Magnete con immagine oro a caldo Calice Prima Comunione
Altezza cm 7
«Il senso che la Chiesa, e l'appartenenza ad essa, riveste per il credente in Cristo, per il suo essere uomo e la sua salvezza è tutt'altro che scontato: verrebbe anzi da dire che è sempre meno scontato. Quale sia il motivo per cui, in altri termini, la salvezza si realizzi - pur in modo incipiente - in forma ecclesiale e perché il credere del cristiano sia strutturalmente un con-credere rimane quasi sempre questione inevasa. [...] La visione ecclesiologica di de Lubac resta a tutt'oggi, tra gli studi occidentali, una delle poche all'altezza di una tale fondamentale questione. Ciò è evidente quando si leggano i testi a carattere ecclesiologico del teologo di Lione in raffronto con gli altri suoi studi, soprattutto quelli sul soprannaturale: cosa assolutamente legittima e forse doverosa dal momento che, come ha notato un autorevole commentatore come Balthasar, in Cattolicismo c'era già in nuce tutto quanto si sarebbe sviluppato nella monumentale opera di de Lubac. In un tale orizzonte appare infatti evidente come esista, per così dire, un "aspetto sociale del soprannaturale": tanto più visibile quanto più si passi da una sua considerazione in termini formali a una sua lettura che ne rifletta la concretezza cristologica. L'uomo è creato non solo in una generica immagine di Dio, ma porta impressa in sé l'immagine del Viglio fatto uomo, dell'Unigenito che si è fatto il "primogenito di molti fratelli" (Rm 8,29): per questo non esiste altra vocazione umana che non sia quella alla filiazione divina e, dunque, alla fraternità con gli altri uomini. Il senso per il quale la Chiesa sia la forma incipiente della salvezza è rinvenibile quando si consideri che non esiste uomo se non in Cristo e, dunque, vocato alla filiazione divina e alla fraternità inter-umana. Per l'uomo essere è partecipare dell'essere di Cristo e dunque, co-essere con gli altri uomini, suoi fratelli. Si tratta di dimensioni fondamentali e in certo senso previe a qualunque altra riflessione ecclesiologica, su cui l'opera delubachiana può ancora beneficamente indirizzare.» (Dall'Introduzione di Roberto Repole alla Sezione terza dell'Opera Omnia)
Volume 7/1 dell'Opera Omnia del papa emerito Benedetto XVI.
Un semplice percorso spirituale da vivere con i ragazzi, attraverso quei 14 gesti del cuore umano che sono le opere di misericordia, che servono il corpo per nutrire anche l'anima e sanano l'anima per rendere mi-gliore il mondo dei corpi. Per ogni opera vengono offerti alcuni contributi: una meditazione presa dalla vita pastorale di tutti i giorni di un "curato di campagna", l'autore stesso l'esame di un "documento inedito" che proviene da un testimone molto originale dell'epoca di Cristo: Giuda Iscariota un insegnamento di papa Francesco che ci lega allo spirito autentico dell'Anno giubilare alcune provocazioni, appunti sparsi che valgono come i post di un blog su internet - un impegno piccolo, concreto e verificabile per praticare l'Opera di Misericordia e vivere il Giubileo.
È il settimo e ultimo volume dell'Itinerario di iniziazione cristiana della diocesi di Treviso. L'intero progetto è composto da 7 volumi, con percorsi che accompagnano bambini e genitori dalla seconda elementare fino alla terza media. L'itinerario conclude il tempo dell'iniziazione cristiana accostando alcune tematiche che interpellano gli adolescenti in un periodo di vita delicato, segnato da vari passaggi: dalle scuole medie alle superiori, dalla dipendenza dai genitori alle prime esperienze di autonomia, dalla catechesi dell'iniziazione cristiana ai gruppi giovanili. La fiducia, la libertà, l'autenticità, la credibilità di una proposta di fede: sono questioni esistenziali che appartengono alla storia di ciascuno e che vengono interpretate alla luce della storia della salvezza, attraverso alcune pagine dell'Antico Testamento. Il sussidio - si tratta di un volume unico per tutti - è arricchito da illustrazioni che aiuteranno piccoli e grandi a entrare in contatto con i vari temi proposti.
