“Georges Bernanos, scrittore brillante e fervente cristiano, parlando con alcuni amici fece questa confidenza: «Non vivrei neppure cinque minuti fuori della Chiesa Cattolica; e se venissi cacciato, vi tornerei subito a piedi nudi, in camicia e con la cenere sul capo e accetterei qualunque condizione per rientrare nella Chiesa ». Perché? Perché solo nella Chiesa Cattolica poteva ricevere il perdono di Dio, del quale tutti abbiamo bisogno. Il profondo pensatore Søren Kierkegaard ha scritto: «Perché ci si possa veramente fidare di un uomo, si esige la sua parola. Anche Dio ci ha dato la Sua Parola: Cristo!». E Cristo, in mezzo alla nostra cattiveria, ha gridato: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno»” (dalla presentazione dell’autore).
Dalla penna avvincente e carismatica di don Matteo Gattafoni, noto autore di altri libretti per i bimbi molto diffusi, questa Via Crucis intende portare il tema del dolore vicino ai più piccoli, con dinamiche pedagogiche adatte ai bimbi. Il tutto impreziosito dai disegni delle classi di Catechismo delle Parrocchie dell’autore, Fara San Martino e Palombaro
«Giannino Piana testimonia in modo trasparente la bellezza della ricerca, la gioia del credere, l'attrattiva della verità, l'amore per l'essere umano. Se vogliamo uscire dalla soglia della teologia, divenendo partecipi della sensibilità di tante persone in ricerca, potremmo forse applicare a lui un asserto della Critica della ragion pratica di Kant: "L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità"» (dalla Postfazione di Gianfranco Ravasi).
L'unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un'adolescente di trent'anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un'invasione. Quella donna ha l'accento "foresto" e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente s'incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia - "privi di luce, come due stelle morte" - Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l'ha subito, lei perché l'ha compiuto - un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l'unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Con l'amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell'anima per riempirle di compassione, di vita e di luce.
Modello della fede cristiana, secondo l'insegnamento di san Paolo, è Abramo, la cui fede consiste nell'obbedire a Dio e nell'abbandonarsi a Lui con fiducia. Tutti e quattro i Vangeli mostrano chiaramente che Gesù stesso ha camminato «sulle orme della fede del nostro padre Abramo», La lettera agli Ebrei presenta Gesù come il sommo sacerdote della nuova alleanza e il leader della fede, quella dei cristiani, che si pone sul prolungamento della fede d'Israele. La fede cristiana è è fede in Dio e anche fede in Gesù, il Figlio di Dio che compie le promesse fatte a Israele. Alla dimensione interpersonale ed esistenziale della fede è sottesa quella veritativa, sulla quale insistono gli ultimi scritti del Nuovo Testamento.
Il volume raccoglie gli studi sviluppati da vari collaboratori in vista della Tavola Rotonda su L'amore come perfezione dell'esistenza. La sezione storica, con 8 contributi, approfondisce la concezione dell'amore in Aristotele, Padri Cappadoci, Alberto Magno, Dante, Leibniz, John Stuart Mill, Kierkegaard e Arendt. La sezione teoretica, con 6 contributi, presenta le riflessioni sull'amore di Tommaso Demaria, Sabino Palumbieri, nel "Nahe Biti Boot" di Timor Est, in Gabriel Marcel, in Tommaso d'Aquino e in Emmanuel Lévinas. La sezione teologica, con 8 contributi, spazia in ambiti suggestivi: nell'islam africano occidentale, in Bernard Lonergan, sul ruolo educativo dell'eros, nella liturgia, in Francesco di Sales, in don Bosco, nel grande mistico Giovanni della Croce e in Maria di Nazaret.
José M. Mir, C.M.F., uno dei primi professori presso il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, era stato invitato dal Preside di allora, prof. Alfons Maria Stickler, S.D.B., a insegnare usando il il metodo vivo, cioè parlando sempre in lingua latina, ai nuovi alunni della neonata istituzione pontificia, il cui scopo è lo studio e la promozione del latino, lingua ufficiale della Chiesa Cattolica.
In questo volume i curatori hanno raccolto le dispense dei primi tre anni di insegnamento dello stimato professore, che era stato chiamato dalla Spagna per la sua ottima conoscenza della lingua latina, ma soprattutto per la sua esperienza didattica maturata nelle scuole superiori e per sua ottima direzione della rivista Palaestra Latina. Il volume contiene le praelectiones (exercitationes linguae latinae) dal 1965-1968, che nel loro insieme costituiscono un "corso triennale". Il corso parte dalle spiegazioni minuziose in lingua latina di brani scelti dei classici latini come Cicerone. Plinio il Giovane, Tito Livio, Orazio e Virgilio, a cui seguono esercitazioni sulle singole parole usate dagli autori. L'ultima dispensa contiene alcuni accenni sul latino adoperato dagli autori cristiani. curator hanno cercato di offrire una trascrizione delle tre dispense quanto più possibile fedele all' originale, anche se alcune parti del materiale sono state più tardi pubblicate dallo stesso autore nelle riviste Palaestra Latina e Latinitas. Nella prima parte del volume i tre curatori offrono loro saggi introduttivi. Il prof. Sajovic presenta la vita e l'attività accademica del prof. Mir. Il dott. Paul Nonso Ochada, dottorando presso la Facoltà di letter cristiane e classiche, esamina il metodo didattico del professore. La dott.sa Constance Cheung, dottoranda presso la stessa facoltà, nel suo saggio, meritevole di una particolare attenzione, esamina le tre dispense del prof. Mir nel loro insieme ei manuali di cui egli si è servito.
