Un libro da leggere per vendetta, contro i luoghi comuni che intessono la storia della nostra Repubblica. Lo ha scritto un politico anomalo, che ha ricoperto le massime cariche istituzionali. Francesco Cossiga è fatto così: dice quello che pensa e pensa a quello che dice. Singolare per un uomo politico che è da 50 anni sotto i riflettori dell'opinione pubblica, anticipando anche oggi avvenimenti e tendenze. Con questo saggio ci fa capire che ogni Stato, qppunto perchè democratico, ha necessità di "servizi speciali" che si confrontino almeno ad armi pari, nell'interesse generale, con i criminali ed i nemici della Patria. Si tratta di un 'Abecedario', cioè delle nozioni elementari per fare comprendere il mondo dell'intelligence, che nello stesso tempo, in Italia ma anche altrove, affascina ed impaurisce. Cossiga dedica questo lavoro a "principianti, politici e militari, civili e gente comune" e lo firma da "dilettante", quale evidentemente non è, intendendo evidenziare la necessità costante di apprendere, di studiare, di conoscere. In poche ma densissime pagine, risultato di decenni di studi, riflessioni, esperienze istituzionali e confronti ai più alti livelli mondiali, Cossiga offre un contributo originale per realizzare una democrazia più piena. Negli anni passati, un importante servizio segreto estero ha dato a Cossiga il nome in codice di "Cesare". Adesso, con questo 'Abecedario', "Cesare" propone e rilancia l'intelligence come tema centrale del dibattito politico nazionale, nella consapevolezza che le informazioni rasentano il motore della sicurezza e dello sviluppo del XXI secolo.
(dalla presentazione di Mario Caligiuri)
Questo saggio parte da un luogo comune. Quello per cui i romanzi di Umberto Eco sarebbero costruiti su complesse alchimie intellettuali, su di un uso freddo della narrativa, inevitabile per un semiologo abituato ad analizzare i libri altrui secondo parametri e schemi teorici codificati. Roberto Cotroneo dimostra che tutto questo è falso e svela che il rapporto tra autore e romanzo è molto più stretto di quanto si pensi. Solo che è sapientemente celato, nascosto da un sistema di rimandi che fa di Eco un narratore fortemente diffidente, come se avesse una sorta di pudore narrativo.
Talvolta l'infelicità dell'età adulta sembra recare in sé ciò che Laing definisce "la forma e lo stampo" delle situazioni dolorose avvenute all'interno dell'utero e al momento della nascita. E' possibile stabilire una correlazione? Partendo dai suoi ricordi personali, il medico presenta una teoria che ipotizza collegamenti fra la vita fetale e la mitologia, che sottolinea i rapporti fra i traumi del parto e gli studi neuroscientifici, che allude a comportamenti adulti molto simili a nevrosi traumatiche altrimenti inspiegabili.
"Noi italiani non facciamo niente in maniera normale" scrive Beppe Severgnini. "Facciamo tutto da italiani, e questo non è necessariamente un difetto". Anche quando partiamo, ci portiamo dietro le nostre qualità e le nostre squisite leggerezze. Se in Italia ci diamo un contegno, varcata la frontiera viene fuori di tutto: l'incoscienza e la generosità, l'intuito e il pressapochismo, la rustica astuzia che porta al furto sistematico dei bottiglini di shampoo dalle stanze d'albergo.
Molto si parla, e si è parlato, del corpo negli ultimi decenni. Ma era rimasto sinora destinato a una circolazione esoterica questo breve trattato di Hans Bellmer, il pittore che seppe immettere nel surrealismo una carica demoniaca che traeva le sue origini dal primo Romanticismo tedesco. Fin dagli anni Trenta, quando inventò la sua perversa Bambola, Bellmer fu un teorico e uno sperimentatore estremo del corpo. La presenza anatomica del sesso, i rudimenti di una metafisica del voyeur, la capacità delle membra di trasformarsi in una serie di doppi allucinatori: sono temi e tracce di questo scritto che a sua volta si sdoppia in una serie di disegni, quasi a mostrarci la violenta scossa a tutta la nostra percezione che le teorie esposte dall'autore comportano.
E' possibile oggi essere illuministi? Con Eugenio Scalfari ne discutono Carlo Bernardini, Norberto Bobbio, Giancarlo Bosetti, Ralf Dahrendorf, Umberto Eco, Roberto Esposito, Umberto Galimberti, Sergio Givone, Sebastiano Maffettone, Sergio Moravia, Gianni Vattimo, Lucio Villari, Franco Volpi.
In un'ottica antroposofica, le avventure del personaggio collodiano possono essere lette come un passaggio dal corpo astrale all'anima senziente e poi all'anima cosciente per arrivare, dopo la totale purificazione dall'astrale, al sé spirituale: un movimento verso la libertà attraverso la coscienza dell'io.
Enea Silvio Piccolomini (successivamente Papa Pio II), Paolo dal Pozzo Toscanelli, Guarino Veronese, Filippo Beroaldo il Vecchio, il Poliziano, Girolamo Savonarola, Giovanni Pico della Mirandola. Sette grandi umanisti che illuminarono il loro tempo, il Rinascimento. La riscoperta delle "lettere antiche", un papa che scegliendo il suo nome si ispira a Virgilio, un poeta raffinatissimo nella Firenze dei Medici che canta le gesta degli esponenti della signoria e scrive indimenticabili poesie, un genio considerato tale anche dai suoi contemporanei per la sua cultura poliedrica, un frate domenicano che fustigò il suo tempo, giudicandolo corrotto, e che concluse sul rogo la sua avventura terrena.