Elisabetta della Trinità delinea la breve ma decisa traiettoria spirituale di Elisabetta Catez (1880-1906) dalla Prima Comunione alla consapevolezza più matura di essere inabitata dal Dio Trinità fino allo stato di santità. Antonio M. Sicari ci mostra qui come diventa una creatura quando vede Dio attraverso gli avvenimenti, le persone, le cose e quando è certa di custodire Dio in sé, di essere nutrita da Lui e di muoversi in Lui.
Il volume è la biografia completa di un grande maestro spirituale del nostro tempo: padre Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967), carmelitano beatificato il 19 novembre 2016. Egli ha vissuto più vite in una stessa esistenza: seminarista aveironese travolto da cinque anni di guerra su diversi fronti, ordinato prete ed entrato dai Carmelitani (1922) è chiamato alle più alte responsabilità del suo Ordine. Creatore delle Federazioni dei Carmeli francesi, fondatore dell'Istituto secolare internazionale Nostra Signora della Vita, scrittore, formatore, missionario nel mondo è anche profeta mistico, realista e discepolo del Concilio Vaticano II. Innamorato di Dio, «amico dello Spirito Santo», questo contemplativo nell'azione è diffusore della dottrina dei Santi del Carmelo e allo stesso livello nella storia della Chiesa del XX secolo.
Giovanni della Croce non ha altra pretesa che quella di raccontare la storia di un uomo (1542-1591), castigliano di umili natali, carmelitano scalzo, mistico e Dottore della Chiesa, all'interno della storia della salvezza. L'Autore individua nel Cantico dei Cantici il libro biblico più consono per rileggere questa personalità e la sua opera. Ci illustra in che modo, in un momento davvero unico della storia della Chiesa, egli abbia composto un rifacimento e prolungamento del libro biblico rivivendo quel poema nella sua vicenda umana, simile per imitazione e partecipazione a quella del Dio fatto uomo.
L'oper raccoglie i contributi di :Pál Ács, Matteo Al Kalak, Heinrich Assel, Jordan J. Ballor, Jon Balserak, Judith Becker, Christopher M. Bellitto, Lucio Biasiori, André Birmelé, Roland Boer, Giampiero Brunelli, Pierre Bühler, Johannes Burkhardt, Euan Cameron, Mauro Casadei Turroni Monti, Michela Catto, Christophe Chalamet, Christopher W. Close, Gabriella Cotta, Otfried Czaika, Wietse de Boer, Mariano Delgado, Patrizio Foresta, Günter Frank, Enrico Galavotti, Antonio Gerace, Thomas Hahn- Bruckart, Christine Helmer, Enrique García Hernán, Freerk Heule, Thomas Albert Howard, Marco Iacovella, Girolamo Imbruglia, Daniel Jeyaraj, Billy Kristanto, Volker Leppin, Michele Lodone, Alberto Melloni, Gregory J. Miller, Guido Mongini, Franco Motta, Silvana Nitti, Johannes Oeldemann, Bradley A. Peterson, Franz Posset, Helmut Puff, Richard Rex, Paolo Ricca, Rady Roldán-Figueroa, Sergio Rostagno, Giovanni Rota, Wolf-Friedrich Schäufele, Luise Schorn-Schütte, Brooks Schramm, Jörg Seiler, Herman J. Selderhuis, Violet Soen, James M. Stayer, Kirsi Stjerna, Fulvio Tessitore, Jonathan D. Trigg, Lothar Vogel, Günter Vogler, Peter Walter, Maria Lucia Weigel, Roni Weinstein, Ulrich Andreas Wien, Sarah Hinlicky Wilson, Esther P. Wipfler, Marcin Wis?ocki, Federico Zuliani.
Il presente diario è come un ramo teso, gremito di esperienze, osservazioni, pensieri, ricerche personali, che vi si sono deposte e addensate. Con discrezione ho appeso a questo ramo cocci sparsi di cose assai poco clamorose che, nondimeno, hanno steso sulla mia vita uno strato solido e liscio di tempi, sopra cui picchiano e rimbalzano tutte le precedenti esperienze e quelle che sopraggiungono… Sono pensieri, esperienze, confronti, riflessioni che affiorano dall’amicizia con le cose, con la creazione. Penso che all’essere umano, per la riscoperta delle sue più veraci identità, giovi specchiarsi nella purezza delle cose, nella loro innocenza, nella loro lieta umiltà, nella loro povertà incosciente e allegra, nella creazione tutta fasto e misura, tutta spreco e previdenza, tutta segno e simbolo.
Plinio Corrêa de Oliveira, familiarmente conosciuto come “il dottor Plinio”, nacque a San Paolo del Brasile nel 1908 e morì nella stessa città il 3 ottobre del 1995.
Roberto de Mattei, che nel 1996 ha pubblicato la prima biografia del pensatore e uomo d’azione brasiliano, con il titolo Plinio Corrêa de Oliveira. Il crociato del XX secolo, presenta, nel primo centenario delle apparizioni di Fatima, un nuovo studio dedicato all’insegnamento spirituale e dottrinale del pensatore brasiliano, che l’autore definisce Apostolo di Fatima, Profeta del Regno di Maria.
