Nel tempo delle baby gang, della criminalità giovanile che inonda le pagine di cronaca e di una emergenza educativa che sembra avere raggiunto proporzioni inquietanti, c'è una domanda che attraversa il cuore e la mente di tanti genitori ed educatori: c'è ancora spazio per la fiducia nel rapporto con le nuove generazioni? In questo libro don Claudio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore della comunità Kayròs, ribadisce che non serve una legge più dura per contrastare la criminalità e il disagio giovanile ma reali opportunità di crescita. Attraverso il racconto delle storie dei suoi ragazzi, don Claudio accompagna il lettore nel cammino imprevedibile e rischioso della fiducia, il solo capace di alimentare la speranza educativa.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi, di cui si può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
L'autrice, con la stesura di questo libro, vuole indurre i lettori a scolpire volti, sentimenti e testimonianze, affinché durino nel tempo e nella memoria del loro cuore. Il richiamo va a coloro che sono venuti a contatto con questo messaggio di conversione attraverso piccole e svariate pennellate di vita di fratel Cosimo, profeta del nostro tempo, come la testimonianza credibile del cardinale Simoni, l'esperienza di fede di Cosimina e di Mamma Vincenzina e il ruolo potente dei santi custodi Michele ed Emidio, terra e cielo, giganti e gente semplice che intersecano la loro vita nello stupore di sapersi amati da Dio. Esempi di vita, che sfidano la realtà in cui oggi viviamo, basata e propensa all'individualismo e all'egoismo e, che invitano il lettore ad assumere uno stile di vita evangelico, incentrato sul servizio e sulla gratuità, per costruire "la civiltà dell'amore", tanto desiderata da san Paolo VI, e la "fratellanza universale" di cui papa Francesco è attivo e fattivo leader.
San Giuseppe figura nella storia della Bibbia e della Chiesa come "il grande silenzioso". Se possiamo accedere all'intimità della Vergine Maria attraverso le sue poche frasi nei Vangeli, lo stesso non si può dire del suo sposo, Giuseppe. Non una sola sua frase è riportata nei Vangeli. Eppure, questo silenzio non solo non sminuisce la sua santità, ma dà grande spessore alla sua missione. Giuseppe ricevette l'annuncio dell'angelo in sogno. Egli nacque per compiere la missione richiesta da Dio: prendere Maria in sposa e vegliare sul bambino Gesù, che doveva nascere non dalla volontà dell'uomo ma dallo Spirito Santo. Per questo, l'evangelista Matteo lo chiama "giusto". Per noi, la parola giustizia rimanda immediatamente alla giustizia sociale e alle rivendicazioni salariali. Nella Bibbia, la giustizia equivale alla santità. Giuseppe è giusto non solo perché ha lavorato bene nel suo laboratorio, ma perché ha adeguato la sua volontà a quella di Dio. La volontà di Dio conduce il credente alla più alta realizzazione della sua esistenza, nonostante le apparenze. L'esempio di san Giuseppe invita all'azione.
Questo volume raccoglie gli Atti della V Giornata Interdisciplinare sull'antropologia giuridica del matrimonio e della famiglia, organizzata dal Centro di Studi Giuridici sulla Famiglia dell'Università della Santa Croce. Si è presa in considerazione la soggettività della famiglia, come agente dell'evangelizzazione. Il protagonismo della famiglia, chiesa domestica e "società sovrana" (S. Giovanni Paolo II) comporta il diritto fondamentale a ricevere abbondantemente i mezzi di salvezza, la Parola e i sacramenti con il corrispondente dovere da parte della Chiesa di fornire tali mezzi e allo stesso tempo il diritto a compiere la missione ecclesiale proprio come vero soggetto dell'evangelizzazione, e non solo oggetto destinatario della cura pastorale.
