L'hinduismo è un fenomeno religioso importante non solo per il numero dei suoi fedeli, ma per le sue valenze filosofiche, letterarie, sociali e politiche. A partire da un profilo storico - che valuta la genesi del termine, fonti e periodizzazione, così come le dottrine filosofiche, la devozione e il tantrismo, e i problemi relativi a colonizzazione e decolonizzazione - il volume passa in rassegna i temi principali come il sacrificio vedico e i riti di passaggio, i fini dell'uomo e gli stadi di vita, il pellegrinaggio e la retribuzione morale delle azioni. Infine, si sofferna sull'esame della situazione attuale, che prende in considerazione non solo la diffusione dell'hinduismo in madrepatria e nella diaspora, ma anche la teoria diffusionista (Out of India Theory), il dialogo interreligioso, il ruolo del maestro e lo yoga.
Molti indizi lasciano intravedere delle significative affinità tra il pensiero platonico e il pensiero indiano, che, se approfondite, rivelano l'unità della Tradizione sapienziale, al di là di confini spazio-temporali. Tuttavia questo tema rimane poco esplorato dalla ricerca accademica, costituendo una lacuna che lascia nell'ombra alcuni aspetti del complesso pensiero platonico. Il volume "Platone e il Vedanta" si propone di colmare, almeno in parte, questa lacuna, presentando ai lettori italiani due interessanti articoli sull'argomento apparsi in lingua inglese, il primo su Platone e lo Yoga e l'altro su Platone e le Upanishad, con un saggio introduttivo, Discriminazione tra sé e non sé in Platone, che traccia un parallelismo tra il Drig-Drishya-Viveka attribuito a Shankaracharya e l'Alcibiade I di Platone. I due articoli sono: Platone nella luce dello Yoga di Jeffrey Gold, docente di filosofia antica presso il Philosophy Department della East Tennessee State University, e Platone e le Upanishad dell'indologo Nicholas Kazanas, già Direttore dell'Omilos Meleton Cultural Institute di Atene.
Fra tutti i libri di Réne Guénon, "L'uomo e il suo divenire secondo il Vâdânta" è forse quello che più di ogni altro mostra l'intelaiatura del suo pensiero. Sottintendendo, naturalmente, che tale pensiero non pretende di inventare nulla, ma soltanto di esporre con la massima precisione un pensiero che da sempre è: la tradizione primordiale la cui dottrina, secondo Guénon, non traspare mai con altrettanta precisione come nel pensiero vedantico. Si può dire che il Vâdânta è una sorta di dottrina suprema. Nessuno ha saputo esporla in Occidente con l'evidenza assoluta che incontriamo in questo libro di Guénon. E nessuno ha saputo sgombrare il campo, con gesto non meno autorevole, dai numerosi, tipici equivoci occidentali intorno a tale dottrina, considerata da tanti una filosofia o una religione o "qualche cosa che partecipa più o meno dell'una o dell'altra", mentre non è in verità niente di tutto questo.
Dom Henri Le Saux (1910-1973) è stato il primo monaco benedettino e prete cattolico che ha raggiunto quello che la mistica dello Yoga denomina samàdhi. Trasferitosi nel 1948 dalla natia Bretagna in India, lasciò l'abbazia di Kergonan per fondare con Jules Monchanin un asram cristiano rispettoso delle tradizioni ascetiche indù. Dopo la morte del compagno, abbracciò la vita itinerante tipica dei samnyasin, vivendo in alcuni dei luoghi che la spiritualità indiana considera deputati alla ricerca interiore, come le rive del Gange o le grotte di Arunacala, dandosi a un'intensa vita contemplativa. Figura di riferimento del dialogo interreligioso, la sua missione è stata quella di mostrare all'Occidente un modo di vivere il cristianesimo fecondato dall'India, e agli indù una fede cristiana vicina alla loro sensibilità spirituale. Amico di Raimon Panikkar, con i suoi libri e la sua esperienza ne ha ispirato la ricerca teologica. Le Saux è così diventato un personaggio chiave per quegli occidentali che si interessano all'India e allo Yoga, così come per quella Chiesa missionaria che cerca di inculturare il messaggio cristiano nei contesti religiosi dell'Oriente.
Questo libro insegna che la maggior parte della sofferenza che proviamo è inutile e può essere sconfitta. Subendo l’influsso della filosofia aristotelica, siamo portati a pensare in termini di polarità: vero o falso, bene o male, giusto o sbagliato, sinistra o destra. Un approccio simile sembra renderci la vita più semplice, mentre in realtà – così sostengono Russell Targ e J.J. Hurtak – aumenta solamente il nostro disagio.
