"I Medioplatonici" di John Dillon è considerato un classico negli studi di filosofia antica, pressoché unico nel suo genere. Esso offre infatti un'importante sintesi storico-filosofica sul cosiddetto 'Medioplatonismo', cioè sulla fase della tradizione platonica compresa fra il I secolo a.C. e gli inizi del III secolo d.C., determinandone in modo chiaro e sistematico i confini cronologici e tematici e gli autori più significativi.
In cosa consiste la vita interiore? Ed è davvero destituito di senso il luogo comune secondo cui gli uomini rifuggono ogni confronto con la propria interiorità? Che i maschi, nella grande maggioranza, siano poco disponibili alla riflessività, più protesi verso l’“esterno”, pare incontestabile. Evitano di porsi le domande più ineludibili, di confrontarsi con la sensibilità femminile, che include l’ascolto e la cura, temendo una crisi di immagine o di identità.
L’importanza di riscoprire il valore antico della solitudine degli uomini, condizione senza la quale non si educa la propria interiorità, è il tema di questo libro, che suggerisce come perseguire una forma di virilità più problematica e profonda, e al tempo stesso più generosa ed eroica.
Duccio Demetrio insegna Filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca. Nella collana Minima ha pubblicato, tra gli altri, Filosofia del camminare (2005), La vita schiva (2007) e L’educazione non è finita (2009).
Le ragioni di un ordine sociale giusto, capace di conciliare una vita degna di essere vissuta con le esigenze della collettività: la grande lezione del filosofo John Rawls.
John Rawls (1921-2002) è stato il più influente filosofo politico del nostro tempo. È stato uno dei pochi intellettuali contemporanei la cui opera, come quella di Freud e Darwin, è stata conosciuta al di là del suo campo scientifico, fino a far parte della cultura generale. Questo è il primo testo introduttivo sistematico all’opera del filosofo statunitense, con particolare attenzione ai suoi tre testi principali: Una teoria della giustizia, Liberalismo politico e Il diritto dei popoli. Sebastiano Maffettone conduce la sua analisi con tre ipotesi esegetiche: interpretativa, metodologica e teoretica. La prima investe il dibattito accademico su continuità-discontinuità riguardo ai due periodi in cui è generalmente divisa l’opera di Rawls (1940-1980 e 1980-2002). L’ipotesi metodologica propone un filo rosso attraverso cui si può leggere in maniera unitaria tutta l’opera dello studioso statunitense: è la celebre teoria della ‘priorità del giusto’ secondo cui il giusto (right) precede il buono (good) nel senso che in tutte le deliberazioni pratiche che riguardano la giustizia, i desideri e le preferenze, che definiscono ciò che è buono per le persone, devono essere subordinati alle richieste del giusto. Infine il livello teoretico affronta le teorie critiche sull’opera del filosofo.
Il tema del nudo artistico costituisce uno dei campi di indagine più interessanti per la riflessione etica; tema delicato e complesso in quanto riguarda il dato più "naturale" della persona umana, la nudità appunto, e insieme il più "culturalizzato", la sua gestione e significazione. I contributi affrontano l'argomento nei suoi vari aspetti in un'ottica etica ed artistica cercando di individuare i punti di convergenza e di divergenza, e gli elementi di tensione: l'elaborazione del senso del pudore; il linguaggio della nudità; il significato dell'abbigliamento; l'influenza della pubblicità, della moda e dei mass media; la rappresentazione della bellezza del corpo nell'arte figurativa e nel cinema.
