"E' il 1958, e questo libro di Lelio Basso coglie la Costituzione italiana come sospesa tra due epoche. Da una parte i lunghi anni dell'inattuazione costituzionale, cominciata all'indomani stesso dell'entrata in vigore della Costituzione e della quale Basso dà una descrizione giustamente impietosa, dall'altra i segni dell'incipiente 'disgelo costituzionale', che avvierà una stagione nuova e consentirà di tornare alla Costituzione con spirito e occhi diversi. L'analisi di Basso è ispirata da una convinzione che va al di là delle contingenze: il rispetto della legalità costituzionale è un valore in sé, l'attuazione dei diritti riconosciuti è un imperativo politico e morale." Dalla Prefazione di Stefano Rodotà
Il volume riunisce i saggi più importanti che testimoniano dell'intero sviluppo della produzione politologica di Schmitt, dal 1922 al 1953, e ne offrono la summa. Il volume si apre con una densa premessa all'edizione italiana dell'autore, che cerca di stabilire la collocazione storica e il significato unitario della propria opera. Seguono sei saggi: "Teologia politica" (1922), "Il concetto del 'politico'" (1932), "Legalità e legittimità" (1932), "I tre tipi di pensiero giuridico" (1934), "Il problema della legalità" (1950) e "Appropriazione/divisione/produzione" (1953). Chiude il volume la bibliografia aggiornata delle opere di Schmitt.
Un pellegrinaggio alle radici: il ritorno in Palestina-Israele, una terra che non ha ancora trovato la pace ed è già irriconoscibile, è l'occasione per mettere a fuoco torti e ragioni di due popoli storicamente e fisicamente uniti. Il volume si compone di due brevi memorie di viaggio che si possono leggere come due intensi pamphlet: l'uno, contro Israele; l'altro, contro Arafat. Più intimo e personale, il primo; più esplicitamente politico, il secondo.