«Dopo il Concilio, dall’enciclica Ecclesiam suam di Paolo VI, si sono sviluppati diversi interventi Pontifici, oltre ad atti significativi, […] in cui è proseguita la presentazione del dialogo interreligioso in un clima di tensione crescente rappresentando al giorno d’oggi un’esigenza, un’urgenza, frutto dell’incontro e della convivenza sempre più vasta di persone, popoli, culture e religioni. Situazione che può essere di arricchimento reciproco se vissuta nel rispetto degli altri, apprezzando i valori e le tradizioni altrui, il pensiero religioso dei popoli, alla ricerca sincera della verità, dell’unità, della riconciliazione e della pace». (Presentazione di Alberto Trevisiol, IMC)
In tale situazione emerge la necessità di una formazione al dialogo, sia in ambito cristiano sia in altri ambiti religiosi, capace di orientare ed educare le persone a stabilire relazioni più profonde con membri di altre tradizioni. Da questo certamente dipenderà la qualità delle società di domani.
L’Autore, cosciente che i protagonisti del dialogo non sono le strutture e nemmeno le istituzioni – comprese quelle religiose – ma proprio le persone e mettendo in risalto la natura teologica e antropologica del dialogo interreligioso, fornisce orientamenti per la formazione, attraverso “una rivisitazione” delle categorie coinvolte nel dialogo interreligioso, anche alla luce delle recenti indicazioni della ricerca e del magistero ecclesiale. Questo contributo va incontro al bisogno di chi si appresta a elaborare un curriculum formativo nel campo del dialogo e di chi guarda ad esso non come mero esercizio intellettuale bensì come nuovo stile di vita, che coinvolge tutta la propria esistenza e che può essere vissuto come un’autentica chiamata di Dio a lavorare sia all’interno della propria tradizione religiosa, sia in relazione ad altre.
L'autore presenta l'iter delle immagini nell'arte sacra fino ai tempi moderni, dalle tradizioni aniconiche fino al moderno immaginario di massa.
L'autore studia l'accezione di spirito" nelle diverse tradizioni religiose: dal cristianesimo al pentecostalismo. "
Rivista trimestrale sui movimenti religiosi e alternativi tra i migranti, n. 2/2008.
L'Europa ancora una volta e' diventata terra d'incontro. Le migrazioni di massa dai paesi dell'est, dai paesi musulmani, dall'Africa, dall'America latina, sono un dato incontrovertibile e mettono di fronte ai paesi della vecchia Europa il problema della convivenza. Essa e' possibile? e puo' diventare duratura e pacifica?
La visione ecologica del patriarca Bartolomeo I, capo delle chiese ortodosse a livello mondiale, conosciuto anche come il patriarca verde per il suo impegno nell'indicare gli imperativi teologici, etici e pratici che stanno dietro ai pià importanti temi ambientali di oggi.
Il volume intende proporre un'analisi approfondita del ruolo attuale delle Chiese orientali nei paesi dell'Europa orientale e balcanica, dando una lettura dei loro reciproci rapporti in relazione al contesto socio-politico e culturale, e presentando la loro posizione nelle relazioni ecumeniche, cercando di identificare i nodi conflittuali e le prospettive aperte sul futuro. Pubblicazione degli interventi del convegno 2006 promosso dalla Commissione interregionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso Piemonte-Valle d'Aosta. 11 saggi su diversi temi tra i quali: concetti di nazione e religione nell'Est Europa dopo il 1989; relazioni tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse nell'area russo-ucraina; le Chiese greco-cattoliche; la Chiesa serbo-ortodossa; l'identità degli albanesi; gli zingari, un popolo senza confini e nazionalismi. A partire dagli anni Novanta con l'inizio della transizione post-comunista nei paesi dell'Europa orientale, le Chiese hanno ritrovato un ruolo importante sul piano non solo religioso, ma più ampiamente culturale e sociale, con non poche ricadute anche sul piano politico. D'altra parte l'emigrazione verso i paesi dell'Europa occidentale ha causato la ramificazione delle Chiese orientali anche in tali regioni.
Il meeting panasiatico, tenutosi a Bali nel novembre 2006, ha consentito ai membri e consultori del Pontificio Consiglio della Cultura di fare il punto sulla radicazione di Gesù Cristo nel vivo delle culture asiatiche.
Dal bilancio sono emerse sia la sorprendente operosità della spiritualità cristiana nella varietà delle culture e delle religioni presenti nel mondo Asiatico, sia l’istanza di ricercare nuove vie e metodi per l’evangelizzazione che, nella situazione presente, esige “un impegno di sincero e autentico dialogo tra le culture e tra le religioni, basato sul rispetto, la reciprocità, l'apertura e la carità", come ricordato da Benedetto XVI nel suo messaggio di saluto, nel quale ha anche sottolineando come l'Asia rappresenti un "terreno fertile, dove seminare la Parola di Dio e ottenere un ricco raccolto".
Il meeting panasiatico è stato seguito con attenzione dai media e dalla comunità internazionale e ha offerto importanti prospettive per la missione della Chiesa del prossimo futuro.
Negli ultimi cinquant’anni, le Chiese e il mondo sono arrivati a riconoscere l’importanza vitale delle relazioni interreligiose per il futuro delle società in cui viviamo. In questo libro Michael L. Fitzgerald – prima Segretario generale e poi Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso – riassume la sua lunga esperienza di rapporti con le altre religioni e di dialogo con i seguaci di religioni diverse. Oltre a fornire un fondamento per un dialogo fecondo e concreto illustra i traguardi che sono stati raggiunti e offre suggerimenti utili per la ricerca e il mantenimento di relazioni amichevoli.
