Si tratta di omelie tenute al popolo, dall'Avvento del 590, ad opera di Gregorio Magno, in luoghi e circostanze diverse, specialmente in grandi solennità liturgiche, proposte come tappe fondamentali dell'azione divina sulla vita e sulla storia dell'uomo. L'Avvento, l'Ascensione, la Pentecoste, la commemorazione di alcuni Santi suscitano nel Pontefice profonde riflessioni ed esortazioni morali, con le quali incita il suo popolo ad una fede vigile, in attesa del ritorno definitivo del Signore.
Collazioni sull'Exameron
Il testo, curato da Maria Grazia Mara, raccoglie due opere esegetiche di Agostino. La prima "Commento di alcune questioni tratte dalla Lettera ai Romani", non rientra in senso stretto nel genere dei commentari; si presenta piuttosto sotto forma di "quaestio", forma letteraria ripresa dalla tradizione scolastica greca. La seconda opera "Commento incompiuto della Lettera ai Romani" voleva essere un commento sistematico a tutto il testo di Paolo. Spaventato però dalla fatica e dalla mole dell'impresa, Agostino, dopo aver dedicato un intero libro al solo commento di Rm 1,1-7, rinuncia a completare il commento.
Queste 74 Omelie sui Salmi curate da Giovanni Coppa, presentano affiancati i nomi dei due massimi studiosi della Scrittura nell'antichità patristica, greca e latina: Origene e Gerolamo. Scoperte e attribuite a quest'ultimo sulla fine del secolo scorso, un più meditato riscontro col loro background storico-culturale ha portato di recente a farne risalire la paternità a Origene. L'attribuzione a Origene spiega poi l'influsso che egli ha avuto sui successivi commenti patristici al salterio.
Evagrio Pontico (345 ca.- 399) è un padre spirituale e di questo occorre tenerne conto. Della copiosa dottrina di Evagrio il volume presenta un aspetto spirituale che sembra tuttora attuale: la presentazione dell'accidia. Di questo vizio altri ne hanno parlato, ma una specifica "teoria" dell'accidia si trova però solo in Evagrio stesso e dopo di lui tutti, più o meno abilmente, ne fanno la parafrasi. L'intento dell'autore non è di tracciare una descrizione storica esauriente del fenomeno "Akèdia", ma di rendere nota una dottrina spirituale molto precisa che può ancora essere utile all'uomo moderno. In questo saggio l'attenzione è rivolta ai soli scritti di Evagrio. Tanto più che lui non ci dà mai un sapere puramente libresco, da erudito, ma attinge sempre al proprio vissuto, e anche l'accidia, come egli ammette, fa parte della sua esperienza personale.
Di umili origini e illetterata, Caterina scrisse a poveri e potenti, a religiosi, condottieri e papi. Le sue Lettere fanno risuonare l'eco del cuore appassionato della giovane senese che, in obbedienza all'invito di Cristo, impegna le sue energie migliori per ravvivare la vita della Chiesa e correggerne i costumi. Legate necessariamente alle condizioni storiche del tempo, le Lettere sono unanimemente riconosciute come un'opera di intensa carica spirituale, dottrinale e sociale, tuttora valida e stimolante.
Il Salmi e S. Paolo costituiscono la fonte pressoché unica a cui si alimenta il pensiero dei Padri sulla speranza: Ma il percorso non è così semplice e lineare. Ai Padri, infatti, si deve arrivare attraverso due grandi collettori, il mondo greco ellenistico e quello biblico giudaico. Dal primo i cristiani mutuano il termine con cui designano la speranza (elpís), dal secondo ne ereditano i tratti teologici fondamentali e la struttura storico-salvifica. Ma da una parte elpís avrà in ambito pagano un significato commisurato all'uomo greco, mentre dall'altra il mondo biblico affida l'idea di speranza a un lessico suo proprio, che solo parzialmente, e non univocamente, si interseca con l'area semantica dell'elpís. Non si dà dunque immediata corrispondenza tra l'elpís dei greci, la "speranza" dei giudei e quella dei cristiani. Il presente volume intende pertanto privilegiare, in una prima parte, ciò che precede, prepara, fa capire i Padri, in modo da rendere immediatamente perspicua, nella seconda parte, la diretta lettura dei testi patristici.
Accanto ai detti dei padri del deserto troviamo anche antichi resoconti di vite di prostitute passate dall'abisso del peccato alla santità: Pelagia, Maria, Taide, Maria Egiziaca. Prendendo le mosse dalla figura della Maddalena, l'autrice affronta il tema della contrizione, preliminare ineliminabile di ogni autentica sequela cristiana
la traduzione italiana curata da padre tito sante centi, autentico studioso e figlio spirituale dell aquinate, esalta tutti i pregi del commento, portato per la prima volta al livello del grande pubblico.
Nel secolo XII la figura di Guglielmo di Saint-Thierry, amico e consigliere di Bernardo di Chiaravalle, emerge con queste opere frutto di alta esperienza spirituale. Esse nascono dalla polemica contro il razionalismo di Abelardo, ma la superano in una visione superiore e sintetica della spiritualità cristiana incarnata nell'itinerario di Dio. A corredo del volume: indice dei nomi, indice scritturistico, indice delle fonti e un ampio indice analitico.