Il dialogo è una dimensione costitutiva dell'essere cristiano. L'attuale crisi della pace, sono oltre venti i conflitti in corso, le tensioni tra nord e sud del mondo, tra Occidente e Oriente, il rapporto tra credenti e non credenti in un'Europa post-cristiana e mille altri elementi dicono che l'umanità ha bisogno di dialogo. Margaret Karram, dal 2021 presidente di uno dei maggiori movimenti ecclesiali, in dialogo con Monica Mondo pesca ricordi e spunti di riflessione nel suo vissuto in Terra Santa per allargare lo sguardo su un dialogo planetario.
Nel corso dei secoli, gli uomini hanno cercato di esprimere con simboli e segni la grandezza e la profondità della spiritualità cristiana. Entrare in una chiesa è un'avventura magica, perché non è un edificio come tanti, ma un giardino di cose belle da toccare e ammirare. Lì si impara ad ascoltare e guardare il soffio dello Spirito. Questo libro propone un cammino alla scoperta di segni, oggetti e gesti che rendono la chiesa un luogo di vita e di fede, sempre attuale. L'acqua, la luce, la cenere, l'olio, i colori liturgici, l'incenso, gli anelli... ogni oggetto è visto e analizzato in tutti i suoi aspetti, a partire da quelli più naturali e semplici, per aiutare i ragazzi a vederli e interpretarli nell'ottica della fede, cioè come simboli parlanti dell'incontro tra l'uomo e Dio. In ognuno dei 12 capitoli, un racconto che stimola la fantasia, l'aspetto umano e quello biblico e qualche preghiera o celebrazione. Materiali semplici e immediati per i ragazzi ma anche per i loro genitori, utili per organizzare incontri tematici e ritiri spirituali, e per la catechesi familiare. Età di lettura: da 8 anni.
Sono passati più di dieci anni da quando il primo episodio della celebre serie televisiva Black Mirror andò in onda, diventando subito un fenomeno mediatico. La serie televisiva ideata e prodotta da Charlie Brooker si presta perfettamente alle esigenze della New Media Education: consente l'esplorazione delle narrazioni seriali e distopiche, del funzionamento dell'industria mediale e delle implicazioni, anche etiche, di una incontrollata accelerazione dello sviluppo tecnologico. Studiosi, ricercatori, insegnanti, ma anche il lettore affascinato dalla serie televisiva, trovano in queste pagine riflessioni teoriche e attività pratiche da svolgere in ambito educativo, toccando tematiche che spaziano dalle conseguenze dell'uso e dell'abuso dei social media alla cittadinanza digitale, dalle dinamiche legate alle industrie mediali all'analisi del linguaggio audiovisivo.
Viviamo nell'area più ricca, libera, sana e longeva del mondo. Eppure non si sente che parlare delle colpe occidentali, del declino, della soccombenza, della debolezza, della povertà e così andando con difetti e drammi. Che non mancano, perché le cose peggiori prodotte dalla storia sono quelle che pensano d'essere perfette. Mentre noi siamo orgogliosamente imperfetti. Ma c'è una radice profonda, in quell'antioccidentalismo degli occidentali, e va cercata nella paura della libertà, che comporta sempre una collettiva e personale responsabilità. Molti orfani delle ideologie novecentesche non apprezzano la libertà di sognare e realizzare, ma tremano alla mancanza delle false certezze. Senza le quali si vive assai meglio.
Arrivano completamente inaspettate. Durano pochissimo, talvolta solo qualche settimana, poi vengono represse. Ma in quel poco tempo succedono cose tali da rimanere per sempre incise nella memoria collettiva. Sono le rivolte popolari. La storia, almeno nell'ultimo millennio, è tutta punteggiata da momenti critici in cui una massa di persone decide che il futuro così come lo vede non gli piace, e prova a cambiarlo. Il Medioevo non fa eccezione: anche allora non sono mancati movimenti insurrezionali che nel loro sviluppo iniziale non sembrano affatto distinguibili dalle più travolgenti rivoluzioni moderne. In particolare nella seconda metà del Trecento se ne sono concentrati così tanti da costituire un'anomalia. Alessandro Barbero racconta proprio le più spettacolari fra queste insurrezioni. Per molto tempo gli storici hanno visto nel loro fallimento non solo la prova che i rivoltosi non avevano nessuna possibilità di riuscire, ma che non perseguivano neppure un obiettivo consapevole. Nulla di più falso: i rivoltosi sapevano quello che stavano facendo, avevano rivendicazioni precise e si battevano consapevolmente per realizzarle.