Il liberalismo è al centro, ormai da un paio di decenni, di un crescente interesse, accentuato dalla crisi per molti versi irreversibile di tutte le culture politiche e ideologie concorrenti. Ma che cosa si deve intendere esattamente con il termine "liberalismo"? Il libro di Manent, brillante filosofo della politica cresciuto alla scuola di Raymond Aron, ha il merito, rispetto ad altre opere dedicate alla storia del pensiero liberale, di richiamare l'attenzione del lettore sui fondamenti storici e filosofici di questa corrente politico-intellettuale. Il liberalismo, a suo giudizio, non è riducibile al libero scambio, dunque ad una teoria economica, o al principio della separazione dei poteri, dunque ad un modello costituzionale. La sua caratteristica principale è di essere una dottrina politica che, sin dalla sua comparsa, si è posta come problema quello di organizzare le libertà individuali all'interno di un sistema di regole vincolante per l'intera comunità. Fondamentale, nella sua genesi, è quello che Manent definisce il problema teologico-politico. Nato in Europa come reazione alle guerre civili di religione, il liberalismo si è dato come obiettivo la costituzione di uno Stato neutrale ed agnostico rispettoso di tutte le opinioni e di tutte le fedi, in grado altresì di salvaguardare, al tempo stesso, il bisogno di autonomia dei cittadini e il bisogno di ordine proprio di ogni forma di regime politico.
Alva Noë affronta il problema della coscienza proponendo una soluzione sorprendente: abbandonare il paradigma che da duecento anni confina la mente all’interno del cervello.
Noë difende l’idea per cui, piuttosto che qualcosa che accade dentro di noi, la coscienza è qualcosa che noi facciamo, è definita dal nostro interagire con il mondo che ci circonda. Un testo provocatorio, che costringerà a riconsiderare la natura della coscienza e, più in generale, la natura della relazione mente-mondo.
L'autore
Alva Noë è professore di Filosofia all’Università della California a Berkeley, dove è anche membro dell’Institute of Cognitive and Brain Science.
Questo breve saggio si propone di riflettere sui vari temi che fanno parte della tradizione sia filosofica che musicale: il tempo, l’eternità, il suono, il silenzio, il finito, l’infinito, la ragione e i sentimenti, il riso e il pianto…
Misurare il tempo sfuggevole, rendere un’ipostasi sonora dell’eterno, interrogare il suono intimo della voce o quello degli strumenti musicali, capire i significati del silenzio, proporre delle immagini sonore dell’infinito, investigare la ragione dei cieli o comprendere perché si piange ascoltando tale musica sono stati alcuni dei compiti della filosofia della musica nel corso della storia. Nella nostra memoria culturale, dall’Antichità al Rinascimento, la musica ha costituito una chiave per accedere ai misteri divini e un modo per ascoltare il mondo, l’universo e gli esseri. In parte in modo di dialogo, questo saggio offre alcune tracce di riflessione su questa eredità musico-filosofica.
Nella sua lunga vita (1903-1993) Hans Jonas ha attraversato tre tappe fondamentali: nella prima si è occupato del passato (la gnosi tardo-antica), nella seconda del presente (gli sviluppi delle scienze naturali e, in particolare, della biologia), nella terza del futuro (un’etica della responsabilità per la civiltà tecnologica). Solo per quest’ultima si è reso noto ai più.
Ma in tutte queste tre tappe egli ha lasciato un segno profondo. Ripercorrendone i momenti salienti, questo saggio intende offrire un profilo di Jonas che insista sui nodi decisivi della sua riflessione filosofica. Ne cerca i tratti caratterizzanti, mettendo a disposizione alcuni materiali jonasiani difficilmente reperibili. Completa il volume un’ampia bibliografia curata da Sahayadas Fernando.
COMMENTO: Una chiara introduzione al pensiero di Hans Jonas (1903-1993), tra i maggiori filosofi del Novecento (gli studi sullo gnosticismo, la filosofia della natura, l'etica della responsabilità). È tra i padri dell'etica contemporanea. Il volume contiene un'intervista a Jonas e lettere inedite tra Hans Jonas e Ernst Bloch.
PAOLO BECCHI insegna Filosofia pratica e Bioetica nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova. Presso Morcelliana ha pubblicato Morte cerebrale e trapianto di organi (2008); Il principio dignità umana (2009) e curato, di Jonas, Morire dopo Harvard (2009).
Come vivere, agire, lottare, morire quando si può contare solo su se stessi? È la sfida cruciale per un nuovo Illuminismo, inteso non solo come difesa di fronte al dispotismo, ma come compagno di strada anche per coloro che ancora avvertono il bisogno d’amore a cui un tempo si dava il nome di Dio.
