Vademecum per insegnanti e genitori.
La convivialità potrebbe essere un motivo teologico del dittico lucano? La ricchezza del vocabolario legato al cibo; l'abbondanza di scene di mensa (implicite ed esplicite) in Luca ed Atti; la pregnanza delle tredici scene di convivialità esplicita in rapporto al messaggio di Gesù ai discepoli, ai farisei e alle folle da un lato e di Luca ai suoi lettori dall'altro; e la peculiarità del simposio lucano (L 14,1-24) grazie sia ai temi del ribaltamento, della beatitudine, e del regno di Dio che emergono dal testo, sia alla tecnica narrativa della mise en abyme, sembrano confermarlo. È nel corso dei pasti festivi che Gesù annuncia le sue scelte fondamentali e la loro fondatezza. Quello che cerchiamo di dimostrare è che il motivo teologico della convivialità sia un fil rouge dell'opera lucana, capace di nutrirci in una molteplicità di prospettive: quella umana dell'incontro, anche e soprattutto tra diversi: quella sociale, nel seme del ribaltamento, cioè del capovolgimento di personaggi e situazioni proposto da Gesù; quella escatologica del Regno di Dio che si mostra nella beatitudine di coloro Signore.
Il viaggio è un cammino di conversione, inteso come autentica sequela com'è evidente in molti temi affrontati in questo studio (distacco dai beni, capacità di prendere la propria croce ogni giorno, atteggiamento di servizio umile e non dispotico). Tale idea della conversione ci permette di capire che riguarda anche la vita del discepolo come un viaggio la cui destinazione non è tanto un luogo statico quanto un servizio dinamico. Nel volume l'autore studia la parabola lucana delle mine nei suoi vari aspetti (Lc 19,11-28): messaggio, composizione, formazione, lineamenti cristologici, elementi sull'ambiente. Con il sottotitolo "dialogo con gli esegeti" specifica che questo contributo, per quanto presupponga l'analisi del testo originale e l'utilizzo de metodo esegetico, tiene conto delle conclusioni cui sono giunti coloro che ex professo hanno studiato il brano prima di lui.
Nel libro "ci viene offerta un'introduzione al Vangelo secondo san Luca", scrive nella prefazione il cardinale Albert Vanhoye. Non si tratta di un commento del testo frase per frase (soltanto il Magnificat è mirabilmente commentato) ma di uno studio approfondito di temi trattati soltanto dall'autore del terzo vangelo: Maria modello di fede, Gesù e le Scritture, la gioia, la misericordia. "Il lettore viene così introdotto magistralmente negli aspetti caratteristici di questo vangelo e la sua lettura ne esce rinnovata", prosegue il cardinale. "Lo studio dei temi mostra una grande competenza esegetica, ma l'autore non intende fare opera scientifica; la sua competenza biblica è animata da un grande slancio pastorale. Il tono è molto diretto e personale. A ogni tappa, l'esposizione della rivelazione evangelica si accompagna a un'applicazione alla vita cristiana".
L'autore analizza alcuni passi di Luca e in particolare le parabole dell'arco narrativo de "Il viaggio" (Luca 9,51-19,44), i cantici del vangelo dell'infanzia (Luca 1,5-2,52) e i discorsi presenti nel libro degli Atti degli Apostoli. Le parabole presenti nell'arco narrativo de "Il viaggio" offrono delle storie allegoriche che contengono insegnamenti morali e spirituali. I cantici presenti nel vangelo dell'infanzia, come il Magnificat di Maria, esprimono lode e gratitudine a Dio e riflettono la fede dei personaggi coinvolti nella storia. Infine, i discorsi nel libro degli Atti degli Apostoli possono includere predicazioni, insegnamenti o difese della fede cristiana. Tutti questi elementi letterari contribuiscono a trasmettere un messaggio specifico e a formare l'identità cristiana del lettore, invitandolo a riflettere sui valori e gli insegnamenti del cristianesimo.
È ormai assodato che il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli siano da attribuire allo stesso autore, Luca. I due testi devono quindi essere considerati e letti come un'opera unica in due parti. Grazie al suo lavoro, Luca ci permette di ricostruire i primi passi del cristianesimo, il sorgere delle chiese, il formarsi dell'identità cristiana, gli interrogativi e i momenti bui che i primi credenti hanno dovuto affrontare. Fin dal principio restituisce all'opera lucana la sua integrità facendola precedere da un'ampia introduzione dedicata alla figura di Luca: prima come scrittore, poi come medico, quindi come pittore. L'opera lucana viene presentata integralmente come un racconto storico, diviso in due parti dove i capitoli biblici diventano altrettanti capitoli del racconto. Il testo è impreziosito dalle icone di suor Marie-Paul Farran, benedettina di Gerusalemme che, nella tradizione iconografica, si è distinta per la particolare luminosità delle sue icone.
