Una raccolta di omelie e riflessioni in preparazione alla Pasqua , in cui siamo invitati a vivere la nostra fede nelle fede nella croce e nella risurrezione di Gesù come strumento di lotta pacifica per una società all'insegna della solidarietà, della legalità e della responsabilità sociale.
Il testo presenta cinque brevi meditazioni ispirate dalla scultura di Pericle Fazzini Resurrezione, che si trova in Vaticano, nell’Aula Paolo VI.
Ognuna delle meditazioni evidenzia un aspetto particolare della gura del Risorto: 1) L’incendio (sull’«ardore di Dio», che erompe dalle rocce tra lingue di fuoco puri catore);
Il vento (sullo Spirito vivi cante di Dio); 3) Il potente
(sulla gentilezza composta di Gesù che, nella vittoria della risurrezione, ha il garbo di riporre in ordine i teli e di posare in un altro luogo il sudario avvolto); 4) L’orchestra e il solista (sull’unicità di ogni essere umano e al tempo stesso sulla sua appartenenza al Creato); 5) Cielo e terra (sulla continuità tra realtà terrena e realtà celeste, come dimostrato dalla scultura del Risorto che, mentre sale verso l’alto, mantiene lo sguardo in basso, rivolto verso gli uomini).
Dall'alto della croce il Cristo ha consegnato le sue parole ultime, che la tradizione ha raccolto in un settenario. Custodite dalla fede della chiesa, esse non sono state in verità le "ultime" parole di un morente, ma piuttosto le "penultime" parole del Vivente, di colui che è la Parola, il Crocifisso risorto. Queste parole estreme e solenni suonano come un testamento, il testamento dell'amore. La "passione" dell'amore non è mai scevra dalla fatica di amare, fatica che è stata espressa e illuminata da queste parole che forse, in alcune ore della nostra vita, saranno state anche le nostre parole, o potranno esserlo... Così la croce si erge come fatica estrema dell'amore e, su di essa, il Cristo che entra nella morte dà voce, parola e senso alla fatica di ogni vita.
Lasciarsi toccare da Dio per essere «ri-creati», lasciarsi incontrare da Lui nelle «vie del cuore» fino a diventare le sue mani è l'augurio di questo libro che racconta cammini interiori, fatti anche di «Vangelo scritto dalle storie di fratelli e sorelle cronologicamente più vicini a noi. Cammino che fa della vita un'esistenza in cui è necessario «tornare al cuore».
Le ultime Sette Parole, la cui tradizione è più antica di quella della Via Crucis, sono il Testamento di Gesù; nelle versioni di Marco/Matteo, Luca e Giovanni costituiscono tre diversi tentativi di riassumere in parole-chiave il progetto che guidò la sua esistenza. Alla sua scuola, facciamo nostri i suoi «sentimenti» (cf Fil 2,5), imparando a trasformare la «prova» fatta di sofferenza e ingiustizia in un cammino di «accoglienza», segnato dal perdono, dalla compassione, e da una radicata fiducia in Dio, da conquistare nella preghiera.
Offre sei Adorazioni eucaristiche per la preghiera personale e comunitaria nel tempo di Quaresima e di Pasqua. Una proposta per vivere la conversione e la vita nuova contemplando il volto di Cristo.
1. Il Volto rivelato - «Tu sei il Figlio mio, l’amato»
2. Il Volto trasfigurato - «È bello per noi essere qui»
3. Il Volto del dono - «Prendete, questo è il mio corpo»
4. Il Volto del perdono - «Quello che bacerò, è lui»
5. Il Volto splendente - «È risorto, non è qui»
6. Il Volto benedicente - «Il Signore fu elevato in cielo»
Un sussidio agile, in un formato maneggevole.
La Quaresima è tempo di silenzio, di riflessione, ma anche di scoperta dell’amore di Cristo dato per i peccatori; è occasione di riconciliazione e di ritorno al Padre che attende con misericordia.
In questo volume, don Donato Allegretti offre quaranta meditazioni sul tema della comunione fraterna, a partire in particolare da quaranta passi dalle lettere di Paolo, Pietro e Giovanni, ripresentando la comunione ecclesiale come decisiva per la nostra vita personale di credenti.
