Chi era Niccolò Machiavelli, il Segretario fiorentino, l'autore del Principe e della Mandragola? Di lui si è detto di tutto e il contrario di tutto: era un genio, un amico dei tiranni oppure un uomo coraggioso che denunciava i vizi dei potenti? Per scoprirlo si interrogano qui i suoi contemporanei: gli amici più cari come Filippo Strozzi e Francesco Vettori, altri meno intimi come Francesco Guicciardini, gli esponenti del mondo politico fiorentino, colleghi, nemici, cardinali, uomini di lettere, e perfino un'amante, la cortigiana Barbara Salutati. La storia di Machiavelli viene così a intrecciarsi con quelle di ventitré personaggi: sono i loro occhi e le loro parole, anche indirettamente, a delineare il caleidoscopico Machiavelli, restituendo un profilo umano, contradditorio, simpatico, beffardo, tagliente, patetico e appassionato. Questo libro aggiunge un nuovo capitolo alla bibliografia machiavelliana, che a volte si ripete stancamente. In ogni pagina il lettore troverà piccole e grandi sorprese che lo accompagneranno in una promenade istruttiva e inaspettata. Tutti gli uomini di Machiavelli si chiude con un ritratto femminile. Quello raccontato è un mondo di uomini dove le donne sono ridotte a meri oggetti sessuali o a ghiribizzi letterari. Ma ride bene chi ride ultima.
Il 21 settembre 1990 un commando di killer mafiosi intercetta un giovane magistrato che sta per recarsi, come ogni mattina, al suo ufficio di Agrigento su una modesta utilitaria, senza scorta, e lo assassina. La sua unica "colpa": aver teorizzato, e praticato, la funzione di giudice come mite, ma inflessibile, custode della legalità democratica. La sua vicenda è stata raccontata più volte in articoli, libri, sceneggiati televisivi e anche in un film. Qui, per la prima volta, ne viene proposta una lettura teologica che inserisce la figura e l'opera del magistrato nel contesto storico-culturale del Concilio Vaticano II e, coerentemente, ne evidenzia i caratteri paradigmatici del battezzato, maturo spiritualmente, responsabile civicamente, impegnato sino al dono della propria vita nella testimonianza dei valori evangelici. L'Autore si basa sui documenti originari sia di Livatino sia di quanti lo hanno conosciuto e ne hanno narrato la personalità, lo stile, i gesti. La monografia, pur redatta con severi criteri scientifici, è impregnata da un sincero afflato di ammirazione e si direbbe di affetto nei confronti di Livatino, tanto più amabile in quanto rappresentato, senza retorica agiografica, anche nei suoi momenti di incertezza e di apprensione.
Grigna e Monte Bianco, Grand Capucin e Lavaredo, e poi K2, Dru, Cerro Torre, G4, Grandes Jorasses, Cervino: bastano pochi nomi per capire che il protagonista di queste pagine è Walter Bonatti, il grande alpinista che qui racconta le proprie imprese più entusiasmanti ma anche quelle più tragiche, come l'odissea tra le nevi del Pilone Centrale, o amare, come quella legata alla spedizione del 1954. Scalate ed emozioni estreme, dunque, e non solo: a questa appassionante antologia Bonatti volle aggiungere, oltre al racconto dei suoi ultimi viaggi in Patagonia, le sue riflessioni sulla montagna come fonte di incanto e di saggezza, di etica e di bellezza, sul potere della solitudine, sull'alpinismo come strumento di ricerca interiore. E sulla necessità di inseguire, consapevolmente e per tutta la vita, i propri sogni.
