Lauretta Colonnelli esamina in questo volume i dipinti più popolari, quelli che sono sempre sotto gli occhi di tutti: nella pubblicità, sulle scatole dei cioccolatini, sui poster, sulle copertine dei libri, nelle vetrine dei negozi. Immagini familiari, ma che pochi riconoscono come capolavori della storia dell'arte. Quasi nessuno ricorda che i due angioletti imbronciati presenti in quasi tutti i negozi per bambini furono dipinti da Raffaello ai piedi della sua Madonna Sistina. Tutti riconoscono la Gioconda di Leonardo, ma in molti sono convinti che sia dipinta su tela e che la Francia dovrebbe restituirla ai musei italiani, ai quali sarebbe stata sottratta da Napoleone. Siamo sicuri che a Tamara de Lempicka bastò una manciata di lezioni per imparare a dipingere? E quanti sono al corrente del segreto nascosto nel naso spaccato di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, ritratto da Piero della Francesca? L'autrice raccoglie cinquanta di questi capolavori. Di ognuno racconta la storia, la vita dell'autore, e i particolari che si celano dentro l'immagine.
Nato da un amore tra una contadina e un giovane notaio, Leonardo crebbe senza ricevere un'educazione regolare. Il padre infatti si rifiutò di legittimarlo. Se questa condizione di libertà dai doveri di un apprendimento rigido e codificato fu certo ragione di grande stimolo alla sua naturale creatività, è innegabile che fu per lui anche motivo di perenne sofferenza. Un'irrefrenabile volontà di riscatto lo portò a intraprendere imprese straordinarie e talvolta troppo ambiziose. Furono il desiderio di gloria e la passione ossessiva per la conoscenza a fargli cercare protezione presso i potenti: da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza, dai governatori francesi ai potenti della Signoria veneziana, dalla litigiosa Repubblica di Firenze a Roma, al cospetto di Michelangelo e Raffaello, fino ad arrivare in Francia presso Francesco I. Il mito, l'uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente "omo sanza lettere", può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L'analisi dell'opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio. Insieme agli scritti 'scientifici' e a una ricca documentazione d'archivio, Antonio Forcellino riannoda la storia di Leonardo, di cui il mito ha talvolta messo in ombra la realtà spesso sofferente dell'uomo e del pittore.
Nella civiltà occidentale, il rosso è il primo colore che viene usato sia in pittura che in tintoria. Probabilmente è per questo che è stato a lungo il colore per eccellenza, il più ricco dal punto di vista sociale, artistico e simbolico. Nell'Antichità è stato il simbolo della guerra, della ricchezza e del potere. Nel Medioevo ha assunto una forte connotazione religiosa, evocando sia il sangue di Cristo che le fiamme dell'Inferno, ma nella dimensione profana è stato anche il colore dell'amore, della gloria e della bellezza e la Rivoluzione francese lo farà diventare anche un colore ideologico e politico. Il primo colore che l'uomo abbia padroneggiato, fabbricato, riprodotto e dunque quello sul quale lo storico, il sociologo o l'antropologo hanno più cose da dire che su tutti gli altri. Rosso - quarto capitolo di un'opera di alto profilo che vede in libreria Blu, Nero, Verde e prevede il giallo come quinta e ultima tappa - è un testo ricchissimo, che considera il rosso lungo un orizzonte temporale molto ampio e sotto tutti i punti di vista: una bussola che ci permetterà di orientarci nel labirinto cromatico di questo colore archetipico della storia e della cultura occidentale.
Attraverso le opere dei più importanti artisti dell'arte contemporanea - tra gli altri Robert Indiana, Tom Wesselmann, Andy Warhol, Tracey Moffatt, Francesco Clemente, Marc Quinn, Gilbert & George, Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft - e i saggi di Danilo Eccher, Federico Vercellone, Pierangelo Sequeri, Mattia Fumanti e Woody Allen, il volume affronta uno dei sentimenti universalmente riconosciuti e da sempre motivo d'indagini e rappresentazioni, l'Amore, raccontandone le diverse sfaccettature e le infinite declinazioni. Un amore felice, atteso, incompreso, odiato, ambiguo, trasgressivo, infantile, che si snoda lungo un percorso espositivo non convenzionale, caratterizzato da input visivi e percettivi.
