Questa è una storia sorprendente e affascinante, perché la Divina Misericordia è una realtà sorprendente e affascinante. Il potere di Gesù e di Maria opera in questa storia come il potere di un'onda del Pacifico alta tre metri. Leggete questo libro e vedrete come la stessa onda che ha sollevato Paolo e Agostino, Francesco e Ignazio ha sollevato adesso Donald Calloway trasformandolo da "incorreggibile" e "impossibile" in "radicalmente convertito". È una storia vecchia, molto vecchia: eppure ogni volta è irresistibilmente nuova. Qui è raccontata con candore e semplicità seducenti da un prete surfista ex-drogato ed ex-criminale. Peter Kreeft, Teologo Una storia che è fonte di ispirazione; una conversione davvero sbalorditiva. Sarete colpiti nel leggere come Nostro Signore ha riorientato le passioni di quest'uomo, portandolo da una vita di crimini all'amore per Gesù e per Maria, e per il surf! Se Hollywood avesse fede quanto un granello di senape, la storia di padre Calloway sarebbe già diventata un film. È un libro che si legge tutto di un fiato, in cui il protagonista passa da un'adolescenza criminale a una fede adulta, per arrivare fino al sacerdozio. È la storia di una vita drammatica, e padre Calloway la racconta con uno stile letterario avvincente e virile. Perciò, se non è diventata un film (almeno non ancora), potrete almeno ricordarvela come un film, tanto è vivace. Scott Hahn, Professore di Teologia e di Sacra Scrittura Franciscan University of Steubenville, Ohio
«Potrà mai esistere un peccatore tanto grande da non aver diritto dalla misericordia, quando chiede l'aiuto di Dio e il nostro?». La domanda, che fa da filo rosso a questo pamphlet, non riguarda un "peccatore qualunque", ma quel peccatore che è il prete. Nel tempo della misericordia invocata da papa Francesco su tutti, si rischia di dimenticare che anche i preti, i parroci, i vicari parrocchiali vivono in situazioni che, talvolta, li espongono al male o a una gravosa solitudine: in questi casi, il rischio è quello del giudizio, spesso spietato, anche da parte dei confratelli e dell'abbandono a se stessi. Il vescovo emerito di Nanterre - senza nascondere che nella vita sacerdotale possono annidarsi i pericoli dell'alcolismo, della depressione, oltre a quello della dipendenza dal sesso o persino della pedofilia, e senza mai "scusare" superficialmente nessun atteggiamento - invita i credenti a riflettere sulla persona umana del prete in difficoltà che, spesso, è un peccatore che si trova anche a essere abbandonato dai suoi stessi "figli". Un libro che sarà di grande aiuto per la riflessione dei preti in difficoltà, dei loro confratelli, ma anche dei fedeli che hanno un cuore aperto alla misericordia verso i loro pastori feriti.
Il presente volume contiene le riflessioni emerse nel corso della Plenaria che la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica hanno tenuto dal 27 al 30 novembre 2014 sul tema: «Vino nuovo in otri nuovi. La vita consacrata a 50 anni dalla Lumen gentium e dal Pefectae caritatis» che ha rivolto l'attenzione al cammino compiuto dalla vita consacrata nel post-Concilio, cercando di leggerne in sintesi le sfide rimaste ancora aperte. Tali Orientamenti sono anche il frutto di quanto emerso a seguito dei numerosi incontri che nel corso «dell'Anno della vita consacrata hanno visto convergere a Roma, presso la Sede di Pietro, consacrate e consacrati provenienti da ogni parte del mondo» (pag.7). Il Magistero della Chiesa, a partire dal Concilio Vaticano II, ha sempre accompagnato la vita delle persone consacrate anche attraverso grandi coordinate di riferimento e di valore come: «le Istruzioni Potissimum institutioni (1990), La vita fraterna in comunità (1994), Ripartire da Cristo (2002), Il servizio dell'autorità e l'obbedienza. Faciem tuam (2008), e Identità e missione del Fratello religioso nella Chiesa (2015)». Per vino nuovo otri nuovi si colloca nella linea «di un esercizio di discernimento evangelico, nel quale si cerca di riconoscere - alla luce dello spirito - quell'"appello" che Dio fa risuonare nella stessa situazione storica: Anche in essa e attraverso di essa Dio chiama» (pag.8).
