La malattia è un'esperienza profondamente personale e mai del tutto condivisibile. Ma tra il malato e chi lo assiste si instaura necessariamente una relazione che accompagna entrambi in una sorta di viaggio "rivelatore". Durante tale viaggio possono venire allo scoperto dubbi, timori, insicurezze, ma anche risorse insospettate. Si trovano spesso nuovi significati per vivere, e soprattutto si riscopre il valore terapeutico della speranza. Il libro di Luciano Sandrin vuole dare una mano a chi sta accanto al malato, perché, mettendo in gioco il proprio sapere non solo tecnico ma anche relazionale, non si limiti a "guarire", ma si "prenda cura" di chi vive in prima persona l'esperienza della malattia. Soltanto così dal "deserto" della sofferenza può nascere il desiderio di un futuro e la voglia di lottare.
Il gioco in sé e per sé è un semplice divertimento, una piacevole attività, un gradito diversivo ma spesso diventa, per alcuni, una vera e propria malattia. Lo scopo di questo breve libro, pubblicato con il contributo della Casinò Kursaal di Locarno, è innanzi tutto quello di far cambiare un modo diffuso e comune di pensare: il gioco d'azzardo patologico è una malattia psicologica grave e non un "brutto vizio".
Cesare Guerreschi, nato a Bolzano, dove tuttora risiede, ha conseguito il dottorato in psicologia all'Università "La Sapienza" di Roma e si è specializzato in psicoterapia della famiglia e della coppia. È stato direttore del Servizio di Alcologia dell'Usl di Bolzano e fondatore del C.R.A. Centro recupero alcolisti e della Comunità Terapeutica gestita dalla stessa Associazione. Ha anche fondato la società "Gioco d'azzardo patologico" divenuta poi S.I.I.Pa.C. Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive , di cui è tuttora presidente.
Il rapporto rappresenta, dopo le ultime due edizioni, la terza uscita di un'opera di divulgazione e approfondimento sulle tematiche del disagio e dell'emarginazione sociale. Quest'edizione si sofferma su alcuni fenomeni di emarginazione nei contesti familiari. La presentazione degli argomenti è stata impostata facendo seguire agli aspetti esaminati proposte e risposte per fronteggiare la povertà nell'ottica del coinvolgimento comunitario.
Nel ventunesimo secolo il fenomeno della prostituzione ha mostrato tutta la sua perversa esasperazione. Le numerose proposte per combatterlo non si sono rivelate davvero efficaci. Questo saggio affronta con sensibilità sociale ed obiettività il problema, mettendo a fuoco le responsabilità di tutti i soggetti e proponendo vie nuove di soluzione.
Il libro è il racconto di una esperienza vissuta, nei mesi dell'inverno 1998-99, a diretto contatto con un gruppo di Rom provenienti dalla Romania, finiti ai margini della città di Torino, che l'autore con pochi altri cerca invano di aiutare nei rapporti con le autorità locali e nazionali. Questi nomadi vivono, loro malgrado, senza acqua, senza riscaldamento, senza servizi igienici. Nonostante la retorica umanitaria che caratterizza l'epoca, per scoraggiare l'insediamento, l'acqua, prima concessa, viene tagliata, il riscaldamento, dato dalla Croce Rossa, limitato... Tutti i passi fatti finora sembrano avere esito negativo, finché giunge il decreto di espulsione e la distruzione fisica del campo.