Come progettare, realizzare e gestire le politiche di comunicazione di un ufficio pubblico, da quello più alto a quello del più piccolo Comune, sono spiegati e approfonditi in questo Nuovo manuale di Comunicazione pubblica. Un lavoro ricco di dettagli e di esempi che fanno di questo Manuale un'opera essenziale per chiunque debba trasmettere professionalmente una Pubblica amministrazione. Un volume prezioso che nasce dall'esperienza sul campo di 37 professionisti che qui condividono teorie, tecniche e strumenti utilizzati e da utilizzare per portare la PA a comunicare con trasparenza ed efficacia con i propri pubblici: dal cittadino in primis alle altre istituzioni. Per descrivere l'importanza di quest'opera, non occorre altro che l'eloquenza dell'indice e della reputazione dei tanti professionisti, sapientemente coordinati dai due autori, che hanno contribuito, ognuno per il proprio settore di specializzazione, alla realizzazione di questo volume che ha l'ambizione di porsi oltre che come Manuale di riferimento in materia anche come fondamenta per la nuova normativa di settore, la cosiddetta Legge 151. Prefazioni di Gianni Letta e Mario Morcellini.
Il mondo è ancora alle prese con l'emergenza pandemica. I professionisti dell'informazione e della comunicazione sono stati chiamati in questo periodo a far largamente ricorso alle tecnologie digitali. L'esasperato utilizzo di Internet ha però evidenziato ancor di più dinamiche e criticità legate alla rete. Moltiplicandosi gli ambiti del fare informazione è parimenti aumentato il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non deve, e non può più, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari, possono indurre a comportamenti sbagliati e dannosi. Il giornalismo continua ad allargare i confini del proprio campo d'azione a fronte delle costanti modifiche del quadro normativo di riferimento e delle innovazioni determinate dai social network. Questo libro, in 1.000 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere quando svolge il proprio lavoro.
Il giornalismo non è morto e non morirà, almeno finché ci saranno notizie e storie da raccontare, e finché ci sarà un pubblico. Ma è innegabile che siamo tutti alla ricerca di nuovi modelli per aggirare la crisi. In questo senso il digitale offre enormi opportunità che vanno analizzate, studiate, capite e messe in pratica. E bisogna farlo seguendo due stelle polari: l'attenzione per il lettore e quella per i contenuti. In quest'ottica, seo, social, membership, paywall, newsletter, instant messaging, metriche, non sono più semplicemente parole di moda, ma diventano strumenti organici che vanno a comporre nuove e fondamentali competenze che non possono mancare al giornalista di oggi e di domani: il digitai content management. Questo testo è una guida contemporanea, teorica e pratica, pensata per il giornalista o per gruppi di giornalisti che vogliano acquisire nuove competenze, sia per metterle al servizio di grandi testate e gruppi editoriali, sia per intraprendere proprie strade alternative indipendenti, con uno sguardo all'autoimprenditorialità.
Il matrimonio tra giornalismo e marketing, ancor più che tra Montecchi e Capuleti, è sempre stato impossibile da celebrare. Ma i tempi cambiano e quello che prima suonava come un'onta giornalistica oggi, sotto certi aspetti, non solo è ammesso ma sta rappresentando un nuovo importante settore per il giornalismo. Grazie al web (blog, Facebook, Twitter, YouTube, ecc.) le aziende decidono da sole dove, quando e soprattutto cosa e per chi pubblicare una notizia. Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli Usa, si occupa di comunicare tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo di informare i lettori sulla storia dell'azienda. Lo fa con gli strumenti e le regole proprie del giornalista. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare cliente. Questo manuale di brand journalism, primo in Italia, fornisce caratteristiche, strumenti, tecniche e regole di quello che rappresenta una nuova grande opportunità per i professionisti dell'informazione. Prefazione di Daniele Chieffi.
L'ottava edizione di "Giornalista italiano" arriva in libreria in un momento particolare per il paese e soprattutto per i professionisti dell'informazione. Il giornalismo continua ad allargare i confini del proprio campo d'azione a fronte delle costanti modifiche del quadro normativo di riferimento e delle innovazioni determinate dai social network. Se si moltiplicano gli ambiti del fare informazione, di pari passo aumenta il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non può, e non deve, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari. Questo libro, in più di 900 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere quando svolge il proprio lavoro.
