Non si tratta di un'opera storiografica in senso stretto. E neppure di un libriccino devozionale, incapace di leggere la vita dei Santi quale "esistenza teologica".
L'Autore si è impegnato in una serie di riletture che conservano il marchio dell'originalità e della profondità, con l'obiettivo di scavare nella personalità e nell'esperienza spirituale dei principali Santi e Sante del Carmelo.
Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) spese la sua intera esistenza al servizio dei più bisognosi. Fondatore di varie famiglie religiose di suore e sacerdoti, aprì a Torino le Piccole Case della Divina Provvidenza, al servizio dei malati rifiutati da tutti, degli handicappati, degli orfani... Ancora oggi il nome Cottolengo evoca il principio stesso di "carità" vista come dedizione totale ai più deboli. Questo libretto illustrato racconta con stile brillante la storia di un uomo straordinario.
San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), conosciuto come il Santo Curato d’Ars, è stato canonizzato nel 1925 e dichiarato patrono dei parroci nel 1929.
Benedetto XVI concede l’Indulgenza plenaria o parziale in occasione dell’Anno Sacerdotale da lui indetto per il 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, “luminoso modello di Pastore, pienamente dedito al servizio del popolo di Dio”.
Giovanni Maria Vianney (1786-1859) per oltre quarant'anni guidò la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars, in Francia, con l'assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Avvicinò o riavvicinò molti alla fede attraverso la catechesi, l'amministrazione dei sacramenti e la pratica instancabile della carità. E' considerato modello e patrono del clero parrocchiale. Questo libretto illustrato ripropone la storia del Curato d'Ars nel 150° della morte, e in occasione dello "speciale anno sacerdotale" indetto da Papa Benedetto XVI, che si celebra dal giugno 2009 al giugno 2010 e che ha per tema: "Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote".
Ambrogio di Milano è, secondo la cronologia, il primo dei quattro dottori della Chiesa latina. Forse non è stato il maggior teologo o il più esperto biblista dei quattro. Ma, certamente, nel campo dei rapporti tra Chiesa e Stato, Ambrogio è stato colui che ha svolto un'azione più incisiva e di portata più vasta rispetto a Girolamo e Agostino. Ma ciò che fa di Ambrogio una figura di eccezionale valore, unica nel suo genere, è un modo di essere che realizza la felice composizione di virtù apparentemente lontane. In lui troviamo l'autorevolezza, la precisione di giudizio e la capacità di decisione dell'alto funzionario imperiale, capacità poste poi al servizio della Chiesa; e insieme troviamo l'umiltà, il distacco dai beni, la profondità del mistico, del maestro di vita monastica e spirituale. Questo libro illustrato tratteggia la sua vita e il suo pensiero.
Nato a Messina nel 1851, fondò due Congregazioni, i Padri Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo. Aprì case e avviò opere di grande impatto evangelico e sociale. È riconosciuto come l'apostolo della preghiera per le vocazioni e come padre dei poveri e degli orfani. Una carità, la sua, "senza calcoli e senza limiti", che trapassò due secoli ed eventi epocali che cambiarono l'Italia. Si spense a quasi 76 anni, nel 1927. Il 16 maggio 2004, Papa Giovanni Paolo II lo iscrive nell'Albo dei Santi.
