Le diciotto omelie che compongono il volume, pronunciate dal fondatore dell'Opus Dei nelle principali ricorrenze dell'anno liturgico, tracciano un compiuto programma di vita cristiana. In continuo riferimento all'esempio di Gesù che sulla terra «passò facendo il bene» (Atti 10, 38), l'autore guida il lettore lungo cammini di santità che non si distaccano dalla realtà della vita quotidiana. «San Josemaría», scriveva mons Javier Echevarría nel prologo a questa nuova edizione critica della raccolta, «diede il libro alle stampe con il proposito di esporre i principali misteri della nostra fede con il dono delle lingue che il Signore gli aveva concesso e che continua a rendere accessibili gli insegnamenti della Chiesa a persone delle più varie mentalità. Ci viene offerta l'occasione di approfondire i contenuti della dottrina cattolica, per incarnarla sempre più nella nostra esistenza e per diffonderla tra molti altri uomini e donne». Prologo di mons. Javier Echevarría, prelato dell'Opus Dei.
Il titolo di questo volume di omelie del fondatore dell'Opus Dei - introdotte in questa nuova edizione da un ampio studio critico-storico a cura di Antonio Aranda che, come osserva nel Prologo mons. Fernando Ocáriz, prelato dell'Opus Dei, «dà accesso a un nuovo livello di lettura del libro» - indica un programma di vita che riecheggia le parole del Signore raccolte da san Giovanni: «Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi». «Queste diciotto omelie», scriveva nella Presentazione alla prima edizione il beato Álvaro del Portillo, primo successore di san Josemaría alla guida dell'Opus Dei, «tracciano un panorama delle virtù umane e cristiane basilari, per chi vuole seguire da vicino le orme del Maestro. Non sono né un trattato teorico, né un galateo dello spirito. Contengono una dottrina vissuta, in cui la profondità del teologo è unita alla trasparenza evangelica del buon pastore d'anime. Con san Josemaría la parola diventa colloquio con Dio - orazione -, pur restando una struggente conversazione in sintonia con le inquietudini e le speranze di chi lo sta ascoltando».
Nel giorno in cui veniva autorizzata la promulgazione del decreto della congregazione per le cause dei santi circa il miracolo attribuito all’intercessione del beato Giovanni Paolo II, che ha aperto la strada alla sua canonizzazione, papa Francesco autorizzava anche la promulgazione del decreto sul miracolo per intercessione di mons. Álvaro del Portillo (1914-1994), il primo successore di San Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus dei, aprendo così la strada per la sua beatificazione. Era il 5 luglio 2013. Álvaro del Portillo è stato poi beatificato il 27 settembre 2014 a Madrid. Questo libro offre una piccola selezione delle numerose narrazioni di grazie ricevute per l’intercessione del beato Álvaro del Portillo, provenienti da diverse parti del mondo. Segno eloquente di come tanta gente abbia trovato in questo vescovo benigno e amabile un amico sicuro.
Josemaría Escrivá de Balaguer nacque in Spagna, a Barbastro, il 9 gennaio 1902. Dopo aver ricevuto una educazione cristiana dai suoi genitori fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1925. Il 2 ottobre 1928 fondò l'Opus Dei. Si trasferì a Roma nel 1946, dove risiedette fino al giorno della sua morte, il 26 giugno 1975. Il 17 maggio 1992 è stato beatificato da San Giovanni Paolo II e dieci anni dopo, il 6 ottobre 2002, fu proclamato santo. La presente opera in tre volumi espone teologicamente l'insieme del messaggio di San Josemaría sulla santificazione del lavoro professionale e dell'intera vita quotidiana.
Il lavoro è un aspetto costante nella vita di ogni uomo. Fonte di soddisfazione e di gioia per alcuni, di fatica per tutti. Milioni di persone ogni giorno sono affannosamente alla ricerca di lavoro. Molti, però, lo considerano soltanto uno strumento per ottenere altri beni. Spesso, il lavoro in sé non è percepito come un bene fondamentale per lo sviluppo della persona e della società.
In un discorso del 2008 al Collège des Bernardins, Benedetto XVI ha mostrato che nella tradizione cristiana si può trovare la chiave per comprendere il vero senso del lavoro. Uomini e donne sono chiamati a partecipare all’opera creatrice di Dio mediante il lavoro, assumendo il compito di perfezionare la creazione, guidati dalla sapienza e dall’amore. Lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth. «Ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione» (Papa Francesco, Laudato si’, 98).
