L'autore è convinto che la Sindone sia autentica in quanto, confrontando quello che è scritto nei Vangeli sulla sepoltura e sulla resurrezione di Gesù e i suoi esperimenti, constata che c'è perfetta corrispondenza fra quello che è scritto e i risultati da lui ottenuti. Tutto comincia dall'interpretazione dei dati forniti dai quattro Evangelisti, che non sono affatto in contraddizione fra loro. V'è, in essi, la presenza certa di un lenzuolo funebre, detto in greco sindòn, di una quantità esorbitante di migma (che vuol dire mistura) di mirra e aloe, di un sudario e di una o più bende. Ebbene, se questi furono gli elementi fisici usati, adoperandoli noi oggi, potremmo ottenere, per ipotesi, quella particolarissima immagine corporea che noi vediamo sulla Sindone. È quello che di fatti avviene. Il migma di mirra e aloe, in presenza di umidità, diventa resina. La resina, così ottenuta, si attacca al tessuto. Il tessuto, in presenza di questa resina, si modifica chimicamente, colorandosi di ambra. La presenza del sangue sulla Sindone è dovuta ugualmente alla presenza di mirra e aloe, le quali riescono a rendere di nuovo liquide le numerose croste presenti sul corpo, facendo penetrare così il sangue in profondità nelle fibre, fino alla parte opposto del lino. L'aspetto più difficile da decifrare di quest'immagine è la sua tridimensionalità sul piano. L'autore riesce a spiegarla mediante la sua scoperta di quello che lui chiama "rilievo di carne di tipo gotico". Il corpo di Gesù, infatti, all'interno della Sindone, era talmente coperto di mirra e aloe, avanti, indietro e soprattutto di lato, che emergevano fuori dal migma solo la parti anteriori e posteriori del corpo. Queste parti soltanto riuscirono a riprodursi sul lino.
Ci sono in Piemonte centro sindoni murali, affrescate sulle pareti esterne di edifici diversi - case, palazzi e castelli, ma anche baite e cascine - che costituiscono un capitolo della storia della Sindone e delle sue ostensioni, poco conosciuto anche da molti piemontesi, nonostante costituisca un caso singolare di devozione popolare, un ciclo d'arte unico lungo tre secoli.
Questo "atlante" degli affreschi sindonici è anche una guida a scoprirli nel loro ambiente, perché allarga lo sguardo dall'affresco all'intorno, seguendo itinerari tracciati a partire da territorio, dai paesaggi naturali e costruiti, che tutti insieme disegnano il volto del Piemonte.
Sisto Giriodi, professore di progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura di Torino, da dieci anni lavora come fotografo di territorio a un "atlante" del paesaggio piemontese contemporaneo, progetto che guarda all'architettura e alla fotografia come a una possibile antropologia.
Il libro raccoglie e valuta in modo critico le informazioni sugli aspetti anatomici e medico-legali della Sindone di Torino, integrandoli con le osservazioni personali degli autori. L’approccio anatomico permette di descrivere l’antropometria (letteralmente, misurazione del corpo) dell’Uomo della Sindone, mentre l’indagine medica permette di formulare una possibile ipotesi sulle cause della sua morte.
Seconda edizione Dopo il test radiocarbonico del 1988, gli scienziati responsabili si fecero fotografare con la data medievale scritta alla lavagna e seguita da un punto esclamativo; ora, il punto esclamativo deve essere riferito a una data del I secolo dopo Cristo. Fra le novità più interessanti risulta non solo che, in base a nuovi metodi di datazione meccanica e chimica, la Sindone è compatibile con il periodo in cui Gesù di Nazareth visse in Palestina, ma che fu anche un modello per l’iconografia numismatica bizantina a partire dal 692 d.C. Infatti chi incise le monete in quegli anni aveva appena sette probabilità su un miliardo di miliardi di coniare quel particolare volto di Cristo senza avere visto l’immagine sindonica. Gli studi scientifici sulla Reliquia fino ad oggi non riescono a fornire risposte conclusive sia sull’identità dell’Uomo che vi fu avvolto, sia sulla dinamica di formazione dell’immagine ivi impressa. La scienza umana deve ammettere i suoi limiti, ma gli studi continuano anche per sfatare ipotesi assurde ed errate conclusioni. Il libro non solo affronta questi temi in modo scientifico e il più possibile oggettivo, ma alla portata di tutti, conducendo anche il Lettore attraverso nuovi percorsi di ricerca.