«Nel 1989 Andrej Sacharov, prendendo la parola alla riunione di fondazione dell'Associazione Memorial, disse che il nostro compito era raggiungere ogni destino umano, e cioè restituire un nome alle migliaia di vittime, la cui memoria era stata cancellata dallo spazio pubblico». Queste parole, che Irina Scerbakova ama ripetere, costituiscono il messaggio fondamentale trasmesso da Memorial, fatto chiudere in Russia dalle autorità statali alla fine del 2021, ma ancora operante sia in patria che all'estero attraverso una vasta rete di volontari. A fronte del tentativo del sistema di isolare gli individui, la famiglia - di cui il regime sovietico tentò variamente di scardinare la struttura tradizionale - costituì un'isola di umanità: nella narrazione dell'autrice, nelle drammatiche vicende da lei riportate, emergono in primo piano legami autentici di affetto e stima, valori fondamentali come la cultura, il senso della responsabilità civile, il gusto del lavoro, la fede, che anche dai luoghi di reclusione i genitori tentarono disperatamente di trasmettere ai propri figli, vedendo in questo uno scopo più prezioso della vita stessa.
La Lettera agli sposi di Papa Francesco, diffusa in occasione della Festa della Sacra Famiglia (26.12.2021), viene qui pubblicata integralmente insieme ad alcuni contributi: - un testo di Giovanni Scifoni, attore, marito e padre di 3 figli, sulla vita di una famiglia interpellata dalla Lettera - 3 schede per incontri di coppie di sposi a cura di fratel Enzo Biemmi.
«La Piccola guida alla Bibbia è un utile strumento per la formazione dei pastori della Chiesa e dei catechisti, ma anche di tutto il popolo santo di Dio, grazie al linguaggio chiaro e di facile comprensione con cui l'autore trasmette i contenuti fondamentali dell'Introduzione generale alla Scrittura. A partire dalla sua intimità con il Signore attraverso la lectio divina, l'assidua celebrazione comunitaria della Parola di Dio, la sua personale esperienza di vita in Terra Santa per più di quindici anni e le conoscenze acquisite nelle sue ricerche e negli studi biblici, don Germano Lori ci offre un valido strumento per introdurci all'unità del senso letterale e del senso spirituale delle Sacre Scritture, cioè della parola scritta e della parola interiore, entrambe opere dello Spirito Santo». Javier Del Río Alba Arcivescovo di Arequipa (Perù). In poche pagine gli elementi fondamentali per accedere al vasto mondo delle Scritture. La Scrittura come testo ispirato. La verità delle Scritture. La Bibbia e il suo ambiente: geografia e storia. Il canone delle Scritture. Le lingue della Bibbia. Il testo e i suoi generi letterari. L'interpretazione delle Scritture. La lettura della Bibbia oggi.
Mosconi amava la povertà. La esercitava e la raccomandava non come condizione fine a se stessa, ma come mezzo per sentirsi vicino alla povera gente e condividerne la sofferenza, che considerava un affronto per la virtù della Carità cristiana.
Era, specialmente e soprattutto, un assertore e difensore della Verità, che riteneva essere l'unica via per salvare l'uomo e la società dalla inevitable disgregazione morale e spirituale.
Con l'aiuto di Maria, Auspice Maria, come recitava il suo stemma episcopale.
