Da Atene 1896 a Rio 2016, in centoventi anni, la storia olimpica ha vissuto un'alternanza di vittorie eclatanti e sconfitte fragorose, di imprese al limite delle possibilità umane e di cadute omeriche, di medaglie conquistate al primo tentativo e di allori inseguiti per anni senza fortuna. La storia olimpica, in questo senso, è il paradigma della vita stessa, un alternarsi senza respiro di gioie e dolori, di lacrime e sorrisi. In una parola, di emozioni. Per cercare di condensare in un libro tutto questo la strada era obbligata: raccontare le storie al posto della Storia. "Gli Dei di Olimpia" è una raccolta di storie, un lungo filo di cinque colori - tanti quanti sono quelli dei Cerchi olimpici - che si snoda da Atene a Rio e che abbraccia vincitori e vinti, squadre e singoli atleti, eroi di un giorno solo e predestinati alla gloria. Quello stesso filo colorato che, ogni quattro anni, incrocia la vita di ogni appassionato di sport, e lo tiene stretto, per due settimane, con la stessa energia dei corridori, degli schermidori, dei nuotatori e dei cestisti. Per quindici giorni, ogni quattro anni, ognuno prova la stessa emozione, ognuno diventa un atleta, ognuno sogna di trasformarsi in uno degli Dei di Olimpia.
Abstracts Editoriale Saggi Irene Fafalios The child, the invisible worker Luigini Bruni e Beatrice Cerrino Le idee pedagogiche di Antonio Genovesi Giovanni Ferri e Plinio Limata Educazione liquida per lavorare tutti Elena Zizioli Un'"Officina Creativa"nella reclusione: lavoro, identità, bellezza e comunità Raniero Regni Il lavoro della vocazione oggi Paolo Bertuletti L'amore pedagogico del maestro e la personalizzazione nella teoria educativa di Georg Kerschensteiner
Quando nasce la «seconda Repubblica»? Quali caratteri peculiari, in termini di culture politiche, piattaforme programmatiche, processi sociali e istituzionali, contribuiscono al rafforzamento della fase bipolare in Italia? E come se ne spiega il tracollo? Muovendo da questi interrogativi, il volume riflette sulle grandi fratture che hanno segnato un tempo particolare della biografia politica repubblicana, sul superamento dei perimetri partitici tradizionali e sull'apertura di una stagione "nuova" che non ha però sanato - malgrado le attese iniziali - contraddizioni e anomalie del sistema politico italiano, rimasto nel limbo di una estenuante transizione dovuta anche alla perdurante mancanza di legittimazione reciproca tra le forze politiche. Storici e politologi indagano le ragioni per le quali il passaggio dalla dinamica consociativa alla logica dell'alternanza nella guida del Paese non ha coinciso con un processo di ammodernamento dell'architettura istituzionale, quantomeno sul terreno del rafforzamento del principio di governabilità. Dai loro contributi emerge il quadro delle condizioni che sono mancate all'Italia per imboccare il sentiero di una compiuta democrazia "decidente". La riflessione non può ovviamente prescindere dall'approccio di respiro internazionale: tenendo in assoluta considerazione i mutamenti strutturali che dopo il 1989 investono la dimensione pubblica oltre i confini della penisola, viene quindi esaminato il rapporto che intercorre tra le difficoltà dell'Italia e il ruolo che essa ha giocato sullo scacchiere europeo, come pure sono investigate le dinamiche che incidono sulle relazioni transatlantiche nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo sistema politico-partitico. Guardando alla realtà con le lenti dell'oggi, si apre la fase in cui è doveroso approfondire le vicende di una «seconda Repubblica».
Mille anni di storia dividono la fine del mondo antico e l'inizio dell'età moderna: un'età di mezzo che si usa chiamare Medioevo. Su di esso grava un forte pregiudizio negativo, come epoca di decadenza, che perdura fino ai nostri giorni. In realtà, il Medioevo fu qualcosa di profondamente diverso: la storia del lungo periodo in cui venne formandosi l'identità storica dell'Europa come originario incontro di civiltà - quelle romana, barbarica e cristiana - e come confronto continuo con le culture altre con cui venne in rapporto - quelle bizantina e islamica in ambito mediterraneo, ma anche quelle asiatiche e africane. L'autore ricostruisce questo complesso e affascinante periodo in una sintesi chiara e aggiornata, arricchita da un corposo apparato di informazioni di primo riferimento. Edizione digitale su Pandora campus.
