I libri VII, VIII e IX delle "Confessioni", nel commento di Goulven Madec e di Luigi F. Pizzolato, accompagnano la vita di Agostino sino all'autunno del 387. All'inizio del libro VII, Agostino è ancora immerso nell'ombra. Le dottrine manichee lo influenzano profondamente. Se pensa a Dio, immagina qualcosa di corporeo, collocato nello spazio. E da dove nasce il male? E perché Dio crea il male? È un problema a cui Agostino non troverà mai, in realtà, una risposta definitiva: "Che tormento, allora, per il mio cuore in travaglio, che gemito, mio Dio! E lì c'erano le tue orecchie, anche se non lo sapevo". La liberazione è rappresentata dalla lettura dei libri Platonicorum, che gli mostrano Dio come una luce immutabile e gli insegnano che il male non è una sostanza.
Tuttavia, mille ansie e angosce lo torturano ancora: l'eros, il mestiere retorico. Vive nell'incertezza: "E tu, o Signore, fino a quando? Fino a quando, Signore, t'adirerai sino alla fine? [...] Quanto tempo ancora e ancora, domani e domani? Perché non subito?". Infine Agostino sente una voce come di fanciullo, che dalla casa vicina gli dice: "Prendi, leggi; prendi, leggi". È un passo di Paolo. In quel momento, la luce della certezza penetra nel suo cuore; e all'istante tutte le tenebre del dubbio si dissipano. La storia del periodo trascorso con gli amici a Cassiciaco, e la morte della madre Monica ad Ostia, completano il terzo volume. Insieme alla madre, Agostino conosce una rapidissima visione mistica di Dio, anticipatrice della rivelazione definitiva, che ogni cristiano avrà soltanto nella vita eterna.
Indice - Sommario
TESTO E TRADUZIONE
Conspectus siglorum
Libro VII
Libro VIII
Libro IX
COMMENTO
Abbreviazioni e sigle
Libro VII
Libro VIII
Libro IX
L'importanza di accettarsi come Dio ci ha fatti, di tornare a sorridere di fronte alle meraviglie della vita e alle proprie debolezze. L'importanza di darsi agli altri per darsi a Dio, l'importanza di fare spazio in noi all'azione dello Spirito, contro la tendenza moderna a un super-attivismo che si rivela frustrante e inefficace. Questi gli spunti che F. Daniel-Ange trae dalle parole, dalla vita e dagli scritti di Teresa di Lisieux.
I Sermoni liturgici di Agostino d'Ippona presentati in questo volume, curato da L. Padovese, ci trasmettono l'immagine di un pastore impegnato e mediare esistenzialmente la Parola di Dio: al tempo stesso presentano i diversi approcci teologici del grande pensatore africano ai misteri celebrati proprio in un'epoca nella quale l'anno liturgico sta prendendo forma. Questi sermoni sono un esempio di pedagogia omiletica e una testimonianza di primo piano sulla storicizzazione e fissazione in tempi prestabiliti delle celebrazioni della vita di Cristo.
Il "Commento" affronta il tema della condizione universale di peccato che l'umanità contrae con la colpa originale, e quello della grazia che libera dalla seduzione della carne e pone sotto la guida dello Spirito.