Dopo "Leggere per scrivere", testo di scrittura creativa, Pergentina Pedaccini Floris si dedica alla stesura di un nuovo manuale sulla scrittura funzionale, questa volta insieme a Giuseppina Mostardi. Una scrittura di tipo professionale, diversa da quella creativa, ma che con essa ha diverse affinità. "Scrivere per ottenere" si concentra sulla scrittura funzionale analizzandone le fasi della stesura e le diverse tecniche. Dal lavoro che precede la scrittura fino ad arrivare alla revisione dello scritto, il manuale ci accompagna passo passo nella produzione di testi che hanno come obiettivo quello di raggiungere un risultato, uno scopo. Tra i diversi "codici", il manuale si concentra in particolare sulla scrittura professionale nell'ambito dei servizi sociali. Il testo, infatti,sarà adottato come manuale per i laboratori di scrittura professionale per studenti del Corso di Laurea in Scienze Sociali.
Black out, "cadute" di sistemi, tsunami, interruzioni di collegamenti telematici, uranio impoverito, azioni terroristiche, terremoti, eruzioni vulcaniche, incendi, cibi transgenici, "mucca pazza", "diossina": quando accade qualcosa di imprevisto i sistemi "in crisi" sono quasi sempre impreparati. I soggetti coinvolti - aziende/enti/istituzioni - spesso reagiscono con incomprensione, senso d'impotenza, paura di comunicare. Ma è proprio la comunicazione di emergenza che gioca un ruolo strategico nel prevenire, affrontare e riportare per quanto possibile alla normalità gli eventi critici e ricostruire un clima di fiducia nei rapporti con la collettività. E le organizzazioni (pubbliche o private) che si sono preparate e che hanno sviluppato piani e procedure per gestire efficacemente la comunicazione in situazione di crisi, non solo hanno assicurato la propria sopravvivenza, ma hanno addirittura migliorato la propria immagine. Questa nuova edizione del volume esamina e propone in dettaglio le regole da seguire per prevenire, affrontare e uscire da una situazione di crisi, con lo scopo di aiutare a prendere decisioni rapide, risolutive. Perché nulla deve essere lasciato al caso. Una guida ricca di suggerimenti, case history, approfondimenti con un dizionario delle parole di "crisi", realizzata da un protagonista della comunicazione aziendale italiana.
Come si fa giornalismo nell'era digitale? Come sfruttare tutte le potenzialità degli strumenti social? Come si è trasformata e come è diventata oggi l'informazione sul web? Questo testo risponde a chi si chiede come e quanto debba cambiare il modo di scrivere e diffondere oggi le notizie, attraverso Internet. Al centro del volume l'analisi approfondita delle nuove dinamiche del giornalismo online e le buone pratiche per sfruttare al meglio le potenzialità dei social media, della crossmedialità e dei motori di ricerca, i tre pilastri del nuovo sistema dell'informazione. Un testo agile, ricco di consigli e di contenuti trasversali. Da freelance o in redazione, tutte le tecniche per conoscere i segreti della 'nuova' informazione, per un uso efficace dei social network e per un buon utilizzo dei blog.
"La deontologia professionale sta racchiusa in gran parte, se non per intero, in questa semplice e difficile parola: onestà. È una parola che non evita gli errori: essi fanno parte del nostro lavoro, Perché è un lavoro che nasce dall'immediato e che dà i suoi risultati a tambur battente. Ma evita le distorsioni maliziose quando non addirittura malvage, le furbe strumentalizzazioni, gli asservimenti e le discipline di fazione o di clan di partito. Gli onesti sono refrattari alle opinioni di schieramento - che prescindono da ogni valutazione personale - alle pressioni autorevoli, alle mobilitazioni ideologiche. Non è che siano indifferenti all'ideologia, e insensibili alla necessità, in determinati momenti, di scegliere con chi e contro chi stare. Ma queste considerazioni non prevalgono mai sulla propria autonomia di giudizio. Un giornalista che si attenga a questa regoletta in apparenza facile facile potrà senza dubbio sbagliare.ma da galantuomo. Gli sbagli generosi devono essere riparati, ma non macchiano chi li ha compiuti. Sono gli altri, gli sbagli del servilismo e del carrierismo - che poi sbagli non sono, ma intenzionali stilettate - quelli che sporcano". (Indro Montanelli)
Il matrimonio tra giornalismo e marketing, ancor più che tra Montecchi e Capuleti, è sempre stato impossibile da celebrare. Ma i tempi cambiano e quello che prima suonava come un'onta giornalistica oggi, sotto certi aspetti, non solo è ammesso ma sta rappresentando un nuovo importante settore per il giornalismo. Grazie al web (blog, Facebook, Twitter, YouTube, ecc.) le aziende decidono da sole dove, quando e soprattutto cosa e per chi pubblicare una notizia. Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli Usa, si occupa di comunicare tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo di informare i lettori sulla storia dell'azienda. Lo fa con gli strumenti e le regole proprie del giornalista. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare cliente. Questo manuale di brand journalism, primo in Italia, fornisce caratteristiche, strumenti, tecniche e regole di quello che rappresenta una nuova grande opportunità per i professionisti dell'informazione. Prefazione di Daniele Chieffi.