A partire dalle opere giovanili e passando attraverso la forma cubista la ricerca artistica di Salvador Dalì individua nella potenza iconografica dell'arte classica lo strumento ideale per interpretare la realtà. Sulla base di questa esperienza l'artista inizia un percorso di avvicinamento alla "vera tecnica" che prende in considerazione non solo i classici antichi, ma anche gli artefici del secondo apogeo della storia dell'arte, in particolare Raffaello e Michelangelo, assumendo una posizione di difesa del Rinascimento e arrivando a emulare - nel saggio 50 segreti magici per dipingere - i trattati classici sulla pittura, come quello di Leonardo da Vinci. L'interesse di Dalì per i classici si affianca alle suggestioni artistiche e intellettuali derivate dai test atomici e conduce, negli anni cinquanta, allo sviluppo della pittura corpuscolare che troverà sbocco nel misticismo nucleare, in cui i soggetti religiosi sono rielaborati alla luce dei nuovi progressi scientifici, in una ricerca che - caratterizzata da un anelito verso l'immortalità approda a una modernità radicale.
Andy Warhol è l'artista più famoso e riconoscibile del Novecento. Questo libro, uscito nel 1975, è un classico istantaneo. Vi troviamo, in forma di dialogo, di aforisma, di monologo interiore, di narrazione, tutto il suo pensiero sull'arte, il tempo, la vita, i soldi, il mondo. "Certe volte la gente lascia che lo stesso problema la renda infelice per anni, quando basterebbe dire: 'E allora?'. 'Mia madre non mi amava.' E allora? 'Mio marito non mi vuole scopare.' E allora? 'Ho successo, ma sono solo.' E allora? Non so come ho fatto a cavarmela per tanti anni prima di imparare questo trucco, ma una volta imparato non lo si scorda più." "Spazio vuoto è uno spazio non sprecato. Spazio sprecato è ogni spazio che contiene dell'arte. Poiché continuo a fare un po' d'arte, produco ancora rifiuti che la gente mette negli spazi che, a parer mio, dovrebbero rimanere vuoti. Io stesso non seguo la mia filosofia, perché neppure io riesco a svuotare i miei spazi. Non è la mia filosofia che mi tradisce, sono io che tradisco lei."
Dopo il grande successo nella rete, il blog "L'Arte Spiegata ai Truzzi (nella loro lingua)" diventa un libro. Lo scopo è sempre lo stesso: spiegare l'arte, e sul serio, ma in maniera semplice, non pedante, e divertente; e farlo nella parlata del pubblico truzzo, cui l'opera è idealmente rivolta, nel romanaccio colloquiale dei giovani. Non vi è naturalmente pretesa di esaurire gli argomenti trattati, ma solo di far sorridere, magari riflettere e, soprattutto, di stimolare la curiosità dei lettori.
Il paese delle Amazzoni, il regno del Prete Gianni, la Barberia... da sempre, i paesi sognati hanno abitato le fantasie e i racconti dei grandi esploratori. Marinai, scopritori, avventurieri hanno raccontato il mondo e le sue terre lontane popolate da creature mitiche e leggendarie. Isole meravigliose come Citera, la patria di Afrodite, paesi della cuccagna come la Colchide, terra del Vello d'oro, reami selvaggi abitati da mostri come quello dei Mangbetu, imperi tenebrosi come quello dei Cimmeri, abitanti delle gallerie sotterranee. Questo atlante invita a un'esplorazione poetica del mondo in compagnia dei grandi viaggiatori dell'antichità e del XVI secolo ma anche di romanzieri ed eruditi di tutti i tempi.
