Oggi gli antropologi, consapevoli che il processo di inculturazione esistente in Africa nel nostro continente non è ancora iniziato, si mettono umilmente in ascolto del significato delle altre culture, per dare avvio a una maggiore capacità di ascolto di esse sul piano della fede in modo tale che fede e cultura si possano legare insieme, senza lacerazioni e senza sovrapposizioni artificiali dell’una sull’altra. A questa istanza fondamentale il presente libro risponde con chiarezza metodologica attraverso un filtro non fatto di opposizioni e di differenze, ma di possibili integrazioni e assunzioni. È un libro che, pur trattando con competenza di stregoneria, magia e altro, aiuta a capire profondamente una cultura diversa.
Destinatari
Studiosi di scienze antropologiche e sociali.
Autore
J. NDHUM, sacerdote della diocesi di Douala in Camerun. Ha studiato teologia al seminario di Douala e ha conseguito i titoli in licenza e dottorato in Teologia liturgica-pastorale presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di "Santa Giustina" a Padova. E' docente di liturgia presso il seminario di Douala.
IL LIBRO
Lo spettro che oggi si aggira per l’Europa non è quello del «ritorno delle religioni», o del «buon Dio» di una volta, come certi laici, ossessionati dai loro principi, sembrano credere. È piuttosto quello del nichilismo, la feroce religione di coloro che non credono in nulla e che vorrebbero persino impedire agli altri di credere – o che credono in un certo numero di idoli, quali il potere, il denaro, il dominio sugli altri.
Le grandi religioni che hanno fatto la nostra storia – il cristianesimo in primo luogo – e che rappresentano una parte non indifferente della nostra identità, stanno perdendo terreno e si trovano senza eredi, al punto che sembriamo persino dimenticare da dove veniamo e colui che si dichiara credente e praticante appare come uno strano animale.
Ma Bernard Sichère, un filosofo che orgogliosamente afferma «sono nato cattolico e morirò cattolico», non pensa affatto di essere una bestia rara; anzi, ai suoi occhi, la bestia rara è la nostra epoca, con i suoi mortiferi luoghi comuni.
In queste pagine, sempre intense, spesso appassionate, Sichère cerca di spiegare chi è lui come uomo, in cosa crede, quali sono i punti fermi del suo «universo». Si pone le domande di sempre (perché esiste il male? cos’è il peccato? e il perdono? perché la preghiera? cosa ci aspetta dopo la morte?) e quelle che oggi sembrano particolarmente urgenti (riguardo al sesso, all’aborto, all’omosessualità ecc.).
Per Sichère, filosofare significa infatti dar conto della sua idea di Dio e della sua relazione con Lui.
L'AUTORE
BERNARD SICHÈRE, maître de conférences all’Università di Parigi VII, filosofo e romanziere, ha collaborato alle riviste «Tel Quel», «L’Infini» e «Temps Modernes». Ha pubblicato, tra l’altro, Le Dieu des écrivains (Gallimard, 1990), Splendeur de Fawzi (Pauvert, 2002), Seul un Dieu peut encore nous sauver (Desclée de Brouwer, 2002), Le Jour est proche (Desclée de Bouwer, 2003).
RECENSIONI
Da «Vita pastorale», aprile 2008
«Questo breve libro è denso di stimoli nuovi per quanti si chiedono come mai oggi i temi etici e religiosi vengono proposti con insistenza.»
Temi fondamentali di antropologia teologica. Il problema dell'uomo, fatto di forti e inquietanti interrogativi, e' permanente oggetto di indagine finalizzata a darne soluzioni. In questo concerto delle scienze la teologia s'inserisce a pieno diritto nella discussione con l'unico scopo di offrire il suo apporto per contribuire a fare chiarezza sulla comprensione del mistero dell'uomo. Nessun soggetto quanto l'uomo, proprio in virtu' della sua complessita', costituisce un interesse interdisciplinare. L'uomo, infatti, e' un vero mistero, fatto questo che le scienze umane misconoscono e ignorano. Ma il fatto di essere mistero fa capire che la sua totale comprensione non puo' venire dalle sole scienze umane...
