Le Edizioni CVS inaugurano una nuova collana intitolata "Corpo e spirito" e questo saggio, a cura dell'onorevole Paola Binetti, ne costituisce il primo volume. Le pagine del libro raccolgono la sua relazione tenuta durante il convegno che ha inaugurato l'anno accademico 2012 del Corso di Terapia occupazionale presso la Casa di Cura "Mons. Luigi Novarese" a Moncrivello. L'uomo, nonostante la molteplice e variegata riflessione fatta nei secoli, continua ad essere mistero quasi indefinibile e non finisce di stupire la semplicità e la complessità da cui è intimamente e inesorabilmente costituito. "La vita dell'uomo deve molto alla scienza e alla tecnica - afferma l'autrice - e allo stesso tempo la scienza e la tecnica possono essere una barriera che ostacola il rapporto del soggetto con se stesso e con gli altri. Ma non c'è dubbio che se il corpo rappresenta l'immagine dello spirito, è lo spirito a curare il nostro corpo, secondo il pensiero, l'esperienza e la concretezza dei risultati ottenuti anche sul piano clinico da Luigi Novarese".
Le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri ma di testimoni, nessuna predica, solo esempi. Don Gallo racconta episodi di vita vissuta (l'adolescenza, la mamma, i suoi incontri e battaglie) e si appella alla voglia di reagire dei giovani e delle donne. A cominciare dal sesso, che non deve essere un'arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l'altro. Prima viene l'etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un'occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza "eversiva" del Vangelo è in un'idea di cittadinanza ricostruita a partire dall'incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi.
Trovarsi di fronte a una malattia giunta in fase avanzata o terminale è un'esperienza che rischia di far precipitare il malato (e la sua famiglia) in un abisso di disorientamento e a volte di disperazione. La fine della vita è spesso vissuta come un anticipo della morte, come un periodo buio durante il quale non resta che attendere, magari nell'abbandono terapeutico, che si compia un triste destino. All'origine di questo dramma vi sono differenti fattori: la scarsa capacità dei curanti di affrontare la situazione e di assistere globalmente la persona, la difficoltà dei pazienti e dei loro congiunti di accedere ai giusti percorsi di cura, lo scarso interesse della nostra società per malati poco "redditizi" e anzi molto "costosi". In questo libro l'autore cercherà di chiarire in modo semplice alcuni concetti di base (cure palliative, eutanasia, testamento biologico ecc.) attorno ai quali una cattiva informazione costruisce spesso, magari inconsapevolmente, un clima di paura. Inoltre, l'analisi della legislazione francese in materia, frutto di una lunghissima e articolata riflessione, offrirà un esempio di come si possa affrontare la fine della vita anche dal punto di vista legislativo. L'obiettivo è quello di aiutare pazienti, famiglie e curanti ad affrontare insieme, in un clima diverso e possibilmente positivo e sereno, la malattia inguaribile giunta in fase terminale.
Negli ultimi sessant'anni i trapianti di rene, midollo osseo, fegato, polmone, pancreas e intestino da donatore vivente sono diventati una consolidata realtà medica, sociale e giuridica, offrendo opportunità prima inimmaginabili in termini di vite salvate e salute ritrovata. La trapiantologia da vivente, però, continua a sollevare più di una questione. Ad esempio la relazione tra cedente e ricevente a trapianto effettuato, la discussione sugli aventi o non aventi diritto di ricevere (si pensi ai disabili, agli alcolisti, ai sieropositivi), i modi di affrontare il gender gap (secondo le statistiche, infatti, i cedenti sono in maggior numero donne e i riceventi uomini). E se sulla carta il legislatore richiede che a donare sia solo la persona capace d'intendere e di volere, nel concreto ci si deve confrontare con casi problematici: basti pensare al donatore minorenne, disabile mentale o concepito allo scopo. E ancora, la donazione di un organo si può imporre? È una scelta revocabile? Per non parlare, poi, della vendita degli organi umani, opzione legale in pochissimi Paesi, tuttavia ampiamente diffusa sul mercato nero e accettata socialmente da molti. Il volume di Giulia Galeotti ricostruisce, attraverso l'analisi di numerosi casi italiani e stranieri, tutto ciò che la trapiantologia da vivente è riuscita a fare, mettendone in evidenza con grande efficacia ombre e luci, nella certezza che si tratti di un tema destinato ad acquistare sempre più importanza nel quotidiano.