Il volume racconta l'arte ukiyo-e, la pittura del Mondo Fluttuante che all'etica del samurai contrappone il godimento di ogni singolo momento, il piacere e il divertimento in ogni sua forma. Tante furono le scuole e gli artisti che si specializzarono in questi temi, tuttavia tre sono i maestri che ancora oggi rimangono punti di riferimento indiscussi: Katsushika Hokusai (1760-1849), Utagawa Hiroshige (1797-1858) e Kitagawa Utamaro (1753-1806). Attraverso una selezione di oltre 200 silografie policrome - tra cui l'iconica Grande onda e la serie delle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai - e libri illustrati provenienti dalla prestigiosa collezione della Honolulu Academy of Arts, il volume mette in luce da una parte le peculiarità tecniche, l'abilità e l'eccentricità dei singoli artisti, dall'altra il mercato dell'immagine dell'epoca che richiedeva di trattare soggetti precisi, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e personaggi alla moda. Una domanda intorno alla quale crescevano inevitabilmente rivalità, prima ancora che tra gli stessi artisti, incisori e stampatori per dar vita a serie di stampe sempre diverse per soddisfare un mercato dell'editoria sempre più esigente e ampio, ricorrendo a espedienti come formati originali (verticali, orizzontali, in forma di ventaglio, in formato di libro) e inquadrature differenti dei soggetti.
A metà del XVI secolo il cardinale Ricci si avventurò in un'impresa impegnativa; volle far decorare con una magnifica serie di affreschi il palazzo di proprietà della sua famiglia, che fu poi dei Sacchetti, ubicato in Via Giulia, a Roma. Il salone fu realizzato da uno dei più famosi artisti di quei tempi e, per quasi tutte le altre sale, venne retribuito principalmente un giovane francese che si affermò poi come grande scultore a Parigi. Gli affreschi, però, rivelano molte mani diverse, e non possono quindi essere opera sua. Una studiosa di fama, la professoressa Nicole Dacos, si è resa conto che il francese dovette limitarsi a fornire gli schemi dei fregi e a eseguirne gli stucchi mentre le pitture furono affidate a diversi principianti venuti pure dall'estero per imparare l'arte italiana, e diventati più tardi quasi tutti celebri. Il palazzo si presenta a noi, oggi, come un tesoro ritrovato, prezioso esempio della pittura manierista. Il lavoro che ora presentiamo si caratterizza come un resoconto colto, e tuttavia vivo, di quella vicenda. In questo volume l'autrice esplora i diversi cicli pittorici, ne indaga l'ispirazione e il contesto artistico che li produsse, senza tralasciare la questione dell'attribuzione.
L'intero corpus delle vetrate di Marc Chagall è esposto nel presente volume. Si entra nei luoghi per i quali l'artista, con l'aiuto del maestro vetraio Charles Marq, ha operato: Assy, Moissac, Metz, Gerusalemme, New York, Pocantico Hills, Tudeley, Zurigo, Nizza, Reims, Chicago, Chichester, Sarrebourg, Magonza, Le Saillant. Sono riprodotti anche i cartoni preparatori finali che Chagall realizzava per ogni vetrata.
Il volume offre un quadro della committenza artistica a Roma nel corso di tutto il Medioevo attraverso uno studio dettagliato sulle figure dei singoli pontefici che ne furono i principali promotori. I fatti artistici, analizzati dal punto di vista della committenza papale, non solo consentono di capire il significato primario connesso alla loro funzione, ma ricreano anche un'immagine speculare del contesto culturale di appartenenza. L'ambito cronologico, circoscritto fra il pontificato di Silvestro I (314-335) e quello di Martino V (1417-1431), lascia intravedere nel comportamento di molti pontefici la persistenza di una mentalità che, da un atteggiamento iniziale di semplice patronato e protezionismo, si tramuta nel tardo Medioevo in vero e proprio mecenatismo. I saggi raccolti, ricchi di spunti e suggestioni, pongono sotto la giusta luce aspetti meno noti di una città come Roma, quale centro ideale della cristianità e termine imprescindibile di riferimento per le sue valenze storico-artistiche.