"L'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa", così scrive Papa Francesco nell'Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium e proprio l'intento missionario sembra essere il leitmotiv della prima opera di don Gaudioso Mercuri. Chi ha conosciuto veramente l'amore di Dio è animato dal grande desiderio di comunicarlo agli altri, in una parola diventa missionario, evangelizzatore. Con questo pregevole libro don Gaudioso desidera "generare autentici discepoli di Cristo". Proprio attraverso le catechesi ai suoi parrocchiani l'autore "propone una vita evangelica da testimoniare sempre e dappertutto". Gesù ci chiama: sono stato "illuminato" dalla sua presenza in me? Esprimo la gioia di averlo incontrato? Desidero amarlo, seguirlo, servirlo? Sono un testimone della sua parola nella famiglia e nella Chiesa di Dio? Desidero cambiare vita, distaccarmi da ciò che mi impedisce di guardare il prossimo con occhio benevolo? La preghiera individuale e comunitaria, la frequenza costante ai Sacramenti, la presenza viva di Gesù in me, mi indicheranno la Via, la Verità e la Vita, cioè Cristo morto e risorto. Il libro consta di due parti. La prima è una raccolta di brani di catechesi estratti dagli incontri con i catechisti, tenuti nella Parrocchia S. Francesco da Paola nell'anno 2013-2014. La seconda parte è invece dedicata alle vocazioni alla vita consacrata e a quella familiare.
L'annuncio del Vangelo nella storia sorprendente e sempre nuova del cristianesimo. Le prime comunità cristiane hanno individuato in Gesù e nel suo messaggio qualcosa di molto importante per la vita, le attese e i dubbi di ogni donna e uomo, di qualsiasi cultura e religione. Questo è il motivo che ha spinto la Chiesa nel corso dei secoli ad annunciaree condividere il progetto evangelico. Tuttavia, è necessario reinventare la grammatica dell'evangelizzazione, ogniqualvolta, come nella contemporaneità, emerge la richiesta di un annuncio credibile e capace di entrare nei passaggi cruciali della storia, delle culture e delle società. Il messaggio cristiano mostra come il credere porta con sé un'inquietudine che lotta contro la rassegnazione, affinché la buona notizia non privi donne e uomini di quelle prospettive di senso che rispondono alle questioni più profonde dell'umano.
Descrizione dell'opera
«L’esperienza della fragilità umana si manifesta in tanti modi e in tutte le età, ed è essa stessa, in certo modo, una “scuola” da cui imparare». Così scrivono i vescovi italiani negli Orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2020, Educare alla vita buona del Vangelo. In un contesto culturale che considera la sofferenza e la malattia solo scomode compagne di viaggio e condizioni da cui liberarsi, più che realtà da liberare, i temi della salute, dell’invecchiamento e della morte vengono spostati dal terreno del senso e del valore a quello della tecnica. Le riflessioni proposte nel volume tentano di non eludere la domanda e, lasciandosi educare anche dal mistero della sofferenza, guardano il «perché» del dolore umano, non solo come ricerca delle cause, ma anche come opportuna e possibile riflessione sul fine. Nel passaggio dal male al bene, dal supplizio patito al dono di sé, dalla morte subìta alla vita offerta, si rende attuale l’amore che salva. La ricerca risulta così più completa, più vera e più ricca.
Sommario
Presentazione. I. Sezione teologico-pastorale. 1. «Imparò l’obbedienza dalle cose che patì» (Eb 5,8). Riflessione biblico-teologica. 2. Fragilità umana e processo educativo. 3. Salvifici doloris. La lettera apostolica di Giovanni Paolo II. Attualità di una riflessione a trent’anni dalla sua pubblicazione. II. Esperienze. 1. Il grido di Gesù in croce. Riflessione alla luce dell’esperienza di Chiara Lubich. 2. Pedagogia del dolore innocente. Riflessione alla luce dell’esperienza del beato Carlo Gnocchi.
