In questo libro Giuseppe Trentin riprende il filo di alcune riflessioni sulla figura e il pensiero filosofico, teologico e spirituale di Wilhelm Klein SJ già avviate in una precedente pubblicazione. Si tratta di una serie di impulsi e di variazioni in forma di dialogo che invitano a ripensare alla figura di Gesù e il suo comandamento a partire dai manoscritti e da una serie di colloqui dell'autore con Klein, Ne scaturisce un'originale e un po' sorprendente meditazione sulla rilevanza biblica, teologica e antropologica del termine greco agape, che consente di ricollocare il significato all'interno di orizzonti più ampi di quanto siamo soliti pensare.
Quanti abitanti avevano realmente la Galilea o Gerusalemme? Come e perché anche la dimensione e la demografia di quel territorio contribuirono, e non secondariamente, al modo di predicare di Gesù? «Allora Gesù parlò alla folla», si legge nei Vangeli, ma come erano composte le folle dei vangeli secondo il sesso e l'età e lo stato sociale? E perché questa composizione getta una luce potente sulla Palestina di allora? Perché tanti indemoniati e ciechi e storpi vanno incontro a Gesù? E davvero era giovane come viene tradizionalmente raffigurato, in relazione al suo tempo e ai suoi discepoli, o la sua autorevolezza non deriva anche dal fatto di non esserlo? Mai Gesù percorre le strade di Gerusalemme, limitandosi ad andare dal Tempio al Monte degli ulivi; perché non è così anche nel giorno della sua passione? Perché il percorso per raggiungere il Monte degli ulivi contrasta con la brevità abituale del cammino? E cosa rivela nel contesto della morte e della risurrezione di Cristo il rapporto di Gesù con Gerusalemme? E ancora quanti potevano essere i cristiani, nella Gerusalemme della crocifissione? Roberto Volpi racconta in modo inedito la storia di un «predicatore di provincia», e dei suoi discepoli fino a Paolo, dando vita a un quadro ampio e poco conosciuto delle origini del cristianesimo con un'attenzione particolare agli aspetti quotidiani, ai dettagli realistici, numerici e quantitativi dei luoghi, dei popoli e dei protagonisti dell'epoca della predicazione. Un libro coinvolgente e di grande interesse sul piano storico e religioso. «Volpi in questo libro prende in esame una tematica di grande rilevanza religiosa, culturale ed esistenziale: Gesù di Nazaret, i vangeli e gli inizi del cristianesimo. Propone valutazioni di tipo quantitativo che possono aiutarci a inquadrare la figura e l'opera di Gesù... E dico subito che, a mio parere, è riuscito nell'intento» (dalla prefazione di Camillo Ruini).
Shaul/Paolo ha avuto un'importanza tale che alcuni lo hanno addirittura considerato il vero fondatore del Cristianesimo. In questo volume viene proposta un'interpretazione del pensiero e dell'opera dell'Apostolo che è in accordo con la più recente linea di studi paolini, secondo la quale Shaul non è un convertito ma un convertitore. Egli viene chiamato ad essere profeta, vuole raggiungere i popoli fino ai confini del mondo e raccoglierli prima della venuta di Gesù alla fine dei tempi, che ritiene imminente. Indossate le vesti di un nuovo Geremia, Shaul svolge la sua missione per inserire i pagani nella storia della salvezza. Il suo compito è la conversione messianica delle genti nel breve tempo che resta.
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Il volume analizza alcuni testi del primo giudaismo redatti all'epoca del Secondo Tempio, un periodo che inizia con il ritorno degli esuli da Babilonia (538 a.C.) e termina con la distruzione del Tempio a opera dei Romani (70 d.C.). Queste fonti, studiate secondo una prospettiva di genere, mostrano il ruolo delle donne, la loro presenza e autorevolezza nei diversi movimenti che animano quest'epoca, incluse le comunità di Qumran e dei Terapeuti. I saggi presenti nel volume affrontano temi rilevanti come la violenza, la capacità di sovvertire l'ordine, la gestione del potere, il ruolo delle donne nella tutela della vita e nell'educazione, il rapporto con la preghiera e gli interventi salvifici a favore del popolo. Particolare attenzione è rivolta allo sviluppo della definizione dei concetti di sacro e profano, puro e impuro e della loro relazione.
