareth è riconosciuta. Ben-Chorin ricostruisce la figura di Gesù da un punto di vista ebraico, senza farne un trattato storico di carattere scientifico ma testimoniando la propria esperienza di credente, che considera la storia umana di Gesù – vissuto e morto tragicamente proprio in un mondo ebraico – riletta attraverso le pagine del Vangelo. La figura del Nazareno non è quindi luogo di scontro, ma di possibile dialogo fra ebrei e cristiani e con il diverso: un punto di incontro nella comune storia della salvezza. Come dice Paolo De Benedetti, questo di Ben-Chorin è «un libro imprescindibile, classico».
SCHALOM BEN-CHORIN (1913-1999), saggista, scrittore e teologo tedesco, è stato uno dei grandi pionieri del dialogo ebraico- cristiano. Per Morcelliana ricordiamo Quale consolazione dopo la Shoà? (2022 2ed.).
L'antigiudaismo che esamina David Nirenberg in questo libro non è solo l'insieme dei pregiudizi e delle persecuzioni contro gli ebrei: è una delle modalità fondamentali con cui il pensiero occidentale ha definito se stesso e il proprio modo di interpretare il mondo in contrapposizione a una tradizione diversa. Come spiega l'autore, "L'antigiudaismo non va inteso come un anfratto arcaico e irrazionale nel vasto edificio del pensiero occidentale, ma come uno dei principali strumenti con cui tale edificio è stato costruito". Se l'antisemitismo prende di mira la concreta esistenza degli ebrei, le loro pratiche culturali e religiose, l'antigiudaismo si concentra su tratti e caratteri attribuiti all'influenza della tradizione ebraica ma rintracciabili anche al di fuori di essa, dal letteralismo religioso al materialismo. Già nel mondo antico si affaccia il motivo ricorrente di una "diversità ebraica" che anticipa, spesso con toni e caratteri simili, l'antigiudaismo cristiano e occidentale: è da qui che parte il viaggio di Nirenberg, per tracciare la storia del rapporto dell'Occidente (e del mondo islamico) con l'idea di giudaismo, in un percorso che da san Paolo arriva fino alla tormentata riflessione novecentesca sulle cause dell'antisemitismo e sul ruolo dell'ebraismo nell'Occidente contemporaneo.
R. Meir diceva: «Chi si occupa dello studio della Legge per se stessa, consegue molte cose; non solo: è degno del mondo intero. È chiamato amico e amato; egli ama Dio, ama le creature, rallegra Dio, piace ai suoi simili. La Legge lo riempie di umiltà e di timor di Dio, lo rende capace di essere giusto, pio, onesto, fedele; lo allontana dal peccato e lo avvicina alle buone azioni. Chi si occupa della Legge ne ha consiglio, sapienza, senno e fermezza, come è scritto: “Mio è il consiglio e il buon senso, mia è l’intelligenza e la forza”. Essa gli dona la regalità, il dominio e la profondità nel giudizio; a lui si rivelano i segreti della Legge. È simile a una fonte che s’ingrossa e a un fiume che non si esaurisce. Egli diviene umile, longanime e perdona le offese. Essa lo ingrandisce e lo eleva su tutte le opere».
Ebrei e Cristiani sono alla ricerca della Sapienza. Pirqê Abot non è un trattato teologico nel senso stretto del termine. Abbiamo detto che si occupa principalmente di massime etiche, anche se è bene ricordare che nessuna distinzione netta tra teologia ed etica era possibile alla mente rabbinica. La Torah, nel suo senso più ampio di «insegnamento divino», è il principale concetto teologico in Abot.
Da Gerusalemme a Gerusalemme: il cammino di una lunga interminabile diaspora in cui si rispecchia la storia d'Europa. Ritrovare i luoghi degli ebrei implica guardare alla storia dell'Europa dal punto di vista di una minoranza, l'unica cui, pur con pesanti limitazioni e discriminazioni, sia stato permesso di vivere in quel mondo cristiano: in epoca medievale e moderna: entro precisi confini sociali (tra cui i ghetti), emancipati nella condizione di cittadini negli stati nazionali. Da Roma, la culla della presenza ebraica dopo l'originaria Gerusalemme, l'itinerario si snoda tra le comunità più fiorenti e significative per la cultura europea lungo i secoli: dalla Puglia a Toledo e la Spagna, da Colonia e dalla Germania renana a Palermo e all'Italia settentrionale; da Lisbona a Venezia e Amsterdam per giungere a Berlino, il cuore dell'illuminismo ebraico nell'800. Da Amburgo a Parigi, con il caso Dreyfus, a Odessa e Weimar, il momento più alto della creatività ebraica distrutta poi dal nazismo, per arrivare ai drammatici eventi di questi giorni.
