Una giovane docente di teologia ottiene una cattedra in un'università cattolica della Pennsylvania e, cercando casa nella cittadina sede del campus, finisce in un quartiere abitato da una numerosa comunità di ebrei ultraortodossi. Tra la famiglia cattolica e i vicini ebrei si stabiliscono in breve ottimi rapporti, che per l'autrice sono l'occasione per assistere e partecipare a una vita religiosa lontana ed estranea, ma anche per cercare di comprenderla, di commisurarla alla propria. Nasce così questo libro singolare, diario di esperienze di vicinato che si fa riflessione sull'ebraismo, sul senso vero dei suoi rigidi riti (dalle prescrizioni alimentari a quelle del sabato, alle feste, alle norme severe che regolano le relazioni fra i sessi) e insieme sulle somiglianze e differenze con il cristianesimo.
Una vasta panoramica dettagliata di quattromila anni della storia degli ebrei. Oltre ai grandi eventi che ne hanno segnato il percorso, Potok illustra l'evoluzione dell'ebraismo nelle varie parti del mondo in cui ha prosperato, dall'Egitto a Canaan e Babilonia, dalla Grecia a Roma e alla Palestina, e il costituirsi di una cultura e una tradizione che è cresciuta e si è sviluppata proprio nel confronto e nell'assimilazione delle culture e tradizioni con cui è entrata in contatto: l'islam, il cristianesimo e, oggi, il secolarismo moderno.
Immaginatevi trasportati indietro di duemila anni in Galilea, nel momento in cui Gesù pronunciava il Discorso della montagna. Dopo averlo ascoltato, avreste abbandonato la vostra fede e la vostra tradizione per seguirlo, oppure avreste mantenuto la vostra fede e ve ne saresti andati via?
In questo libro Jacob Neusner considera la possibilità di un simile viaggio spirituale.
Inserendosi all’interno del contesto del Vangelo di Matteo, l’autore immagina di dialogare con Gesù di Nazareth attribuendogli il più alto gesto di rispetto per un ebreo, cioè la disputazione, mediante un onesto dibattito, sulla natura dell’unica verità di Dio. Neusner spiega come mai il Discorso della montagna non lo avrebbe convinto a seguire Gesù e come mai egli avrebbe continuato a seguire la Torah di Mosè. Esplora le ragioni in base alle quali i cristiani credono in Gesù Cristo e nel Regno dei cieli, mentre gli ebrei continuano a credere nella Torah di Mosè e nel regno della santità degli uomini qui sulla terra.
Jacob Neusner è docente di Teologia e Religioni presso l’Institute of Advanced Theology, Bard College, Annandale-on-Hudson, New York. Autore in Italia di Il giudaismo nelle testimonianza della Mishnah (1995); I fondamenti del giudaismo (1992). Il presente volume fu pubblicato in Italia negli anni ‘90 con il titolo Disputa immaginaria tra un Rabbino e Gesù.
Perché Elhanan spinge suo figlio Malkiel ad abbandonarlo a New York, malato e vecchio, per andare a studiare lapidi tombali in una remota cittadina della Romania? Quale segreto dovrà scoprire? Quali fantasmi dovrà incontrare? Malkiel è cresciuto in America, fa il redattore al "New York Times", ha il cuore invaso da una bellissima e battagliera giornalista: per essere felice non dovrebbe far altro che vivere un giorno dopo l'altro, dimenticando di avere quarant'anni più tremila, i tremila anni di sofferenza del popolo ebraico. Ma Elhanan, colpito da una malattia incurabile che gli sta cancellando dalla mente ogni ricordo, domanda al figlio di ricordare al suo posto. E Malkiel parte verso il passato. Nel Vecchio Mondo condurrà una strana, magica inchiesta, in cui oggi e ieri si intrecciano sulla sua strada, come se i frammentari racconti di Elhanan e le tracce della sua esistenza precedente gli tessessero intorno uno smagliante arazzo tridimensionale che trasfigura la realtà, arricchendola. Delicato e toccante, questo romanzo è al tempo stesso un'indagine sul rapporto che lega un padre a suo figlio e uno straordinario viaggio nel tempo e nello spazio, alla ricerca della risposta a un dubbio metafisico: può un uomo far sua la memoria di un altro?
Da Abramo a oggi il volume indaga i contenuti teologici e i principi fondanti dell'Ebraismo (la concezione di Dio, del mondo, dell'uomo e della comunità); la diffusione della religione nel mondo e nella storia; i testi sacri e l'esegesi talmudica; le diverse correnti di pensiero, i simboli e le pratiche rituali che animano le vicende e le consuetudini del popolo ebraico. Il volume è ampiamente corredato di fotografie e riproduzioni a colori di opere d'arte.
"Materia giudaica" è la rivista semestrale dell'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, di cui fan parte docenti universitari italiani e stranieri e chiunque sia interessato allo studio dell'ebraismo in tutti i suoi variegati aspetti. Vi appaiono, presentati con tempestività, i resoconti più aggiornati delle scoperte e delle ricerche condotte in Italia nel campo del giudaismo antico, medievale, moderno e contemporaneo. Il volume raccoglie interventi di: Michael Segal, Piero Capelli, Saverio Campanini, Mauro Zonta, Valerio Marchetti.