I Maestri del Talmud hanno sempre ricordato, sebbene sia caduto sovente nell’oblio, che il popolo ebraico non è il popolo del Libro ma il popolo che interpreta il Libro. E qui si evidenzia un dato importantissimo per ogni lettore delle Scritture: la parola di Dio va sempre interpretata. Di più, la Commissione Vaticana, nel documento sull’Interpretazione delle Scritture, ha ribadito significativamente che la lettura fondamentalista della Bibbia altro non è che un suicidio della ragione.
Ha scritto Serge Viderman: «Sappia il lettore che egli non è lo spettatore affascinato o tediato di una storia fatta altrove e con la quale non ha nulla da spartire. Sapendo che il testo gli parla di lui e della sua storia, gli apparirà immediatamente la pluralità dei significati possibili. Il lettore apprenderà che il testo gli reca, in un linguaggio cifrato che non potrà che essere decifrato da lui, il soffio notturno della sua vita più lontana, sepolta, indicibile»…
Quando ci si accosta alla parola di Dio e la si lascia risuonare in tutta la sua bellezza e forza si è anzitutto sorpresi per la sua attualità, per gli orizzonti che dischiude, per la prossimità di Dio a cui ci introduce.
Sandro CAROTTA (1962), monaco benedettino presso l’Abbazia di Praglia (PD) collabora con alcune riviste di spiritualità e presta il servizio della Parola a quanti frequentano il Monastero. Ha pubblicato: Il silenzio. Voci e volti nella Bibbia (2019); Il libro dell’Amore. Leggere il Cantico dei Cantici (2020); Il Qoelet. Attualità e provocazione (2021).
Nello zaino mettiamo le cose importanti ed essenziali che ci servono per la scuola, per il lavoro, per una gita, per un viaggio. Noi sentiamo che c'è lo zaino sulle nostre spalle, ma, al tempo stesso, ci lascia i movimenti liberi. Così è per la fede: siamo consapevoli che è importante per la nostra vita, perché è un valore grande, ma Dio ci lascia liberi di abbracciarla, di approfondirla, di viverla. Dentro lo zaino che è questo libro ci sono gli argomenti più importanti della nostra fede. È uno strumento per tutti coloro che desiderano conoscere i principi fondamentali del cristianesimo, da usare in famiglia, a catechismo, perché contiene i concetti essenziali da consegnare ai ragazzi che si preparano a ricevere i sacramenti. Lo zaino del cristiano è anche indicato per i ragazzi del post-Cresima e per tutti coloro che fanno un cammino di fede all'interno dei gruppi e dei movimenti della Chiesa, perché offre una sintesi di ciò che dobbiamo conoscere e vivere per poterci chiamare cristiani, cioè discepoli di Gesù Cristo. È il bagaglio di fede da portare nel cammino della vita.
Dio perdona sempre? No, Dio non perdona sempre. Poche volte ce lo dicono, ma è così. Non può che essere così. Laddove infatti non c'è riconoscimento del male e apertura al pentimento Dio non può accettare di abbandonare l'uomo alla menzogna che lo abita, diventandone connivente. Per quanto il perdono sia accordato (e non poche volte manifestato) come un dato previo, assoluto e immeritato, nella rivelazione biblica è ampiamente attestata un'espressione paradossale della misericordia di Dio che assume anche l'atto dell'accusa, la minaccia della punizione, l'attuazione del castigo come mezzi estremi affinché possa realizzarsi l'evento mirabile della riconciliazione e di una vita nuova trasfigurata dallo Spirito per una Nuova Alleanza. Anche quando nella propria vita non si scoprono altro che macerie e fallimento. È un corpo a corpo con Dio. Ma qui si vince o si perde insieme. Presentazione di Daniele Libanori.