P. Antonio Maria Sicari ci dona questo Undicesimo libro dei Ritratti di Santi, da lui scritto non per «insistenza professionale», ma perché i Ritratti segnano le tappe di un «itinerario quaresimale» che viene celebrato ormai da ventidue anni. E sono molte le comunità cristiane che lo seguono con desiderio di conoscere sempre nuovi profili di amici di Dio. Il volume si apre con il lungo ritratto dedicato alla vocazione e alla missione di san Paolo, l’Apostolo delle genti, nel secondo millennio dalla nascita. L’autore si sofferma poi sull’immensa «opera contemplativa» compiuta da santa Giovanna Francesca di Chantal, nella Francia lacerata dalle guerre di religione. Delinea due profili di «santi della carità» (il veronese san Giovanni Calabria e il tedesco-russo servo di Dio Friedrich Joseph Haass), diversissimi tra loro ma accesi dalla stessa passione per l’ecumenismo della misericordia e della santità. Racconta due appassionanti e gloriose vicende di martirio, una nella Germania nazista (il beato Franz Jägerstätter) e una nel Vietnam comunista (il servo di Dio F.-X. Nguyen Van Thuan): un giovane padre di famiglia e un vescovo, segnati dalla stessa irremovibile dedizione a Cristo e alla sua Chiesa. E «sorprende» col lungo ritratto di una «venerabile» di sei anni e mezzo: la piccola Nennolina (Antonietta Meo), che si abbracciò alla Croce di Gesù così intimamente e con tanto cuore da maturare anche nell’intelligenza della fede: una «prodigiosa esistenza teologica», realizzata da quel Padre celeste che «si compiace di rivelarsi ai piccoli». Infine ci restituisce il volto luminoso di Giovanni Paolo I, il Papa chiamato a mostrare, sia pure fugacemente, la dolcezza del cuore della Chiesa, quando ella si sofferma sul suo compito originario, quello di essere madre ed educatrice dell’umanità. In soli trentatré giorni di pontificato, Papa Luciani ci ha mostrato il sorriso della santità: la santità che sorride e il sorriso che ci fa santi. Così continua l’itinerario alla scoperta del volto di Cristo, che si riflette in quello di tutti i suoi santi, senza che mai si possa esaurirne l’Unica Bellezza.
Come stelle nel cielo" è il suggestivo titolo per indicare tante figure di uomini e donne che hanno illuminato con le loro opere la terra, costruendo laddove hanno vissuto la civiltà dell'amore e della solidarietà... "
Il libretto racconta la vita di Francesca Bussa de' Buxis de' Leoni (Roma, 1384-1440). Di nobile famiglia, sposata per quarant'anni, moglie e madre virtuosa, visse una vita dedita alla carità e all'aiuto anche materiale di poveri e malati. Fondò una congregazione di Oblate sotto la regola di San Benedetto, presso cui si ritirò alla morte del marito.
Si tratta di una biografia breve e chiara, di stile accuratissimo, opera di un “umanista” del Medioevo considerato «forse il miglior stilista del suo tempo». Giovanni di Salisbury infatti, tra i più acuti testimoni della vita culturale del Medioevo, ci dà con questa opera un capolavoro letterario per il genere biografico. La narrazione attinge largamente all’ampia Vita di sant’Anselmo del monaco Eadmero, compagno di esilio e di peripezie dell’arcivescovo di Canterbury. Vi si trovano delineati, con molta finezza e passione, il profilo e l’opera di una delle figure tra le più vive sia nella tradizione della santità e della dottrina della Chiesa, sia nella storia del pensiero filosofico, anche al di fuori dei confini della fede. Se il pensiero sottile e audace di Anselmo destava interesse – e tuttora lo desta – presso gli uomini di studio e di scuola, la sua bontà, i suoi gesti pieni di grazia, la sua parola accessibile e suadente lo rendevano popolare e attraevano facilmente la gente che lo incontrava nei suoi numerosi e tribolati viaggi. L’antico monaco e arcivescovo non ha perso nulla di questa sua attrattiva: basta conoscerlo; ed è quanto potrà avvenire con la lettura di questa Vita, dove, in una narrazione limpida e lineare, Anselmo è soprattutto presentato come un «uomo apostolico», «un vero seguace degli apostoli», nella cui condotta, come in filigrana, si scorgono lo spirito e le azioni degli apostoli, la loro santità, la loro fede e la loro virtù. Diffondendosi, questa Vita susciterà ammirazione e amicizia per un uomo dalla coscienza retta e cristallina di fronte alle ragioni della verità e della libertà, e insieme dalla sorprendente e affascinante amabilità.
Il semplice racconto della vita di Bernadette dimostra che per raggiungere le vette della Santità la giovane di Lourdes non ha intrapreso altra via che i semplici sentieri della fede". "