Il racconto della vocazione al ministero ordinato si identifica spesso con una serie di incontri e pensieri che fanno maturare la decisione di diventare prete. Analizzando la Tradizione (liturgica e non) ci si rende conto che altri elementi sono presenti nella storia delle chiamate all'ordine sacro: le necessità della Chiesa, le caratteristiche umane e spirituali della persona stessa e infine le sue intuizioni (chiamata interiore). È tutta la Chiesa che, attraverso il ministero del Vescovo, sceglie tra i propri membri chi ritiene idoneo al ministero, li chiama e, dopo il loro "eccomi", li consacra ministri. Riportare armonia tra le necessità della Chiesa, le caratteristiche della persona (criteri di discernimento) e la sua disponibilità sembra oggi quanto mai necessario. La pastorale delle vocazioni al ministero consisterà allora nel proporre la vita cristiana per poter individuare e chiamare coloro che Dio ha scelto. Così avremo persone capaci di considerare il proprio servizio chiaramente destinato, innanzitutto, all'edificazione della Chiesa di Cristo, la Chiesa degli Apostoli, e non alla realizzazione di un sogno o di un progetto personale.
L'esortazione apostolica Vita Consecrata definiva la scelta dei monaci e delle monache una delle «tracce che la Trinità lascia nella storia perché gli uomini possano avvertire il fascino e la nostalgia della bellezza». A distanza di due decenni dalla pubblicazione di quel documento è necessario prendere atto dei problemi, provocati principalmente da un'errata interpretazione del rinnovamento promosso e auspicato dal Vaticano II. Proprio dal concilio è necessario ripartire. E, in particolare, da tre fondamentali acquisizioni. La prima è la teologia della Parola, con un convinto ritorno alla vita spirituale, carenza individuata tra le principali cause della sterilità odierna della vita consacrata. La seconda è la teologia di comunione, intesa come apertura a spazi di relazione e rilettura dei carismi nella situazione attuale, anche al fine di individuare e soccorrere povertà ignorate o disattese. La terza, infine, è la teologia delle realtà terrestri, il ritorno alla grande tradizione dei Padri, al tempo in cui i monaci vivevano a stretto contatto con la gente, lavoravano, pregavano, vivevano semplicemente il loro battesimo con gli altri battezzati.
Questo volume è il frutto di un lavoro collegiale, che tra il 2014 e il 2016 ha coinvolto i Pastori delle Chiese che sono in Italia attorno al tema del Rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente. Si tratta di un agile strumento pastorale con proposte qualificate e percorsi di comunione necessari a realizzarle, spunti per continuare il confronto, il discernimento e l'elaborazione di processi di riforma. Tra i titoli: primato della dimensione comunitaria, diocesanità e carità pastorale, fraternità presbiterale, cura della vita interiore, sequela, responsabilità amministrative ed economiche, gioia evangelizzatrice e prima formazione.
"Essere prete oggi" significa essere ben radicati nella tradizione della spiritualità sacerdotale e coraggiosamente aperti alle sfide della cultura contemporanea. È questo il tema delle quattro meditazioni sull'identità del prete pubblicate nel presente libretto. L'argomento è trattato in quattro scansioni: "uomo di Dio" nell'epoca dell'indifferenza e del fondamentalismo, "apostolo di Gesù Cristo" nel mondo secolarizzato post-cristiano, "pastore della comunità cristiana" nell'epoca dell'individualismo libertario e del discredito delle istituzioni, e "mediatore tra Dio e gli uomini" nell'epoca postmoderna della crisi dell'umano. I tratti di fondo delle meditazioni sono poi ripresi in una riflessione conclusiva che mette a fuoco il tema dell'"identità relazionale del presbitero oggi". Un piccolo libro indirizzato dall'autore in particolare ai confratelli del presbiterio, ma che può offrire preziosi suggerimenti anche ai laici e ai religiosi, partecipi del comune sacerdozio di tutti i fedeli e chiamati a lavorare insieme a servizio del Signore.