Capelli rossi! Nessuno aveva mai visto prima una ragazza coi capelli rossi. Lo stregone dice che è uno spirito malvagio, ma ad Aua, Satu e per fortuna anche a Koran, il capotribù, lei sembra solo una ragazza. È stata trovata al termine di una lunga caccia a un rinoceronte lanoso. Il colore rosso dei capelli della ragazza è un mistero, mistero che sarà risolto da un incredibile incontro. Età di lettura: da 5 anni.
Nel periodo dell'occupazione nazista della città di Roma, che durò nove mesi dal settembre 1943 al 4 giugno 1944, due furono le deportazioni massicce di uomini: la prima di duemilacinquecento carabinieri avvenuta il 7 ottobre, la seconda di mille e ventitré cittadini romani di religione ebraica, avvenuta il 16 dello stesso mese. È innegabile il collegamento tra le due deportazioni, documentato dai telex intercorsi tra il col. Herbert Kappler delle SS e i suoi superiori a Berlino Himmler e Kaltenbrünner. Ma a firmare l'ordine per i carabinieri fu un ministro della Repubblica sociale italiana, il Maresciallo Rodolfo Graziani. A lungo questa deportazione è rimasta nell'oblio, un oblio sorprendente e ingiustificato, ma grazie alla ricerca storica e all'accesso a documenti non più secretati di archivi militari, italiani, tedeschi e alleati, da qualche anno, anche questa data, oltre quella del rastrellamento degli ebrei, è entrata nella memoria della città e in quella della nazione. Oggi, a più di settant'anni dalla Liberazione, una vicenda come quella dei carabinieri catturati a Roma e poi internati nei campi di concentramento nazisti può collocarsi, anch'essa a pieno titolo, come capitolo della storia della Resistenza italiana. Inoltre la parte più inedita della presente ricerca, che si segnala all'attenzione non solo dei lettori comuni, ma anche a quella dei lettori specialisti di storia contemporanea, riguarda la ricostruzione, passo dopo passo, del rapporto persecutorio che l'Arma dei CC. RR. subì da parte della RSI sia sul territorio nazionale - culminata in una successiva e definitiva deportazione nell'agosto 1944 -, sia nei Lager nazisti, dove i carabinieri entrarono a far parte della massa degli IMI. Prefazione Antonio Parisella. Postfazione Giancarlo Barbonetti.
Cada familia es única pero todas son iguales en su fin: ser felices. Con gran visión y sabiduría práctica Stephen R. Covey sintetiza en 7 hábitos las bases para el éxito en la vida familiar. Aunque creamos que todo está perdido, que el abismo con nuestros hijos es insalvable o que nuestro matrimonio es un fracaso, poner en práctica estos principios puede dar un giro inolvidable a cualquier situación.En este mundo turbulento puede resultar complicado tener unas relaciones familiares plenamente satisfactorias y estables. ¿Cómo comunicarnos con cada miembro de la familia? ¿Cómo evitar los malos entendidos? ¿Cómo hacerles sentir que son lo primero de nuestras vidas pese al trabajo, las responsabilidades y la falta de tiempo? ¿Qué está fallando en mi matrimonio?Stephen R. Covey demuestra cómo los principios de los 7 hábitos de su exitoso best-seller Los siete hábitos de la gente altamente efectiva pueden aplicarse a las relaciones familiares. El afamado autor, que dedicó su vida a optimizar la gestión del tiempo tanto en empresas como a nivel personal, consiguió sintetizar en 7 sencillos hábitos la clave de la felicidad en la familia: ser proactivo, priorizar, tener siempre el fin en la mente, intentar comprender antes de ser comprendido... etc. Covey explica que las familias sólidas no surgen espontáneamente, sino que sus miembros necesitan combinar energía, talento, voluntad, visión y empeño.Cualquier padre, madre, hijo, abuelo... se verá reflejado y comprendido en este libro plagado de experiencias personales, testimonios y consejos prácticos para conseguir que su familia sea fuente de felicidad y crecimiento personal. Stephen R. Covey, escritor de fama mundial, profesor y formador de líderes empresariales, ha utilizado todos sus conocimientos para ayudar a muchas familias en las relaciones personales.La faceta más importante de su vida y en la que más trabajó fue sin duda en su papel como marido, padre de nueve hijos y abuelo de cincuenta y dos nietos.