Trenta celebrazioni per un "mese di maggio" diverso, più liturgico, più ricco e pastoralmente più vero. L'autore ha recuperato tutta la ricchezza della liturgia, partendo da una profonda riflessione sulla devozione mariana ed evidenziando il significato pastorale del mese di maggio. Le celebrazioni hanno come punto di riferimento il tempo pasquale nel quale il mese è incastonato, celebrando così Maria nella luce della Pasqua. Per ogni giorno, una celebrazione diversa valorizza i testi donati dalla riforma liturgica: messale, lezionario, benedizionale, liturgia delle ore, messe in onore della beata Vergine, direttorio sulla pietà popolare e liturgia e repertorio nazionale dei canti.
L'autore presenta la passione di Gesù attraverso sei episodi che vanno dal Getzemani alla morte di croce. Ciascuno di essi è visto con gli occhi dei quattro evangelisti: dunque una lettura della passione completa e al tempo stesso diversificata e convergente.
Bruno Maggioni, con la serietà del suo impegno scientifico e la chiarezza dell'esposizione, coglie il cuore del messaggio. Se il Figlio di Dio ha percorso sino in fondo la strada della Croce è perché non ha voluto sottrarsi allo "scandalo" che attraversa la vita dell'uomo e il corso della storia. Di questo scandalo la Croce di Cristo è l'immagine ingigantita ma è anche il superamento.
Gesù, infatti, si è posto là dove Dio e l'uomo sembrano contraddirsi - la verità rifiutata, l'amore sconfitto, Dio assente - trasformando la contraddizione in possibilità di riscatto. Quale notizia più bella di questa?
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è stato docente nella Facoltà Teologica di Milano e all'Università Cattolica di Milano. Tra le pubblicazioni con Cittadella Editrice ricordiamo: Qohelet (2018(; Il racconto di Matteo (2018); Il racconto di Marco (2018); Il racconto di Luca (2018); Il racconto di Giovanni (2018); con Ezio Prato, Il Dio capovolto. La novità cristiana: percorso di teologia fondamentale (2018); con Lucia Vantini, Giobbe (2018).
Proclamare che Gesù è risorto dai morti è il fondamento e il centro della nostra fede. Tuttavia: che cosa conteneva in origine questa affermazione e che significato ha per noi oggi? Se non vuol dire che un defunto ha ripreso a condurre la sua vita precedente, in che modo il messaggio della Pasqua può essere vero e sensato?
Accostandosi ai racconti pasquali del Nuovo Testamento, l’autore ci suggerisce intelligenti piste di riflessione. Tenta anzitutto di comprendere l’evento così come ha preso corpo nei testi che lo narrano. Si sforza, poi, di distinguerne le possibili interpretazioni. Pagina dopo pagina, affronta il dubbio sulla consistenza del corpo risorto di Cristo (corpo che è “uguale” eppure “diverso” da prima), si concentra sul tema della testimonianza dei primi seguaci, si interessa dei destinatari della trasmissione dell’annuncio pasquale, si chiede che cosa significhi incontrare il Risorto – ed esserne messi alla prova! –, andando a costituire una comunità conviviale con lui...
Un percorso meditativo intenso, serio, potente: che, in definitiva, chiede a noi di prendere posizione.
"Il volume è suddiviso in tre parti: la prima, di carattere introduttivo, evidenzia alcuni temi ed espressioni che costituiscono lo scenario complessivo e costitutivo attraverso il quale si può fare una lettura più puntuale delle tradizioni di questa Settimana. La seconda è di carattere descrittivo/analitico e riguarda lo studio strutturale dei singoli giorni della Settimana. Nella terza, di carattere conclusivo, viene fatta una rilettura complessiva utilizzando due “orizzonti”: quello storico, in cui si rintracciano le origini e le varie fasi di sviluppo delle tradizioni nel contesto della storia dell’espressione religiosa popolare nell’ambito del Cristianesimo occidentale; e quello teologico, in cui si individuano quelle che sono le tematiche e le peculiarità complessive e specifiche dei singoli giorni che sottostanno alla Settimana Santa in Sicilia."
Parole rivelatrici che manifestano la piena consapevolezza di don Stefano che i tesori attinti dalla vita quotidiana non vanno solo custoditi e ammirati, ma vanno anche fatti risplendere e fruttificare. Soprattutto quando si tratta non di beni materiali, ma di beni relazionali. La vera ricchezza non risiede tanto nel denaro, nell’argento e nell’oro, ma nella comunicazione delle esperienze di vita. Una verità tanto più vera se si considera che tra i sacerdoti vige una “fraternità sacramentale”, un vincolo sancito dalla grazia dell’ordinazione e non solo dalla relazione interpersonale.
