Il libro raccoglie le catechesi del Papa sulla preghiera. Ne emerge una speciale pedagogia: il cristiano è accompagnato a prendere consapevolezza del cuore stesso della propria fede, del nutrimento vero per la sua relazione con Dio. La preghiera è il cuore della missione della Chiesa e porta di accesso a Dio. Preziosa perla che introduce le catechesi del Papa è il commento di Paolo Curtaz, teologo, cercatore di Dio ed evangelizzatore free-lance. Pagine altrettanto intense le sue che consentono di entrare nella bellezza delle parole del Papa e nella concretezza della preghiera, dono che ognuno è chiamato ad accogliere e a far vivere personalmente e comunitariamente. Con il commento di Paolo Curtaz alle catechesi di papa Francesco sulla preghiera.
In queste pagine la storia di un uomo, un sacerdote, che incontra la santità di un giovane, Francesco Forgione, che diventerà il primo sacerdote stigmatizzato della storia e tra i più amati santi al mondo: padre Pio da Pietrelcina.
Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L'eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne - dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d'Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell'Anticoncilio del 1869 e alle moderniste - tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.
Quanti abitanti avevano realmente la Galilea o Gerusalemme? Come e perché anche la dimensione e la demografia di quel territorio contribuirono, e non secondariamente, al modo di predicare di Gesù? «Allora Gesù parlò alla folla», si legge nei Vangeli, ma come erano composte le folle dei vangeli secondo il sesso e l'età e lo stato sociale? E perché questa composizione getta una luce potente sulla Palestina di allora? Perché tanti indemoniati e ciechi e storpi vanno incontro a Gesù? E davvero era giovane come viene tradizionalmente raffigurato, in relazione al suo tempo e ai suoi discepoli, o la sua autorevolezza non deriva anche dal fatto di non esserlo? Mai Gesù percorre le strade di Gerusalemme, limitandosi ad andare dal Tempio al Monte degli ulivi; perché non è così anche nel giorno della sua passione? Perché il percorso per raggiungere il Monte degli ulivi contrasta con la brevità abituale del cammino? E cosa rivela nel contesto della morte e della risurrezione di Cristo il rapporto di Gesù con Gerusalemme? E ancora quanti potevano essere i cristiani, nella Gerusalemme della crocifissione? Roberto Volpi racconta in modo inedito la storia di un «predicatore di provincia», e dei suoi discepoli fino a Paolo, dando vita a un quadro ampio e poco conosciuto delle origini del cristianesimo con un'attenzione particolare agli aspetti quotidiani, ai dettagli realistici, numerici e quantitativi dei luoghi, dei popoli e dei protagonisti dell'epoca della predicazione. Un libro coinvolgente e di grande interesse sul piano storico e religioso. «Volpi in questo libro prende in esame una tematica di grande rilevanza religiosa, culturale ed esistenziale: Gesù di Nazaret, i vangeli e gli inizi del cristianesimo. Propone valutazioni di tipo quantitativo che possono aiutarci a inquadrare la figura e l'opera di Gesù... E dico subito che, a mio parere, è riuscito nell'intento» (dalla prefazione di Camillo Ruini).
Per raccontare la straordinaria storia del Vaticano basterebbe, forse, ripercorrere quei secoli in cui alcuni dei più eccelsi maestri del pensiero, dell'architettura e delle arti figurative di tutti i tempi si incontrano alle corti papali. Alberti, Bernini, Bramante, Leonardo, Maderno, Michelangelo, Raffaello sono solo alcuni dei geni che competono tra loro per rendere sublime il tempio custode delle spoglie dell'apostolo Pietro. Eppure, il viaggio nel tempo che si compie leggendo il volume "La Storia del Vaticano", a cura di Valerio Maria Piozzo, inizia prima della nascita dell'arte, dell'uomo e persino della storia, quando l'area del Vaticano è sommersa da un vasto mare caldissimo. Nel Medioevo si assiste all'ascesa del papato, che assume in sé il potere divino e temporale. Quest'ultimo dura fino al 20 settembre 1870, quando gli ideali risorgimentali corrono con i bersaglieri alla presa di Roma, detronizzando il legittimo sovrano Pio IX. Il racconto ci conduce così al Novecento, con Hitler che vorrebbe occupare il Vaticano e arrestare Pio XII, l'unica autorità a rimanere a Roma durante l'occupazione e per questo ricordato come "defensor Urbis".
