Sulla scuola, la voce ai Global Teacher Prize. Un libro scritto da insegnanti per insegnanti e per quanti, genitori ed educatori, hanno a cuore una scuola di qualità. In un mondo frenetico e disorientato come il nostro, un buon insegnante, con la sua passione e competenza, può effettivamente far la differenza e dare speranza al futuro delle giovani generazioni. Il testo raccoglie l'appassionata testimonianza educativa e didattica dei docenti italiani inclusi tra i 50 finalisti del prestigioso premio internazionale Global Teacher Prize dal 2015 al 2023 e del Global Teacher Award del 2021 e 2022.
"San Gennaro è il vero Dio di Napoli" ha scritto Alexandre Dumas. Senza esagerare. Perché l'antico martire è il signore assoluto della devozione partenopea. E la sua funambolica liquefazione del sangue è il miracolo più famoso del mondo. E poi San Rocco, "il divino infettivologo"; la manna di San Nicola, che fa di Bari uno dei grandi centri della medicina soprannaturale; Santa Rosalia, il lato femminile della devozione: quello della vicinanza, della confidenza, dell'indulgenza; il Salento fra il morso della tarantola e il rimorso di Medea in fuga verso Leuca; Padre Pio, il santo più pregato, idolatrato e sovraesposto del Novecento, "un autentico uomo della provvidenza populista, che ha sempre parlato alla pancia del Paese". E poi i riti meno noti: quello dei serpenti di Cocullo, quello del re del bosco praticato da tempi immemorabili sulle sponde del lago di Nemi; quello delle dee acquatiche della Valtiberina... Con grande efficacia evocativa, l'autore ripercorre queste storie che hanno resistito nei secoli fino a noi, cogliendo nel profondo la forza di miti e riti che da sempre investono anche il potere e l'ordine sociale.
Nei testi raccolti in questo libro, i temi cari a Tullio De Mauro: uso dei dialetti e dell'italiano, il latino e l'eredità classica; la regola della chiarezza per quelli che devono trasferire ai cittadini conoscenze; la passione e l'impegno per la politica. E infine il ruolo essenziale della scuola.
L'Italia è il Paese dei misteri. I colpevoli delle stragi non sono mai stati trovati né sono mai stati puniti. Tutto viene insabbiato e non si riesce mai a trovare il bandolo della matassa per chiudere definitivamente la stagione dolorosa delle bombe, la cosiddetta 'strategia della tensione', e consegnarla alla storia. Ogni volta sembra di ricominciare da capo: piazza Fontana, piazza della Loggia e stazione di Bologna sono soltanto alcune delle tappe di una laica via crucis che non ha mai fine e su cui ogni anno emergono particolari, false piste, rivelazioni vere o false. Se però sbirciamo oltre il muro delle tante assoluzioni, le cose non stanno proprio così. Ormai le testimonianze e le carte ci permettono di ricostruire con precisione quanto è successo in quella fase storica. Se Pasolini, in un suo articolo molto famoso, scriveva «io so, ma non ho le prove», ora possiamo dire che sappiamo e abbiamo le prove, di molto, se non di tutto, e spesso possiamo pure fare nomi e cognomi di esecutori e mandanti.
Dal primo avventurarsi su due gambe nelle pianure africane alla produzione di pitture rupestri, piramidi, bastimenti, parlamenti e molto altro: tanto si è scritto sul cammino evolutivo dell'umanità grazie al lavoro di paleontologi, archeologi e genetisti. Ciascuno di loro ha messo un tassello a formare un quadro generale della nostra storia. Ma oggi siamo riusciti a compiere un altro passo: con la capacità che abbiamo acquisito di leggere a fondo il DNA di tante persone, passate e presenti, e di interpretarne le differenze, quei resti non solo ci danno un'idea delle migrazioni, degli scambi, dei processi di adattamento all'ambiente che hanno fatto di noi quello che siamo, ma ci hanno anche permesso la ricostruzione delle sembianze dei nostri antenati. Il lavoro scrupoloso di un gruppo di artisti ci fa finalmente guardare in faccia Homo erectus, che per primo ha imparato a maneggiare il fuoco, e i piccoli ominidi dell'isola di Flores in Indonesia, che qualcuno ha ribattezzato hobbit; i vecchi europei, gli uomini di Neandertal e quelli nuovi come Ötzi, l'uomo dei ghiacci del Museo di Bolzano, e tanti altri. Guardandoli negli occhi possiamo capire meglio quanto abbiamo in comune, quanto ci siano vicini, quanto è vero che, nonostante la grande distanza temporale, noi in qualche modo siamo loro.
Chi parla, soprattutto se da posizioni di autorità o in contesti istituzionali, ha una pesante responsabilità: ciò che diciamo cambia i limiti di ciò che può essere detto, sposta un po' più in là i confini di ciò che viene considerato normale, assodato, legittimo. E cambiare i limiti di ciò che può essere detto cambia allo stesso tempo i limiti di ciò che può essere fatto. Questo libro indaga una delle declinazioni più interessanti del tema della violenza: quello che è diventato comune chiamare hate speech, espressioni e frasi che comunicano derisione, disprezzo e ostilità verso gruppi identificati sulla base di tratti sociali come etnia, religione, genere, orientamento sessuale, (dis)abilità. Claudia Bianchi mostra che il linguaggio è lo strumento chiave che plasma le nostre identità sociali, crea e rinforza le asimmetrie e le ingiustizie sociali, diffonde e legittima i pregiudizi e la discriminazione, fomenta l'odio e la violenza.