Maestro assoluto della pittura, Raffaello contribuì con il suo talento a dar corpo alla visione universale della Chiesa Romana dei pontefici Giulio II e Leone X all'inizio del Cinquecento, esercitando un'influenza duratura sul linguaggio artistico di generazioni di pittori e scultori. Nonostante la fama dell'artista, poco si conosce della sua vita privata, pochi i documenti noti, pochissime le biografie disponibili al grande pubblico. Con il suo Raffaello. La rivoluzione dell'antico, Claudia La Malfa colma questo vuoto: grazie allo studio aggiornato di documenti inediti e fonti mai considerate, restituisce una narrazione delle diverse stagioni del grande pittore. Al centro vi è naturalmente l'arte di Raffaello, la sua relazione con una classicità studiata a fondo e reinterpretata in maniera unica. Il genio di Raffaello è la rivoluzione dell'antico, la rilettura dei modelli della classicità e il loro adattamento al linguaggio della sua epoca. L'analisi dettagliata dei dipinti e delle opere di Raffaello si intreccia alle diverse stagioni della sua vita: dal periodo umbro al trasferimento a Siena, dall'incontro a Firenze con Michelangelo e Leonardo all'approdo a Roma, acme della sua carriera, fino alla prematura morte il 6 aprile 1520, all'età di 37 anni. Claudia La Malfa mette in luce studi, amicizie, relazioni e collaborazioni di un maestro che conobbe quasi subito la fama, ma fece di questa notorietà uno strumento per la ricerca di un linguaggio nuovo che avrebbe segnato una delle più importanti rivoluzioni nella storia dell'arte.
La storia, raccontata in prima persona come se fosse un romanzo, di una donna calabrese che dopo l'uccisione dei suoi due fratelli decise di denunciare la 'ndrangheta. Siamo in Calabria, all'inizio anni '90, dove i clan comandano con ferocia mentre lo Stato sembra quasi inesistente. Marianna, giovane laureata, lascia un lavoro promettente e i suoi sogni e decide di testimoniare perché crede nella giustizia. Ma da allora, con i suoi famigliari, inizia il calvario della vita sotto protezione fatto di promesse mai mantenute e di una burocrazia ottusa e spietata che fa di tutto per negarle diritti elementari. Ancora oggi, dopo 25 anni, vive in un limbo, con la paura ogni giorno di una vendetta da parte di gente che non dimentica mai. Eppure, aiutata anche dalla sua grande fede, continua la sua battaglia, comune a tante altre persone come lei, affinché lo Stato le restituisca una vita dignitosa.
Il libro evidenzia nel profilo biografico di Pastore (1902-1969) uno dei temi centrali e permanenti del suo impegno civile: assicurare l’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori rendendoli partecipi protagonisti dei processi di formazione delle decisioni socio-economiche. Il maturare di questa aspirazione accompagnò l’itinerario di Pastore, uomo del Novecento,
nelle sue principali esperienze pubbliche: giovane operaio autodidatta, militante del cattolicesimo sociale, attivista del PPI, giornalista antifascista, organizzatore della Gioventù cattolica, leader sociale nella DC, innovatore del sindacato italiano e internazionale, ministro per il Mezzogiorno e per le aree depresse del Paese. Come fondatore della CISL egli promosse una rappresentanza sindacale in grado di dare un apporto positivo allo sviluppo della democrazia in Italia e come uomo di governo della giovane Repubblica Italiana sostenne il pieno riconoscimento del sindacato quale attore sociale di fronte al sistema dei partiti. Per consentire di ripercorrere agevolmente la riflessione di Giulio Pastore intorno alle relazioni tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica in uno Stato democratico, il volume offre ai lettori un’ampia scelta di interventi e di articoli proposti in diverse occasioni tra il 1925 e il 1969.
In un mondo come quello odierno, in cui le religioni sono tornate ad essere forza motrice di rivoluzioni politiche e sociali, il "caso Savonarola" appare più che mai emblematico. Si tratta di un `comunicatore' rinascimentale e del suo tentativo di trasformare una città "corrotta" come la Firenze medicea in una Repubblica di santi, avanguardia della rigenerazione dell'intero mondo cristiano. Giovandosi di una ricchissima tradizione di ricerche, la presente biografia ripercorre in chiave aggiornata la controversa vicenda del Frate che pagò con la vita la sua sfida alla Roma di papa Alessandro VI Borgia. Lasciando aperto l'interrogativo sulla santità o l'impostura del personaggio, l'autore presenta con scrupolo di obiettività e con ampie citazioni documentarie la figura di un visionario che salì alla ribalta della grande storia. In un crescendo di rivelazioni e moniti dal pulpito, Savonarola sfruttò spregiudicatamente la sua reputazione di uomo di Dio per elevare Firenze a nuova Gerusalemme, patria di un popolo rinnovato nei costumi e nelle istituzioni. Impose austerità e utilizzò la propaganda, ma si astenne dal fondare la sua riforma sulla violenza. Si attirò per questo il biasimo di Machiavelli, che nel rogo su cui il predicatore salì nel maggio 1498, vide il destino di qualsiasi profeta disarmato. Le ragioni del suo tragico fallimento, destinato a lasciare una traccia durevole sulla coscienza cristiana di Firenze e non solo, sono qui ripercorse alla luce della storia generale dell'Italia di fine Quattrocento, di cui l'autore è tra i maggiori esperti sulla scena internazionale.
Riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, Testamento di un anticomunista è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
«Credo sia arrivato il momento di non tacere più nulla. Iniziando l'organizzazione militare per lo strappo al vertice sul modello gollista, io non avevo dubbi di compiere un atto dovuto.»
È il 1998 quando Edgardo Sogno chiede ad Aldo Cazzullo di collaborare alla stesura delle sue memorie. Nasce così questo libro, nel quale rivivono le tradizioni di una famiglia risorgimentale, la Torino fascista e quella antifascista, la guerra di Spagna, la Resistenza. Ma soprattutto il progetto di quel "golpe bianco" che, negli anni Settanta, avrebbe dovuto fare dell'Italia una Repubblica presidenziale. Testamento di un anticomunista, riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
Chi era davvero Maria Montessori? Al suo nome si lega il metodo che ha rivoluzionato la pedagogia, mettendo il bambino al centro del processo educativo e rispettando il suo io e i tempi con cui si costruisce. Una rivoluzione che poteva compiere soltanto una donna capace di decisioni controcorrente in ogni momento della sua esistenza. La sua vita è stata molto celebrata, ma mancava ancora un ritratto che provasse a delinearne, senza preconcetti e senza sconti, la personalità fortissima. Cristina De Stefano, attraverso testimonianze dirette e carteggi inediti, ci mostra una Montessori sorprendente e poco conosciuta. Allieva in lotta contro l'istituzione scolastica, laureata in Medicina quando una donna all'università era una rarità, da giovane si divide tra la militanza femminista, il volontariato sociale e il lavoro in corsia. Poi un giorno, davanti ai bambini abbandonati in manicomio perché troppo difficili per la scuola, ha l'intuizione che il modo di guardare alla intelligenza dei piccoli vada ripensato dalle fondamenta. Il suo metodo pedagogico, applicato all'inizio in una piccola scuola nel quartiere più povero di Roma, fa in pochi anni il giro del mondo e la trasforma in una celebrità. Da allora Maria Montessori dedica tutta la sua vita alla missione di cambiare il mondo. Scienziata che illumina ogni cosa di una luce spirituale, grande sperimentatrice che crede nell'intuito, idealista eppure attenta a registrare il suo materiale con dei brevetti internazionali, idolatrata dai suoi seguaci e attaccata dai critici. Per alcuni è una profetessa di una nuova idea di umanità. Per altri un despota e un'opportunista in politica. Maria Montessori è, come tutti i geni, un personaggio difficile. Ma nessuno potrà mai negare la sua forza di carattere, l'emancipazione assoluta per i suoi tempi, la capacità di visione quasi medianica. Nell'anno che commemora i centocinquant'anni della sua nascita, Il bambino è il maestro dimostra che la grandezza spesso nasce anche da profonde contraddizioni.
Lungo l'intera storia del pensiero, il legame tra biografia e speculazione filosofica si è spesso rivelato determinante, ma mai come in Giordano Bruno, che guardava alla propria vita come a un dono degli dèi, in vista di un destino eccezionale. Lo testimonia questa documentata biografia, che, scritta dal massimo interprete di Bruno, offre anche la migliore chiave d'accesso al nucleo più profondo della sua esperienza filosofica. Un'esperienza, e una vita, eminentemente rinascimentali, indagate e raccontate con maestria, fino al culmine del celebre processo; e qui, prendendo le distanze dal mito di un Bruno pronto a immolarsi quale martire del libero pensiero, Ciliberto lo mostra impegnato a giocare tutte le proprie carte per salvarsi. Solo dopo ottanta mesi di prigionia e di travaglio interiore, Giordano Bruno sceglierà la morte - e riuscirà nello stesso tempo a capovolgere il rapporto con gli inquisitori, ergendosi a giudice e riducendo la Congregazione al ruolo di imputato davanti al tribunale della verità.