Sono nato nel 1926 a Miglionico (MT) e sono cresciuto tra le montage di Albano di Lucania (PZ) in una familia numerosa e credente. La mia vocazione? "Mamma, mi dai questo campo? Così lo vendo vado a farmi missionario." Grazie ai sacrifici della famiglia ho frequentato la scuola missionaria dei Redentoristi a Scifelli di Veroli (FR). Ho continuato gli studi a Cortona (AR), dove sono stato ordinato sacerdote nel 1952, e poi ho frequentato il Pontificium Athenaeum Internationale Angelicum di Roma per gli studi di teologia e filosofia. Negli anni seguenti mi sono dedicato alla pastorale e alle missioni popolari in Italia. Dopo circa 70 anni di sacerdozio, il Sacro Cuore di Gesù mi ha sussurrato "Scrivi e riempi il mio cuore di io umano. La mia ribellione è stata immediata: "Non ho mai scritto!... Sono vecchio!... Siamo in regime di lockdown!..." Ma la voce ha insistito ed ecco nascere, aiutato da persone meravigliose, un libro a coronamento di un'intera vita spesa al servizio della nostra Chiesa cattolica. Benché nell'Antico Testamento Dio faccia risuonare l'Io migliaia di volte e nel Nuovo Testamento Gesù se ne appropri per circa 300 volte, Padre Scelzi scopre con stupore che dal sesto secolo a. C. nella cultura e e nella filosofia greco latina, poi nella Patristica, nel Medioevo e nel Rinascimento l'Io resta nell'ombra fino agli accenni di Cartesio. Solo verso l'anno 1650 d. C. l'io diviene un tema interessante per filosofi, psicologi, psichiatri, artisti e letterati, finché dal 1900 anche numerosi teologi di grande levatura trattano esplicitamente dell' io in Cristo.
L'autore, inseguendo un suo proprio sogno, inizia quindi una scrupolosa ricerca fino alla realizzazione di un testo che considera l'Io come espressione dell'autocoscienza e lo approfondisce sotto l'aspetto psico-filosofico e teologico. Padre Scelzi conclude confermando per fede che Cristo è una sola Persona con la natura divina autocosciente e l'Io divino, e con la natura umana autocosciente e l'Io umano.
L'intento di questo libro, scritto a più mani, è anche quello di offrire ulteriori contributi di riflessione per far comprendere meglio "la terza guerra mondiale a pezzetti", per uscire da un sistema di guerra e costruire una economia di pace. Vi si affrontano anche altri conflitti, di tipo economico, finanziario e in diversi luoghi della terra, in particolare il conflitto arabo-israeliano.
Viviamo un’epoca nella quale emergono tutti i nodi del modello dominante: la crisi climatica, la guerra, l'eclissi della democrazia, dell'uguaglianza e della giustizia. La speranza degli autori e dei curatori del volume è quella di offrire piste per uscire dalla guerra e costruire una economia di pace nonviolenta, attraverso una risposta globale, per liberare la mente e il pianeta, superando la retorica della sicurezza. La pace disarmata è il nuovo paradigma della politica. Esercitarsi a vedere il conflitto anche quando non fa rumore è il primo passo da intraprendere.
Nel corso della sua formazione H. U. Balthasar segue l'insegnamento dei Padri della Chiesa per l'interdipendenza tra teologia ed esperienza di fede, il ruolo necessario della filosofia nella speculazione e nel linguaggio dogmatico, il rapporto con la cultura del proprio tempo per il compito dell'annuncio cristiano. Con le ricerche su Massimo Confessore, studia un pensiero che mostra tutta la sua attualità "inquietante", in vista di un fecondo studio della Rivelazione Cristiana.
Questo libro intende dare conto del lavoro del teologo svizzero, ne ripercorre il metodo di ricerca specie su Massimo che nel dogma di Caledonia vede il principio filosofico della sintesi come chiave ermeneutica della realtà intera.
Possiamo dire di essere liberi se le nostre decisioni sono spesso il compromesso tra una ragione sedotta dall'oggettività e una emotività che reagisce a ogni stimolo senza starci troppo a pensare? Il confronto serrato tra Kierkegaard e Rahner, tra il filosofo del pathos e il teologo del logos, mostra la possibilità di una vera libertà a partire da quell'uomo libero che fu Cristo. "Pathos e logos sono [...] riconciliati proprio nel credente, il quale sente e conosce, desidera e discerne, vuole e comprende". (Dalla Prefazione di P. Gaetano Piccolo SJ).
Arricchirsi sembra essere uno degli scopi principali di tante persone, quasi da diventare un rito del vivere quotidiano. Immersi e condizionati dagli stili economico-finanziari che sembrano dettare ogni regola, a che serve accumulare beni e denaro se restiamo incapaci di solidarietà e condivisione? Il messaggio del Vangelo provoca a una riflessione esigente sulla responsabilità di ciascuno, sul valore delle ricchezze e della povertà. La felicità non nasce forse dall'arricchire gli altri?