Riflessioni teologiche e antropologiche sul gesto dell'abbraccio nella Bibbia.
Il libro affronta il tema privilegiato dell'umano e della bioetica. Un libro di estrema attualita'.
E' un testo che a partire dalle questioni di diritto, dell'economia e della biologia si domanda chi e' l'uomo.
A partire dalla domanda del salmista, «Che cos’è il figlio dell’uomo?» (Sal 8,5), che si pone, anzitutto, come interrogativo di Dio, questo saggio prova a delineare le basi di una riflessione simbolica su Adamo nell’orizzonte della Trinità. Lo sguardo del Padre è all’origine d’ogni movimento e creazione. Se il primo pensiero di Dio fu un angelo, la prima parola del Padre fu Adamo.
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Ecco io faccio nuove tutte le cose. Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo, (Messaggero, 2002); Catholica. Cum ecclesia et cum mundo (Messaggero, 2004); Henri-Louis Bergson. Anima e corpo(Messaggero, 2005); Volti dell’islam post-moderno(PUU, 2006).
La riflessione storico-sistematica sull’uomo che viene proposta in queste pagine parte dalla consapevolezza del mutamento antropologico sopraggiunto nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli anni Settanta di esso. Per questo, sullo sfondo vi è la «pretesa» di rispondere alla domanda «chi è l’uomo?» senza ignorare i numerosi tentativi di decostruzione del soggetto messi in atto all’interno della cultura contemporanea.
Nunzio Galantino è professore ordinario di Antropologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli). Alla ricerca ed all’insegnamento unisce da sempre il servizio pastorale come parroco, in Cerignola (Fg). Ha partecipato, in qualità di antropologo, al gruppo di ricerca internazionale per lo studio degli aspetti etico-antropologici e scientifici degli xenotrapianti. Membro del Comitato per gli Studi Superiori di Teologia e di Religione Cattolica, segue, presso la Conferenza Episcopale Italiana, l’attuazione del “Progetto di riordino della formazione teologica in Italia”. Membro del Comitato di redazione di Rassegna di teologia e collaboratore di riviste di filosofia e di teologia. Autore di volumi e saggi di carattere prevalentemente antropologico, tra i quali ricordiamo: Metodologia teologica. Avviamento allo studio e alla ricerca interdisciplinari, San Paolo, Cinisello Balsamo, Roma 20043, (editor di )A. Rosmini, Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa, San Paolo, Cinisello Balsamo 1997; Sapere l’uomo e la storia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998, “Der Stand der Philosophischen Anthropologie” in der Zeit des ausgehenden 18. Jhs. bis zur ersten Dietrich Bonhoeffer: storia profana e crisi della modernità, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000.
L’autore pone tra loro in dialogo le categorie della carità e dell’amicizia, a partire da due prospettive privilegiate, quella della teologia morale e quella della psicologia psicodinamica, alle quali dedica rispettivamente la prima e la seconda parte dell’opera.
Prendendo le mosse dalla riflessione di san Tommaso d’Aquino, che considera la carità un’amicizia dell’uomo con Dio, egli si sforza di coniugare teologia e antropologia, ossia il piano della riflessione sull’amicizia tra Dio e uomo alla luce della Rivelazione e piano dell’esperienza esistenziale, nelle sue molteplici relazioni interpersonali, alla luce delle scienze umane odierne. Emerge in questo modo la circolarità di carità e amicizia: accogliere la fede da parte dell’uomo suppone e insieme favorisce in lui una pienezza di umanità che rende autenticamente ‘buona notizia’ l’amicizia che Dio gli offre.
La ricerca dell’autore si presenta come una rilettura della tradizione teologica volta a mostrare come molte delle sue nozioni presentino ancora, una volta attualizzate, tratti di indubbia validità.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Introduzione. I. La carità come amicizia in san Tommaso. II. La dinamica umana dell’amicizia. III. La capacità umana di amare fondamento dell’amicizia. IV. Prospettive conclusive di teologia morale. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Matteo Cavani (Modena 1971) è sacerdote della diocesi di Modena-Nonantola e ha conseguito il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. Insegna allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Modena.