Che laici e cattolici, in bioetica, si trovino spesso su posizioni opposte è un fatto noto, ma la ragione per cui ciò accade costituisce un tema notoriamente controverso, su cui soprattutto nel nostro paese è in corso un annoso confronto, che oppone i teorici della diversità paradigmatica fra le due bioetiche a coloro che invece, a vario titolo, la negano o la minimizzano. Considerata l'importanza cruciale del tema, il volume offre un quadro aggiornato del dibattito in corso, presentando un percorso storico e teorico che si configura come un contributo originale a una questione ineludibile della bioetica del nostro tempo e, di riflesso, della società italiana in generale. La questione, infatti, investe non solo la dimensione conoscitiva e la riflessione etico-culturale, ma presenta inevitabili ricadute anche sul piano pratico e politico.
Il volume raccoglie le riflessioni di studiosi di diversa formazione sulle nuove dimensioni della corporeità umana prospettate dall'avvento delle converging technobgies (nanotecnologie, bioinformatica, robotica), delle neuroscienze e della biologia sintetica. Si tratta di sviluppi tecno-scientifici in grado di rendere possibili il controllo e la modificazione della materia organica a livello delle sue componenti strutturali di base, nonché il cambiamento in profondità, da un lato, delle prestazioni fisiche e intellettuali dell'uomo e, d'altro lato, del rapporto dell'uomo con l'ambiente e le risorse naturali. Il testo affronta così gli aspetti etici e bioetici, giuridici, economici e sociali dello human enhancement (che secondo alcuni condurrà ad una dimensione "post-umana", realizzando una vera e propria rivoluzione antropologica) e propone, ma anche sollecita, una riflessione sul nuovo statuto del corpo umano. A tal fine, viene utilizzata una metodologia scientifica interdisciplinare che muove da diverse prospettive d'indagine: biologica, psicobiologica, neurofisiologica, medica, fisica, ingegneristica e bioingegneristica, filosofica, bioetica, psicologica, storica, giuridica, economica, culturale e comunicativa.
“Scritti in onore di Elio Sgreccia: una testimonianza culturale di amicizia, condivisione, gratitudine”.
Già dalle prime parole tratte dall’Introduzione di Lucio Romano, Presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, si coglie l’intensità dell’omaggio al grande maestro di bioetica da parte di molti di coloro che lo riconoscono luminoso esempio di vita e coerenza.
I contributi offerti nella redazione di questo volume da più di cinquanta autorevoli studiosi e docenti, affrontano temi essenziali della bioetica contemporanea attraverso una molteplicità di punti di vista, ma sempre sottendendo agli insegnamenti che caratterizzano l’operare del Cardinale Sgreccia: “costante armonia tra rigore intellettuale e fortezza spirituale, lungimiranza progettuale e inesauribile entusiasmo, delicatezza relazionale e sobrietà rappresentativa, indefettibile amore per la verità e incessante apertura al dialogo”.
Gli interventi di questo volume:
Carlo Valerio Bellieni, Paola Binetti, Francesco Botturi, Ignacio Carrasco de Paula, Carlo Casini, Marina Casini, Ivan Cavicchi, Luigi Cornacchia, Domenico Coviello, Francesco D’Agostino, Bruno Dallapiccola, Giuseppe Dalla Torre, Maria Luisa Di Pietro, Luca Diotallevi, Luciano Eusebi, Adriano Fabris, Maurizio Faggioni, Angelo Fiori, Giovanni Fornero, Massimo Gandolfini, Marianna Gensabella Furnari, Simona Giardina, Gian Luigi Gigli, Emanuela Lulli, Andrea Manto, Chiara Mantovani, Ferrando Mantovani, Paolo Marchionni, Vincenza Mele, Livio Melina, Roberta Minacori, Gonzalo Miranda, Dino Moltisanti, Andrea Nicolussi, Giuseppe Noia, Daniela Notarfonso, Lorenzo Ornaghi, Laura Palazzani, Gino Passarello, Edoardo Patriarca, Adriano Pessina, Paola Ricci Sindoni, Lucio Romano, Davide Rondoni, Giovanni Russo, Dario Sacchini, Palma Sgreccia, Antonio G. Spagnolo, Vittoradolfo Tambone, Antonio Tarantino, Corrado Viafora, Lorenza Violini.
