Il volume prende spunto dal Seminario di studi L'Inquisizione e le donne organizzato nel 2014 dall'Università di Roma La Sapienza insieme all'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede presso l'antico Palazzo del S. Uffizio (Città del Vaticano). La tematica affrontata è del tutto originale, in quanto prima non era stata mai oggetto specifico ed esclusivo né di trattazione né di convegni né di studi, né di libri o articoli. Il volume intende porsi in un'ottica di genere e cogliere le differenze tra i sessi sul piano della repressione, del controllo e del procedimento giudiziario; in ogni caso riflettere su come la qualità femminile influenzasse dottrine, istituzioni e comportamenti. Avvalendosi di fonti documentarie estremamente varie, il testo raccoglie una serie di saggi che affrontano il tema del rapporto tra l'Inquisizione romana e le donne, sia in qualità di inquisite che di testimoni, in un lungo arco temporale che va dal XVI al XX secolo.
Destinati a segnare le sorti del proprio tempo, gli Ordini militari compaiono in Terra Santa nel XII secolo, per difendere i possedimenti dei latini durante le crociate e assistere i pellegrini. Tra le formazioni principali spiccano i cavalieri del Tempio, meglio noti come templari, i cavalieri di san Giovanni detti anche ospitalieri e i cavalieri teutonici. Ma perché nacquero e come acquisirono potere e ricchezza? In parte monaci e in parte guerrieri, questi milites Christi sconvolsero l'ordinamento etico-morale della Cristianità latina, rappresentando una straordinaria novità militare per una società, come quella medievale, che in nome della Guerra Santa seppe riunire uomini di preghiera e uomini d'armi. Questo libro indaga la storia, la struttura e la formazione dei principali Ordini religioso-militari, confrontando sistemi di potere, missioni e costumi, e restituendo, al di là delle leggende e delle fantasie popolari, la vera storia delle armate di Dio.
La storia della Chiesa porta con sé una particolarità che spesso diventa una sfida per quanti si dedicano alla ricerca o all'insegnamento della Storia: la natura stessa della Chiesa non si può ridurre alla sua parte visibile, alle sue istituzioni, ai suoi riti, alle sue vicende, perché il suo essere e la sua missione nel mondo sono di natura divina. Questo Lessico è stato concepito come un agevole strumento di consultazione, che non intende sostituire le enciclopedie, ma offre, grazie alla generosa collaborazione di una ottantina di autori, di varie nazionalità, l'opportunità di ottenere informazioni sicure non soltanto su grandi temi, ma anche su termini tecnici poco noti. I cultori della Storia potranno reperire in quest'opera notizie sulla Chiesa - eventi, elementi teologici, istituzioni, funzioni, uffici, riti, liturgia, tematiche fondamentali, forme della vita cristiana - con una proposta bibliografica di base e in varie lingue.
Dopo il successo della prima edizione (1995) e la sua tradizione in varie lingue, questa Storia della letteratura cristiana antica, riveduta e ampliata, intende mettere in rilievo precipuamente gli aspetti letterari che caratterizzano gli scritti dei primi secoli cristiani e che spesso vengono trascurati dalle antologie opere esistenti. La produzione letteraria cristiana è stata considerata quasi sempre o come strumento per la storia della Chiesa antica o come aspetto particolare della storia del pensiero patristico. Quest'opera, invece, vuole considerare l'insostituibile apporto che il cristianesimo ha arrecato alla formazione della cultura occidentale. Il termine "cultura" deve essere inteso in senso lato, e non esclusivamente come se si identificasse con i raggiungimenti artistici; essa comprende il pensiero, le problematiche, le soluzioni che l'antico testamento produsse e visse al proprio interno. In tal modo si recupera, pur osservandola in un suo ambito specifico, la peculiarità del messaggio evangelico, che costituisce il nucleo insostituibile di ogni forma letteraria cristiana. Antichi e nuovi contemporaneamente furono i contenuti e i generi di questa letteratura, che costituì il passaggio dalla civiltà antica a quella medievale.
Chi è stato l’autore del soggetto del primo film di Robert Bresson? Chi ha coniato il motto dei Giochi Olimpici contemporanei? Chi ha vinto il Premio Nobel nel 1958? Sembrerà straordinario ma in tutti casi la risposta è “un frate domenicano”. Per capire come questo sia possibile, Bedouelle e Quilici affrontano con stile piacevole e brioso la questione dell’identità domenicana.
Cosa fanno? Che differenza c’è tra un domenicano, un benedettino e un gesuita? I Domenicani sono contemplativi o apostolici? Come si diventa domenicano? Cosa ha dato alla Chiesa ed al mondo l’Ordine dei Predicatori durante i suoi otto secoli di vita?
A partire dal ritratto spirituale di san Domenico e dal suo carisma, Bedouelle e Quilici rispondono a queste e altre domande fondandosi sulla Sacra Scrittura e sulle tradizioni dell’Ordine, fino a giungere ad un “album di famiglia”, sintetico e di ampio respiro.
Nel giro di tre secoli, una piccola setta periferica riesce a diffondere e imporre il proprio messaggio, la propria legge, all'interno dell'impero romano. È questa la vicenda, stupefacente e improbabile, della prima diffusione del cristianesimo, che questo volume ricapitola con chiarezza. Dopo aver tratteggiato il contesto religioso in cui sorse, cioè il giudaismo tardo e i vari paganesimi vigenti nel territorio dell'impero romano, il volume descrive l'azione di Gesù e degli apostoli e l'intensa opera di proselitismo che questi iniziarono, la progressiva fissazione della dottrina, l'organizzazione delle comunità, le persecuzioni di cui l'autore mette in luce in particolare l'importanza nel dar forma a un'idea di Chiesa come Chiesa di martiri e dunque a una particolare idea di santità a partire dalla quale si svilupperà un'imponente letteratura agiografica.