In occasione del 500º anniversario della Riforma protestante, il Convegno The Heart of Work (Roma, 19-20 ottobre 2017), organizzato dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce e dal centro di ricerca Markets, Culture and Ethics, ha cercato di approfondire l’idea cristiana del lavoro professionale. La teologia cattolica recente, d’accordo con i riformatori del XVI secolo, riconosce il lavoro professionale come vocazione dell’uomo, ma lo considera anche come un cammino per la crescita della santità del cristiano (Gaudium et spes, 34) e lo propone ai laici come mezzo di santificazione (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2427).
Con gli scritti raccolti in questo III volume degli Atti del Convegno The Heart of Work si vuole offrire un contributo allo sviluppo di un’anima del lavoro professionale: una spiritualità del lavoro inteso come attività che perfeziona l’uomo, cooperando alla sua felicità e al progresso della società, e che diventa per il cristiano luogo e materia di santificazione e di compimento della missione della Chiesa nel mondo.
Nei vari contributi di questo volume emerge spesso la figura di san Josemaría Escrivá (1902-1975) come il maestro di vita cristiana che ha indicato nella santificazione del lavoro il cardine della santità nella vita quotidiana. Il lavoro di un figlio de Dio – egli scrive – «nasce dall'amore, manifesta l'amore, è ordinato all'amore» (È Gesù che passa, 48).
Il lavoro è un elemento costante nella vita umana, fonte di soddisfazione e di gioia, ma anche di fatica. È sorgente di sviluppo personale e di miglioramento della società, ma può essere ridotto a mero strumento per soddisfare desideri egoistici. Per i cristiani il lavoro è un mezzo di santità e di apostolato, in quanto lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth, «ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione » (papa Francesco, Laudato si', 98). Alla luce di questa realtà, la santificazione del lavoro costituisce una delle grandi novità del pensiero cristiano contemporaneo, che si traduce in esperienza pratica nella vita di molti fedeli. "Lavoro e santità" è un breve volume che potrà essere utile a chi vorrà riflettere sul significato del lavoro. Fulcro del libro è il colloquio di numerosi professori e studiosi con mons. Fernando Ocáriz sul messaggio di san Josemaría Escrivá, uno dei grandi maestri di spiritualità laicale e secolare, che ha insegnato a santificare il lavoro, a santificarsi nel lavoro e a santificare gli altri con il lavoro. Presentazione di Navarro Luis.
Teologia, Josemaria EscrivàJosemaría Escrivá de Balaguer nacque in Spagna, a Barbastro, il 9 gennaio 1902. Dopo aver ricevuto una educazione cristiana dai suoi genitori fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1925. Il 2 ottobre 1928 fondò l’Opus Dei. Si trasferì a Roma nel 1946, dove risiedette fino al giorno della sua morte, il 26 giugno 1975.
Il 17 maggio 1992 è stato beatificato da San Giovanni Paolo II e dieci anni dopo, il 6 ottobre 2002, fu proclamato santo.
La presente opera in tre volumi espone teologicamente l’insieme del messaggio di San Josemaría sulla santificazione del lavoro professionale e dell’intera vita quotidiana.
Minore di otto fratelli, Javier Echevarría Rodríguez nasce il 14 giugno 1932 a Madrid (Spagna). Destinatario, nel corso degli anni, di una stima e di una fiducia sempre maggiori da parte di Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, Javier è da lui scelto come segretario personale. Nel 1994 prenderà il timone della Prelatura, che terrà per 22 anni fino alla morte, nel 2016.
"È opportuno, meglio ancora necessario, che, in quanto teologi, ascoltiamo la parola dei santi per cogliere il loro messaggio, un messaggio che è molteplice, poiché i santi sono vari e ognuno ha ricevuto il suo carisma particolare, e nello stesso tempo unitario, poiché tutti i santi ci rimandano all'unico Cristo, a cui ci uniscono e la cui ricchezza ci aiutano ad approfondire. In questa sinfonia molteplice e unitaria, nella quale, come avrebbe detto Möhler, consiste la tradizione cristiana, che accento porta con sé il beato Josemaría Escrivá? Che impulso riceve dunque la Teologia dalla sua luce?" (J. Ratzinger, Messagio del 12-X-1993 a un Convegno teologico su san Josemaría). Questo volume raccoglie le relazioni presentate al Convegno "San Josemaría e il pensiero teologico" che ha avuto luogo a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, dal 14 al 16 novembre 2013. Specialisti di diverse aree della Teologia, del Diritto Canonico e della Filosofia si sono interrogati sulle domande poste dall'allora cardinal Ratzinger, poi Benedetto XVI, e hanno offerto un contributo per il rinnovamento delle rispettive aree del pensiero mediante l'ascolto della parola dei santi.