La consulenza genetica è un processo di informazione e comunicazione che precede e segue l'effettuazione di un test genetico. La consulenza genetica non si limita a trasmettere informazioni mediche, ma implica anche il riferimento ad aspetti etici e giuridici che riguardano l'identità della persona e la libertà/responsabilità rispetto a scelte individuali e sociali. L'incremento di informazioni in qualche misura "sovraccarica" eticamente l'uomo, rendendo le scelte problematiche sotto vari profili. Si parla spesso di "appropriata" consulenza genetica. Ma che cosa significa consulenza genetica "appropriata"? Diversi sono i modi di considerare l'"appropriatezza" della consulenza in base al paradigma antropologico ed etico di riferimento. Anche la normativa sulla consulenza genetica lascia ancora aperte diverse problematiche, sia a livello legislativo che giurisprudenziale, nazionale ed internazionale. I contributi raccolti in questo volume consentono di delineare percorsi di riflessione, nel contesto della discussione bioetica e biogiuridica attuale.
Creare artificialmente la vita - un'utopia che ha sempre alimentato l'immaginazione umana - è divenuta una concreta realtà a partire dal Settecento, quando la scienza ha cominciato a investigare il meccanismo della generazione. In questo libro Emmanuel Betta ricostruisce la storia della riproduzione artificiale dell'uomo, dai primi esperimenti dell'abate Spallanzani alla messa a punto di soluzioni efficaci tra Otto e Novecento, fino agli sviluppi più recenti dell'ingegneria genetica, con particolare attenzione alla realtà italiana che ha avuto un ruolo importante in questa vicenda.
Esplorando i più recenti sviluppi tecnologici, l'autore accompagna il lettore alla scoperta di questa nuova era in cui cosa vuol dire essere uomini dovrà essere capito come il risultato dell'interazione con una tecnologia sempre più pervasiva del nostro quotidiano. Il testo dona uno sguardo nuovo al mondo della biotecnologia aprendo tutta una serie di urgenti quesiti etici che chiedono di essere affrontati in maniera organica per giungere a una governance efficace del progresso tecnologico.
È una parola a cui si pensa solo quando qualcuno sollecita una nostra opinione: che cosa è la vita? Quando inizia? Quando finisce? Rispondere non è semplice perché il linguaggio quotidiano non sembra adatto a individuare l’essenziale. Qui si trova un percorso ironico e sereno sui processi vitali nel tempo e nello spazio, sulle relazioni umane, sulla consapevolezza come aspetto irrinunciabile della vita stessa, fino a un intervento nel controverso dibattito sulla possibilità del testamento biologico.
Indice
Volume I
Perché Vita?
Il cerchio è più facile
La vita è una storia
La scimmia e il fruscio
Il calamaro e la robotica
Molla o candela?
Robinson Crusoe e i numeri di Fibonacci
Predatori, concorrenti e commensali
Comparsa (e scomparsa?) del fenomeno “vita”
Sei giorni (e un'arca)
Acculturazione dell’ambiente
La danza delle api
La vita del gruppo
Eredità genetica, eredità culturale
Comunicazione, memoria e apprendimento
Ciclicità e ritmi
La cultura
Come nasce un pensiero religioso
Lingue, civilizzazioni e conflitti
Mi piaceva l’inverno, ma dovetti preferire la primavera
Normalità e patologia
Vivere include la consapevolezza di vivere
Una divagazione ebraica
«Andava combattendo ed era morto»
Quel che mi piacerebbe fosse ricordato
Per approfondire
Volume II
Questo libro che non è un libro
Volutamente provocatorio è il titolo "Pillole che uccidono" per indurre a riflettere sui meccanismi di azione della pillola contraccettiva a base di estrogeni e progestinici, della "pillola del giorno dopo", cioè il Norlevo, della "pillola del quinto giorno", la "Ellaone", e della pillola RU486. Gli autori hanno condotto un'approfondita analisi dei dati scientifici disponibili, portando alla luce tutti gli aspetti che sono abitualmente taciuti sulla contraccezione chimica. Quali sono i principi attivi di questi prodotti e funzionano? Quali sono gli effetti sulla salute della donna? Hanno effetti abortivi o sono molecole solo contraccettive? La contraccezione è efficace per ridurre il ricorso all'aborto? Infine, aprendo una riflessione antropologica sulla sessualità umana, gli autori pongono l'interrogativo cruciale: questa rivoluzione ha portato benefici o stravolgimenti? Se è vero che la contraccezione è un "bene di consumo", anche la sessualità rischia di diventarlo? E con quali conseguenze per l'amore umano? Alcune amiche, dopo aver letto la prima edizione del nostro libro, hanno commentato: "Queste pillole, se fossero conosciute per quello che sono in realtà, sono molto difficili da mandare giù".