Il punto di vista della Chiesa Cattolica sul dialogo interreligioso. Una prospettiva di grande interesse per la convivenza civile tra i popoli. Un libro adatto a tutti.
L’arcivescovo Michael L. Fitzgerald dal 1987 al 2002 è stato Segretario generale del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in Vaticano. Nel 2002 è stato nominato suo presidente. Ha ricoperto l’incarico fino al 2006, quando è stato nominato nunzio apostolico nella Repubblica Araba d’Egitto e delegato della Santa Sede presso l’Organizzazione della Lega degli Stati Arabi. La sua area di specializzazione sono le relazioni cristiano-musulmane. Ha insegnato in Uganda e in Sudan, e al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica, di cui è stato anche direttore.
Fenomeni come "la società plurale" e "il mescolarsi dei popoli" con le nuove migrazioni, interpellano la Chiesa la cui 'geografia' coincide con i continenti del mondo. Le pongono istanze inedite e urgenti in ordine alla pace, alla giustizia, alla solidarietà. In una parola, all'alba del terzo millennio, le chiedono di rafforzare lo 'spirito di Assisi' , di farsi maestra e strumento di dialogo tra gli uomini. Esplorare e seguire ovunque in Europa, in Asia, in Africa, nelle Americhe, in Oceania - tutte le possibilità di dialogo tra le culture, le sensibilità spirituali, le religioni, è l'intento di questo libro, un mosaico di dati teologici, di approfondimenti geografici, antropologici e sociologici, di suggestioni profetiche. Si tratta del frutto dei lavori del rilevante e recente (gennaio 2007) Convegno Internazionale Nel convivio delle differenze, organizzato dalla Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana con la significativa partecipazione del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Descrizione dell'opera
«Il dialogo non chiede la cancellazione della propria identità. Quello che esige è unicamente mantenerla aperta, permeabile e recettiva: semper reformanda, sempre disposta alla riforma. L’esperienza dimostra che ogni avanzamento nella comunione danneggia solo le identità narcisiste, mentre arricchisce la vera identità. Questa non risiede mai in un passato morto, bensì davanti, nel futuro di Dio, che è sempre un richiamo alla conversione e una promessa di maggiore pienezza. A questa dialettica vuole obbedire il titolo del libro, che parla di dialogo e di autocomprensione: di dialogo delle religioni, senza privilegi né imposizioni aprioristiche; a partire dall’autocomprensione cristiana, come luogo reale in cui tendere, fraternamente e apertamente, la mano dell’offerta e dell’accoglienza di fronte alla comune speranza» (dalla Prefazione).
La questione del dialogo e dell’incontro tra le religioni del mondo è oggi una delle più attuali e dibattute. A partire dalla prospettiva teologica l’autore affronta con intelligenza e acutezza l’arduo e complesso tema del rapporto tra il cristianesimo e le altre fedi, attraverso un’impostazione originale e insieme di grande equilibrio.
Sommario
Presentazione (F. Strazzari). Prefazione. Introduzione. 1. Il quadro generale. 2. La nuova situazione. 3. I nuovi approcci a partire dalla teologia. I. La “particolarità” come necessità storica. 1. L’attuale radicalità del problema. 2. Il (presunto) silenzio di Dio: cur tam sero? 3. La (presunta) “elezione” di Dio: cur tam cito? II. Pienezza e definitività della rivelazione cristiana. 1. L’autocomprensione cristiana e la questione del pluralismo. 2. “Universalismo asimmetrico” e “pienezza” cristiana. 3. “Teocentrismo gesuanico” e definitività cristiana. III. L’incontro fra le religioni. 1. Tutte le religioni sono vere. 2. Il nuovo clima del dialogo. 3. La “inreligionazione” come modo dell’incontro. 4. Prospettive. 5. Una parabola come finale. Bibliografia recente in italiano.
Note sull'autore
Andrés Torres Queiruga, nato nel 1940, è dottore in filosofia (Università di Santiago de Compostela) e in teologia (Pontificia Università Gregoriana). Dal 1968 al 1987 ha insegnato teologia fondamentale all’Istituto teologico compostelano e attualmente è docente di filosofia della religione all’Università di Santiago; ha tenuto corsi anche in Messico e in Brasile. Tra le sue opere, Recuperar la salvación, Santander 21995, La revelación de Dios en la realización del hombre. Madrid 1987 (trad. it. Roma 1991), Creo en Dios Padre, Santander 51998 (trad. it. Casale Monferrato 1994), ¿Qué queremos decir cuando decimos “infierno”?, Santander 1995 (trad. it. Vicenza 2002), Repensar la Cristología. Ensayos hacia un nuevo paradigma, Estella 1996; Recuperar la creación. Por una religión humanizadora, Santander 32001. Presso le EDB ha pubblicato Ripensare la Risurrezione. La differenza cristiana tra religioni e cultura (2007).
La storia delle religioni ha presentato, fin qui, una fatale tendenza al dogmatismo e all'intolleranza, alla chiusura difensiva, piuttosto che all'incontro e al dialogo. Ma è un atteggiamento che ora viene delegittimato dall'avvento delle società multiculturali: anche le religioni devono aprirsi al dialogo e assimilare paradigmi di laicità, intesa come capacità di affrontare il pluralismo e di gestire un costruttivo spazio di confronto.