«Il lavoro, che oggi vede la luce, è l'effetto congiunto di una esigenza che PA. sentiva da tempo, e del caso. L'esigenza trovava e trova la sua origine in una radicata e, credo, non contestabile insoddisfazione derivante dal piano di studi tradizionale. Il laureato in giurisprudenza doveva, infatti, conoscere puntualmente e minuziosamente tutti i meccanismi del processo civile, anche quelli di interesse esclusivamente professionale, ma al tempo stesso poteva legalmente ignorare l'esistenza del processo tributario, del processo fallimentare e - a seconda delle scelte della facoltà - finanche del processo amministrativo. Il risultato, ad avviso dell'A., era una formazione altamente squilibrata, quantomeno nel campo processuale. Da qui l'opportunità di un corso, che in modo istituzionale coprisse tutto il settore della tutela dei diritti: e quindi, in sostanza, la materia del diritto processuale civile in generale, poiché la funzione propria del processo civile -la tutela dei diritti - è propria anche dei processi amministrativo, tributario e fallimentare. Il caso ha voluto che, fra i corsi opzionali attivati presso la facoltà pisana, vi fosse la Teoria generale del processo: materia istituita a suo tempo da colui, cui il libro è dedicato, e che - una volta affidata all'A. - fu dallo stesso piegata a realizzare proprio quel corso istituzionale generale, che gli pareva mancare. La riforma degli ordinamenti didattici, e l'introduzione di una materia processuale al triennio, hanno consentito di generalizzare l'esperienza già maturata, e di far sì che questa materia sia volta a fornire nozioni generali di tutti i processi finalizzati alla tutela dei diritti, piuttosto che a somministrare i tradizionali argomenti del corso di diritto processuale civile, sia pur in modo concentrato e semplificato...» (Dalla Prefazione)
«Il faticoso lavoro svolto in questi sei anni per le rispettive edizioni delle Lezioni di diritto tributario, ha progressivamente condotto ad un testo che, cercando di tener fermi i principi di fondo che ne avevano ispirato la stesura - chiarezza e leggibilità, attualità, completezza, sistematicità - si presenta ormai in una forma tale da poter ambire ad uscire dalla logica originaria di raccolta di "Lezioni" per fregiarsi del più impegnativo appellativo di "Manuale". Rispetto alla prima edizione delle Lezioni, numerosi i nuovi temi trattati: la riscossione e il rimborso, le sanzioni, la giurisdizione e gli atti impugnabili, le categorie reddituali diverse dal reddito di impresa, l'Irap, l'imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali e, da questa edizione, anche i soggetti attivi e le operazioni straordinarie. Ai nuovi temi si sono aggiunti un progressivo affinamento del testo e il continuo aggiornamento imposto dagli innumerevoli orientamenti giurisprudenziali e modifiche normative nel frattempo intervenuti.» (Dalla Prefazione)
La prima edizione di questo volume nacque in seno al corso di Scienze Psichiatriche e riabilitative dell'anziano presso la Facoltà di Scienze della Formazione della LUMSA di Roma, trasformatosi poi in Psicogeriatria e riabilitazione. Questa nuova edizione oltre a trattare i luoghi della cura, i disturbi del comportamento, la figura e le problematiche del caregiver, il mondo emozionale dell'anziano e di chi se ne occupa, offre una nuova rivisitazione della valutazione e della riabilitazione del soggetto in età senile (Lino e Tiberio); si apre a ulteriori contributi che guardano alle neuroscienze attraverso il ruolo funzionale rivestito dal declino della neurogenesi adulta durante l'invecchiamento (Costanzi), alle recenti scoperte delle neuroscienze cognitive che riportano in auge un dialogo con la psicoanalisi (Cieri e Esposito) e alle differenze sessuali neurocognitive nell'invecchiamento sano e nella demenza di Alzheimer (Cieri). Propone, inoltre, un focus sulla psicoterapia e il trattamento analitico delle persone in età avanzata o affette da MCI.