Che la Qabbalah sprigioni un fascino difficilmente spiegabile è fuori di dubbio: chiunque entri in contatto con essa si sente interpellato, come se quelle oscure dottrine non aspettassero altri per sciogliere gli antichi nodi dell'irradiazione divina. Un fascino cui non hanno potuto sottrarsi molti lettori cristiani - da Giovanni Pico della Mirandola ai platonici rinascimentali, da Knorr von Rosenroth a Isaac Newton, dagli alchimisti ai «fratelli muratori» -, che con i dogmi segreti della mistica ebraica hanno avvertito una profonda affinità. Massimo studioso della Qabbalah, Gershom Scholem non ha mancato di dire la sua su questa robusta corrente del pensiero europeo. Persuaso com'era che la Qabbalah fosse la quintessenza dell'ebraismo, Scholem ha tentato di denunciare la sua versione cristiana come illegittima, frutto di un malinteso o di una frode, giungendo tuttavia a riconoscere, alla fine della vita, che la passione per quegli insegnamenti esoterici era stata accesa in lui proprio dalla lettura di un cabbalista cristiano. E così, nei tre illuminanti saggi qui raccolti, non solo troveremo una storia di quel pensiero sotterraneo, ma potremo anche scorgere in filigrana una riluttante autobiografia.
I contributi più significativi della tradizione ebraica su Gesù nel periodo medievale si trovano soprattutto nella letteratura polemica ebraica anticristiana. La sua figura viene essenzialmente delineata attraverso le riflessioni su due questioni chiave: il suo rapporto con la legge mosaica e la sua divinità. Nel volume, le immagini di Gesù che si possono rintracciare in questa produzione letteraria emergono da passi selezionati di sette testi riprodotti in ebraico con relativa traduzione italiana, che coprono diverse aree geografiche e attraversano un arco cronologico che va dal XII al XIV secolo. Gli autori della letteratura polemica ebraica anticristiana, pur focalizzandosi innanzitutto sull'aspetto polemico e apologetico, si sono inevitabilmente confrontati con tematiche di natura storica. Il loro interesse per la figura di Gesù si inserisce spesso in un contesto più ampio di difesa del giudaismo dagli attacchi conversionistici. Tuttavia, è innegabile che alcune delle questioni da loro sollevate coincidano talvolta con quelle ancora dibattute dagli storici contemporanei riguardo alla figura storica di Gesù.
«Questo libro non è una grammatica (descrittiva o normativa) dell’ebraico biblico». Con queste parole inizia il percorso di studio e di ricerca delle strutture linguistiche dell’ebraico biblico proposto nella Lingua del Santuario. Il primo volume contiene ventidue lezioni, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto ebraico, concepite come un dialogo graduale e progressivo tra maestro e discepolo per camminare insieme, spalla a spalla, in cerca di ciò che è più rilevante nello studio e nella comprensione della lingua della Bibbia ebraica. Il percorso proposto dedica otto lezioni su ventidue all’analisi sintattica e alla linguistica testuale (testo narrativo, testo poetico) per fare emergere le strutture specifiche dell’ebraico biblico, il cui studio non può e non deve essere ridotto, come spesso avviene nelle grammatiche normative, a una analisi del sistema di scrittura, della fonetica e della morfologia nominale e verbale.
Note sull'autore
Gianpaolo Anderlini si occupa da oltre quarant’anni di poesia e di studi sull’ebraismo. Segue e coordina, inoltre, le attività di alcune scuole di lingua e cultura ebraica. Ha pubblicato, tra gli altri, Tu mi hai rapito il cuore. Eros, amore e sessualità nella Bibbia ebraica (2014), Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato (2017) e Io sono tuo, salvami! Commento al Salmo 119 (2022). Per EDB ha recentemente pubblicato I quindici gradini (2024).
Il secondo volume della Lingua del Santuario propone al lettore alcuni strumenti didattici particolarmente utili per uno studio più approfondito e per una migliore conoscenza dell’ebraico biblico. In primo luogo, si propone il lessico frequenziale di base che contiene 800 parole, attestate più di 40 volte nella Bibbia ebraica, elencate in ordine alfabetico e in ordine di frequenza. A questo strumento si accompagnano i paradigmi dei nomi irregolari, delle sei classi di declinazione dei nomi e le tavole di coniugazione dei verbi irregolari. Chiudono il volume cinque schede relative ad alcuni campi lessicali che, per la loro importanza, permettono di familiarizzare con il lessico di una lingua semitica che non ha nessun rapporto diretto con l’italiano e, più in generale, con le lingue indoeuropee: il corpo e le sue parti, l’anima, la guerra, la casa, i colori.
Note sull'autore
Gianpaolo Anderlini si occupa da oltre quarant’anni di poesia e di studi sull’ebraismo. Segue e coordina, inoltre, le attività di alcune scuole di lingua e cultura ebraica. Ha pubblicato, tra gli altri, Tu mi hai rapito il cuore. Eros, amore e sessualità nella Bibbia ebraica (2014), Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato (2017) e Io sono tuo, salvami! Commento al Salmo 119 (2022). Per EDB ha recentemente pubblicato I quindici gradini (2024).