Per cercare di superare questa polarità degli opposti e di sconfiggere la sofferenza, gli autori combinano la saggezza orientale con le scoperte della fisica quantistica, scoprendo una “terra di mezzo” in cui gli opposti hanno soltanto il significato che noi diamo loro.
Buddha ci insegna a vivere un’esistenza utile e compassionevole e ad abbandonare il nostro ego nella vastità della pace. Il sentiero di mezzo indicato dal Buddhismo ci dimostra che le cose possono anche essere, nello stesso tempo, vere e false, oppure né vere né false.
Straordinariamente, le recenti scoperte della fisica moderna riecheggiano questi insegnamenti antichissimi.
Orizzonte di speranza, quindi, unisce due ambiti fino a oggi percepiti come opposti, il Buddhismo e la Fisica, e dimostra, passo dopo passo, come possiamo imparare a sperimentare la fine della nostra sofferenza.
L'ideologia pacifista, la strenua, indefessa fiducia nella necessità della non violenza, la difesa dei diritti e della libertà del singolo e dei popoli, l'uguaglianza delle genti, la sacralità del lavoro e della famiglia rappresentano per Gandhi non tanto un messaggio nuovo e rivoluzionario da propagandare al mondo intero, quanto dei valori costitutivi e inalienabili dell'uomo che fanno parte della sua intima natura e come tali vanno sostenuti. Di qui la purezza, la linearità, la sincerità del pensiero di Gandhi, che abbraccia ogni aspetto del vivere singolo e collettivo ed emerge in queste pagine in tutta la sua limpida onestà morale e con tutta la forza e il coraggio che solo la fede più profonda nella propria verità riesce a generare.
Il nome di Gandhi è ormai divenuto sinonimo di pace e forse mai come oggi è importante conoscerne il messaggio. In queste bellissime pagine il Mahatma analizza minuziosamente e offre al lettore la sua umile, operosa, quotidiana ricerca della verità, dalla quale emerge la grandiosa lezione morale che la sua presenza rappresenta nella storia contemporanea. L'autobiografia del profeta della non-violenza alla ricerca di una via per la verità: la via della pace e della fratellanza fra gli uomini.
II volume inizia con gli inni vedici più importanti e le Upanisad più celebri e prosegue con la Bhagavadgita, i capitoli più cruciali della Manusmrti, del Mahabharata, del Ramayana, dei Purana, i testi antichi fondanti tutto il complesso sistema religioso dell'India tradizionale. Si tratta di testi essenziali per comprendere i miti antichi e gli sviluppi successivi del pensiero religioso indiano, dai sistemi dualistici - che credono in una distanza radicale tra l'uomo e Dio, tra creato e creatore -, a quelli non-dualistici - che invece vedono proprio nella sostanziale unità di tutte le cose il principio unico, dinamico e vero che anima ogni cosa -, senza dimenticare i sistemi che propongono vie intermedie e che spiegano in altro modo l'amore di Dio e il mistero della vita nel cosmo. Nel secondo volume verrà dato più spazio alla metafisica, al misticismo, al tantrismo, alla devozione e allo yoga, alla riformulazione di tutte le dottrine principali: la reincarnazione, la legge di retribuzione karmica, la suddivisione delle caste, l'identità tra sé individuale e assoluto, l'essenza dei rituali e delle pratiche dello yoga.
Il testo propone un solido fondamento epistemologico all'attualità della nonviolenza gandhiana che indica come "marcia in più" per affrontare questi tempi difficili. Superando le interpretazioni più fantasiose sul 2012, da alcuni indicato come una vera e propria "fine del mondo", il testo analizza lo stato di crisi attraversato dall'ecosistema Terra, ormai giunto a un punto critico, alla luce di una nuova consapevolezza olistica. Le leggi fondamentali che governano la vita nell'universo vengono esaminate in vista della loro influenza nel quotidiano, per vivere i rischi del cambiamento planetario come opportunità; tra queste leggi, il principio di Corresponsabilità si rivela la chiave di volta della Nuova Era cui si sta affacciando il pianeta Terra e con esso l'umanità. Federico Fioretto, filosofo e ricercatore, esperto nella conduzione nonviolenta dei conflitti, studioso del pensiero e dell'opera del Mahatma Gandhi, è l'ideatore del progetto Neotopia per la costruzione della società nonviolenta. Nel 2007 ha vinto il premio "Tiziano Terzani - Firenze per le culture di Pace" con il saggio Gandhi, ponte tra i nostri arcobaleni divisi. Nel 2008 ha curato per l'editore Gabrielli l'edizione italiana de I valori democratici di Vinoba Bhave, il discepolo più vicino a Gandhi.