Artisti che ci regalano armonia, bellezza, emozioni. Creativi che ci danno la carica ogni giorno, oppure che ci fanno sognare, innamorare, gioire e sperare. Sono i protagonisti dell'arte che arriva al cuore di tutti, che parla un linguaggio universale, che riveste di magia il vivere e l'incontrarsi. Cantautori, interpreti, direttori d'orchestra. L'autore, esperto in comunicazione, li intervista per scoprire insieme a loro il segreto più profondo delle loro opere, del loro rapporto con il grande pubblico e del loro ruolo nella società. Queste interviste vanno al centro dell'anima, da dove scaturisce la forza della verità, della lotta contro il male, della solidarietà con i più deboli, della ricerca dell'assoluto: i grandi temi che chiedono all'uomo di essere esplorati e... cantati e voce alta! Con interviste a Clementino, Gigi D'Alessio, Leonardo De Amicis, Roby Facchinetti, Daniele Gatti, Davide Monti, Alessandro Quarta. Prefazione di Riccardo Cocciante.
L'Impero romano non è mai caduto. Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l'Impero romano d'Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlo Magno; Mosca, la terza Roma. E poi l'Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L'impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura. Roma vive. In tutto il mondo le parole della politica vengono dal latino: popolo, re, Senato, Repubblica, pace, legge, giustizia. Kaiser e Zar derivano da Cesare. I romani hanno dato i nomi ai giorni e ai mesi. Hanno ispirato poeti e artisti in ogni tempo, da Dante a Hollywood. Hanno dettato le regole della guerra, dell'architettura, del diritto che vigono ancora oggi. Hanno affrontato questioni che sono le stesse della nostra quotidianità, il razzismo e l'integrazione, la schiavitù e la cittadinanza: si poteva diventare romani senza badare al colore della pelle, al dio che si pregava, al posto da cui si veniva. A noi italiani in particolare i romani hanno dato le strade, la lingua, lo stile, l'orgoglio, e il primo embrione di nazione. Il libro racconta la fondazione mitica di Roma, dal mito letterario di Enea a quello di Romolo. L'età repubblicana, con gli eroi - tra cui molte donne - disposti a morire per la patria. L'avventura di golpisti come Catilina e di rivoluzionari come Spartaco, lo schiavo che ha ispirato ribelli di ogni epoca. La straordinaria storia di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, due tra i più grandi uomini mai esistiti. E la vicenda di Costantino: perché se oggi l'Occidente è cristiano, se preghiamo Gesù, se il Papa è a Roma, è perché l'impero divenne cristiano. Attraverso un racconto pieno di dettagli e curiosità, alla portata del lettore colto ma anche di quello semplicemente curioso, Aldo Cazzullo ricostruisce il mito di Roma, partendo dai personaggi e dalle storie e arrivando alle idee e ai segni. A cominciare da quello che è stato il simbolo di tutti gli imperi del mondo, da Roma all'America: l'aquila.
L'Occidente ha due radici: il mondo greco e la tradizione giudaico-cristiana. Per quanto dischiudano orizzonti completamente diversi, entrambi descrivono un mondo dotato di ordine e stabilità. Ma noi viviamo nell'età della tecnica. È finito l'incanto del mondo tipico degli antichi. È finito anche il disincanto dei moderni, che ancora agivano secondo un orizzonte di senso e un fine. La tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela la verità: la tecnica funziona. L'etica, come forma dell'agire in vista di fini, celebra la sua impotenza. Il mondo è ora regolato dal fare come pura produzione di risultati. L'unica etica possibile, scrive Umberto Galimberti, è quella del viandante. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt'altro che un'anarchica erranza, si fa carico dell'assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l'intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l'amore, la verità, la salvezza. Cammina per non perdere le figure del paesaggio. E così scopre il vuoto della legge e il sonno della politica, ancora incuranti dell'unica condizione comune all'umanità: come l'Ulisse dantesco, tutti gli uomini sono uomini di frontiera. Oggi l'uomo sa di non essere al centro. L'etica del viandante si oppone all'etica antropologica del dominio della Terra. Denuncia il nostro modello di civiltà e mette in evidenza che la sua diffusione in tutto il pianeta equivale alla fine della biosfera. L'umanesimo del dominio è un umanesimo senza futuro. Il viandante percorre invece la terra senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura. Così ci guida Galimberti: "L'etica del viandante avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare, ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta dimora".