Sono tanti i fiocchi azzurri e i fiocchi rosa negli zoo. E per sessanta di loro è il momento di farsi vedere, l’occasione di raccontare la loro storia. C’è il piccolo armadillo Nino che non riesce a salire sulla groppa della mamma, Bunyip il pestifero diavoletto della Tasmania, Tahiha una minuscola lemure che dorme abbracciata a un orsacchiotto, Rooby il cangurino che vive in un marsupio di pelle e tanti altri nuovi nati tenerissimi, indifesi, che con un po’ di aiuto da parte dell’uomo diventeranno grandi e saranno protagonisi della lotta contro l’estinzione che minaccia la loro specie. Sono io il tuo piccolino è un libro perfetto da regalare alla festa della mamma. Ogni fotografi a ti stringe il cuore e dolcemente ti ricorda che ogni cucciolo ha bisogno della sua mamma. Anche tu.
“Non si tratta della solita guida” scrive Mauro Corona, a proposito di questo libro. E nelle righe di prefazione precisa: “Il volume di Paola Lugo cerca, trova e consiglia escursioni che contengono memoria storica, bellezza ambientale, caratteristiche antropiche, novità inedite e altre chicche da scoprire pagina dopo pagina...” Dalle Alpi agli Appennini, dalla Sardegna alla Sicilia, l’autrice ci guida sulle passeggiate più belle nelle zone più famose, ma anche per molte altre escursioni forse meno note al grande pubblico ma altrettanto affascinanti. Oltre a una precisa descrizione del percorso da un punto di vista tecnico, gli itinerari sono arricchiti da notizie di carattere storico, paesaggistico, scientifi co, che rendono i percorsi ancora più preziosi. Ogni passeggiata è corredata da una affi dabile mappa disegnata ad hoc e una preziosa legenda ne descrive a colpo d’occhio i dettagli. “Questo libro creerà proseliti della camminata” scommette Corona, “stimolerà ad alzare il sedere e partire anche i più riottosi.”
Baldo è un cane tra gli altri, che attende il suo padrone. Ed ecco che in una frizzante mattina di settembre arrivano Uomo e Donna. E lo scelgono. È una scelta affidata al caso, frettolosa e superficiale, eppure in ballo c'è un'intera vita da trascorrere insieme.
Così Baldo inizia a fare esperienza del mondo umano, pieno di ossessioni e di meccanismi astrusi e lambiccati. Poco alla volta comprende che gli uomini sono prigionieri di catene invisibili che li riportano sempre al punto di partenza.
La dimensione da cui ci osserva, con occhio ironico e compassionevole, è quella di un presente assoluto, dei piccoli gesti che si ripetono, delle meravigliose scoperte legate alla semplicità dei sensi. Ma nella naturale accettazione del mondo per come è si nascondono considerazioni venate di profonda e involontaria saggezza che Baldo suggerisce al padrone, Uomo, invitandolo a disfarsi degli inutili fantasmi che accompagnano le sue giornate.
Col passare degli anni, la speciale sintonia che li unisce produce un desiderio di sconfinamento l'uno nell'altro, un rapporto privilegiato, fatto di silenzi e dialoghi che si affidano all'ambiguo «gioco degli occhi», e che si realizza in uno spazio nuovo, a mezza via: quello della «felice confusione tra specie diverse».
Lotta agli sprechi, risparmio energetico, riciclaggio totale dei rifiuti, tutela e valorizzazione del suolo naturalizzato e degli alberi, dieta povera di proteine e grassi animali, vestiti con tessuti naturali, bioedilizia, energie rinnovabili, mobilità sostenibile, città a misura di bicicletta, insomma tutto l’armamentario di quella che oggi è chiamata pomposamente green economy lo ritroviamo in parte realizzato, in parte progettato nella seconda metà degli anni Trenta, il periodo che il fascismo volle chiamare «autarchia». In realtà, tutte le economie sviluppate, compresi gli USA con il New Deal, risposero alla crisi del ’29 con forme diverse di protezionismo e di autarchia.
Ma il «caso italiano», depurato dalle incrostazioni del regime, ha caratteristiche uniche e di assoluto interesse, perché l'Italia era pressoché priva di combustibili fossili. L’Italia, insomma, dovette far fronte alla necessità di rimodellare la propria economia e società facendo affidamento esclusivamente su risorse che, a parte un po’ di metano e di carbone e alcuni minerali, erano essenzialmente quelle dell’agricoltura e del sole; la stessa condizione che si prospetta in un prossimo futuro all’intero Pianeta con l’esaurimento dei combustibili fossili. In sostanza si trattò di un involontario e obbligato esperimento di «economia verde», costretta anticipatamente a fare i conti con i «limiti dello sviluppo». «Lo studio dei prodotti e dei processi del periodo autarchico italiano», scrive Giorgio Nebbia nella prefazione, «non esenta, ovviamente, dal giudizio di ferma condanna del regime fascista, delle sue avventure razziali, militari e colonialistiche, delle sue stupidità e ignoranza. Non si tratta di rilanciare il ruralismo fascista o nazista, la virtù delle famiglie contadine, ma di riconoscere che la terra, in pianura, collina, montagna, è la base per produzioni anche tecnicamente avanzate, con vantaggi per la decongestione delle zone urbane, per la difesa delle acque e la prevenzione di frane e alluvioni. [...] Volenti o nolenti, il ‘passato è prologo’».