I Vangeli sono da trattarsi solo come racconti gnoseologici, congegnati per rispondere alle domande chi è Gesù e come riconoscerne l'identità, oppure anche quali veri e propri racconti di risoluzione, rispondenti alla domanda che cosa succede con la storia di Gesù? Riconoscibili quali racconti di ricerca, sono di fatto qualificabili anche in relazione agli effetti/affetti suscitati dalla singolare missione di Gesù. L'analisi di circa sessanta episodi, tra Vangelo di Luca e Atti, mostra come il profilo della tipologia e della synkrisis, che si propone di correlare strettamente episodi in rapporto alla storia di Gesù o alle vicende della chiesa apostolica primitiva, valga pure per la dimensione di ricerca, cui non solo Gesù, ma anche i discepoli missionari dopo la sua risurrezione si ritrovano sottoposti volta per volta. Lo studio adotta il metodo narrativo, intento a evidenziare il conflitto dei punti di vista, in quanto produttori di tensione narrativa.
Itinerario teologico e spirituale sul vangelo di Luca. Dalla lettura della scena Battesimo di Gesù e di altri episodi fino al momento culminante della passione, morte e risurrezione, mentre la nota mariana viene messa in gioco alla fine del percorso, meditando i racconti dell'infanzia. Un viaggio spirituale alla riscoperta del volto buono e misericordioso di Gesù, vera icona del Padre che abbraccia e bacia il figlio che ritorna a casa. Al discepolo-lettore in ascolto non resta che aprire ancora mente e cuore all'intelligenza delle Scritture per ritrovare il senso e la bellezza di diventare testimone del perdono, in quest'anno di grazia che si rinnova pienamente nel Giubileo della misericordia.
Torniamo sempre allo stile di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. È questa per papa Francesco la via per comprendere il vero volto di una Chiesa sinodale: tornare allo stile di Dio. Ma per noi il volto del Dio che nessuno ha mai visto si è manifestato nella vita di Gesù il Messia. È il Figlio unigenito che ci racconta il Dio che nessuno ha mai visto (cf. Gv 1,18). Nel percorso proposto in queste pagine di commento ad alcuni testi del Vangelo di Luca, cercheremo di riscoprire "lo stile di Gesù", rivelazione del Padre, come modello e punto di riferimento imprescindibili per una Chiesa dal volto sinodale. Leggendo questi testi potremo scoprire anche come la sinodalità possa diventare una "chiave ermeneutica" per far risuonare in modo nuovo le Scritture.
Luca a più riprese propone il Dio di Gesù con il volto di colui che va incontro all'uomo, che lo accoglie, che lo perdona. Nel suo racconto si affaccia un vocabolo sconosciuto a Marco, la misericordia. Il legame tra questa narrazione e le vicende che caratterizzano la nostra società, le sue sofferenze, le sue domande, i suoi sogni, costituisce l'intreccio e la sfida più genuina del testo. Come i cristiani di ogni tempo, anche noi siamo invitati a tenere alto lo sguardo sul significato della tolleranza, della misericordia e del perdono per andare "oltre", oltre la rassegnazione e la paura, nel coraggio di porre gesti di solidarietà e fraternità per il superamento del male e il rinnovamento della vita in tutte le sue dimensioni. Questo è l'invito che scorre nella trama di queste pagine, rivolte in particolare a chi intende riscoprire alcuni inviti significativi del vangelo di Luca e riappropriarsi del significato del suo annuncio.
"La crisi mondiale che stiamo attraversando è "crisi di umanità". Il Vangelo può tornare a essere "scuola di umanità" per ricostituire quel tessuto relazionale e solidale che in questi anni si è drammaticamente sfilacciato. Da vero divulgatore del messaggio evangelico, Vincenzo Paglia sa che le parole di Gesù sono sovversive, indomabili: soffocano nelle sagrestie e respirano sulle strade, nelle case e sui marciapiedi. Da questa convinzione nasce l'idea di riproporre, in una rilettura semplice e originale, alcune delle pagine più forti e radicali del Vangelo di Luca. Un Vangelo scomodo, che invita alla conversione mettendo in scacco l'egolatria dilagante, ma anche una "buona novella" che sorprende e rincuora. Dopo il successo della rubrica Il Vangelo sulla strada, su Rai Isoradio, monsignor Paglia rilegge tutto il testo dell'evangelista Luca attraverso il filtro e la sfida della contemporaneità, invitando a non ascoltare i profeti di sventura."
Il volume è una "proposta di brani per incontri di catechesi con gli adulti elaborati secondo il metodo del laboratorio da un'équipe di laici": è un'iniziativa che permette di accostarsi in modo corretto e continuativo ai testi biblici e di coniugare in maniera efficace la vita con la Parola. Il sussidio rilegge alcune pagine del vangelo di Luca sul tema dell'incontro con Gesù. Ogni "laboratorio" è composto di tre momenti, per entrare nell'argomento, approfondire la riflessione, interiorizzare e rendere operative le nuove acquisizioni.