In questo volume sono raccolti i contributi presentati al Convegno "Vir fidelis multum laudabitur", organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce in occasione del centenario della nascita di Mons. Álvaro del Portillo. Del Portillo, secondo le parole trasmesse da Papa Francesco a S.E.R. Mons. Javier Echevarría, proprio in occasione del Convegno, fu un "sacerdote zelante che seppe coniugare una intensa vita spirituale fondata sulla fedele adesione alla roccia che è Cristo, con un generoso impegno apostolico che lo rese pellegrino nei cinque continenti, seguendo le orme di San Josemaría, meritevole della biblica frase tratta dal libro dei Proverbi: 'vir fidelis multum laudabitur'". La sua figura è approfondita secondo tre aspetti fondamentali. In primo luogo, la sua relazione con l'Opus Dei, sia come figlio e collaboratore del Fondatore, sia come suo primo successore. In secondo luogo, il suo amore per la Chiesa che si è poi tradotto, da un lato, in un contributo di notevole spessore al Concilio Vaticano II e alla nuova Codificazione canonica e, dall'altro, nel servizio alle Chiese particolari. Infine, alcuni temi salienti del suo messaggio spirituale - eco degli insegnamenti di San Josemaría - che vanno dalla Nuova Evangelizzazione, al sacerdozio, alla riflessione sui fedeli e laici nella Chiesa e ad altri aspetti correlati.
"Mons. Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato per quarant'anni il più stretto collaboratore di san Josemaría Escrivá, ed è stato il suo primo successore alla guida dell'Opus Dei. Questa intervista, uscita in prima edizione alla vigilia della beatificazione del fondatore, raccoglie la testimonianza non di un biografo meramente professionale, pur scrupoloso, bensì di un figlio spirituale che ha assimilato il messaggio e lo stile di vita del Padre, collaudandoli in prima persona. Mons. del Portillo ha registrato episodi, espressioni, gesti del fondatore non semplicemente da cronista o da storico, ma con l'affetto indelebile con cui, per fare un esempio alto, san Giovanni ha memorizzato perfino l'ora del suo primo incontro con Gesù ("Erano le quattro del pomeriggio", Gv 1,39). Da queste pagine emerge non solo la santità di san Josemaría, ma anche di colui che con tanta efficacia e con tanto affetto ha conservato memorie e documenti così dettagliati perché consapevole di dover rendere un servizio non solo ai membri dell'Opus Dei attuali e futuri, ma anche a tutti coloro che dagli esempi dei santi traggono linfa per la loro vita di fede. Alla vigilia della beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, annunciata per il 27 settembre 2014, si può ben dire che questa intervista è la biografia di un santo, scritta da un santo." (Cesare Cavalleri)
Agile biografia di mons. Alvaro del Portillo, primo successore di Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei, concepita per quadri e immagini e ricca di spunti. «Dette prova di eroismo in particolare nell’affrontare le malattie – nelle quali vedeva la Croce di Cristo – , il carcere per un certo tempo durante la persecuzione religiosa in Spagna (1936- 1939) e gli attacchi che dovette subire per la sua fedeltà alla Chiesa. Uomo di profonda bontà ed affabilità, era capace di trasmettere pace e serenità alle anime. Nessuno ricorda un gesto poco cortese da parte sua, il minimo moto di impazienza dinanzi alle contrarietà, una sola parola di critica o di protesta per le difficoltà: aveva imparato dal Signore a perdonare, a pregare per i persecutori, ad accogliere tutti con un sorriso e con cristiana comprensione» (Decreto sulle virtù).
L'autore
Massimo bettetini è psicoterapeuta, psicologo della fiaba e poeta. Collabora con riviste pedagogiche, ha vinto premi letterari nazionali e internazionali
ed è autore di libri di racconti per bambini, biografie e testi divulgativi di psicopedagogia. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Che fine ha fatto Peter Pan? L’ascolto del bambino giocando in famiglia (2005) e Amici pelosi e altre bestie. La forza educativa degli animali (2006), L’affettività dei bambini da 0 a 6 anni (2007), L’affettività dei ragazzi da 6 a 12 anni (2008). Ha curato la collana «L’arte di educare» uscita con il periodico Famiglia Cristiana nell’autunno 2009 e su Facebook è il responsabile di «Essere genitori», la pagina del noto social network aperta in occasione del lancio della collana e che ha quasi 22.000 iscritti.