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Con viva e coinvolgente empatia, Luciano Pacomio presenta la personalità di papa Giovanni Battista Montini, san Paolo VI, riconosciuto, in un'inedita proposta, come immagine di Gesù nella storia del secolo breve: «Ecco l'uomo» (Gv 19,5). Tratteggiato sobriamente il profilo biografico del Santo Papa, l'autore ne ripercorre il profetico magistero pontificio: nella sua garbata signorilità, nella sua riservatezza, nella sua attenta e dignitosa riflessività san Paolo VI, quale "timoniere" del Concilio Vaticano II e delle sue mirabili attuazioni, è stato strumento provvidenziale di scelte cruciali e tuttora permanenti.
La ricostruzione dell'allontanamento dal monastero di Bose del suo fondatore Enzo Bianchi.
La "mafia di San Gallo" è stato un gruppo di alti prelati che, a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, erano soliti convenire ogni anno nei pressi della cittadina svizzera di San Gallo per contrastare la svolta conservatrice di Benedetto XVI, favorire poi le sue dimissioni ed eleggere papa Francesco, portatore delle istanze riformatrici e liberali. Questo libro espone fini, mezzi, luoghi e protagonisti della vicenda, rintracciando le premesse storiche e ideologiche del gruppo, che trova la sua ispirazione nella teologia di Karl Rahner: se oggi i principali esponenti della Mafia di San Gallo sono morti, il suo spirito modernista aleggia sul processo sinodale, mentre nuove manovre sono in corso per il prossimo conclave.
Un libro controcorrente che denuncia i mali storici, clericalismo anzitutto, all'origine della crisi attuale del cattolicesimo. Ancora da compiere il passaggio, decisivo, da una spiritualità ridotta alla pura osservanza di norme e precetti, a una religiosità ispirata da una coscienza più libera, più consapevole. Gli argomenti trattati sono tutti temi "caldi" affrontati con senso critico e a volte pungente favorendo un dibattito costruttivo. Tra i temi più importanti evidenziamo "classe clericale e clericalismo"; "gerarchia ecclesiale e popolo di Dio"; "fede e religiosità".
Il tema dell'immagine e, in particolare, dell'immagine sacra è fondamentale nella storia del cristianesimo antico. L'atteggiamento dei primi cristiani nei confronti delle immagini e della realizzazione delle immagini sacre è ambivalente: da un lato, guardano con sospetto alla possibilità della produzione e soprattutto del culto delle immagini sacre; dall'altro lato, ammettono che la rappresentazione del divino e la devozione nei riguardi delle immagini sacre siano legittimate dall'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Il secondo concilio di Nicea, del 787, che il presente volume esplora attraverso una prospettiva multidisciplinare, ossia storica, teologica, filosofica e iconografica, segna una svolta epocale nella storia della Chiesa antica, in quanto stabilisce la liceità della realizzazione e del culto delle immagini sacre, che condiziona in modo irreversibile il rapporto fra teologia ed arte nella successiva storia dell'identità cristiana, sia in Occidente sia in Oriente.
A quarant'anni dalla sua morte e a sessanta dall'apertura del Concilio Vaticano II, questo studio intende offrire un contributo a un aspetto non sempre conosciuto della personalità di mons. Annibale Bugnini: il suo interesse per la vita pastorale della Chiesa, nella quale la liturgia si colloca come momento centrale e fontale. Le lezioni di pastorale liturgica, tenute nella Pontificia Università Lateranense, che quest’anno celebra il duecentocinquantesimo anniversario della sua fondazione, oltre a essere uno spaccato del suo pensiero, ci aiutano a cogliere la sua capacita di trasmettere nell'insegnamento una passione per “il popolo”, soprattutto verso la sua componente più umile, e l’intelligenza dimostrata nell’utilizzare le riflessioni e i dibattiti di cui era stato testimone come segretario della Commissione Liturgica Preparatoria del Concilio, iniziando a trasmetterle con sapienza alle nuove generazioni di pastori. Il volume vuole essere inoltre un contributo alla sempre più necessaria ricerca per approfondire le radici della riforma liturgica, i dibattiti e le istanze che l'hanno segnata, e difficoltà che ha incontrato.
Angelo Lameri è sacerdote della diocesi di Crema dal 1985. Ha conseguito il dottorato in Teologia con specializzazione liturgico-pastorale presso I’Istituto di Liturgia Pastorale Santa Giustina di Padova con una tesi sulla Traditio instrumentorum nei riti di ordinazione.