Anna Maria Ortese ha sempre viaggiato, per necessità, ma soprattutto per un innato nomadismo che la conduce da un treno all'altro, in una fuga che è una "scommessa pazza" perché è guidata solo da "certi segni misteriosi, come paletti affioranti dalla laguna". Gli articoli e i resoconti di viaggio sono spesso filtrati da una "lente scura", un fosco cristallo di "malinconia e protesta" che carpisce alle cose una "visione buia". Uno sguardo sulle cose che le mostra come non avremmo saputo, o voluto, vederle. Da Roma a Genova, dalla Russia del 1954 alla Napoli del 1961, da Parigi a Montelepre, sempre la lente scura fa affiorare verità inaccettabili e dolorose.
Estate 1944. Lungo la Linea gotica si consuma la parte più feroce della guerra in Italia, una serie di eccidi orribili per mano dei nazifascisti. A San Terenzo Monti, paese di poche centinaia di abitanti tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini, l'esecuzione accompagnata dal suono di un organetto. Attraverso la storia della sua famiglia, con una scrittura intensa, viva e piena di grazia, una galleria di personaggi che diventano romanzeschi per la forza e l'umanità della narrazione, Agnese Pini ha scritto un grande romanzo civile, con il respiro universale dell'inchiesta-racconto che parla di noi e del presente. "Una storia così" dice l'autrice "lascia un segno indelebile nelle famiglie che l'hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. È una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l'umanità e l'amore escono più forti che mai. L'ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d'Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt'altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L'ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l'ho capito perché nel nostro paese c'è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia raccontata in questo libro può diventare allora un'occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova. Del resto la resistenza civile di un paese si può tenere viva solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l'ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio".
Il 14 settembre 1913 venne inaugurato sul Bernina il Rifugio Marco e Rosa. Da allora, sul profilo di neve che si staglia contro il cielo, è ben visibile quel cubetto (diventati due nel 1964), ormai parte integrante del paesaggio, punto di monitoraggio, di riferimento e, soprattutto, punto d'incontro. Non è il presidio difensivo di una frontiera, ma il segnale di un confine tra i due versanti, dove non ci sono eserciti contrapposti, ma uomini che salgono per incontrarsi, lì su quel "nido d'aquile". La montagna selvaggia è stata resa più frequentabile, quel giorno del settembre 1913, è stata a mano a mano addomesticata; adesso può essere salita, percorsa fino in cima, perché pionieri coraggiosi hanno aperto la strada per altri uomini che hanno bisogno di una traccia segnata.
Una breve sintesi per capire come sono andate effettivamente le cose al G8 di Genova: perché e come gli scontri sono avvenuti?
Anna Maria Ortese, caso letterario a 23 anni con "Angelici dolori", autrice degli impietosi racconti de "Il mare non bagna Napoli", sognatrice dal carattere ombroso e donna sempre insoddisfatta, per seguire la sua prepotente vocazione letteraria si è scelta una vita raminga, trascorsa in solitudine e miseria. Luca Clerici ha costruito la biografia con paziente lavoro di ricerca durato diversi anni: da un lato intervistando i testimoni, dall'altro verificando affermazioni disseminate dalla scrittrice nelle interviste, nell'opera narrativa (la cui componente autobiografica è fortissima) e negli oltre 500 articoli giornalistici dispersi che Clerici ha ritrovato. Particolare attenzione è dedicata anche alla ricostruzione dei luoghi.