I protagonisti dell'evangelizzazione sono sia i pastori che le famiglie, in un intreccio che non va visto come una collaborazione esterna tra due istanze (pastori e famiglie) né esclusivamente come partecipazione delle famiglie a strutture che danno delle direttive, ma come mutua interrelazione al servizio della salvezza delle anime. La famiglia è soggetto dell'evangelizzazione non tanto come cooperatrice degli agenti pastorali ma essendo lei stessa un agente pastorale, agendo proprio come famiglia, rispondendo all'invito di Giovanni Paolo: "Famiglia sii te stessa". Infatti, la famiglia adempie il diritto-dovere all'evangelizzazione esattamente essendo se stessa, con la luce che irradia dalla stessa famiglia: l'amore che si impara e la fede che si vive; la forza di attrazione che queste famiglie esercitano sulle altre persone che incontrano per strada; i legami che si creano con altre famiglie in forme associative, i diritti che si difendono e i modelli che si propongono. Nella Giornata, e nei testi che ora proponiamo, sono emerse le difficoltà che affronta la famiglia; ma allo stesso tempo è anche emerso, come contrappeso, il desiderio di famiglia che rimane forte, come un'ancora di speranza per molte situazioni disfunzionali. Questo è un punto di forza da cui può partire la nuova evangelizzazione, proprio perché la famiglia ha una enorme forza attraente: la forza del bello, del vero, del buono.
Uno sguardo integrato di spiritualità e psicologia per parlare del tema del perdono e della "possibilità" di perdonare. Un richiamo pastorale sull'affiancamento delle persone ferite e traumatizzate, le quali vanno accompagnate con delicatezza e non portate a vivere il perdono come un ulteriore peso, ovvero, un dovere schiacciante.
"Zia" Marta, la figlia della sarta, è una bambina vivace e coraggiosa. L'incontro con una misteriosa Cicogna le fa intraprendere un avventuroso viaggio, per liberare la Regina buona e tutto il reame dalla Strega delle nevi. L'aiuto di amici inattesi - l'orso bianco e la volpe argentata - le faranno superare mille prove fino a un lieto finale a sorpresa. Età di lettura: da 7 anni.
Una splendida raccolta di 20 poesie, dedicate alla figura di Maria di Nazareth, che ripercorrono la sua esperienza di madre. Dall'Annunciazione nella «angusta stanza» dove le parole oscure dell'angelo si aprono al fiat della Vergine («sia come hai detto») - e il dubbio molto umano su cosa raccontare a Giuseppe che si risolve nella fede: «lascio al Signore / ogni cosa» - fino al Natale, alla fuga in Egitto e alla Risurrezione. In particolare la poesia "Madre per sempre", di notevole finezza teologica, esalta il dono della contemplazione che permette a Maria di intravedere i suoi futuri figli e di diventare loro madre. Il lettore si sentirà coinvolto dal suo sguardo per riscoprire la propria dimensione umana e spirituale. Prefazione di Andrea Villafiorita Monteleone. Postfazione di Gianfranco Calabrese.
Il terzo libretto della Collana Fede Legittimata, si propone di dimostrare che parlare oggi della Madonna è un obbligo. Maria non è una dea! Maria è un capolavoro di umanità. Per contrastare l'attuale deriva umana è da saggi proporre la terapia mariana. Quando Dio volle umanizzare il mondo provò con l'Uomo, ma non sempre con successo. Per umanizzare l'uomo provò con una Donna. E non tutto è andato come sperava. Sono pagine allettanti e di piacevole lettura. Premono perché il lettore introduca nella sua vita almeno un frammento dello stile mariano, per ringraziare di essere nata donna e nato uomo.
Attraverso le Icone del Monastero situata sull'isola di San Giulio, sul lago d'Orta, in provincia e diocesi di Novara, ognuno dei 20 misteri del Santo Rosario sono meditati dalla Madre Cànopi con la sua sapiente lettura degli episodi del Vangelo, alla luce della Verità di Gesù e della azione instancabile di mediazione di Maria. Un Rosario bellissimo, metodologico, da pregare insieme o da soli.
Il contributo di Eberhard Jüngel (1934-2021) è di tutto rilievo nella storia della teologia contemporanea. Al suo profilo teologico ed al suo contributo sistematico è dedicato l'editoriale. Il Saggio di Jörg Lauster offre una preziosa panoramica sulla produzione teologica, protestante e non solo, dell'area linguistica tedesca. Su questa scia, un rapido approfondimento riguarda l'analisi di Sloterdijk del rapporto tra la metafisica e il moderno. Chiude questo numero la nutrita - e molto apprezzata - rubrica con la presentazione degli articoli di maggior interesse metodologico delle principali riviste teologiche internazionali.