Dalla quarta di copertina:
La tesi del volume è che la concezione dell’uomo come immagine di Dio, proposta dall’antropologia cristiana, se correttamente intesa e articolata, è in grado di garantire e difendere la vera “umanità” dell’uomo. Una tale concezione è capace di sostituire una identità debole, modulare, precaria, impersonale, con una identità “aperta”, nel significato di forte, universalistica, esemplare, non esclusiva, adottabile da ogni uomo, sotto ogni orizzonte di tempo e di cultura.
L’intento del volume non è tanto la ricerca e la determinazione dell’identità cristiana in se stessa e neppure la sua manifestazione storica, quanto la descrizione dell’identità dell’uomo cristiano nel nuovo contesto di una società globalizzata e dominata dalla rivoluzione biotecnologica. I fenomeni della globalizzazione e della rivoluzione biotecnologica influiscono profondamente nel cambiamento e nella determinazione delle coordinate antropologiche, che vanno, pertanto, ridefinite e riprecisate.
Questo volume si pone in continuazione ideale con il precedente, su L’antropologia cristiana tra modernità e postmodernità. La prima parte: L’identità aperta tra biologia e biografia, è dedicata alla descrizione dell’identità debole e impersonale, che è all’origine della questione antropologica. La seconda parte: L’identità aperta tra incarnazione e differenza, prende in esame l’identità forte, propria dell’immagine di Dio, che può dare una valida soluzione alla questione antropologica. La categoria dell’uomo immagine di Dio, nucleo dell’antropologia cristiana, ha una sua validità che supera le contingenze delle stagioni culturali, ed allo stesso tempo ha reso possibile lo sviluppo di una antropologia cristiana, non in contrapposizione alle altre antropologie esistenti, ma in dialogo con esse.
Recensioni:
"L'identità aperta" [...]: questo titolo è più che una provocazione, è un invito a riflettere sulla questione forse più urgente del nostro tempo: la relazione e l'incontro tra le diversità, il problema della loro reciproca armonizzazione in vista della promozione del bene comune.
R. Di Ceglie, in Asprenas vol. 54 (3-4/2007) pp. 349-352
Il volume puo aiutare a comprendere e a considerare con serenita l'ultimo traguardo della vita umana. Gli argomenti trattati toccano profondamente l'intimo della nostra esistenza e il quotidiano, perche e in gioco la nostra eternita.
Tra le diverse questioni che oggi polarizzano l'attenzione dei filosofi e dei teologi, quella antropologica sembra imporsi sempre di più. A differenza del passato, la nuova "questione antropologica" non si preoccupa tanto di interpretare l'uomo, quanto piuttosto di trasformarlo mediante le più sofisticate tecnologie artificiali. Questi processi di trasformazione fanno leva su una concezione puramente naturalistica e materialistica dell'essere umano che tende a neutralizzare ogni differenza qualitativa tra noi e il resto della natura. Uno sguardo appena più profondo, tuttavia, ci fa toccare con mano che l'uomo è un mistero indeducibile dalla sua natura. Da qui la domanda stringente e drammatica: che cosa è l'uomo qui su questa terra? I saggi di autori vari raccolti in questo volume costituiscono un fecondo tentativo di rispondere a questa domanda, contemplando il mistero dell'uomo nell'orizzonte del mistero di Cristo, tenendo anche insieme in modo esemplare molteplici e complementari prospettive di ricerca (biblica, dogmatica, patristica, antropologica, etica, spirituale). Nella loro pluralità di approccio, questi percorsi convergono unitariamente verso la centralità del mistero del Verbo incarnato. Tale ripensamento del mistero dell'uomo non ci aiuta soltanto a riscoprire le radici della fede cristiana, ma anche a ricomprendere il fulcro della realtà e la vera natura dell'uomo.