"La malattia di un figlio è l’esperienza più difficile che la vita possa riservare a un genitore e porta con sé risvolti psicologi e molte problematiche di carattere pratico. Questo libro è una guida per comprendere e metabolizzare tutti i passaggi che vanno dalla diagnosi alle cure, per favorire la comunicazione con il personale sanitario, per avere un pensiero sugli aspetti organizzativi e familiare, per restare saldi ma anche farsi aiutare quando serve. Nato dall’esperienza degli autori, il testo trae spunto da innumerevoli casi di vita vissuti da bambini, genitori, fratelli e dalle equipe curanti. I temi affrontati: elaborare la fatica e il dolore della diagnosi; fidarsi dei centri di cura italiani; sapere cosa prova il bambino rispetto alla sua malattia, aiutarlo ad affrontare esami e cure e migliorare la comunicazione in famiglia; riorganizzare i tempi di vita e di lavoro; sostenere una certa “normalità” anche per i fratelli; riuscire a riprendere il cammino dopo la dimissione e recuperare una vita normale."
SOstare con Te è uno strumento pensato dall’Azione cattolica per aiutare i giovani (19-30 anni) a coltivare la preghiera personale “tutti i santi giorni”, attraverso la meditazione quotidiana della parola di Dio. Il brano del Vangelo del giorno è accompagnato da un commento audio e da uno spazio per la riflessione. Un metodo di preghiera semplice ed efficace per entrare in dialogo con il Signore e per sentirci pienamente chiamati a vivere l’esortazione di Gesù: «Andate, dunque» (Mt 28,16-20) in ogni tempo della vita, anche in quello del riposo estivo!
Il libro raccoglie una serie di saggi e interviste nelle quali Gauchet torna sulla tesi centrale de "Il disincanto del mondo" a vent'anni dalla sua pubblicazione. Tra i temi trattati, l'idea della modernità come processo di "uscita dalla religione" e l'interpretazione della crisi della democrazia contemporanea come il risvolto negativo del regime dell'integrale autonomia. Nella prima parte, si mostra la validità e la pertinenza storica e filosofica delle tesi sostenute ne "Il disincanto del mondo" confutando l'ipotesi diffusa che vede in fenomeni quali l'emergere dei più diversi fondamentalismi religiosi, o nell'affiorare di nuove forme di spiritualità, il segno di un ritorno del religioso. Nella seconda parte, si mostra l'altro aspetto del problema: cosa ne è di una politica ricondotta all'integrale auto-definizione del suo contenuto e dei suoi fini? E della religione cui è sottratta qualsiasi presa sul sociale? L'ipotesi gauchetiana offre un punto di vista originale e una lucida analisi delle attuali contraddizioni.
Se Dio esiste non può essere ostaggio della cultura o dell'erudizione, deve essere comprensibile nella sua esistenza anche per chi non ha familiarità con dotte argomentazioni di carattere strettamente filosofico e scientifico. Attraverso le storie concrete delle persone, queste pagine fanno emergere come Dio sia inscritto nell'interiorità di ogni uomo e come e perché oggi non se ne trovi più traccia. Cos'è il male? Perché il dolore? Perché l'amare? Dove trovare il senso di ogni nascere per capire ogni morire? Dov'è Dio in questa "oscura selva" dell'umanità? L'uomo è in "sé stesso" prova dell'esistenza di Dio, molto più di tutto ciò che lo circonda, perché "egli stesso" è la via a Dio.
La Discipilina clericalis, irreperibile in Italia fino a questo momento, finalmente tradotta e commentata. Un “sottotitolo” illuminante il contenuto è quello esposto sulla sovraccoperta: “Sapienza orientale e scuola delle novelle”. È la prima raccolta di sentenze e racconti di origine orientale scritta in latino e destinata agli occidentali. Composta nel XII secolo da Pietro Alfonsi, medico ebreo convertito al cristianesimo, è stata tràdita in ben ottantacinque codici e tradotta, in età medievale, in francese, castigliano, italiano, islandese, ebraico, tedesco e inglese: per 150 anni la raccolta narrativa più diffusa in Europa. L’introduzione e il commento, a cura di Cristiano Leone, mettono in evidenza l’importanza della ricezione dell’opera nelle letterature romanze medievali e sono una compiuta sintesi degli studi di orientalisti, mediolatinisti e romanisti svolti fin qui.