Nel IV secolo, in concomitanza con l’edificazione delle basiliche costantiniane e la restaurazione della Gerusalemme cristiana, si sviluppa il fenomeno dei pellegrinaggi. Si moltiplicano quindi scritti di genera vario (resoconti di viaggio, lettere di pellegrini, “guide” per itinerari geografici e liturgici) tra cui l’Itinerarium Egeriae, resoconto in forma epistolare di un viaggio in Terra Santa. Egeria, una pellegrina proveniente dall’estremo Occidente dell’impero (è incerto se si tratti di una monaca, di una gran dama o di una donna di più umili origini), vi descrive la visita al Sinai, il tragitto sulle tracce dell’Esodo, l’ascesa del monte Nebo, i viaggi a Carneas e in Mesopotamia, il ritorno a Costantinopoli e la sosta al martyrium di Santa Tecla. Nella seconda parte del suo racconto annota con minuzia gli usi liturgici della Chiesa di Gerusalemme. L’edizione presentata si basa su quella di Franceschini-Weber, aggiornata con i contributi critici più recenti e con una nuova lettura del manoscritto originale (manoscritto Aretinus).
L’imminenza del giubileo e il moltiplicarsi dei pellegrinaggi in Terra Santa rendono il volume singolarmente attuale e interessante.
Curatrice
Nicoletta Natalucci è docente di Filologia classica presso l’Università degli Studi di Perugia.
Il papa Leone Magno (490-161) ha lasciato un’impronta profonda nella storia del cristianesimo. la sua dottrina, la sua azione pastorale, la sua personalità sono testimoniate soprattutto dai 98 sermoni pronunciati a Roma durante il pontificato, in occasione delle varie ricorrenze liturgiche.
L’autore presenta con la consueta sapienza e profondità la dottrina spirituale di Evagrio Pontico sull’acedia, quel male oscuro che rode e svuota di significato ogni gesto del cristiano. Un “demone” che assale non solo il monaco del deserto, ma ogni uomo che si interroga sul “senso del senso” della vita. Mentre stava stendendo queste pagine, alcuni giovani – ignorando completamente il significato del termine acedia – chiesero all’autore su cosa stesse lavorando. Lette loro alcune parole di Evagrio – monaco e padre spirituale vissuto nel deserto egiziano nel iv secolo – i giovani esclamarono stupiti: “Ma questo è il male del nostro tempo! Cosa si può fare per contrastarlo?”. Questo libro tenta una risposta che parli al cuore di ogni credente per ridargli speranza e fiducia in ciò che attende l’umanità tutta.
Gabriel Bunge, eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera, vive in un eremo nel Canton Ticino. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Vino dei draghi e pane degli angeli, La paternità spirituale e Vasi di argilla.
Santa Veronica fu impareggiabile imitatrice di Cristo, ma nello stesso tempo riprodusse mirabilmente la figura serafica di san Francesco. Come Francesco, ebbe la sua vita mistica suggellata dalle sacre stimmate e, come per Francesco, tale vita, totalmente votata alla povertà e all’amore di Cristo, non poteva non riprodurre episodi, momenti, suggestioni ingenue che si esprimono così bene con questo termine: Fioretti.
Remo Bistoni che, anche con una singolare biografia, ha cercato di rendere popolare questa santa, tanto studiata dalla scienza in tutte le sue espressioni (teologia, psicologia, medicina, letteratura, filologia...), insiste su questo scopo selezionando fior da fiore nelle vicende meravigliose della santa mistica francescana.
Il desiderio universale che santa Veronica Giuliani sia dichiarata dottore della Chiesa sarà esaudito non solo per l’impressionante interesse scientifico che questa donna suscita da molti decenni, ma anche per la conoscenza e per l’amore che il popolo fedele avrà sempre di più per lei (Frate Indovino, dalla Presentazione).