Cosa possiamo sapere di Dio? In ottica cristiana, ciò che Gesù ha detto e fatto per raccontare Dio, possiamo dirlo, farlo e crederlo; quello che non ha detto o fatto, no. In quell'uomo ci è stato detto l'essenziale per andare a colui che continuiamo a chiamare "Dio". Se dunque è vero e giusto continuare a ripetere che Gesù è Dio, dovremmo cominciare una buona volta anche a dire che Dio è Gesù. La vita di Dio si compie e si realizza nella vita di Gesù, regno di Dio fatto persona. Come è avvenuto per quanti hanno incontrato Gesù sulle strade della Galilea e della Giudea, così può avvenire anche per noi: ascoltare Gesù, meditare su di lui e grazie a lui, significa accogliere il volto di Dio da lui disegnato con la sua vita. Questo è già passare dalla morte alla vita, dalle nostre morti quotidiane alla vita in pienezza che Gesù ci ha portato, con la sua splendente umanità. Questo è il viaggio che il libro propone.
Definito uno dei testi più scandalosi dell'Antico Testamento, pessimistico e persino ateo, il libro del Qoelet è in realtà un testo provocatorio che vuole risvegliare nei suoi lettori una fede autentica per entrare così nella complessità della storia senza lasciarsi vivere dalla storia stessa. In questo orizzonte, come ha scritto André Barucq, dalla sua lettura si esce adulti o almeno pronti a diventarlo. Qoelet insegna anche a guardare in faccia la realtà, dando un nome preciso a tutte le inconsistenze che la attraversano, a tutti i vuoti che la caratterizzano. Educa a estirpare i luoghi comuni, a intraprendere un cammino di purifi cazione dalle illusioni sempre risorgenti. E in questa operazione non fa sconti a nessuno. Le sue attualissime pagine risuonano come un forte invito a cercare nel quotidiano il senso della misura, vero rimedio all'insipienza degli eccessi, e a trovare quella sapienza che consente di vivere in un mondo che talora appare come un vero e proprio teatro dell'ingiustizia, se non dell'assurdo.
L’oggetto predica: titolo semplice quanto enigmatico.
L’idea di proporre una serie di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi a partire da oggetti quotidiani prende spunto dall’esperienza vissuta e condivisa negli oratori, comunità parrocchiali, attività giovanili, insegnamento.
Immagini, cose, storie: sono parte della nostra quotidianità. Simboli, oggetti, parabole: sono elementi del Vangelo, della liturgia. Perché dunque non mettere in relazione i due aspetti?
Un agile volume di consultazione e anche di riflessione personale per catechisti, insegnanti, presbiteri.
"Ora, queste cose avvennero loro per servire d'esempio e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi" (I Corinzi 10:11). Analizzare la figura di alcuni cattivi della Bibbia, può aiutarci a riflettere sul loro comportamento e far tesoro dei moniti che possiamo trarre dai loro fallimenti. L'apostolo Paolo, per esempio, cita la storia degli Ebrei peregrinanti per richiamare al rigore, alla purezza e all'unità. Pertanto, nell'esaminare ciascun personaggio, trarremo degli insegnamenti soffermandoci su alcuni dettagli delle loro vicende personali. Questo studio seguirà una semplice struttura che si ripeterà in ogni singola sessione. Utile per la lettura personale o per quando vi riunite in chiesa, tra amici o in piccoli gruppi, potete considerare insieme ciò che la Bibbia dice a proposito di ciascuno di questi personaggi. Ci sarà l'opportunità di esaminare la loro vita, di applicare al vostro quotidiano quanto avete imparato, di scambiarvi le vostre esperienze personali e di pregare insieme.