Da «ateo protestante», l’autore di questo libro non mira a dimostrare che Dio non c’è ma a definire l’orizzonte di un’esistenza senza Dio. Una vita, quindi, che prescinda da qualsiasi forma di sottomissione al divino, rifiutando rassegnazione e reverenza, ritrovando il piacere della sperimentazione nella scienza e nell’arte, e riscoprendo infine il gusto della libertà, soprattutto quando essa appare eccessiva alle burocrazie di qualsiasi «chiesa». Un ateismo non dogmatico che può essere utilizzato persino da ogni credente stanco della furia dei vari fondamentalismi che hanno sostituito al dono della Grazia del Signore il paesaggio desolato della repressione e dell’intolleranza.
La filosofia e in genere la cultura contemporanea hanno posto come uno tra gli oggetti privilegiati di analisi la questione del soggetto. Il soggetto ha dato luogo così a un decisivo dibattito, che si enuncia nella filosofia idealista, si mantiene in forme diverse nella sua crisi e oltre, sussiste oggi come problema aperto. L'intenzione di Salvatore Natoli, in questo libro, è quella di chiarire il significato e il valore della nozione di soggetto nei suoi tratti costitutivi e dominanti. E la conclusione cui si arriva è che il concetto di soggetto coincide con quello di fondamento: il soggetto fonda in quanto con esso si pone il principio dell'identità e della differenza. In questa ricerca si concentra sull'analisi di due "luoghi" della storiografia filosofica che si possono ritenere classici al fine d'enucleare l'idea di soggetto: Aristotele e Cartesio; tracciando, a partire da questi due modelli, in primo luogo un'"ideografia" del soggetto, seguendone in secondo luogo il movimento e delineando così una "dinastia". Con la riedizione di Soggetto e fondamento torna uno dei testi di filosofia più importanti degli ultimi trent'anni, uno studio da cui si sono sviluppate le riflessioni etiche delle opere successive di Natoli.
Per Miguel Abensour "filosofia politica" è un termine paradossale, un tentativo di unire due concetti contraddittori. Ripercorrendo il pensiero di Arendt, egli si chiede piuttosto se "filosofia" e "politica" non appartengano a tradizioni differenziali e alternative. Arendt amava definirsi più uno "scrittore politico" che un "filosofo", in grado di costruire un sistema teorico della politica... In questo libro illuminante Abensour rintraccia i fondamenti della tradizionale ostilità della filosofia alla politica e alla vita indeterminata e caotica della pòlis. Questa è infatti dominata dal principio imprevedibile ed opposto dell'essere-per-la-nascita, dall'irruzione di eventi incondizionati, di inizi indominabili: l'essere inaugurale produce "l'apertura di un'infinità di possibili, capaci di far sorgere il nuovo nel mondo".
Non è solo la mente a viaggiare, nella vita dei filosofi. Si pensi a Platone, che per tre volte affronta i rischi della navigazione diretto dalla sua Atene a Siracusa e viene anche rapito dai pirati, a Tommaso d’Aquino, obeso e placido domenicano che ha percorso l’Europa per terra e per mare, all’”eterno viaggiatore” Rousseau o alle peripezie di Nietzsche, da Röcken a Torino.
Unendo alla ricchezza di informazioni la leggerezza del linguaggio, il volume presenta dodici racconti su filosofi che hanno viaggiato, a cura dei più autorevoli esperti delle differenti epoche storiche e accompagnati da una cartina che riproduce l’itinerario dei nostri eroi.
Maria Bettetini insegna Storia della filosofia all’Università Iulm di Milano. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Breve storia della bugia (2001).
Stefano Poggi insegna Storia della filosofia all’Università di Firenze. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La vera storia della Regina di Biancaneve (2007).
Contributi di M. Bettetini, G. Cacciatore, G. Cambiano,
M. Campanini, B. Carnevali, M. Ferraris, G. Francioni, F. Mignini, M. Piazza, F. Piro, S. Poggi, P. Porro.