In perfetta continuità con suo precedente bestseller, Lo sviluppo del bambino nella vita quotidiana da 0 a 6 anni (sempre edito da San Paolo), questo testo di Francine Ferland accompagna i genitori attraverso le aspettative e le preoccupazioni, le gioie e le ansie del cammino evolutivo del loro bambino in una fase di crescita cruciale, quella che va dall'ingresso nell'età scolare fino alla preadolescenza.
Attraverso un linguaggio semplice, numerosi esempi, preziosi consigli educativi e organizzativi, l'autrice aiuta le mamme e i papà a comprendere tutte le dimensioni dello sviluppo del bambino (motricità, linguaggio, percezione, ambito cognitivo, affettivo, sociale) nelle attività quotidiane. Uno sguardo sempre attento e il sostegno costante della famiglia aiutano il bambino a farsi sempre più sicuro e sereno, anche nelle grandi "prove" dell'ingresso alla scuola primaria e delle prime esperienze di autonomia
e socialità.
Questo libro è scritto per dare speranza. Per generare energie che “diano la scossa” al sistema Scuola-Sanità italiano, oggi molto in difficoltà nell’offrire risposte adeguate a chi ha bisogni speciali (e anche a chi non ne ha). Che il problema siano disabilità, disturbi dello sviluppo, disturbi dell’apprendimento, disagi emotivi, difficoltà di attenzione o di comportamento, diversità di cultura o provenienza socio-economica, non importa: diamo la colpa agli insegnanti o ai genitori per criticità che, invece, nessuno può affrontare senza adeguati aiuti e competenze. La provocazione contenuta in Strategie educative CABAS® è che tutta l’educazione, anche quella “tradizionale”, sia necessariamente diventata “educazione speciale” e che per realizzare il paradosso dell’individualizzazione in gruppo, serva un cambio di rotta (ideologico, culturale, pratico). Per fortuna la scienza dell’insegnamento efficace per bambini con e senza disabilità esiste, e la ricerca in ABA e VBA offre principi e strategie per portare tutti al massimo delle proprie potenzialità, ma con i tempi di cui hanno bisogno. Il cambiamento da insegnante a Scienziato Strategico del Comportamento è possibile e “pronto per l’uso”, secondo Greer e Casarini, passando da una visione normativa (educare è un’arte) a una visione scientifica dell’azione pedagogica. Il professionista che educa con la scienza applicata ha un’unità di misura della relazione insegnante-studente, obiettivi specifici, competenze migliorabili, un approccio positivo, la sicurezza di saper cosa fare e, soprattutto, successi replicabili. Scuola e Sanità potranno offrire alle famiglie alta professionalità e competenze specialistiche in grado di ripristinare un rapporto di fiducia; le famiglie dovranno riappropriarsi di una responsabilità educativa in grado di collaborare con gli aiutanti istituzionali. Per farlo, lo sforzo richiesto è rinunciare alle proprie teorie e scoprire i risultati di mezzo secolo di ricerca applicata nei campi della salute, dell’apprendimento, della modificazione comportamentale e della didattica.S
Niente mi ha cambiato come mi hanno cambiato i miei bambini. Nessuno mi aveva detto come sarebbe stato, e che avrei dovuto accettarlo. Nessuno mi aveva detto un sacco di cose. E allora adesso vorrei dirle io! Perché è giusto che qualcuno lo dica. Che si fa fatica. Tanta. Ma anche che ne vale la pena. Sempre.
In occasione della nuova edizione della Storia dell’educazione nell’ antichità delle Edizioni Studium, il grande testo del 1948, in una versione arricchita da una densa prefazione di Giuseppe Tognon, nell’ottobre del 2006 si è svolta all’Università degli studi di Bergamo, presso il Dipartimento di scienze umane e sociali, una giornata di studi dedicata ad Henri-Irénée Marrou. Il volume che proponiamo ne raccoglie gli atti, che ora vengono accompagnati da un saggio introduttivo del curatore, Adolfo Scotto di Luzio. Questo volume si propone di portare un contributo alla comprensione di alcuni dei temi cruciali e degli snodi attorno ai quali si organizza la sua biografia di studioso e di uomo di cultura.
Nel nostro Paese la crisi profonda che riguarda il sistema scolastico nel suo complesso si riflette sugli insegnanti e, attraverso loro, arriva ai bambini che delle politiche educative e scolastiche sono destinatari “finali”. Per questo ogni cambiamento della Scuola finalizzato all’apprendimento deve cominciare dagli insegnanti e dagli educatori. Da questi hanno scelto di partire le autrici consapevoli che, se non si lavora
sugli adulti, non si arriva ai piccoli e che nella Scuola l’agio degli insegnanti è la condizione migliore per favorire l’apprendimento dei bambini.