I sermoni quaresimali: digiuno del corpo, banchetto dell’anima (Lenten sermons: fast of the body, banquet of the soul) a cura di P. Delcorno, E. Lombardo, L. Tromboni
Sono passati cinque anni, da quella sera. Due giorni appena di Conclave, e dopo la scossa imponente arrivata il mese prima con le dimissioni di Benedetto XVI, un altro fatto imprevedibile: dalla loggia di San Pietro si affacciava Francesco, il primo Papa latinoamericano, quello che i Cardinali erano andati a prendere «quasi alla fine del mondo».
Si è capito in fretta che quel «fratelli e sorelle, buonasera» con cui papa Bergoglio salutò per la prima volta i fedeli, e il gesto altrettanto inedito di chinarsi davanti a loro per domandare la benedizione del popolo «per il suo Vescovo», erano solo i primi segni di grandi novità in arrivo.
In questi anni, Francesco ce ne sta proponendo tante. Lo fa usando sempre lo stesso metodo: parole e gesti insieme, inseparabili. Così, per esempio, all’insistenza sulla «Chiesa in uscita» e le periferie si accompagnano le visite insolite con cui inizia sempre i suoi viaggi (il carcere, la casa d’accoglienza, il quartiere-banlieue). L’urgenza di trattare i migranti come persone viene richiamata mentre lui stesso accoglie i profughi a Lesbo. Alla condanna della «terza guerra mondiale a pezzi» si affiancano le iniziative che hanno permesso di gettare ponti dove c’erano solo muri (tra Usa e Cuba, nel Centrafrica, in Colombia; e in Siria, Russia, Cina...). La «preferenza per i poveri» si intreccia con gesti concreti e simbolici, dal pranzo con i senzatetto al rifugio aperto in Vaticano, alla lavanda dei piedi del Giovedì Santo. E via dicendo, in una serie di fatti che danno una luce più intensa anche a quelli che potrebbero sembrare soltanto “richiami morali”, come le parole contro i crimini dell’«economia dello scarto» o a favore di una politica che serva il bene comune - urgenza che ricordavamo proprio il mese scorso e che resta decisiva qualsiasi sia il risultato delle elezioni avvenute nel frattempo (questo giornale viene stampato prima del 4 marzo...).
Possiamo resistere davanti a questi fatti, fermarci a una lettura superficiale, ridurne la portata riconducendoli nel recinto degli schemi abituali, e ritrovarci a parlare di sociologia, di pauperismo, persino di vicinanza o meno alla Tradizione. Oppure possiamo lasciare che quell’unità così potente di parole e gesti - la testimonianza di Francesco - ci provochi fino in fondo, fino alla sua origine. Che lui stesso, da subito e in mille modi, chiama l’«essenziale», «il cuore del Vangelo», il «primo annuncio: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”». Un annuncio rivolto a tutti, come si è visto in maniera clamorosa durante l’Anno della Misericordia. E capace di rendere ancora più radicale il confronto avviato dai suoi predecessori, e in particolare proprio da papa Ratzinger, con il caotico «cambiamento d’epoca» di cui, poco alla volta, stiamo prendendo coscienza.
Cinque anni sono pochi per abbozzare bilanci. Ma possono essere l’occasione per fermarsi e riprendere il filo di una domanda decisiva: ma a noi - a me - cosa chiede tutto questo? Che strada sta indicando il Papa? Cosa ci propone e cosa ci offre?
È il tentativo che facciamo con il “Primo Piano” di questo numero. Intervistando testimoni significativi. Raccontando storie che “fanno vedere”. E usando come bussola un testo che risale a pochi mesi dopo l’elezione di Francesco, ma che è tutt’altro che superato. Anzi, è decisivo per capire: è l’Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica da lui stesso indicata come suo «documento programmatico». Il titolo dice già molto: la gioia del Vangelo. Non è un caso, come osserva il cardinale Luis Tagle, uno degli uomini più vicini al Papa: «Francesco mette l’accento sulla gioia. C’è una tendenza nel mondo contemporaneo, non solo nella Chiesa, a sentirsi stanchi e tristi. La vita familiare, lo studio, il lavoro: sono vissuti come un peso. Ma noi abbiamo la vera ragione per essere lieti: Gesù, morto e risorto, è vivo ed è la nostra speranza».
In fondo è questo che indica il Papa, con parole e gesti. E noi «non desideriamo altro che seguirlo», come ha scritto don Julián Carrón alla Fraternità di CL dopo l’udienza del 2 febbraio, domandando «allo Spirito di Cristo risorto di aiutarlo a portare il peso di tutta la Chiesa». Buona lettura. E buona Pasqua.