L’auspicio è che da questo insegnamento i lettori possano “trovare conforto spirituale, luce intellettuale e maggior vigore nell’azione, in modo da poter meglio corrispondere alla Grazia divina, nelle cui mani è il destino delle nostre anime e del mondo intero”.
Il volume presenta la "Vita A" di Atanasio l'Athonita, fondatore del primo monastero cenobitico sul Monte Athos (963), scritta a Costantinopoli agli inizi del XI secolo dal monaco Atanasio di Panaghiou: insieme alla traduzione italiana viene pubblicato anche il testo greco originale secondo l'edizione di J. Noret (CChr.Gr. 9 Leuven 1982), con un saggio introduttivo e un ampio apparato di note di commento. Secondo l'unanime ammissione di tutti gli studiosi della materia, la "Vita A", oltre che pregevole dal punto di vista letterario, è un testo di eccezionale importanza per ricostruire la genesi del monachesimo sul Monte Athos; dopo la sua edizione critica, però, non è più stata oggetto di un'indagine approfondita che ne valorizzasse in modo sistematico il contenuto. Scopo del presente lavoro è colmare questa lacuna.
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996, sette dei nove monaci trappisti che formavano la comunità del monastero di Tibhirine, vicino alla città di Médéa, a sud di Algeri, furono rapiti da un commando armato. Il 30 maggio furono ritrovate le teste decapitate, non i loro corpi. Sulle circostanze della loro tragica morte non è mai stata fatta piena luce.
Frère Christian de Chergé era il priore della comunità. Per attuare la sua vocazione di monaco evangelicamente solidale con i Musulmani dal 1972 al 1974 egli studiò a Roma presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica. Qui fu suo professore Maurice Borrmans. L’amicizia spirituale e la consonanza intellettuale germinate in quegli anni sono all’origine delle 74 lettere che Christian indirizzò al suo ‘ex’-Professore. La prima già nel 1974, appena raggiunta l’Algeria, l’ultima solo qualche mese prima del martirio.
Pubblicate dall’editrice Bayard nel 2015 a cura dello stesso M. Borrmans, le lettere vengono ora proposte in traduzione italiana. Si tratta di una corrispondenza ventennale del tutto eccezionale: il lettore diviene l’amico fraterno al quale Christian partecipa, emotivamente e lucidamente, il suo itinerario di uomo di preghiera che cerca e onora il dialogo con gli uomini di preghiera dell’Islam; lo stesso lettore diviene così testimone della fecondità di una profezia difficile, generosa e coraggiosa.
«Erano cinque anni che le mie figlie non ridevano più. Grazie», ha detto Mohammed, uno dei tanti siriani rifugiati in Turchia. È per momenti come questo che Mattia, tre volte all’anno da ormai tredici anni, si arma del suo naso rosso e parte in missione nelle zone di guerra. Conosce sette parole in arabo ma bastano per capirsi, perché la lingua dei bambini è universale. In questo libro, racconta la vocazione di «magamondo» che lo ha portato a rischiare più volte la vita per regalare una parentesi di spensieratezza ai ragazzi che non hanno più un’infanzia. Come dice lui, «abbiamo una vita sola, ma se la viviamo bene una vita sola sarà sufficiente».
Una storia infinita di interrogativi e, fino ad oggi, di poche certezze. I primi punti fermi furono dati dalla prima edizione del libro “Emanuela nelle braccia dell’Islam?”: la Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983, fu vittima di un’organizzazione di preti pedofili e oggi è ancora viva. Adesso l’indagine dell’Autrice aggiunge altri e sconcertanti tasselli al disegno di un’esistenza dalle esperienze estreme, rocambolesca ma soprattutto legata alla bruciante attualità del radicalismo islamico, dei camuffamenti che consentono di varcare ogni frontiera, degli accordi segreti tra potentati, di partiti e di Stati. Una volta si poteva intravedere l’Orlandi in moschea a predicare alle donne della sua scuola coranica; oggi occorre riscoprirne i tratti in un volto ritoccato dal chirurgo plastico mentre siede in un’assise internazionale per curare gli interessi dei Paesi del Mediterraneo e quelli del Sudamerica, tanto caro a Papa Francesco. Quale “grande giuoco” si è nascosto in passato e continua a nascondersi in tutto ciò? È senz’altro quello della mutevole e spregiudicata politica internazionale. Infatti le sorti della fragile ma preziosa prigioniera sono state sempre mercanteggiate tra alcune Nazioni e un Vaticano di forte presenza mondiale. Perché se il Vaticano ha sempre occultato, ha però anche protetto oltre che pagato e perciò è stato sensibile alle trattative. Ma il risultato finale è la rinascita dell’adolescente violata e sconfitta in una donna forte, capace, dura, vincente. Qualcuno forse la riconoscerà in un telegiornale arabo o di altra lingua.
In un tempo di profonda crisi del sistema etico-sociale, la rilettura del pensiero di Giuseppe Toniolo si rivela sempre significativa e attuale. Una visione in cui la famiglia, fondamento dell'ordine sociale, e il lavoro, suo motore qualificante, costituiscono due elementi senza i quali la società stessa non sussisterebbe. Attingendo alle pagine del Trattato di economia sociale di Toniolo, si svela la sua capacità di coniugare nel quotidiano i diversi ordini della vita, in una dimensione di sintesi per la costruzione di una società più giusta e più umana.