«L'Economia Pubblica, termine ormai interscambiabile con quello classico di Scienza delle Finanze, è la disciplina che studia il funzionamento del settore pubblico. La principale forma di organizzazione istituzionale del settore pubblico è stata finora rappresentata dallo Stato nazionale, o moderno. Oggi osserviamo una struttura assai più articolata del settore pubblico con la comparsa sulla scena delle organizzazioni sovranazionali, o ad ambizione mondiale come le Nazioni Uniti e/o su scala regionale, come l'Unione Europea. Lo Stato nazionale si è recentemente alleggerito di alcune sue funzioni trasferendole ai cosiddetti governi subnazionali, rappresentati nel nostro Paese dalle Regioni e dagli Enti locali. Chi voglia analizzare questa struttura complessa e diversa ha bisogno di alcuni strumenti analitici nuovi adattabili a tutti i livelli di governo. Ho scritto quest'agile manuale per metterli a disposizione degli studenti e del pubblico interessato a comprendere il funzionamento del settore pubblico nelle società moderne. Ritornando alle caratteristiche emergenti del settore pubblico, la maggior parte delle organizzazioni sovranazionali svolgono politiche e forniscono beni e servizi pubblici non molto dissimili, per caratteristiche economiche e strutturali, da quelli forniti dallo Stato. Quello che differisce è la dimensione delle politiche e dei servizi il cui ambito oltrepassa gli Stati e si estende all'intero pianeta. Inoltre, per capirne il funzionamento occorre non puntare sulla coazione, ma piuttosto sulla persuasione, la ricerca del consenso e sugli incentivi a collaborare. Probabilmente, il potere di coazione dello Stato moderno è stato esagerato, cosa che ha condotto a sottostimare l'importanza del raggiungimento del consenso nel funzionamento dei sistemi politici. Ha indotto anche a considerare in modo troppo gerarchico le relazioni fra il governo nazionale, o centrale, e i governi subnazionali. Queste relazioni si sono modificate nel tempo sostituendo ín misura crescente i rapporti gerarchici con quelli di tipo contrattuale...» (Dall'Introduzione)
«Riccardo Orestano è stato un grande Uomo, Giurista, Maestro ed è pertanto un onore ed un privilegio poter accompagnare, con queste poche righe, la ristampa della seconda edizione, edita nel 1963, dell'Introduzione allo studio storico del diritto romano, pubblicata per la prima volta nel 1953 nel catalogo della Giappichelli Editore. Un'opera sulla quale si sono formate per oltre mezzo secolo intere generazioni di studiosi e di studenti. La legittimazione in tal senso mi deriva non tanto dall'essere il curatore della Collana, nella quale il volume ricompare, quanto dall'essere "l'ultimo (?) non ultimo dei miei allievi", così come Riccardo Orestano mi scrisse, 1'8 febbraio del 1983, in un'affettuosa dedica del Suo volume su Azione, diritti soggettivi, persone giuridiche, che serbo tra gli oggetti e i ricordi più cari. Nelle pagine che seguono la figura scientifica e l'importanza dell'opera di Riccardo Orestano viene illustrata da Massimo Brutti, che sulla cattedra romana della Sapienza ne fu l'immediato successore; così che il mio ricordo, affidato a queste poche notazioni che intendono avere solo il senso di una mera testimonianza, doverosamente si limita a rivedere a ritroso nel tempo e nella memoria, per trasmetterla alle generazioni future, la Sua figura di Professore, avendolo frequentato dai banchi della "Sapienza", all'epoca unica facoltà romana di giurisprudenza, dal 1978-1979, Suo ultimo anno di insegnamento del Diritto romano, fino alla Sua scomparsa. Noi studenti eravamo affascinati e quasi incantati sia dalla Sua straordinaria capacità didattica, nella quale la profondità di pensiero era tutt'uno con l'estrema chiarezza nel linguaggio; sia dal tratto gentile ed amabile, che da gentiluomo siciliano, pur nella fermezza del carattere, ne accompagnava sempre i modi ed il comportamento; sia dalla Sua particolare disponibilità ed empatia, che Gli consentiva di relazionarsi facilmente con il Suo interlocutore, chiunque egli fosse. Finita la lezione, Orestano saliva dall'aula terza della Facoltà di Giurisprudenza al piano dove all'epoca era situato l'Istituto di Diritto romano e di diritti dell'oriente mediterraneo e lì riceveva studenti e laureandi. Sempre pronto al colloquio con i Suoi interlocutori, ed affabile nella conversazione, si intratteneva nella discussione senza mai dare l'impressione di avere fretta o di essere infastidito dalla presenza o dalle insistenti richieste degli studenti o dei laureandi con i quali non interrompeva mai l'incontro fino a quando non era convinto che il Suo interlocutore fosse pienamente appagato nelle proprie richieste...» (Dalla Premessa di Enrico Gabrielli)