La metafora della rana che non avverte l’istinto di saltare fuori dal contenitore, nonostante la temperatura dell’acqua aumenti in maniera lenta ma graduale, fotografa con precisione il modo in cui ci stiamo comportando di fronte ai cambiamenti del clima.
Come la rana, anche noi rimaniamo indifferenti mentre il pianeta si riscalda.
Grazie all’educazione sostenibile si sta scoprendo che l’attuale stile di vita fondato su spreco e abbondanza, in un pianeta dalle risorse limitate, condurrà inevitabilmente alla catastrofe: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, fine dell’energia a basso costo, predazione delle risorse naturali, degrado ambientale, disuguaglianza sociale, obesità, diabete, asma, ecc.
L’educazione sostenibile è l’unica strategia di lungo termine da promuovere nella scuola.
Questo libro, come un kit integrato di pensiero e azione, raccoglie giochi e metafore per aiutare gli educatori a riflettere e far riflettere sulle relazioni esistenti tra i singoli individui, le comunità in cui essi vivono o interagiscono e le conseguenti pressioni che queste relazioni hanno sull’ambiente naturale. Attraverso esperienze concrete di gioco rivolte ai bambini, si può guidare al superamento dell’idea che sia possibile vivere svincolati dalla natura.
Ciò significa trasformare la scuola in comunità sostenibili.
La scuola che promuove l’educazione sostenibile, insomma, non fa solo laboratorio sul sistema natura ma si trasforma in una creativa, divertente comunità di discorso, dove si attivano processi di comunicazione orientati allo studio delle relazioni della rete della vita.
Gli animali domestici sono spesso, se non le uniche, le principali forme di vita senziente che incontriamo con facilità intorno a noi: cani, gatti e piccioni senza alcuna difficoltà, mucche, cavalli, pecore, capre, galline e maiali quando andiamo in campagna, altre specie più particolari in circostanze ugualmente particolari. Talvolta appare difficile decidere se un animale sia da considerare domestico o selvatico, e allora ci chiediamo dove passi il confine tra le due condizioni e in che cosa consista esattamente la condizione di domesticità.
Questo libro cerca di rispondere con semplicità e con chiarezza a tutte queste e a molte altre domande. Nel narrare la storia della domesticazione, dopo avere chiarito che questa coincide, in definitiva, con la stessa storia di civilizzazione dell’uomo, l’autore mostra come la selezione artificiale altro non sia se non un caso particolare di selezione naturale, esamina in modo critico il concetto di specie e infine si spinge ad alcune considerazioni filosofiche che ci aiutano a collocare il fenomeno della domesticazione in un contesto non soltanto storico e biologico, ma anche culturale e antropologico. La seconda parte del libro esamina ad una ad una le più importanti specie addomesticate che ancora oggi, a dispetto delle tecnologie avanzate che a prima vista sembrano dominare il mondo, determinano e forgiano la struttura e l’economia della società umana, la conoscenza popolare del mondo animale e le principali modalità di interazione del nostro mondo con il loro.
È il primo manuale completo che esce in lingua italiana sulla coltivazione con la nuova tecnica del cippato di ramaglie fresche che gli inventori canadesi hanno chiamato del BRF (Bois Rameal Fragmenté). Si tratta dell’ultimo metodo scoperto per rendere il terreno agrario il più simile possibile a quello del bosco, che continua ad arricchirsi di humus ogni anno con la caduta delle foglie e delle materie organiche. Stendendo sul terreno un leggero strato di cippato si forma sul suolo, e nella parte superficiale, una grande riserva di materie prime, sufficiente per circa 4 anni. Una variegata e abbondante popolazione di funghi ed altri esseri viventi invaderà il campo per prepararne il nutrimento. Le piante a questo punto possono scegliere in ogni momento il cibo più adatto a seconda della fame o dell’aggressione a cui sono sottoposte. Anche con questa tecnica, come con l’agricoltura naturale, si smette di arare la terra e ci si limita nelle prime fasi al massimo a pettinarla, per poi abolire del tutto anche quest’ultima lavorazione. Nutrire il terreno per arricchire le piante è la filosofia di fondo che ispira questo come gli altri metodi agricoli più rispettosi della natura.
