San Pietro e Robin di Batman, Games of thrones e don Matteo, Nestore re di Pilo e Tina Turner, papa Francesco e gli scout. All'interno di un agile affresco pop, questo libro parla della condizione dei preti in Italia e riflette sulle molte fragilità dell'azione pastorale odierna, resa ancora più problematica dalla pandemia. Nate da numerosi colloqui con presbiteri e laici che avvertono l'urgenza di avviare una revisione audace e coraggiosa della formazione seminaristica e del ministero stesso, a partire da quello in parrocchia, queste pagine rispondono all'invito di papa Francesco a non lasciarsi rubare la gioia. L'Evangelii gaudium innerva la seconda parte della riflessione, in cui viene suggerita un'originale e concreta soluzione al clericalismo che rischia di impoverire e intristire tante vite offerte con slancio: circondarsi di poveri, giovani e donne per "rimanere" nella storia degli uomini. Prefazione Erio Castellucci.
Il libro è una trattazione scientificamente attendibile e uno strumento per un'adeguata comprensione, nelle persone consacrate, di alcune condizioni umane che, a diversi livelli, non sono "psichicamente" sane: le cosiddette "personalità problematiche".
Matrimonio e verginità sono differenti narrazioni dell'amore cristiano, due diversi modi di amare che coesistono l'uno in funzione dell'altro. Partendo da questo assunto, don Aristide Fumagalli indaga, dal punto di vista etico e psicologico, su quali siano le forme sane della relazione femminile nel celibato maschile, spesso identificato con quello presbiterale, che in realtà nella storia ha trovato varie forme di espressione.
La Chiesa ha riservato una particolare attenzione alla dimensione umana della formazione dei presbiteri. Essa è il necessario fondamento delle altre dimensioni formative (spirituale, intellettuale, pastorale) e dell'intera formazione presbiterale. L'umanità del prete non può non essere un'umanità riuscita. Per i presbiteri, come per ogni uomo, dovrebbe valere quanto don Primo Mazzolari affermava dei santi: uomini promossi a uomini. Il volume intende offrire delle «istruzioni per l'uso» per promuovere l'umanità del presbitero. Prefazione di Francesco Savino.
Il volume raccoglie gli atti del VI seminario specialistico di teologia sacramentaria promosso dall'Istituto Teologico Marchigiano e svoltosi a Fabriano dal 31 agosto al 2 settembre 2016. L'idea di fondo era quella di riflettere sulla concezione della vocazione nella storia della Chiesa e nel tempo attuale, da cui il sintomatico e in parte provocatorio titolo: «Chiamati da chi? Chiamati a che cosa? Teologia della vocazione al ministero ordinato». Il tema della vocazione è stato negli ultimi decenni al centro dell'attenzione ecclesiale, quasi sempre però a causa della "crisi" del numero di ministri. La risposta che la comunità cristiana ha dato a questo fenomeno è duplice: quella dell'invito alla generosità, rivolto ai giovani, e quello della preghiera, rivolta a Dio, perché «mandi operai nella sua messe», secondo il dettato evangelico. La domanda da cui parte il seminario specialistico è questa: come accade di essere chiamati all'episcopato, presbiterato o diaconato? E ancora: come la Chiesa,,nei secoli, ha affrontato il tema della vocazione all'ordine sacro? E adeguato ridurre il problema semplicemente alla generosità e alla preghiera?
Nella chiesa cattolica - in Germania, certo, ma non solo - si discute intensamente sull'abolizione del celibato e sull'ammissione delle donne al ministero ordinato. In questo processo di discernimento, tuttavia, non viene quasi mai posta una domanda tanto decisiva quanto fondamentale: La chiesa ha bisogno di sacerdoti? A questa domanda Martin Ebner cerca una risposta nel Nuovo Testamento. Egli giunge alla conclusione che riferimenti al sacerdozio così come lo intendiamo noi non ce ne sono. Anzi, nei testi fondanti si incontra una comprensione della comunità che esclude gerarchie e strutture di potere, e che in quanto tale oggi potrebbe essere innovativa per una vera ripartenza della chiesa nello spirito di Gesù.
«I diaconi permanenti sono realmente ordinati in relazione al loro compito originale? O vengono utilizzati essenzialmente nel quadro delle necessità di fatto esistenti nelle nostre comunità per tappare dei buchi venutisi a creare soprattutto a causa della diminuzione delle vocazioni presbiterali?». A questa domanda, sollevata da più parti, intendono rispondere gli Autori di questo libro, prendendo le mosse dai dati relativi a uno studio condotto su un campione di persone che frequentano le parrocchie. I risultati emersi da questa inchiesta sono sconfortanti: emerge una sostanziale insignificanza del diaconato nella società italiana e una grave incomprensione della figura del diacono. È necessario dunque cominciare a ragionare su un nuovo equilibrio che riguarda il diaconato in Italia e che gli Autori riassumono con uno slogan: meno parrocchia, più diaconia. Il volume è completato dal contributo di don Dario Vitali, fondamentale - a livello di riflessione teologica - per il superamento dell'opacità nella quale sembra essere attualmente il diaconato in Italia. Completano il volume poi diversi contributi, più o meno critici circa le posizioni e le proposte avanzate dagli Autori.
