Don Angelo è un uomo che "sconfina", ricerca orizzonti di senso, piste per cammini, avendo sempre sullo sfondo un volto, una Parola, Gesù. È aperto alle domande, non si ferma alle definizioni, e con i testi qui raccolti si fa nostro compagno di viaggio sulle strade della città, nelle case, nei luoghi di lavoro: è qui che nascono le domande, quelle serie, quelle della vita, là dove accade una nascita, una malattia, una morte, là dove ci si innamora, o ci si separa, là dove si legge una luce negli occhi dell'altro o il baratro di un disagio, il vuoto della delusione. Queste pagine sono un condensato di poesia, di bellezza, di immersione nell'umanità, con uno sguardo abitato dalla fiducia che sa far emergere il sommerso di bene, di generosità, di fatica quotidiana, di passione, di attesa che abita il cuore di ogni essere umano. Per giungere a guardare la terra, l'umanità, la chiesa, la nostra casa, ogni creatura, con occhi che accarezzano e non con aneliti predatori. Per saper riconoscere che la realtà è sacra, don Angelo ci dona parole che sembrano una consegna, che sono una consegna per imparare ad abitare, a vivere come cittadini responsabili, costruendo reti di solidarietà e "piazze" di incontro e racconto. Prefazione di Sabino Chialà.
Le meditazioni raccolte in questo libro nascono dalla penna di un "lettore innamorato di vangeli", come don Angelo Casati ama definirsi. E nascono da una familiarità quotidiana con le Scritture, in vista della predicazione, certo, ma soprattutto come alimento indispensabile alla vita. Organizzate secondo uno schema "diacronico", che fonde i racconti dei quattro evangelisti, le meditazioni tracciano come un profilo biografico di Gesù, seguendone i passi, dalle strade polverose della Galilea fino alla città santa di Gerusalemme, attraverso gli anni di vita nascosta a Nàzaret e il ministero pubblico.
Con lo stile della Lectio divina, il libro offre un ricco cammino di riflessione per il tempo della Quaresima e della Pasqua. Le omelie intense di don Casati fanno riflettere sull'uomo e sul tempo presente, con una capacità sorprendente di evitare i luoghi comuni e innalzare lo sguardo al vero senso della vita e della rivelazione pasquale. Un testo utile alla meditazione personale di laici e preti. Con meditazioni che attingono sempre alla ricchezza e alle provocazioni del testo biblico e dei Vangeli.
Con la ricchezza e la profondità di pensiero che gli sono proprie, don Angelo Casati penetra il mistero del Natale attraverso le Scritture, nel rito Ambrosiano e non solo. Sono pagine intense, che fanno riflettere sull'uomo e sul tempo presente, con una capacità sorprendente di evitare i luoghi comuni e innalzare lo sguardo al vero senso della vita e della rivelazione Un testo spirituale che conduce per mano nel tempo dell'Avvento e del Natale, toccando i temi fondamentali della rivelazione e dell'incarnazione di Dio, dell'attesa del regno e del cammino di Gesù verso Gerusalemme, prefigurazione della passione.
«Queste pagine accusano la distanza da un approfondito scavo biblico dei testi; non mi appartiene la profondità degli esegeti, che peraltro hanno tutta la mia stima e la mia gratitudine. Li considero una benedizione per tutti noi che li abbiamo avuti compagni di viaggio preziosi dai giorni del Concilio a oggi.
Oltre la distanza da una raffinata esegesi, d’istinto si potrà cogliere nel mio commento una sproporzione tra testi più a lungo commentati e altri meno approfonditi. La sproporzione viene dalla vita, la mia. Che mi ha portato a sostare più a lungo, anche per ragioni pastorali, su alcuni passaggi del Vangelo e meno su altri.
Sono innamorato – la parola è degna e bellissima – innamorato di Gesù di Nazaret, del rumore leggero dei suoi passi e a volte penso con emozione al movimento che è scaturito dai suoi passi, dal suo viaggio. Dal suo viaggio i nostri viaggi. Non saremmo quello che siamo, non ci troveremmo al punto in cui siamo, non avremmo la visione del mondo che abbiamo se non avessimo sentito il rumore dei suoi passi e se non lo avessimo seguito, pur con tutte le infedeltà che ci segnano, per acuto di nostalgia».