Che cos'è l'apprendimento e come si manifesta? Quali sono le funzioni svolte dalle istituzioni scolastiche nell'educare al comprendere? Si sono fatti progressi nello studio dello sviluppo cognitivo, ma ancora oggi queste conoscenze generalmente non vengono applicate al campo dell'educazione. La scuola basata su una didattica che mira essenzialmente al superamento di certe prove si appiattisce sul "compromesso delle risposte corrette" e rinuncia all'obiettivo ambizioso e globale, per l'individuo e la collettività, del vero comprendere. Gli stereotipi e le concezioni della mente non scolarizzata sopravvivono al tempo, ma le metodologie di studio attuali non consentono che siano riplasmati o sradicati dagli insegnanti: nascono da qui le gravi lacune di comprensione tanto diffuse tra gli studenti di oggi, che impediscono una reale padronanza delle materie studiate. L'autentica persona "istruita" dovrebbe poter indagare autonomamente i campi del sapere, usare in contesti nuovi le informazioni acquisite e continuare ad apprendere per tutta la vita. Situazione che oggi si verifica solo in una minima parte degli studenti, anche universitari. Gardner approfondisce i diversi aspetti dell'apprendimento e suggerisce alcune soluzioni pratiche per migliorare i metodi di istruzione, indicando nuove promettenti vie di ricerca.
Questo libro raccoglie una serie di saggi e di testimonianze volti a promuovere una rivisitazione delle vicende della Federazione Cgil, Cisl, Uil che dal 1972 al 1984 ha rappresentato un'esperienza originale del movimento sindacale italiano, contribuendo ad accrescerne il ruolo e l'influenza nella vita economica, sociale e politica del paese così come nella dimensione internazionale in particolare sul piano europeo. L'esperienza della Federazione Unitaria segna profondamente l'intera vicenda degli anni Settanta e, malgrado il carattere di compromesso del Patto federativo, rappresenta indubbiamente il punto più alto del rapporto unitario fra le tre grandi confederazioni e del loro potere sindacale di fronte alle controparti, ma soprattutto di fronte al sistema politico e al governo.
«L'operazione di aggiornamento dei contributi scientifici in materia ambientale è attività sempre più complessa. L'ormai nota, ed ancora non risolta, esuberanza e frammentarietà normativa del diritto dell'ambiente è ancor più accelerata negli ultimi anni dagli effetti dell'integrazione delle politiche ambientali negli altri ambiti dell'azione dell'Unione Europea e degli Stati. Il processo di integrazione è, infatti, in una fase di evoluzione molto avanzata, tanto da lasciar intravvedere, come descritto nelle pagine che seguono, l'inizio di una nuova fase in cui si supera il concetto di sviluppo sostenibile per riconoscere la tutela ambientale stessa come motore dello sviluppo. Sono questi i giorni del Green Deal, del Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tutti questi importanti atti di pianificazione e programmazione pongono in cima alla scala di priorità il perseguimento delle finalità di tutela ambientale. Quest'ultima è indicata non solo quale obiettivo, ma soprattutto quale fattore determinante per attraversare la crisi economica e sociale determinata dalla pandemia da Covid-19. Quando questa pubblicazione era già in bozze è stato istituito il Ministero della Transizione Ecologica, che evolve il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, assumendo importanti funzioni in materia energetica. In questa quinta edizione si tiene, quindi, conto delle dinamiche in corso, e, senza modificare l'impostazione di fondo del testo, che muove da un approccio pubblicistico ai temi trattati, presenta contributi arricchiti, anche sulla base dell'esperienza didattica ormai più che decennale, e un contributo nuovo (di O. Hagi Kassim sulle valutazioni ambientali). Il gruppo di autori si è arricchito anch'esso, accogliendo Marzia De Donno e Clara Napolitano. Gli aggiornamenti non potevano non riguardare i più rilevanti interventi del legislatore italiano ed europeo...» (Dalla Premessa). Aggiornamento a cura di Andrea Farì.