A partire da una inchiesta europea, un'indagine contro corrente sull'esperienza dei nostri ragazzi in Internet. I pericoli ma anche le possibilità educative della Rete come nuovo spazio in cui crescono i nostri figli.
Giovanna Mascheroni, dottore di ricerca in Sociologia e Metodologia della Ricerca Sociale, è Ricercatrice in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano. È referente nazionale del progetto EU Kids Online (www.eukidsonline.net) finanziato dal Programma Safer Internet della Commissione Europea.
Oltre la notizia: imprese editoriali, identità professionali, opinione pubblica, rivoluzione digitale. La nuova edizione del volume di Angelo Agostini ripropone un'analisi dello sviluppo del giornalismo italiano dagli anni Settanta a oggi che offre allo stesso tempo un'interpretazione della storia economica, politica, sociale e culturale del Paese. Dopo aver raccontato come Eugenio Scalfari e Silvio Berlusconi hanno dato vita a due imprese editoriali che hanno radicalmente cambiato il sistema dei media e dell'informazione in Italia, l'autore entra nel vivo della svolta digitale e dei riflessi che questa ha avuto sul consumo delle notizie da parte degli utenti. Il nuovo capitolo inserito alla fine del volume si concentra in particolare sugli ultimi 10 anni e disegna uno scenario che vede da un lato la radicalizzazione del giornalismo italiano, con il successo di testate fortemente identitarie, da "Repubblica" al "Fatto Quotidiano", passando per "Libero" e "Il Giornale", dall'altro il rischio di impoverimento e marginalizzazione della professione giornalistica con lo sfoltimento delle redazioni e la precarizzazione totale delle nuove generazioni.
"Un lavoro che è insieme una novità e una eccezione. È nuovo perché per trovare una stessa profonda interrogazione sul senso del piccolo schermo, bisogna risalire alle prime riflessioni compiute da chi in Italia si pose per primo la domanda su quale fossero gli orizzonti espressivi che l'avvento della televisione stava aprendo al di là dell'arte, del teatro e del cinema. In questo senso il lavoro di Papetti, nel suo tornare a interrogarsi su questioni fondative compensa un vuoto di riflessione e ci dice cose che avremmo dovuto capire da tempo. È un'eccezione perché nel panorama di studi sui linguaggi televisivi e sulla loro egemonia mediática e sociale tardo-novecentesca sono andati prevalendo stili, metodi e sensibilità che poco o nulla hanno a che vedere con la scelta qui compiuta dall'autore." (dalla presentazione di Alberto Abruzzese)
Con la grande maggioranza degli utenti di Facebook presa dalla smania di aggiungere amici, scrivere "mi piace", lasciare commenti, sarebbe forse il caso di fermarci e riflettere sugli effetti che i social network hanno sulle nostre vite oramai sature di informazioni. Che cosa ci spinge, quasi fosse un obbligo, a impegnarci tanto diligentemente con i diversi network? Il libro esamina la nostra ossessione collettiva per l'identità e il management di sé stessi coniugati con la frammentazione e il sovraccarico di informazione della cultura online. Lovink traccia un percorso innovativo, analizzando criticamente motori di ricerca, video online, blog, radio digitale, mediattivismo e Wikileaks. Questo libro lancia un forte messaggio rivolto a tutti gli utenti della Rete: liberiamo le nostre capacità critiche e cerchiamo di influenzare tecnologia e spazi di lavoro, o saremo destinati a sparire nella rete. Pungente e acuto, senza essere pessimista, Lovink offre una critica delle strutture politiche e del potere incorporati nelle tecnologie che modellano la nostra vita quotidiana.
Google, nata appena undici anni fa in un garage, ha trasformato il nostro modo di vivere e di lavorare, ha modificato il modo in cui accediamo alle informazioni e ha rivoluzionato la logica operativa di interi settori, dalla pubblicità all'informazione, dalla televisione alla telefonia. Oltre al motore di ricerca più usato nel mondo, offre gratuitamente a miliardi di utenti servizi come Gmail, Google Maps, Google Earth e YouTube. Nel raccontare la velocissima ascesa di una delle più ricche aziende del mondo, "Effetto Google" ne esplora anche i meccanismi interni. Anche se Google ha sempre cercato di mantenere i suoi segreti, Auletta ha potuto contare sulla massima cooperazione mai fornita a un giornalista, compreso l'accesso a riunioni riservate, oltre che interviste ai fondatori Larry Page e Sergey Brin, al CEO Eric Schmidt e a circa 150 dipendenti ed ex dipendenti. Effetto Google non si limita però a spiegare le ragioni del successo. Evidenzia anche le difficoltà che potrebbe incontrare l'azienda, come è accaduto a colossi quali Xerox e General Motors. Mette in luce i conflitti che la attraversano. Oltre alle informazioni di prima mano, ha raccolto molti aneddoti chiarificatori, e le intuizioni e i giudizi di alcuni protagonisti del settore dei new media e di manager dei media tradizionali.
I ricognitori del Servizio metereologico dell'aereonautica presero il volo ad uno ad uno dalla pista dell'aereoporto dell'Urbe. Due, tre o quattro? Quanti errori ci sono nella frase qui sopra? Se non vi è immediatamente chiaro, questo libro fa al caso vostro. "Il salvarticolo" è un manuale per tutti quelli che scrivono: studenti, giornalisti, professionisti della comunicazione. Regole, consigli, trappole da evitare per essere sempre chiari e sintetici. Come schivare le frasi fatte e il burocratese, quando usare le citazioni e le maiuscole, come fare i conti con le ripetizioni. Ma anche i diversi modi di scrivere: agenzie, quotidiani, radio, tv e web. E alla fine il test per mettersi alla prova. "Il salvarticolo", pubblicato la prima volta nel 2004, giunge alla seconda edizione dopo tre ristampe della prima. Allora non esisteva Twitter, che ha contagiato 500 milioni di persone (compreso Obama) e ha rivoluzionato il modo di comunicare. Il vero elogio della brevità: tutto in 140 caratteri. Ah, a proposito... quattro. Sono quattro gli errori nella prima frase. Si scrive meteorologico, a uno a uno, aeroporto e aeronautica! Buon salvarticolo a tutti.
Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
Il volume si interroga sulla relazione tra la creatività giovanile e alcune nuove forme dell'audiovisivo, concentrando l'attenzione sul successo della piattaforma di contenuti YouTube. La domanda di fondo da cui muove il testo non è come i media influenzano i giovani spettatori, quanto piuttosto come questi si avvicinano ai loro meccanismi tramite la mediazione di processi di riscrittura creativa. Abbandonare i pregiudizi verso queste forme della cultura partecipativa giovanile è essenziale per avvicinarsi alla comprensione del modo in cui si costruisce e si trasforma l'esperienza mediale di molti ragazzi. Per molti adolescenti che smontano, manipolano e riassemblano materiali audiovisivi l'abilità sul versante tecnico è chiaramente uno strumento per esprimere la propria posizione nei confronti di un racconto e per entrare in relazione con una comunità. Nel testo, con l'ausilio di molti esempi, vengono prese in esame alcune delle modalità espressive più ricorrenti tramite le quali giovani consumatori creativi contribuiscono a trasformare e a condividere le forme e i linguaggi dell'audiovisivo.
Nei rapporti tra potere politico, economico e finanziario e mondo giornalistico italiano esiste una prassi di lungo periodo, declinata dal fascismo in forme mai viste prima ma non pienamente rimossa neanche dalla transizione alla democrazia repubblicana. Si tratta di una delle conseguenze della particolare connotazione storico-politica di un paese come il nostro, nel quale una ristretta oligarchia ha guidato tutti i passaggi decisivi della vita economica e politica e ha riprodotto un modello spiccatamente gerarchico nella distribuzione della ricchezza e del potere, anche a livello di influenza sui canali di informazione. A questa condizione ha fatto non di rado da corrispettivo la malcelata aspirazione di vari celebrati rappresentanti del mondo giornalistico italiano di entrare a far parte di quella stessa ristretta oligarchia, in una logica di non alterazione - e anzi spesso di salvaguardia dei rapporti di potere. Mauro Forno prende in esame gli ultimi centocinquant'anni di storia italiana e analizza le maggiori questioni che hanno attraversato il giornalismo italiano: i periodici d'informazione, confessionali e di partito, le strutture governative di controllo, il sindacato di categoria, la propaganda di guerra e l'esperienza fascista, l'istituzione dell'albo, le leggi repubblicane sulla stampa e l'editoria, fino all'avvento della televisione e del giornalismo online.
Chi ha letto in anteprima queste pagine - afferma Mauro Masi - ha chiesto con insistenza il perché di questo libro, soprattutto in un momento politico così particolare. A dispetto di ogni convenienza e calcolo, infatti, vi è ricostruita la realtà vissuta dall'ex direttore generale alla Rai - con i Santoro, i Vespa, il sindacato dei giornalisti che la vuol fare da padrone su tutto, il sinistrismo di maniera tanto ostentato in pubblico quanto poco praticato in privato, Sanremo e Piero Angela, Fazio e Miss Italia dall'aprile 2009 al maggio 2011. Nessuna rivalsa né "sindrome dell'ex", ma la volontà di rendere conto delle tante vicissitudini di una gestione che ha tentato il tutto per tutto per migliorare e riequilibrare una realtà da troppi anni immobile. Scandito dalle incalzanti domande di Carlo Vulpio, il libro fa rivivere le tappe salienti di questa "ultima battaglia per la Rai" così come si sono svolte, senza sconti. Documenti originali e inediti completano e sostanziano le ricostruzioni contenute nel volume. Prefazione di Vittorio Sgarbi.
L'identità dell'uomo di oggi è imperniata sull'uso del web: Internet, mail, contatti, informazioni, video, social network, blog, chat, giochi, consulenze e compravendite online, internet mobile e molto altro ancora. Ci affidiamo alla rete anche solo per velocizzare una ricerca, una transazione bancaria, una comunicazione con chi è lontano. Ma la rete, che ci porta al superamento del confine del nostro sé, può innescare modalità patologiche di utilizzo. Internet e le sue dipendenze tratteggia i risvolti psicologici dell'era virtuale presentando, in maniera sistematica, il graduale sviluppo di coinvolgimento con la rete che passa dalla normalità e può approdare alla psicopatologia, descrivendo sintomi e criteri diagnostici dei disturbi osservati. Il testo si rivolge a tutti coloro che sono interessati agli aspetti psicologici che entrano in gioco nell'uso quotidiano del web: psicologi, medici, educatori, insegnanti e operatori che desiderano uno strumento di lettura della realtà tecnologica e delle sue influenze psicologiche e comportamentali. Esso nasce da oltre dieci anni di ricerche e di approfondimento del rapporto tra la persona e la rete e da un'esperienza decennale di pratica clinica con la psicopatologia collegata all'uso di Internet. Delinea quelli che, all'oggi, possono essere ritenuti gli approcci terapeutici più evoluti rispetto a queste nuove patologie, dilaganti ma sottostimate, e comunque proprie dell'era tecnologica e virtuale.