Nel 1975, il papa Paolo VI pubblicò l'enciclica Evangelii nuntiandi. In essa affermava che ai giorni nostri la prima evangelizzazione aveva esaurito la sua spinta e occorreva iniziare una seconda evangelizzazione: nella storia della Chiesa c'è un periodo considerato esemplare, sono i primi secoli della Chiesa quando il cristianesimo non era riconosciuto come religio licita. Alberto Torresani, autore della "Storia della Chiesa. Dalla comunità di Gerusalemmme a papa Francesco", ha concentrato la sua attenzione sull'alba del cristianesimo: il tempo dei martiri e delle persecuzioni, dei Padri come dei primi apostati. Con una vivace scelta di testimonianze, ci riporta nel cuore della prima comunità cristiana, nella sua vita quotidiana, nel rapporto con il paganesimo e con il mondo ebraico. Un mondo che ha soprendenti analogie con il nostro.
Per la prima volta è ricostruita la parabola storica del ruolo degli assistenti nell’Azione cattolica italiana. Lungo i centocinquant’anni di questa vicenda, Francesco Sportelli traccia un profilo complessivo del modello di prete nell’associazione, che da vigilatore per conto dell’autorità ecclesiastica, soprattutto verso i giovani, ne diventa quasi «anima», per poi assumere l’identità di «assistente». Seguono poi varie figure che hanno incarnato nella storia questo modello, secondo stili differenti e con risposte sempre arricchenti, a livello centrale ma anche nelle realtà locali. La storia degli assistenti dell’Azione cattolica italiana ha visto fasi diverse, intrecci delicati e cammini complessi, ma sempre ha intercettato preti che hanno aiutato questa associazione di laici a ricentrare con sapienza vite personali e circostanze storiche.
Il volume è stato riconosciuto di rilevante interesse culturale e realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Alla fine dell’Ottocento, Léon Gustave Dehon (1843-1925) fonda un moderno istituto religioso nel nord della Francia, in un ambiente segnato dall’allora fiorente devozione al Sacro Cuore di Gesù. A questa impresa si accompagnano molte sfide e problemi.
Questo saggio si occupa del fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore a partire da quattro diverse prospettive – missione, Chiesa, denaro e nazione – e ne presenta la figura all’interno della Chiesa cattolica e della Francia del suo tempo.
Poco prima della morte, avvenuta a Bruxelles nel 1925, Dehon può contare su una Congregazione di oltre 730 religiosi in diverse nazioni, ma nonostante questo successo la sua figura rimane controversa, come dimostra la sospensione del processo di beatificazione decisa da Benedetto XVI nel 2005.
Dinamica e complessa, la teologia di Lutero non è concepita a priori come un sistema ma nasce da testi di natura, occasione e spirito molto diversi quali lezioni, prediche, scritti polemici, lettere di conforto, discorsi conviviali, introduzioni ai libri biblici, poesie e inni.
Oswald Bayer si propone qui di esporla in forma organica e strutturata.
Ancora oggi, nel linguaggio comune, tutto quanto è «medievale» è soggetto a percezioni diametralmente opposte: da un lato l'idea di un Medioevo ridente, una sorta di tenera infanzia dell'Occidente, con l'aura mitica che avvolge cavalieri e santi, trovatori e monaci copisti, e che fa il successo di grandi monumenti (da Castel del Monte al cammino di Santiago); dall'altro la perdurante idea di un Medioevo oscurantista e feroce, con la barbarie delle crociate, le fiamme dei roghi inquisitoriali, la misoginia del potere soprattutto ecclesiastico. Questi modi opposti di pensare il Medioevo si riferiscono soprattutto a fenomeni propri della storia della Chiesa, di cui si esalta la provvidenzialità della funzione salvifica e «unificatrice» o, al contrario, si biasima la prepotente violenza. Il volume attraversa e precisa i fattori che hanno generato questi luoghi comuni per raccontare il Medioevo ecclesiastico con il passo della storia. Sarà facile vedere che non esistono né leggende nere né leggende auree, interpretazioni che vanno anch'esse storicizzate, essendo imposte, rispetto al Medioevo, rispettivamente dalla cultura illuministica e da quella romantica. Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Nel 1534, nella città tedesca di Munster (Vestfalia), l'eresia anabattista prende il potere: prima invoca il ritorno alla purezza della religione cristiana, poi tenta di tornare allo stato edenico attraverso un riordino sociale. Sulla base delle Scritture gli anabattisti suddividono la città in parti, cambiano nome alle strade, proibiscono la proprietà privata ed eleggono un profeta, Jan Matthys, alla cui morte succede Jan Bockelson di Leida, che diventa re di Munster. Il suo regno, della durata di un anno e mezzo, sarà contraddistinto dal sangue e dalla follia: lussuria sfrenata, abusi di ogni tipo, poligamia obbligatoria, isteria collettiva, esecuzioni sommarie quotidiane sulla base di un semplice sospetto. Reck-Malleczewen ricostruisce questa pagina nerissima della Riforma protestante e la legge come il primo grande esperimento di trasformazione sociale rivoluzionaria compiuto in occidente.
L'autore
Friedrich Reck-Malleczewen (1884-1944) di origine prussiana, si trasferisce in Baviera per dedicarsi alla musica e alla letteratura. Protestante, nel 1933 su converte al cattolicesimo. La sua inflessibile opposizione al nazismo lo portò all'arresto e alla morte nel campo di prigionia di Dachau.