«Mi pare importante sottolineare come la teoria dell’evoluzione implichi delle domande che di per sé esulano dall’ambito proprio delle scienze naturali. [...] Sono le grandi domande fondamentali della filosofia che ci si presentano in forma nuova: la domanda sull’origine e sul futuro dell’uomo e del mondo» (Benedetto XVI nella Discussione).
Il tradizionale incontro annuale del professor Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, coi propri ex studenti ha affrontato nel 2006 un tema particolarmente vivo nel dibattito culturale: quello dell’evoluzionismo. Il volume propone le relazioni del card. C. Schönborn, di alcuni ex studenti, oggi divenuti autorevoli professori, nonché il momento di discussione, cui ha preso parte attiva anche il papa.
Sommario
Prefazione (card. C. Schönborn). Relazioni. Evoluzione e disegno. Tentativo di una ricognizione della teoria dell’evoluzione (P. Schuster). Discendenza e disegno intelligente (R. Spaemann). Il problema della creazione e dell’evoluzione (p. P. Erbrich). Fides - Ratio - Scientia. Il dibattito sull’evoluzionismo (card. C. Schönborn). Discussione. Appendice. Fede nella creazione e teoria dell’evoluzione. Differenza e punto d’intersezione (S. Wiedenhofer). Riferimenti biobibliografici.
Note sull'autore
Il gruppo di studenti che ha fatto la tesi di dottorato sotto la guida del professor Joseph Ratzinger mantiene uno stretto contatto con il proprio relatore da oltre venticinque anni. La tradizione di incontrarsi una volta l’anno per un convegno non si è interrotta neppure dopo l’elezione dell’illustre docente a Sommo Pontefice.
Si parla e si scrive molto su Joseph Ratzinger, passando alla lente di ingrandimento tutto ciò che dice e fa. Molto poco, secondo l'autore, invece si collegano gesti, parole e atti di governo alla sua formazione teologica, alle tappe del suo pensiero, al contributo che egli ha fornito nel modellare la storia recente della Chiesa e la forma con cui la Chiesa stessa si esprime nel mondo contemporaneo. Da sempre teologo, per oltre venti anni cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede con il compito di vigilare sull'ortodossia degli altri, oggi Joseph Ratzinger - in quanto papa deve fare i conti con un cambiamento epocale nello stile e nel modo di concepire il papato, che deriva direttamente dall'opera dei suoi diretti predecessori: Paolo VI e soprattutto Giovanni Paolo II. Entrambi, infatti, hanno letteralmente spalancato le porte della Chiesa, dilatandole ad accogliere tutta l'umanità senza chiedere a nessuno certificati di battesimo o attestati di credenza. Papa Wojtyla in modo particolare ha dimostrato che la Chiesa può e deve parlare a tutti, credenti e non, al di là degli steccati e delle qualifiche. Ma cosa ha da dire Ratzinger, teologo e papa, ai non credenti di oggi? Che idea ha del dialogo? In che modo declina il rapporto tra fede e ragione?
DESCRIZIONE: Dopo la proclamazione dell'infallibilità papale nel Concilio Vaticano I, prima e durante il Vaticano II si è sviluppata più intensamente la riflessione teologica sul ministero episcopale nella Chiesa e sul rapporto tra Vescovo e Papa, tra episcopato e primato.
Nel primo contributo, Episcopato e primato, K. Rahner illumina il problema partendo dall'essenza della Chiesa e dal rapporto in essa vigente tra Chiesa totale e Chiesa locale, che è fondata sulla comunità eucaristica e non è una pura circoscrizione amministrativa. Il secondo contributo, di Joseph Ratzinger (Primato, episcopato e «successio apostolica»), amplia e completa tale visione cercando di intendere la correlazione tra primato ed episcopato in funzione della predicazione della Parola, presente e viva nella successione apostolica. Nella terza parte (Sullo «ius divinum» dell'episcopato), Karl Rahner affronta ancora il problema del rapporto tra il singolo vescovo e l'episcopato universale, fondandosi sulla relazione di quest'ultimo col collegio apostolico; ne trae poi importanti conseguenze per l'attuazione concreta della collegialità. Infine Joseph Ratzinger (La collegialità episcopale dal punto di vista teologico) esamina e commenta con precisione di pensiero e ricca erudizione storica la posizione del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla collegialità, quale risulta dalla Lumen gentium e dalla Nota praevia.