Note sul curatore
Carmine Arice, membro della Società dei sacerdoti del Cottolengo, è direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana. Di recente ha curato per le Edizioni Camilliane: A servizio della vita. In cammino con gli operatori sanitari (2008), «Documenti della Chiesa e pastorale della salute» e «Il volontariato» in Aa.Vv., Percorsi di pastorale della salute (2012).
Descrizione dell'opera
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto». Così inizia la celebre parabola nella quale l’evangelista Luca racconta che nessuno si fermò a curare il ferito, a eccezione di un samaritano che decise di non passare oltre e di lasciarsi guidare dal cuore, divenendo così icona della compassione di Dio.
I racconti biblici dell’incontro e della guarigione dei malati mostrano l’importanza di una cultura dell’attenzione alle persone nei vari momenti della loro storia, al fine di cogliere anche nelle esperienze di fragilità e vulnerabilità i luoghi privilegiati di una cura reciproca, di uno scambio d’amore e di un «con-forto» abitato dallo Spirito. Una ricchezza che spesso resta nascosta tra le pieghe di una compassione a senso unico e di una pastorale che avverte la necessità di un approfondimento e di un aggiornamento.
Sommario
Introduzione. Non passò oltre. 1. Annunciare con gioia: una Chiesa in uscita. 2. Comunicare il vangelo oggi: i segni presenti nel tempo. 3. La teologia pastorale o pratica: una vera e propria disciplina teologica. 4. Il multiforme agire ecclesiale: verso un modello relazionale. 5. Una pastorale integrata: la persona al centro. 6. Uscire dalle porte: la Chiesa ospedale da campo. 7. Verso Emmaus e ritorno: ministri di speranza. 8. Annunciare la vita: l’eloquenza dei gesti. 9. Perdono e riconciliazione: attenzioni pastorali. 10. Da Gerusalemme a Gerico: la compassione pastorale. Conclusione. Aver cura di sé.
Note sull'autore
Luciano Sandrin, sacerdote camilliano, è professore di Psicologia della salute e della malattia al Camillianum (Roma) e presidente dell’Istituto internazionale di Teologia pastorale sanitaria. Per EDB ha pubblicato Vivere il dolore e la speranza (2009) e Aver cura di sé. Per aiutare senza burnout, con Nuria Calduch-Benages e Francesc Torralba Roselló (2009).
Il volume contribuisce al dibattito sull’aggiornamento del progetto educativo-pastorale che è stato uno dei temi centrali del ripensamento postconciliare dell’educazione dei Salesiani di don Bosco. Dopo un periodo di entusiasmo sull’efficacia della progettazione si è arrivati all’attuale momento di disincanto. Tra i sintomi di questo scenario si nota l’arduo passaggio dalla carta alla vita, la moltiplicazione esagerata dei progetti interconnessi, la formalizzazione dell’educazione intesa come esecuzione del progetto, la percezione prevalentemente tecnica della progettazione, i tempi di attuazione troppo brevi e la mancata mentalità progettuale degli educatori. Vari indizi mostrano che le difficoltà nei riguardi della progettazione derivano dal modello antropologico e dal paradigma progettuale sottostante alle teorie che ispiravano la metodologia nel periodo postconciliare.
Valorizzando modelli progettuali più integrali e più consoni con l’educazione salesiana, il presente studio affronta la questione in tre momenti che costituiscono le tre parti del volume: 1. Descrivere l’evoluzione della progettazione educativo-pastorale salesiana dal Concilio Vaticano II ad oggi. 2. Analizzare le fonti teoriche d’ispirazione metodologica e studiare gli ultimi sviluppi nell’ambito delle scienze organizzativo-pedagogiche. 3. Proporre un quadro teorico e una metodologia più integrale della progettazione educativo-pastorale.
Michal Vojtas è un Salesiano di don Bosco, docente di Pedagogia Salesiana e del Sistema Preventivo all’Università Pontificia Salesiana di Roma. È il direttore del Centro Studi don Bosco della stessa Università, fa parte del gruppo di coordinamento del Forum Salesiano e collabora con le riviste Orientamenti Pedagogici e Salesianum. La sua area di ricerca si concentra attorno alla storia, all’attualizzazione, e agli aspetti organizzativo-formativi dell’educazione salesiana.