Il tutto si situa perfettamente all’interno della Chiesa “in uscita” voluta da papa Francesco: una Chiesa che sappia testimoniare la fraternità gioiosa e la speranza per coloro che sono più deboli. Come bene dice nell’introduzione padre Alfredo Feretti, direttore del consultorio “Centro la Famiglia” di Roma: «Questi commenti ai vari brani della sacra Scrittura costituiscono una specie di grammatica della relazione, una grammatica della semplicità e della bellezza da assaporare e vivere giorno per giorno. L’augurio è che diventi un percorso di apprendimento del “mestiere di uomo”, con la guida di Gesù, esperto in umanità».
Brevi meditazioni da compiere soli o in compagnia che il cardinale Angelo Comastri offre al lettore, un piccolo diario dell’anima per accompagnare il tempo quaresimale e avvicinarsi al mistero della Pasqua.
Le parole di Comastri sono – come sempre – semplici, immediate e allo stesso tempo capaci di una grande profondità.
«François Mauriac - scrive Alain Peyrefitte nella nota che apre questa intensa meditazione dello scrittore francese'- si guarda bene dal fare sermoni, anche profani. Non ha bisogno, come Jules Romains, di "consolarsi dell'assenza della vita eterna". Non ha mai voluto usare parole tròppo dure per stigmatizzare nei suoi romanzi l'accidia, l'avarizia, l'ambizione dei suoi personaggi; per denunciare la vanità delle loro occupazioni, la bassezza dei loro ' sentimenti, la perversità dei loro desideri. Miseria! Miseria dell'uomo senza Dio. Ma la grazia non è rifiutata a nessuno. Nemmeno a quelli che pretendono di non amare Dio, perché per non amarsi bisogna essere in due. Non si sfugge all'amore di Dio. Nessun dogmatismo dunque, come Mauriac ricordò un giorno ad Aragon: "Non crediate che per me la santità sia sempre ufficialmente cattolica. Il regno di Dio va oltre le frontiere della Chiesa visibile e io sono certo che anche voi conoscete dei santi"».
Nella vita tutti mi hanno insegnato qualcosa, ma in pochissimi mi hanno dato la piega. Dare la piega è qualcosa di più che insegnare. È un lavoro che ci riporta al fabbro che batte il ferro, all'artigiano che modella la creta, alla stiratrice che riordina la camicia stropicciata e spiegazzata. Nella Pasqua il Maestro «dà la piega» e porta a compimento la paziente opera formativa che ha segnato il suo cammino con i discepoli. La Pasqua riannoda i fili della vita, porta tutto a casa. Gesù stesso finalmente torna a casa, lasciando ai suoi una lunga strada da percorrere, in attesa del compimento dei tempi. Siamo contenti per noi, per la fiducia che il Signore ci comunica. Ma soprattutto siamo contenti per lui, che ha compiuto ogni cosa, e finalmente torna a casa.
Gli autori ci presentano una visione evangelica del Calvario e della Croce, sottolineando più i frutti della redenzione, che il dolore e la sofferenza. La morte di Gesù, piuttosto che essere tragica, è affascinante. Quando è alzato sull'alto del patibolo, ci seduce e attira a sé.
La croce di Gesù ci libera dalle croci prive di senso o sterili, e che sono frutto del peccato. La croce di Gesù non è per farci morire sopra di essa, ma per fare morire in noi tutto quello che non ci lascia vivere come figli di Dio. Mediante l'Arcobaleno della Nuova Alleanza, firmata all'ombra del Calvario, si interpretano i simboli utilizzati dall'evangelista Matteo, così alla fine ognuno di noi può fare la stessa confessione del centurione romano: Veramente egli è il Figlio di Dio.
Le pagine di questo libro sono un percorso pasquale tra alcuni "ri" del Vangelo. Questa sillaba, tanto piccola quanto preziosa, ti aiuterà a scoprire che c'è qualcuno che scommette sempre su di te, anche quando tu ti butteresti via. C'è un Padre che ti ama, un Padre con mani di vasaio che non perde occasione per rimetterti sul tornio, con un occhio all'impasto e l'altro al modello: il Risorto. Continuamente il Padre ci rimpasta a immagine del Figlio, perché ci vuole come Lui: bellissimi e scintillanti di vita nuova.