Il volumetto intende dare le prime informazioni a tutti coloro che sono interessati a saperne di più sull’EXPO previsto a Milano nel 2015.
Il tema scelto per l’EXPO milanese del 2015 – «Nutrire il pianeta, energia per la vita» – si presta a considerazioni che coinvolgono non solo il cittadino, ma anche il credente e l’intera comunità ecclesiale.
Gli autori
Cristina Patelli, laureata in Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha compiuto una parte del proprio percorso di studi negli Stati Uniti. Ha collaborato con il Servizio pastorale per il Turismo e i Pellegrinaggi dell’Arcidiocesi di Milano.
Massimo Pavanello, dottore in teologia, è incaricato regionale per il turismo e il tempo libero della Conferenza Episcopale Lombarda. Ha sempre affiancato il ministero pastorale con l’impegno giornalistico dirigendo anche periodici dell’Arcidiocesi ambrosiana. Ha compiuto studi di cooperazione e sviluppo internazionale presso l’ISPI di Milano. È cultore all’Università Cattolica del Sacro Cuore Milano. Autore di vari contributi su diversi periodici, ha pubblicato alcuni lavori frutto di viaggi missionari.
I danni al paesaggio ci colpiscono tutti, come individui e come collettività. Uccidono la memoria storica, feriscono la nostra salute fisica e mentale, offendono i diritti delle generazioni future. L'ambiente è devastato impunemente ogni giorno, il pubblico interesse calpestato per il profitto di pochi. Le leggi che dovrebbero proteggerci sono dominate da un paralizzante 'fuoco amico' fra poteri pubblici, dai conflitti di competenza fra Stato e Regioni. Ma in questo labirinto è necessario trovare la strada: perché l'apatia dei cittadini è la migliore alleata dei predatori senza scrupoli. È necessario un nuovo discorso sul paesaggio, che analizzi le radici etiche e giuridiche della tradizione italiana di tutela, ma anche le ragioni del suo logoramento. Per non farci sentire fuori luogo nello spazio in cui viviamo, ma capaci di reagire al saccheggio del territorio facendo mente locale. La qualità del paesaggio e dell'ambiente non è un lusso, è una necessità, è il miglior investimento sul nostro futuro. Non può essere svenduta a nessun prezzo. Contro la colpevole inerzia di troppi politici, è necessaria una forte azione popolare che rimetta sul tappeto il tema del bene comune come fondamento della democrazia, della libertà, della legalità, dell'uguaglianza. Per rivendicare la priorità del pubblico interesse, i legami di solidarietà che sono il cuore e il lievito della nostra Costituzione.
Piccoli e intimoriti, irruenti o impacciati, tutte le sfumature dei cuccioli di gatto trovano spazio in questo libro impreziosito dagli scatti realizzati da una fotografa appassionata di animali, che ha saputo cogliere in modo naturale le più svariate espressioni e i più divertenti atteggiamenti dei piccoli felini. Dai primi passi attorno alla madre ai primi giochi con i fratelli, la voglia irrefrenabile di scoprire il mondo spinge i piccoli gattini in ogni direzione, consegnando al nostro sguardo una varietà di situazioni capaci di disarmarci per la loro semplice naturalezza. Sfogliando le pagine di questo libro, il lettore si immergerà nel loro universo e ne potrà seguire le continue evoluzioni.
«Li guardiamo e basta» ripete Helen a Sam, suo figlio, per la centesima volta dal mattino. Lei e suo marito non sono tipi da gatto. Il fatto che stiano andando a vederne una cucciolata non vuol dire niente. Ma il ritornello si inceppa di fronte al colpo di fulmine tra il bambino e quel batuffolo di pelo nero: tra due mesi Cleo arriverà a casa loro.
Pochi giorni dopo, però, tutto va in frantumi. Mentre si lancia a soccorrere un uccellino ferito, Sam viene investito da un’auto sotto gli occhi del fratellino Rob. La famiglia si cristallizza su quell’istante. Dopo, nulla più conta, figurarsi una gattina che doveva essere il regalo di compleanno di Sam. Quel gatto viene da un altro mondo, un mondo che non esiste più, e non ha senso che resti.
Helen sta per rimandarla indietro, ma è proprio allora che lo vede. Vede suo figlio Rob sorridere, per la prima volta dal giorno dell’incidente.
E se Cleo fosse un dono lasciato da Sam?
Con il passo vacillante, il pelo gonfio, la coda a radar e un caratterino di tutto rispetto, nel giro di poche ore Cleo trasforma la casa in un territorio di caccia, dispensando guai, tenerezza e buonumore a non finire. E a colpi di fusa lenisce a poco a poco le ferite. La sua saggezza antica protegge per anni tutta la famiglia, accompagnandola nei molti cambiamenti che la aspettano. Perché da vera gatta sciamana sa che anche dietro l’angolo più buio può brillare la felicità.