Questi versi lasciano trasparire i modi delicati, i gesti misurati, il timbro della voce sottile, gli "occhi illimpiditi" di un uomo, un cristiano, un prete che ad ogni età è stato capace ed è capace di "non avere occhi spenti", perché la meraviglia in lui non è mai venuta meno: "A me è dato / per grazia / carico d'anni / incantarmi". Così, verso dopo verso, emerge quasi un autoritratto del poeta, di un "uomo non arreso", infaticabile nella sua inesausta energia di «accendere racconti» in cui trovano espressione "pezzi di voce e di occhi, / di memoria e di cuore". Prefazione Livia Candiani.
L?autore, con l?approccio poetico che lo contraddistingue, canta l?innamoramento in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue gamme, una vicenda umanissima che è esperienza comune a tutti. Nel tentativo di due creature di arrivare alla pienezza della vita nello stupore della diversità dell?altro, nella bellezza del dono, nell?anelito della ricerca insonne dell?altro vi è la presenza del Dio di Gesù.
Un uomo percorre le strade della sua città, il corpo minuto, la fronte ampia. Scruta le persone, gli edifici, la natura, scruta se stesso e raccoglie la presenza di Dio intorno a sé. Le parole che gli affiorano alla mente o gli balzano alla vista danno vita e sostanza a un alfabeto che si scrive con le lettere degli uomini ma che il Vangelo trasforma, aprendo a significati nuovi. Per don Angelo Casati parole come Altro, Denaro, Innamorarsi, Orme, Pietre, Schiettezza, Silenzio sono l'occasione per avvicinarsi a ogni persona, varcare i confini che la quotidianità ha eretto con le sue paure, slabbrare un ritmo che ci siamo imposti ma che nulla ha a che fare con il tempo di Dio. E così la parola Contemplazione, che non è richiesta febbrile ma incanto sui volti delle persone, torna ad avere pienezza; la parola Famiglia descrive il luogo dove sorprendersi davanti al mistero di un figlio, il luogo dove insegnare a parlare ma anche ad ascoltare; le parole Giustizia e Umanità rivelano una volta di più il loro intreccio profondo, come dice la Bibbia: "Se quell'uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno, il suo mantello. Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti". Con la voce tenera e insieme saggia, don Angelo Casati riscopre la luce di parole che credevamo così logore e abusate da aver perso significato, racconta quanta vita e quanta fede stanno dietro le espressioni che costituiscono il nostro lessico familiare con Dio.
L'idea ruota intorno alla "casa" (capitolo introduttivo).I vari elementi della casa (la porta, le finestre, la lampada, il tavolo e le sedie, il pane, il vino, il letto, il fiore) sono le tematiche dei vari capitoletti, che, nello stile simbolico e poetico di don Angelo Casati, servono a farci riflettere, illuminare, stimolare la nostra vita, avendo sempre come specchio il Vangelo. Ed è incredibile quanto la capacità di osservazione - e di introspezione unite alla passione per le persone e per il Vangelo diano ali alla poesia per attirarci al bene attraverso la quotidianità. Don Angelo descrive la ferialità della vita, quella vita quotidiana cha fa il tessuto delle nostre giornate, attraverso gli elementi che ci circondano. Da essi sorgono domande appena sussurrate, provocazioni che - pur espresse in un linguaggio mite e pacato insinuano in noi una esigenza di verità e di radicalità, un desiderio e una nostalgia per una chiesa che accoglie, che ascolta prima di parlare. I testi in prosa sono inframmezzati da testi poetici dell'autore, e una o due volte di poeti "in sintonia".
Dopo I giorni della tenerezza", che scandiscono il tempo pasquale, l'Autore ci regala "I giorni dello stupore". Le parole di don Angelo ci accompagnano a riflettere sui giorni che preparano la nascita di Gesù. "