“inRelazione” oltre che il titolo del libro è una proposta metodologica che mette al centro la formazione degli educatori e degli insegnanti da un punto di vista emotivo e relazionale. Le esperienze proposte offrono loro strumenti e occasioni per entrare in contatto con se stessi e con il proprio bambino interiore, per ritrovare o trovare la giusta motivazione a migliorare la qualità della loro vita professionale e quindi del lavoro con i bambini. Far dialogare la psicologia con la pedagogia, individuando strategie per ridurre l’incidenza di stress che caratterizza la professione dell’educare, è l’obiettivo del metodo.
Essere presente nella relazione educativa significa mettersi totalmente in gioco, prendersi la responsabilità del proprio sentire, delle proprie emozioni e del proprio agire, restituendo l’importanza del ruolo delle emozioni
nell’apprendimento. In fondo se tornano a stupirsi gli insegnanti, a incontrarsi sul piano anche delle emozioni tra colleghi, a condividere un metodo collaborativo, verrà da sé che anche i bambini staranno meglio nella scuola e impareranno di più.
Oggi, i genitori non sono più coloro che detengono potere e autorità: si chiede loro di rispondere di tutto ciò che riguarda i propri figli. Dopo più di trent'anni di forte responsabilizzazione, se non di colpevolizzazione eccessiva, c'è da chiedersi se i genitori debbano davvero essere schiacciati dal peso della loro funzione. Ma che cosa trasmettono e non trasmettono realmente i genitori ai figli? E quali sono le tracce consce e inconsce che lasciano loro? L'Autore cerca di comprendere se è possibile ridefinire in maniera precisa, moderata e più giusta la "missione" sostanziale dell'essere genitori.
Sono fiduciosi. Sono creativi. Amano la vita e condividono con gli altri la loro gioia. Sono bambini che ridono. La maggior parte di noi sa dall'esperienza che le persone che hanno un senso dell'umorismo ben sviluppato sono veramente persone più felici. Louis R. Franzini esplora i molti benefici dell'umorismo e dimostra che l'umorismo è un'abilità che viene acquisita e che i genitori possono insegnare ai bambini. Propone, attraverso un'ampia galleria di esercizi e giochi, gli strumenti reali che i genitori possono sfruttare. Ogni attività è divertente, facile e fatta su misura per un arco di tempo che va dall'infanzia alla pre-adolescenza.
Il segreto sta nella preparazione, nel saper affrontare ogni tipo di situazione, nell’essere pronti a passare ai piani B e C quando fallisce il piano A. Un papà preparato può avventurarsi nel mondo con la testa alta e il bimbo in braccio, sicuro di essere pronto a tutto. Lo scopo di questo manuale è proprio quello di farvi sentire sicuri.
In queste pagine troverete le tecniche essenziali per crescere vostro figlio sano e felice e per permettere a voi e alla vostra partner di mantenere una certa stabilità mentale. Alcune cose vi sembreranno assurde, ma abbiate fiducia: le raccomandazioni contenute in questo libro sono frutto dello studio di esperti e sono state testate dai padri e approvate dai bambini.
Titolo originale: ''Be prepared'' (2004).
In una società ideale ogni individuo potrebbe condurre una vita giusta. Saprebbe come soddisfare i propri bisogni, seguire le proprie inclinazioni ed esprimere la propria individualità. Si sentirebbe protetto e al sicuro all'interno della comunità e vedrebbe appagato il desiderio di riconoscimento sociale. Sotto ogni aspetto, la sua sarebbe un'esistenza piena e consapevole. Purtroppo questo paradiso in terra ancora non esiste. I progressi scientifici, tecnologici ed economici che hanno assicurato all'Occidente un diffuso benessere, un elevato sistema educativo, un'incredibile aspettativa di vita e una pace mai conosciuta prima non sono stati in grado di dare risposta alla generale insoddisfazione e al diffuso senso di disagio e di inadeguatezza. Anzi. Una società e un sistema economico anonimi e complessi come quelli attuali, caratterizzati dalla precarietà e dalla competizione, dall'assenza di relazioni sociali solide e durevoli, dal dissolversi di valori identitari e condivisi, non possono che esasperare il senso di insicurezza, di fallimento, di mancata realizzazione di sé. Partendo da questa analisi non certo ottimistica, oltre che da una trentennale ricerca condotta in qualità di pediatra all'ospedale di Zurigo, in "Vivere la vita giusta" Remo Largo ci invita a «pensare l'impossibile», cioè a rimodellare su altre basi il nostro rapporto con l'ambiente, la società e l'economia. Il «principio di compatibilità», sostiene Largo, è la chiave per ristabilire l'armonia tra l'essere umano - il bambino in particolare - e il mondo che lo circonda. Crescere un figlio secondo questo principio significa rinunciare alle prospettive irrealistiche e spesso frustranti del successo a ogni costo, delle prestazioni vincenti, dei risultati migliori o dello status sociale più elevato, per entrare invece in sintonia con lui, riconoscerne i limiti e le debolezze, e al tempo stesso valorizzarne i punti di forza, potenziarne le capacità, esaltarne le attitudini. In altre parole: aiutarlo a esprimere le esigenze più vere e profonde, a vivere la propria individualità, a essere se stesso, garantendogli così quel benessere psicofisico indispensabile per crescere in armonia con l'ambiente e aspirare a un'esistenza autentica.