Santa Veronica Giuliani nacque a Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino) il 27 dicembre 1660, ma visse la sua straordinaria esperienza mistica nel severissimo monastero delle Cappuccine di Città di Castello (Perugia), dove morì il 9 luglio 1727. Rivisse misticamente la passione di Cristo e fu insignita, come il suo serafico padre Francesco, delle stimmate. Per obbedienza ai suoi confessori e ai vescovi scrisse un diario fitto, divenuto attualmente oggetto di studio da parte di scienziati di tutto il mondo. Si chiama, infatti, Tesoro nascosto l’insieme dei suoi scritti scoperti più di un secolo dopo la sua morte (1875) e contenente una "Summa teologica" semplice, ma appassionata, mirabilmente conforme alla santa dottrina cattolica. Nel battesimo fu chiamata Orsola, ma in monastero le fu imposto il nome di Veronica. Per questo nome che significa Vera Icona e per le sue innumerevoli visioni i fotografi l’hanno scelta come loro patrona.
Vissuto a cavallo tra il quarto e il quinto secolo, Massimo operò come vescovo a Torino in anni difficili e in una Chiesa ancora molto giovane, ma ricca di fermenti. I sermoni qui raccolti riguardano i tempi liturgici a partire dal nucleo pasquale e rivelano una personalità di pastore impegnato a difendere la sua comunità dalle eresie, a purificarla dai residui di un paganesimo ancora vivo, molto attento alle diverse situazioni di vita del popolo a lui affidato. Inoltre questi sermoni documentano l'influenza delle chiese limitrofe, in particolare di quelle della Gallia, soprattutto per quanto riguarda la liturgia.
“La vita di Antonio divenne un vangelo vivente e splendente, perché egli non deviò mai dalla meta prefissata: obbedire alla volontà del Signore”. Così Matta el Meskin presenta quell’asceta “secondo il vangelo” che fu il padre dei monaci, non solo nell’ Egitto del iv secolo, ma in tutta la tradizione d’ oriente e d’occidente. E di questa radicalità evangelica sono permeati gli scritti che di Antonio possediamo. Vengono qui pubblicate per la prima volta in italiano le venti lettere di Antonio trasmesseci dalla tradizione araba: da esse emerge la figura di un uomo animato dallo Spirito, docile alla parola del Figlio, sottomesso al Padre, un uomo capace di attirare a sé discepoli e di generarli a Cristo. In queste lettere si avverte la presenza dello Spirito di fuoco che, quando pone la sua dimora nel credente, gli infonde “notte e giorno una gioia celeste tale che, pur essendo ancora nel corpo, questi sarà come chi è nel Regno”.
testo di studio e approfondimento della letteratura cristiana antica e latina con analisi critica degli autori e riferimenti per ulteriori approfondimenti tematici. Questa storia della letteratura cristiana antica latina" intende segnare la continuita del discorso letterario iniziato con la "storia della letteratura cristiana antica greca" del 1996. Insieme le due opere costituiscono una unita inscindibile nel patrimonio culturale della letteratura cristiana antica. In questo testo di nola presenta per la prima volta la "storia letteraria" dello studioso francese bardy apportandone un congruo ampliamento dello stesso discorso letterario. L'elemeno di novita e`costi tuito da una diversa e unica impostazione didattica della materia: a differenza di tutte le altre storie letterarie fino a oggi pubblicate l'unicita dell'impianto sta nel present are la materia non solo secondo criteri che valorizzano l'a spetto propriamente scientifico, ma anche nel lasciare al lettore un proprio riservato "cantuccio" per poter sviluppare e approfondire questo o quell argomento attraverso l invito allo studio di alcuni approfondimenti tematici posti alla fine di ogni capitolo. "
Contributi di studiosi della Stein hanno approfondito aspetti della sua impressionante opera, ripercorso il suo itinerario esistenziale e spirituale per riproporre la sua personalita e il suo pensiero alla cultura socio-politica e religiosa nonche alla filosofia e alla teologia di oggi.
Il volume documenta l'esperienza che gli autori mistici fanno del mistero di Dio: Paolo di Tarso e tra i primi.