DESCRIZIONE: Tutte le domande e le risposte di questo dialogo pedagogico - in una ripresa laica del genere rabbinico delle she'elot u-teshuvot [domande e risposte] - ruotano attorno al tema del "cosa insegnare" allo scopo di formare nei giovani ebrei una "vera coscienza ebraica". Questo testo è esso stesso un momento della tradizione che tramanda se medesima e dà voce a quel «contatto vivente per cui l'uomo afferra la verità primordialie, ricollegandosi ad essa attraverso tutte le generazioni nel dialogo del dare e del ricevere». Quasi fosse un testamento del maggior studioso novecentesco del giudaismo, rivolto a tutti coloro che vogliano introdursi ai sentieri dell'ebraismo.
COMMENTO: Uno straordinario inedito del massimo studioso novecentesco di ebraismo che si sofferma sul rapporto tra educazione ed ebraismo nell'età contemporanea.
GERSHOM SCHOLEM (1897-1982), filosofo e storico ebreo nato in Germania, per gli studi sulla Kabbalà fu nominato primo professore di misticismo ebraico all'Università ebraica di Gerusalemme. Tra le sue pubblicazioni: Le grandi correnti della mistica ebraica (Einaudi 1993); La kabbalah e il suo simbolismo (Einaudi 2001); Sabbetay Sevi. Il messia mistico. 1626-1676 (Einaudi 2001); Da Berlino a Gerusalemme. Ricordi giovanili (Einaudi 2004); Tre discorsi sull'ebraismo (La Giuntina 2005).
La religione dell'Israele antico; il giudaismo del Secondo Tempio, il periodo forse più tormentato e drammatico, ma anche creativo e decisivo, della storia millenaria di questa religione; il cosiddetto rabbinismo - cioè il tipo di ebraismo che si formò in conseguenza della crisi vissuta tra I e II secolo dell'era volgare e che ha costituito la forma dominante di ebraismo nei secoli successivi - e la formazione delle differenti tradizioni giudaiche; la diffusione della diaspora e, infine, le correnti riformate sorte tra Otto e Novecento che costituiscono il contributo più importante in periodo moderno alla storia della religione ebraica. Questo volume ha il pregio di fornire una ricostruzione completa e organica delle vicende che hanno portato alla elaborazione di un'esperienza religiosa centrata nelle relazioni problematiche e piene di tensione tra Dio e il popolo: Dio, Toràh, popolo ebraico e il rapporto tra questi tre elementi definiscono, dall'inizio a oggi, l'essenza del giudaismo.
Il libro è dedicato a una delle più affascinanti leggende dell'ebraismo: quella di Enoch, già citato nella Genesi in relazione al suo rapimento divino ("Poi ... non fu più perché Dio l'aveva preso"), ed esaltato nella vasta letteratura posta sotto il suo nome come depositario d'un sommo sapere celeste. Grazie alle rivelazioni dell'angelo Uri'el, signore delle stelle, contemplò infatti tutti i segreti del cosmo, oltre a visitare meravigliosi reami paradisiaci e ad ascendere in sogno ai palazzi della dimora divina. Tutto ciò è narrato nel Libro di Enoch, celebre apocalisse apocrifa giudaica di cui il presente saggio esplora la trama simbolico-esoterica. Il lavoro comprende anche la prima traduzione italiana della versione greca del Libro dei Vigilanti (la sezione più nota del Libro di Enoch) e le relative note esplicative e filologiche.
Obiettivo di questo volume è operare una ricognizione esaustiva intorno alla realtà sociale dell'insediamento ebraico all'interno della comunità medievale umbra. Lo spoglio di fonti, per molto tempo trascurate dagli studiosi, consente ad Ariel Toaff di analizzare nel concreto la reciproca influenza tra l'elemento ebraico e la società cristiana circostante, di superare il luogo comune che vuole la comunità ebraica come un'entità unica ed unitaria, priva di articolazioni interne, e di cogliere il carattere peculiare di un nucleo la cui descrizione in termini di "minoranza" non può essere che inadeguata. A emergere dallo scavo in profondità dell'autore sono tradizioni, rituali, usi connessi con il matrimonio, l'idea della morte, le interrelazioni sociali, i rapporti quotidiani con la comunità cristiana, che vengono restituiti in una densa e suggestiva ricostruzione storica.
"Accusa del sangue è l'espressione ebraica che da quasi mille anni a questa parte gli ebrei sono stati costretti a imparare. Essa designa ellitticamente l'accusa rivolta contro gli ebrei, di usare il sangue dei cristiani come ingrediente dei cibi e delle bevande prescritti per le feste pasquali". Così il grande studioso del mito Furio Jesi esordisce in questo suo libro. L'accusa del sangue non è fondata su fatti, è un'invenzione. Per controbatterla occorre smontare la convinzione dell'accusatore, scavando nelle figure immaginarie dell'antisemitismo, sia di quello popolare sia di quello colto. Ovvero è necessario comprendere non solo i miti, ma la macchina mitologica che produce superstizioni, credenze, luoghi comuni. Jesi si addentra nella cultura profonda, nelle ossessioni dell'antisemitismo moderno, individuandone le permanenze antiche. Perché l'accusa del sangue non è una credenza che si è persa nella notte dei tempi, ma riguarda anche periodi a noi vicini. Ricomparsa a Damasco nel 1840 (l'episodio da cui prende le mosse questo saggio) e ripetutasi più volte nel corso del Novecento, essa parla delle molte paure che popolano la nostra quotidiana attualità.