«In occasione dell'anno sacerdotale del 2010, ho deciso di raccogliere le riflessioni e le esperienze della mia quasi trentennale esperienza di superiore e formatore dei seminaristi e sacerdoti della Fraternità san Carlo. È nato così il libro Padre che ho desiderato offrire umilmente ai miei fratelli nel sacerdozio e a tutta la Chiesa. Oggi nasce una nuova edizione, proprio mentre papa Francesco pone il tema della vocazione al centro della considerazione della Chiesa universale, che culminerà nel Sinodo ordinario dei vescovi convocato per l'ottobre 2018 e che avrà come titolo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Mi auguro che questa mia opera possa contribuire positivamente alla riflessione a cui il Santo Padre ci invita e sia per tutti noi, e in particolare per coloro che sono impegnati nell'affascinante campo dell'educazione dei giovani, un utile strumento di accompagnamento verso la fioritura delle vocazioni e, soprattutto, delle vocazioni sacerdotali».
La vita consacrata è una donazione totale attraverso i tre consigli evangelici, che si realizza in una Chiesa che crede nel dialogo, che vuole vivere e agire in comunione, avvicinandosi sempre di più al cuore del Vangelo. Tutto ciò che appartiene alla vita consacrata fa parte della Chiesa, e i suoi doni carismatici, convivendo con altri carismi, formano con questi ultimi quell’unità di fondo che costituisce la Chiesa stessa, il «noi» dei discepoli di Cristo. Il carisma della vita consacrata trova nella Chiesa locale un sano e necessario realismo, e la Chiesa locale, a sua volta, è sollecitata, attraverso la testimonianza dei consacrati, a dilatare i suoi orizzonti e ad assumere il volto missionario che caratterizza la sua intima essenza.
«La scelta della vocazione monastica comporta che il bene che ci sarà dato di compiere non consisterà tanto in opere caritative, quanto piuttosto nel sacrificio della nostra vita, nella preghiera gratuita, nell' offerta di noi stessi. Tutto il monastero è da trattare come i vasi sacri dell'altare, perché tutto appartiene al Signore; noi stessi diventiamo un bene nelle mani di Dio, siamo come l'obolo della vedova gettato nel tesoro comune e la nostra vita deve essere un culto continuo a Dio, un'offerta generosa e gratuita, lieta e riconoscente».
L’interculturalità è una via da percorrere obbligatoriamente nella formazione delle vocazioni oggi. L’attuale internazionalizzazione e presenza multiculturale nelle comunità di consacrati, richiede dei codici della convivenza per una vera testimonianza di fraternità e di scambio tra le differenze culturali. Il colore della pelle e la diversità culturale continuano a costituire una difficoltà nei rapporti di comunità. L’ideale di comunione voluto da Gesù e dal concilio Vaticano II, si deve rivelare nella fraternità vissuta dai membri più eminenti della Chiesa. Pure il mondo globalizzato sfida l’armonia comunitaria con i suoi nuovi mezzi e tecnologie di comunicazione. Perciò, alle sfide esaminate nei due primi capitoli, la riflessione risponde negli altri due capitoli indicando la prospettiva di formare un’identità vocazionale e plurale forte, e di programmare processi di assimilazione della spiritualità di comunione. A questo fine sono chiamati in campo preziosi suggerimenti del magistero e coraggiose indicazioni della pedagogia interculturale.
Il carisma di S. Francesco d’Assisi ancora oggi attira tanti giovani a seguire il Signore Gesù sulla via da lui tracciata. Questo carisma, oggi è custodito e passa di generazione in generazione attraverso i diversi frati, che mediante la professione religiosa abbracciano questa vita. Il presente studio dopo aver preso in considerazione il rito della professione religiosa in Occidente, passa a prendere in esame il rito della professione religiosa delle famiglie francescane dopo il Concilio Vaticano II. Quindi, a partire dall’analisi dell’intero rituale si concentra nell’analisi delle Preghiere di Benedizione o Consacrazione sul candidato alla professione solenne, che in particolare nella terza formula sintetizza il carisma dell’Assisiate. Infine, a partire dall’analisi di queste Preghiere, traccia alcune linee di spiritualità per colui che segue il cammino di sequela e conformazione a Cristo indicato dal Poverello d’Assisi.