Secondo Nietzsche «nella Storia c'è stato un solo vero cristiano. E purtroppo si è spento sulla croce». Per Ernesto Borghi gli Atti degli Apostoli dimostrano il contrario. Pietro fa le stesse guarigioni di Gesù. Stefano muore pronunciando le stesse parole del Nazareno. I temi della cura e della guarigione, sono presenti sin dalle origini del cristianesimo e così quelli della persecuzione e della comunione fraterna fra i discepoli. Gli Atti degli Apostoli sono lo specchio in cui la Chiesa di oggi dovrebbe costantemente guardarsi per orientare il suo cammino evangelico.
I processi di rinnovamento che il cammino sinodale sta mettendo a fuoco per la Chiesa tutta sono radicati nella Scrittura. Perché il sinodo è anche un processo spirituale, che apre nuove prospettive sul potere e la partecipazione nella Chiesa, sulla collaborazione tra laici e clero - una collaborazione fraterna e riconoscente all'interno della comunità che desidera aprire nuovi approcci ai ministeri, specialmente per le donne. Il cammino sinodale va percorso seguendo le orme di Gesù: solo così evangelizzazione e riforma delle strutture ecclesiali possono procedere di pari passo. In questo libro Margit Eckholt invita i lettori a confrontarsi con i testi della Scrittura, affinché possano percorrere con fiducia e coraggio - "mossi dallo Spirito" - quel camminare insieme che sta al cuore della sinodalità.
Quest'opera offre una testimonianza viva del denso e assai prolifico dibattito che stava prendendo forma attorno all'insegnamento di Edmund Husserl e che avrebbe poi dato origine alle diverse correnti del cosiddetto "movimento fenomenologico". L'analisi dettagliata dei processi percettivi proposta da Wilhelm Schapp è fondata su una rielaborazione del metodo fenomenologico husserliano che risente delle influenze di esponenti di spicco del circolo di Monaco e di altri autori centrali nel panorama culturale dell'epoca, quali Theodor Lipps, Wilhelm Dilthey e Heinrich Rickert. Il risultato è una riflessione che non vuole lasciarsi incatenare dal formalismo husserliano delle "Ricerche logiche" e delle prime lezioni gottinghesi e che cerca di ampliare la propria indagine al mondo della vita e dell'esperienza quotidiana. Sia il modo in cui Schapp intende il presentarsi del mondo attraverso la dinamica percettiva del vissuto intenzionale, sia il modo in cui il filosofo elabora il passaggio dalla cosa all'idea nella comprensione avranno una grande influenza su altri protagonisti nella storia della filosofia del '900, quali José Ortega y Gasset, Martin Heidegger e Maurice Merleau-Ponty. Testo di mediazione e avvicinamento tra la fenomenologia husserliana e le altre istanze di pensiero dell'epoca, il volume discute problematiche centrali e decisive per le sorti della filosofia contemporanea, tra cui il problema del rapporto tra realtà e narrazione in ambito percettivo-cognitivo.
Un'infinita possibilità di connessione e di informazione ci rende veramente soggetti liberi? Partendo da questo interrogativo, Han tratteggia la nuova società del controllo psicopolitico, che non si impone con divieti e non ci obbliga al silenzio: ci invita invece di continuo a comunicare, a condividere, a esprimere opinioni e desideri, a raccontare la nostra vita. Ci seduce con un volto amichevole, mappa la nostra psiche e la quantifica attraverso i big data, ci stimola all'uso di dispositivi di automonitoraggio. Nel panottico digitale del nuovo millennio - con internet e gli smartphone - non si viene torturati, ma twittati o postati: il soggetto e la sua psiche diventano produttori di masse di dati personali che sono costantemente monetizzati e commercializzati. In questo suo saggio, Han pone l'attenzione sul cambio di paradigma che stiamo vivendo, mostrando come la libertà oggi vada incontro a una fatale dialettica che la porta a rovesciarsi in costrizione: per ridefinirla è necessario diventare eretici, rivolgersi alla libera scelta, alla non conformità.
Terzo anno della guerra in Ucraina
Amnon, Tamar e Assalonne: amore e odio tra i figli di Davide
Michel Kichka: un fumettista ebreo per la pace in Israele
Marilynne Robinson, l'esplorazione di uno spazio teologico
Le elezioni in Indonesia e il futuro della democrazia
Anglicani e cattolici in cammino verso il futuro: lezioni da Malines
Franco Basaglia, l'uomo che diede la parola ai matti
Intelligenza? Comprensione? Saggezza?
Nei capitoli di questo volume Romano Guardini espone le sue riflessioni sull'ansia del vivere come motivo esistenziale e spirituale. Sono pensieri che non nascono da preoccupazioni teoretiche, ma da una dolorosa sollecitudine per i problemi e le minacce che incombono sui singoli e sull'umanità. L'autore mette in discussione le fondamenta di alcuni idoli della cultura di massa, prima fra tutti l'idea di un incessante progresso economico e tecnico-scientifico che erroneamente si presume anche umano. All'acuta osservazione dei fenomeni che inaridiscono la fede si affiancano riflessioni filosofiche sulla struttura del potere, la libertà, la capacità di decisione richiesta dal pluralismo, l'avvilimento del valore dell'uomo. Ne risulta una prospettiva sulla civiltà e sulla cultura che ancora oggi interpella l'intelletto, la volontà, la fede.