Padre Bartolomeo Sorge - teologo e politologo - è ricordato in Italia come lo storico direttore de La Civiltà Cattolica negli anni difficili del post-Concilio e l'animatore culturale della "Primavera di Palermo" negli anni bui dell'attacco mafioso al cuore dello Stato e alla società civile. In questo libro - a cui padre Sorge lavorò considerandolo il suo testamento spirituale - Maria Concetta De Magistris ripercorre, nella prima parte, l'impegno ecclesiale e civile del gesuita nel contesto delle grandi trasformazioni del Paese in cui visse e operò. Dalla puntuale ricerca appare con chiarezza la fedeltà alla lettura profetica del Concilio, compiuta da Paolo VI e oggi rivivificata da papa Francesco. La ricostruzione storica consente perciò - grazie a documenti inediti e autorevoli testimonianze - di fare piena luce anche su alcune vicende ecclesiali degli anni Settanta e Ottanta rimaste finora oscure. La seconda parte contiene invece l'unica raccolta esistente degli appunti spirituali di padre Sorge. Sono pagine vive, che lasciano trasparire un'intensa vita di fede, sperimentata più che narrata. La lettura di questi testi è impreziosita dai racconti personali, resi noti per la prima volta, delle grazie da lui ricevute. Sono pagine umili che, mentre svelano i segreti di una ricca vita interiore, nello stesso tempo documentano l'infaticabile azione in campo culturale, sociale ed ecclesiale. Tutto e sempre nel totale affidamento alla sua Mater Divinae Gratiae.
Il volumetto aiuta a meditare, in un clima di preghiera, il Salmo 139 per scoprirvi sia la chiamata alla vita di ogni uomo e donna, dell'orante in particolare, sia la risposta a tale chiamata, e le difficoltà che derivano dal rispondere. La parola del Salmo 139, letto, mediato e contemplato con gli occhi e il commento di Sant'Agostino, non è una parola del passato "da mettere sott'olio", ma vuole essere una parola di Dio che opera oggi. E' una parola che interpella ciascuno: stai seguendo veramente il Signore? L'interpretazione del testo evoca sentimenti e immagini suggestive, che toccano l'interiorità del cuore e descrivono il modo spirituale della persona umana chiamata a vivere un'autentica relazione con Dio a testimoniare il suo primato nella storia.
Il 2023 segna gli 800 anni della conferma della Regola di san Francesco. Perché Francesco ha dovuto scrivere una Regola? Senz'altro per dare stabilità e riconoscimento nella Chiesa alla sua Fraternità, che si presentava come una realtà molto innovativa. Questo volume presenta una lettura non statica ma dinamica della Regola di san Francesco, per aiutare chi non la conosce a scoprirla e a gustarne l'ispirazione e il senso più profondo. Un testo sempre in divenire, che propone un rinnovato contatto con il Vangelo e che diventa anche per noi provocazione e profezia per una scelta radicale di vita.
L'autore ritiene che debba essere affrontata oggi una riflessione quanto mai urgente sulla vita consacrata e sul suo futuro. Si deve andare in profondità, riformulando l'identità della stessa secondo il bisogno di una società completamente diversa da quella che l'ha vista crescere nella storia. Da qui propone di fare spazio alle tante domande di religiosi e religiose ai quali, in ragione dell'età, appartiene il futuro. Il libro vuole essere un contributo alla riflessione sul futuro della vita consacrata.
Papa Francesco ha affermato che tutti siamo sotto la pressione della «cultura del provvisorio». Su questo terreno sembrano sorgere molte fragilità vocazionali. Come leggere tale fenomeno? Quali modelli formativi proporre per rafforzare il senso della vita come dono e la perseveranza nel cammino intrapreso? Nel volume, il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica, e l’arcivescovo José Rodriguez Carballo, segretario dello stesso dicastero, interpretano l’attuale situazione con realismo e speranza, indicando il compito delle istituzioni nel promuovere l’ideale di una vita dedicata alla sequela di Cristo. Lo psicologo Amedeo Cencini mostra la crisi come opportunità di crescita e propone un modello di formazione integrale capace di andare oltre un approccio moralistico e formale. Gli interventi di formatori, rappresentanti delle grandi aree geografiche in cui opera il carisma francescano, rilevano le sfide e le opportunità che le diverse culture costituiscono per la fedeltà vocazionale. Il sociologo Giovanni Dal Piaz, infine, rilegge la situazione attuale indicando i segni di una perseveranza che passa attraverso la strettoia di mutamenti sociali inediti.