Canti per le celebrazioni del tempo di Pasqua, composti da quattro diversi autori (Fabio Baggio, Francesco Buttazzo, Pasquale Dargenio e Daniele Ricci) già noti e molto apprezzati nel campo della musica liturgica per i giovani. Sono brani molto coinvolgenti e gioiosi: esprimono musicalmente il clima di esultanza per Gesù risorto, la luminosità, la speranza, la vita. Adatti alle assemblee liturgiche di tutti i fedeli, non solo di giovani, questi canti possono essere proposti per animare la Messa di Pasqua e le celebrazioni di tutto il periodo pasquale
Canti: Vita di risurrezione - Questo è il giorno - Rallegriamoci in Lui - Lui è vivo - Quella notte - Regina del cielo - Alleluia è risorto - Vita che risorge - Resta con noi Signore - Cristo nostra Pasqua.
Il presente volume si configura come un vero e proprio compagno di viaggio per il nostro cuore e la nostra anima. Esso propone, come anticipa il titolo, le meditazioni della studiosa cattolica di fama interazionale, Phyllis Zagano, sulla Quaresima e il Triduo pasquale. Attraverso le sue pagine sarà possibile riflettere su numerosi temi che spaziano dalla vita di tutti i giorni all'essere cristiani: lo scopo e condurre il lettore giorno dopo giorno alla celebrazione del Mistero della morte e resurrezione di Cristo nella propria vita. Il periodo di riflessione si apre con le meditazioni proposte in occasione del mercoledì delle Ceneri e per tutta la prima settimana di quaresima tocca temi come: la solitudine e il silenzio «croce degli esseri umani», il concetto di digiuno, le ferite della vita quotidiana, le tentazioni, la preghiera, i mali contemporanei e le ragioni che ci allontanano dalla nostra umanità, il male, la rabbia, il rancore. La seconda settimana di quaresima è caratterizzata da meditazioni sul giudicare e l'essere giudicati, sull'umiltà, sugli status symbol e l'apparire, sulla capacità di ascoltare e di aspettare, sulla speranza. La terza settimana affronta temi come: le profezie e i profeti, il perdono, il rispetto delle regole, l'amore, il compito della vita spirituale. La quarta settimana richiama a valori come la fiducia, la libertà, la verità, mentre la quinta settimana invita a riconoscersi in Cristo, ad ascoltare, a riflettere sulla morte, su Dio e sull'essere suoi figli, sul Figlio di Dio e sulle opere del Padre. Le meditazioni proposte per la Settimana Santa aiutano a comprendere il Mistero della morte e resurrezione attraverso riflessioni sul tradimento e il rinnegamento, il Corpo e il Sangue di Cristo e l'Ultima Cena e ancora l'attesa piena di speranza e paura del Sabato Santo e la gioia della domenica di Pasqua, giorno della resurrezione di Nostro Signore.
Una spiegazione facile e completa dei quattro racconti della Passione di Gesù, realizzata da esegeti e teologi di grande competenza e di grande valore.
Il primo capitolo (A. Vanhoye) fornisce una guida alla lettura della Passione nei vangeli sinottici. Il secondo capitolo (I. de la Potterie) introduce alla lettura della Passione secondo il vangelo di Giovanni. Il terzo capitolo (Chr. Duquoc) raccorda la memoria della Passione con il suo significato teologico e spirituale nell’oggi della chiesa. Il quarto capitolo (É. Charpentier) riprende in sintesi il percorso, rivolgendosi in particolare ai laici impegnati nella catechesi o dediti all’animazione liturgica.
Molto spesso pensiamo ai peccati come a un affare privato della coscienza, da regolare tra se stessi e Dio; a tale mentalità corrisponde quella della conversione intesa come decisione del tutto privata e individuale. Ma nessun peccato, anche il più segreto, riguarda esclusivamente colui che lo commette: il peccato si ripercuote sulla Chiesa e sulla famiglia umana. Una buona pastorale della penitenza richiede una pedagogia della conversione che aiuti i peccatori a leggere la loro vita nella luce di Dio. Il libro è un vero e proprio strumento pastorale composto da dieci celebrazioni. Si tratta di canovacci, cioè
di schemi “elastici”, sperimentati in diverse occasioni e incontri, che offrono una sequenza celebrativa (preghiere comuni e brani meditativi) e che andranno adattati secondo le circostanze e l’assemblea celebrante. Ogni celebrazione ha una sua struttura articolata e offre molto materiale (Parola di Dio, testi patristici, invocazioni, preghiere, canti, monizioni della guida, gesti rituali).
I versi di Antonio Tarallo sapranno accompagnare la mente e il cuore del lettore all'incontro con la manifestazione del Volto di Dio, non in un'idea astratta, ma nel volto personale e misericordioso di Cristo Crocifisso e Risorto.