Note sull'autore
Giulio Fanti è professore associato di Misure Meccanichee Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova. Dopo un’esperienza di strutture spaziali, anche di satelliti al guinzaglio e di analisi di immagini, ha indirizzato dal 1997 il suo interesse verso la Sindone per colmare alcune lacune soprattutto in riferimento all’immagine corporea ivi impressa, che risulta tuttora scientificamente inspiegabile. È stato il responsabile di progetti di ricerca universitari riguardanti la Reliquia più importante della Cristianità ed è a capo da più di 10 anni del gruppo Shroud Science. È autore di più di 170 lavori scientifici pubblicati anche su riviste internazionali. Sulla Sindone ha scritto otto libri e più di 50 lavori scientifici; è stato editore invitato per uno speciale scientifico sulla Sindone e relatore di numerose tesi di laurea in Ingegneria Meccanica. Pierandrea Malfi, è nato e vive a Venezia. Ha conseguito con lode la laurea magistrale in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Padova, discutendo una tesi sulla datazione meccanica di fibre tessili i cui risultati sono anche in pubblicazione su una rivista scientifica internazionale. Ha allestito e informatizzato il Museo di strumenti antichi di fisica “Antonio Maria Traversi” del liceo classico Marco Foscarini di Venezia, di cui è curatore scientifico da 10 anni.
Alcuni fra i maggiori studiosi della Sindone, coordinati dalla professoressa Marinelli hanno fatto confluire in questo volume i risultati delle loro idagini più recenti. Si ridefinisce così, dal punto di vista storico e scientifico, il mistero del Sacro Lino che si svela sempre più come il reperto più importante della vicenda cristiana, la reliquia lasciata da Cristo nel Sepolcro di Gerusalemme. Completano il volume alcune meditazioni sindonologiche di Orazio Petrosillo (1947- 2007).
Una straordinaria presenza ammantata di mistero: così si pone la Sindone sul cammino dell’umanità desiderosa di dare risposta ai quesiti che coinvolgono il senso più profondo della sua esistenza. Quell’antico telo ha avvolto davvero Gesù? L’immagine che vediamo ci parla della sua risurrezione? Com’è arrivato fino a noi quel fragile lenzuolo? Per far luce su questi enigmi sono scese in campo le discipline storiche e quelle scientifiche. Nuovi risultati sono così emersi dagli archivi e dai laboratori, componendo un mosaico avvincente di indizi e di prove. A questo punto il cammino va oltre: davanti alla Sindone «il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare» (Papa Francesco, 30 marzo 2013). Questo rovesciamento di prospettiva è il punto di arrivo di un itinerario di conoscenza che giunge al significato recondito del prezioso lino. La Sindone in realtà non ha bisogno di luce: è lei che la diffonde. E dunque un percorso di ricerca per illuminarla porta necessariamente a una sola conseguenza: che siamo noi a lasciarci illuminare.
Nelle prime duecento pagine il libro – curato e in parte scritto direttamente da Emanuela Marinelli – aggiorna sulle più importanti indagini storico-scientifiche compiute fino a oggi sul sacro Lino.
Offrono qui il loro contributo Alfonso Caccese, Andrea Di Genua, Michele Filippi, Bartolomeo Pirone, Ivan Polverari, Laura Provera, Domenico Repice. Nella sezione conclusiva, invece, le riflessioni di Orazio Petrosillo (1947-2007) aprono alla contemplazione dell’Uomo della Sindone.
Un padre che lascia in eredità insegnamenti di vita cristiana, vissuta in semplicità e umiltà. Due figli che lo ricordano, l'uno, con una breve ma intensa e commovente riflessione personale, l'altro, esprimendo sensazioni, considerazioni e ragionamenti sospesi tra fede e scienza. Il tutto costruito, con leggerezza, intorno al "caso" della Sindone e alla preghiera del "Credo" e con un interrogativo immanente: la nostra vita finirà o, semplicemente, cambierà forma e sostanza? Diventeremo oblio di noi stessi o ci trasformeremo in energia cosciente?
La Sindone è davvero il lenzuolo funebre di Gesù oppure si tratta di un falso medievale? I Vangeli narrano fatti realmente accaduti oppure sono semplici leggende? La risposta a queste domande non è secondaria, perché coinvolge profondamente la nostra vita. Di certo la Sindone è il reperto archeologico più studiato al mondo e i Vangeli ne costituiscono l’unica chiave interpretativa. Questo legame tra Sindone e Vangeli ha quindi suggerito agli Autori di affiancare le più recenti ricerche scientifiche sul telo sindonico a un’indagine altrettanto scientifica e documentata sull’attendibilità dei Vangeli, riassumendo in un unico testo i risultati delle scienze naturali e di quelle storiche, in forma breve e con un linguaggio accessibile, in modo da offrire una sintesi indispensabile per l’uomo moderno che non vuole rimanere analfabeta sugli interrogativi più profondi.
L'autrice - cofondatrice assieme a Mons. Giulio Ricci, del "Centro Romano di Sindonologia" nel 1976 - ha voluto riprendere in mano gli studi sulla Sindone poiché, avendo notato una certa confusione e talvolta anche superficialità in alcuni di essi, ha deciso di offrire ai lettori un compendio storico e scientifico, nonché una raccolta di contenuti inediti sull'argomento.