È il primo banco e l'ultimo, è il banco di prova. È la scuola, che amiamo e vituperiamo a giorni alterni, sempre considerandola una sorta di mondo a parte, da celebrare in astratto o - troppo spesso - da riformare su basi ideologiche. Ma oggi sta succedendo qualcosa di più. La logica dell'emergenza e il «culto del fenomeno», che stanno affossando il nostro Paese, rischiano di portare allo sfascio anche l'unica istituzione in grado di risollevarlo, ed è tempo di correre ai ripari. Come? Innanzitutto rimettendo al centro gli insegnanti: il ruolo che rivestono, la professionalità che esprimono. Poi, responsabilizzando studenti e genitori. Solo così sarà possibile dare risposta al disagio che sentiamo crescere nell'universo dell'istruzione, e che rischia di tracimare dall'alveo degli ordinari disagi, producendo straordinarie tragedie. Le testimonianze di dirigenti determinati, docenti resistenti, studenti speranzosi e genitori agguerriti disegnano invece un percorso che può invertire la rotta, dalle aule scolastiche a quelle parlamentari, e ridare respiro alla politica. Nata da un anno di incontri in molte scuole d'Italia, questa inchiesta-racconto coniuga la vividezza della narrazione con una ricchezza di voci, storie, informazioni e ricordi. Giovanni Floris percorre - da giornalista, da genitore, da ex studente e da cittadino - il filo che lega crisi ed eccellenze dell'istruzione, fino ad affrontare il nodo della sfida più importante: ricostruire la scuola per ricostruire l'Italia.
Un inedito tratto dall’edizione critica danese degli scritti di Kierkegaard. - Un breve trattato incompiuto su come si educa narrando le favole ai bambini. - Per la prima volta tradotto in italiano e commentato, fa da pendant al volume precedentemente pubblicato con la traduzione delle favole. Un libro per tutti.
Negli ultimi anni si percepisce un disagio, una tensione nei rapporti tra la scuola e la famiglia. In passato i genitori affidavano i figli ai loro insegnanti con fiducia, perché "l'insegnante ha sempre ragione": non c'era discussione, in caso di divergenze non c'erano dubbi su chi dovesse guidare le scelte e i comportamenti dei ragazzi. Ora sembra essere girato il vento: l'insegnante ha perso molte certezze, la sua carriera è spesso una corsa a ostacoli e, in mancanza di stima per il ruolo, cala la fiducia e si misurano e valutano tutti i suoi comportamenti. Tra famiglia e scuola ci sono così continui conflitti, riportati dalle cronache dei giornali. Questo libro è dedicato al rapporto tra genitori e insegnanti: di fronte al disordine della scuola e alla confusione dei valori della nostra società, le due parti devono imparare a collaborare e a interrogarsi sui temi che davvero riguardano il futuro dei ragazzi. Il successo personale è ciò che conta più di tutto? I giovani devono essere guidati passo passo o vanno anche lasciati liberi di sbagliare? Far fatica a scuola è davvero inutile oppure è un modo per imparare a gestire i problemi che si incontreranno nella vita? Occorre soprattutto tornare a credere che "l'insegnante ha sempre ragione": magari quasi sempre, ma quando un insegnante sente il consenso della famiglia può svolgere in modo più autorevole il suo ruolo all'interno della classe, ottenendo così migliori risultati. Attraverso test di autovalutazione, storie vere, illustrazioni e analisi, questo libro dà ai genitori tanti motivi per tornare a credere negli insegnanti, e ai docenti qualche spunto di riflessione su come impostare i rapporti con le famiglie, ed è uno strumento per crescere tutti: genitori, insegnanti e studenti.