COMMENTO: Le riflessioni di Rahner e del teologo Ratzinger su un tema oggi quanto mai attuale.
KARL RAHNER (1904-1984) è stato uno dei teologi più significativi e letterariamente fecondi. Presso la Morcelliana ricordiamo: Chiesa e Sacramenti; Il problema dell'ominizzazione; L'elemento dinamico della Chiesa; Sulla teologia della morte; Sull'ispirazione della Sacra Scrittura, e con J. Ratzinger, Rivelazione e Tradizione.
JOSEPH RATZINGER - ora papa Benedetto XVI - presso la Morcelliana ha pubblicato: Rivelazione e Tradizione (con K. Rahner, 20062); L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa (1973); Elementi di teologia fondamentale (20052); Etica, religione e Stato liberale (con J. Habermas, 2005).
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Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i due ultimi papi della Chiesa Cattolica hanno tanti punti in comune. Sono quasi coetanei, sono nati ambedue in Europa Centrale, su fronti opposti sono scampati alla seconda guerra mondiale, hanno partecipato insieme al Concilio ecumenico Vaticano II. Hanno poi collaborato a Roma per quasi un quarto di secolo. Gli eventi esteriori, tuttavia, non ci dicono l’essenziale: al di là della lunga collaborazione, tra il papa polacco e il prefetto della dottrina della fede si erano sviluppate stima, cordialità e amicizia come raramente capita di incontrare nella storia.
I testi di Benedetto XVI che qui vengono presentati, tratti da varie occasioni, sono una lettura privilegiata della figura e del pontificato di Giovanni Paolo II. Danno una interpretazione autorevole di alcuni eventi decisivi del pontificato, soprattutto lasciano intravedere, attraverso la commozione del ricordo il cuore del grande papa.
Benedetto XVI non ha scritto una storia del pontificato di Giovanni Paolo II e neppure un saggio sul pensiero del suo predecessore. Con un'operazione semplice e coraggiosa il nuovo papa si colloca tra le schiere di ammiratori e fedeli desiderosi di esprimere a Giovanni Paolo II stima e affetto.
Continenti, nazioni, culture e religioni: l’incontro e il dialogo tra le religioni del mondo è ormai divenuto una necessità interna ad ogni convivenza civile. Ma quali sono i rischi e le speranze che questo dialogo comporta? Quale il compito della teologia? In particolare, ha assunto sempre maggiore attualità il tema del rapporto tra la Chiesa e Israele. Come trovare spazi di incontro senza false semplificazioni? Qual è la relazione fra l’Antico e il Nuovo Testamento, fra la visione giudaica e quella cristiana? Bisogna rinunciare a qualcosa o ricercare un nuovo livello di dialogo che, d’altra parte, la realtà dei fatti porta in evidenza con sempre maggiore forza? Una cosa è certa: la Bibbia è una sola.
Il volume raccoglie quattro testi scritti del cardinale Joseph Ratzinger, in diverse occasioni, che hanno come filo rosso il dialogo tra le religioni e in particolare il rapporto tra ebrei e cristiani.
Joseph Ratzinger nacque in un paesino della Germania meridionale nel 1927. Divenne sacerdote nel 1951 e negli anni successivi insegnò nelle più celebri università di Germania. Pubblicò anche diversi libri che lo resero famoso. Nel 1977 il papa Paolo VI lo nominò arcivescovo di Monaco di Baviera e nel 1981 Giovanni Paolo II lo invitò a Roma come responsabile della Congregazione per la Dottrina della Fede. In questo incarico divenne uno dei principali collaboratori di Giovanni Paolo II che lo volle sempre al suo fianco. Nel 2005 moriva tra il rimpianto generale il Papa venuto dalla Polonia. Dopo un breve conclave i cardinali chiamarono a succedergli Joseph Ratzinger che scelse il nome di Benedetto XVI.