Il Calice del Santo Graal di Gesù Cristo custodito da un secolo e mezzo in Vaticano. Il testo antico sulla Sacra Sindone cucita dalla Vergine Maria e presente all'Ultima Cena. Il bollo romano sulle ceneri di Caio Giulio Cesare sepolte nella Catacomba di San Lorenzo. La bottega di Giuseppe di Nazareth a Cafarnao accanto alla Casa di Simon Pietro. Le tracce della prima custodia della Sindone in India da parte di Tommaso Apostolo. Il vescovo esorcista e le reliquie di Maria Maddalena in Francia. La tomba di Artù e di suo fratello Merlino in Scozia. Il tragico testamento di Pio IX. La profezia di Malachia di Armagh sulla crisi della Chiesa. Questo libro, frutto di oltre dieci anni di ricerche storiche e scientifiche diffuse in tutto il mondo e qui in versione ridotta, contiene tutto ciò.
Contiene una tavola di cm 56x20,5 che riproduce il positivo fotografico a colori e sul retro il negativo fotografico in bianco e nero della Sindone. Il taglio del presente volume è prevalentemente teologico pastorale, con particolare attenzione al mistero del sabato santo, così direttamente coinvolto dalla realtà sindonica. Una sezione è dedicata all'informazione elementare sul lenzuolo sindonico nella sua materialità, nella sua storia e problematica scientifica. La parte più consistente e in qualche modo più nuova presenta una trattazione sulle tematiche bibliche interessate dal fatto sindonico, una riflessione teologica particolarmente sul tema della "discesa agli inferi" e una sulla liturgia del sabato santo celebrata in presenza della Sindone (con abbondante suggerimento di preghiere appropriate). "Ritengo che questi testi possano offrire un contributo originale e di grande utilità per il lavoro che tutte le componenti della nostra realtà ecclesiale stanno svolgendo in questo anno di grazia. Lo offro al pubblico più vasto con l'augurio che possa essere utilizzato adeguatamente per far conoscere e apprezzare sempre di più la Sindone "icona del sabato santo" che apre al grande evento della Risurrezione del Signore." (Dall'Introduzione di Cesare Nosiglia)
Lo sviluppo del testo cerca di offrire al lettore una conoscenza solida e convinta, necessaria lì dove può pensare di dare una risposta alla domanda evangelica del titolo, ma anche lì dove dovesse confrontarsi con le argomentazioni del versante negazionista dell'autenticità della Sindone. Il mare della Sindonologia è vasto, spesso burrascoso. Al di fuori dell'Introduzione e delle Conclusioni, tutto il resto del testo è diviso in brevi capitoli. Qui ogni argomento specifico della Passione (Ematoidrosi, Flagellazione, Incoronazione di spine, Crocifissione ecc.) viene sviluppato sia per il Cristo Evangelico sia per l'Uomo Sindonico. Questa impostazione permette una immediata analisi delle concordanze tra il verificabile dell'uno e il verificabile dell'altro personaggio. In questo modo dovrebbe essere possibile giungere autenticamente a conclusioni ricavate da confronti estemporanei, non inficiati da fideismo né razionalismo, frutto solo di una ragione appassionata, in grado di dedurre per capire e sapere. Con questo si spera di aver reso un piccolo contributo alla questione sindonica, atto ritenuto dovuto da chi ama la verità senza contraffarla, ma così come si pone alla scienza e coscienza di ognuno.
Il Vangelo narra che il corpo di Gesù, deposto dalla croce, fu composto in un lenzuolo - in greco sindon - che fu poi trovato vuoto nel sepolcro. Che tracce ha lasciato di sé nei secoli questo prezioso telo? Gli autori di questo volume ripercorrono gli spostamenti del Sacro Lino, oggi conservato a Torino, da quando appare in Francia a metà del XIV secolo, fra guerre e rivendicazioni, occultamenti e venerazioni, fotografie e analisi scientifiche. Una datazione eseguita nel 1988 collocò l'origine della stoffa nel Trecento, ma quest'analisi non è stata esente da critiche; le antiche raffigurazioni di Cristo appaiono ispirate dalla Sindone, suggerendo così che il venerato lino sia ben più antico. Altre datazioni hanno riportato l'origine della Sindone all'epoca di Cristo. Dove è stata conservata prima della sua comparsa in Europa? Gli autori sono risaliti fino al misterioso panno chiamato Mandylion, nascosto a Edessa, una città nel sud-est dell'attuale Turchia: molti indizi permettono di dedurre che fosse in realtà la Sindone. Questo libro vuole essere dunque un viaggio avventuroso attraverso le ricerche storiche e scientifiche condotte sulla Sindone, per capire ciò che ormai è stato appurato e affacciarsi sulla soglia dei misteri ancora da svelare; un viaggio durante il quale le scoperte sorprendenti che vi attendono non vi deluderanno. Si ripercorrono i primi secoli alla ricerca di indizi della sua esistenza e si confronta l'analisi dell'impronta lasciata dal cadavere con ciò che è noto dalle fonti romane sulla crocifissione e dai Vangeli sul momento della deposizione del corpo di Gesù nel sepolcro. Così che il viaggio si conclude nel luogo da cui è partito.