"Cari giovani, continuiamo il nostro pellegrinaggio spirituale verso Cracovia, dove nel luglio 2016 si terrà la prossima edizione internazionale della Giornata Mondiale della Gioventù. Come guida del nostro cammino abbiamo scelto le Beatitudini evangeliche. L'anno scorso abbiamo riflettuto sulla Beatitudine dei poveri in spirito, inserita nel contesto più ampio del "discorso della montagna". Abbiamo scoperto insieme il significato rivoluzionario delle Beatitudini e il forte richiamo di Gesù a lanciarci con coraggio nell'avventura della ricerca della felicità. Quest'anno rifletteremo sulla sesta Beatitudine: 'Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio' (Mt 5,8)."
Di fronte alle numerose sfide che formatori, confessori,catechisti, animatori culturali...devono affrontare, si trova anche quella dell'educazione della coscienza. Un Simposio tenuto presso il Santuario di Loreto, ha visto a confronto personalità autorevoli riflettere sull'emergenza educativa.
Cogliere la sfida dell'incontro con l'altro e con Dio è il filo conduttore delle pagine del volume, che propongono un'ipotesi pastorale articolata in riflessioni e indicazioni operative interdisciplinari, elaborate con "il futuro negli occhi e il passato nel cuore", perché il Vangelo è futuro e il futuro non si può costruire senza essere ben radicati nel passato. Questa scelta comporta anche la maturazione di una visione della Chiesa e di una pastorale missionaria, samaritana, segnata dalla tenerezza e dalla misericordia, capace di lasciarsi ospitare dall'altro, chiunque esso sia, qualunque storia abbia. Il metodo di lavoro è quello della Teologia pastorale, che comporta tre fasi distinte, ma interdipendenti: l'analisi critica della situazione, l'elaborazione di criteri teologici nel contesto odierno e l'offerta di elementi per progettare la pastorale. Pertanto, il testo si divide in tre parti. La prima offre al lettore un tentativo di comprendere il contesto odierno, ponendosi sia sul versante culturale che su quello della presenza e dell'azione della Chiesa italiana; la seconda mette a fuoco l'obiettivo del volume indicando che cosa comporti la cultura dell'incontro o dell'inclusione; la terza, infine, traccia una possibile strada per comunicare il messaggio favorendo la cultura dell'incontro con Dio e con l'altro segnata da orientamenti e operazioni, per un cambio di prospettiva pastorale. La riflessione si propone di accompagnare il cammino di ministri ordinati...
Un francescano, teologo e giornalista, che ha percorso la strada della fede, dello studio e della comunicazione, si interroga sul significato di annunciare, oggi, i vizi e le virtù, la pena e la gloria", all'uomo dell'iphone."
Il volume tratta alcuni grandi e scottanti problemi: il rapporto uomo-ambiente e uomo-animali; la manipolazione da parte della tecnica e in particolare delle biotecnologie; l'oscillazione tra individualismo selvaggio e riduzione del soggetto a relazione sociale; la trasformazione della bipolarità sessuale uomo-donna in una galassia di orientamenti sessuali; la possibile liquidazione dell'umano in nome dell'avvento del post-umano. Non c'è alcuna pretesa di dare risposte definitive, ma solo la speranza di far prendere coscienza di alcuni interrogativi, come punto di partenza per elaborare nuove prospettive, nella direzione di un possibile umanesimo "in Gesù Cristo".
Trascinato dalle voci, dai suoni, dalle luci e dai colori che emergono dai pensieri di Papa Francesco, l'Autore ripercorre, con soste meditate, le singole pagine dell'Evangelii Gaudium". "
Valentino Vecchi è stato contemporaneamente un uomo di Dio, di questo mondo e di questa Chiesa. Quello che egli diceva prima di tutto lo viveva. È dalla sua esperienza di uomo, di prete, di rettore per un decennio del Seminario patriarcale di Venezia che hanno tratto alimento le riflessioni sulla vocazione che potete leggere in questo volume. A trent'anni dalla sua morte sono ancora tesori di saggezza, perle spirituali valide per tutti quelli che avranno la pazienza di leggerle e meditarle.