Raccolta di poesie sul tema della donna e dipinti realizzati appositamente da giovani artisti dell'Accademia di Brera in un elegante libricino d'auguri per l'8 marzo.
Il senso del mistero, l’incertezza, la negazione di una conoscenza che vada oltre la storia e che sia comprensione della stessa, il dolore, che è figlio dell’oscurità, la necessità di amare, la consapevolezza dell’estrema indigenza del nostro essere e della fragilità che rende ognuno di noi un essere questuante, il continuo avvertire la presenza-assenza di Dio, sono i temi che animano la poesia di Cesare Cellini e che segnano l’evoluzione di un cammino che il poeta compie nell’arco di tredici anni. Nucleo centrale della sua poetica è la Parola. Egli stesso precisa, infatti, che la «parola dell’Uomo» ha «la stessa dignità della “parola di Dio”: ambedue salvano»; e questa parola dell’uomo, in cui si opera il passaggio dal Sacro al Santo, è l’Arte, la cui dimensione diventa cristica in quanto luogo della continua incarnazione del Verbo; diventa diafania, trasparenza incontaminata, cioè, della Parola; diventa «attesa della morte come riconciliazione», come nuovo dies natalis; diventa parola della donazione; assume in sé valore escatologico e prepara la parusia. Scrive Tito Furnari: «Emerso per poco dalla fine del Millennio, egli appartiene ad un’epoca nuova: l’epoca che sarà, così vivamente ci auspichiamo, l’era dello Spirito. […], Ascoltare, con animo disponibile, il suo canto proteso, nella sua solitudine, alla piena melodia del silenzio è entrare, o rientrare, nella speranza».
AUTORE
Sergio Collura laureato in Scienze umane e in Teologia, con specializzazione in dogmatica, già ordinariodi Lettere e docente di Antropologia Culturale (1994 – 2003) e di Filosofia Estetica (2003 – 2013), ha svolto la sua attività didattica e di ricerca fra Roma, Catania e Bruxelles. Promotore culturale, ha dato vita al Movimento Giovani per un Nuovo Umanesimo e, di recente, al Movimento della Pari Dignità e Comune Umanità fra i Popoli. È stato titolare, sotto l’egida del MPI, di vari Progetti Nazionali, quali, ad esempio, Verso il Giubileo 2000: La Parola di Dio e la Parola dell’Uomo, (1997-2000); Humanitas: Un cammino dialogico verso nuove autonomie umane (2001-2004). Curatore degli inediti di A. Fiore e di C. Cellini ha promosso, dal 1986 ad oggi, vari Seminari e Convegni Nazionali di studi. Ricordiamo alcune pubblicazioni: Al di là della ragione (1973), L’esperienza religiosa senza religione (1983), Dio e l’inquietudine metafisica dell’uomo (1988), Deserto e speranza: metafore di narrazione (1991), La necessità di un trapasso (1999), Un Angelo ignorato (2003), L’ironia figurale dell’oltre (2006), Solitudine e Sacro (2010), La vita, palingenesi dell’oltre (2012).
"Scrivere poesie è tenere una corrispondenza col paese lontano dove aspetto di far ritorno?". Così inizia una poesia dell'A. Dice bene "corrispondenza", non un soliloquio, ma un tentativo di en-trare in relazione, con se stessa, con gli altri. Il "paese lontano" è quello che ci pone domande, non ci fa esaurire ogni aspettativa nel presente; c'è qualcos'altro, è quel "paese lontano", in parte conosciuto, in parte sconosciuto. "Far ritorno": è in atto una dinamica, un'attesa e quindi una speranza, di bellezza, di gioia, di pace. Sono temi e movimenti che ritroviamo in questa raccolta. Lo stile è colloquiale, con toni di freschezza che rende la lettura scorrevole. Ed è vera poesia perché tocca temi universali, in cui ognuno si può ritrovare e confrontare. E come ogni vera poesia ci aiuta a meglio sentire, a volte in estensione, a volte in profondità. Vedere oltre l'abitudinario, lo scontato, i luoghi comuni in cui lentamente ci richiudiamo?
Il volume è l'insieme di una prima raccolta di poesie, già pubblicate, e di testi ancora inediti. Il titolo scioglie ogni dubbio sulla dimensione terrena della parola a cui l'A. si riferisce, ma conserva intatto il nesso tra esperienza individuale e linguaggio e consente di riflettere sul significato della parola come parola poetica. L'A. usa un linguaggio scarno, incurante dell'armamentario teorico ma nobilmente attento al senso che le parole custodiscono e trasportano. Per l'A. la poesia è occasione per stabilire un confronto su tutto ciò che è comune, condivisibile, servendosi dell'individuale. Non ultimo il tema più importante, quello del rapporto con l'assoluto, con la Parola davvero degna di ascolto.
Il poeta siciliano Giovanni Occhipinti sviluppa in versi la sua partecipe meditazione intorno al tema del dolore che vive in sé e percepisce intorno a sé. Al centro della sua poesia ci sono le storie spesso tragiche dei migranti, il nomadismo acceso dei bisognosi, di quanti fuggono arroganza e superbia del prossimo, di quanti subiscono la brutalità di una insostenibile violenza maturata nei territori d'un Sud sempre più compromesso, in un filo conduttore che lega anime e storie e popoli diversi. Di essi rimangono tracce, frammenti, appunto,in cui Giovanni Occhipinti si rispecchia, trasbordando la sua anima in quella del 'fratello'. "Io sono te", narra, "la tua persona, / la tua pena la tua mente / incisa nella pietra?", tentando di leggere il nucleo incandescente di vita e morte, l'arcana circolarità che tutto avvolge e coinvolge, il poeta rivolge a Dio il suo grido e la suasofferta interrogazione.
Una prosa poetica che, riflettendo sulla devozione dei credenti per il Corpo di Cristo, si mette in ascolto della voce di Dio nel corpo dell'uomo.
Contenuto
Un diario in poesia scritto nell’arco di circa trent’anni (1980- 2012) sul tema degli angeli. Riconosciuti da molteplici esperienze religiose, non solo quella giudaico-cristiana, gli angeli fanno parte del sentimento comune, di quella religiosità primitiva che ancora è presente nella coscienza di molti. Ogni poesia è corredata da una suggestiva immagine di un angelo quasi a commento dei testi e a rendere più familiari queste creature che accompagnano, custodiscono e proteggono.
Destinatari
Tutti, genitori, educatori, catechisti.
Autore
MASSIMO CAMISASCA (Milano 1946), sacerdote e scrittore, membro del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione, nel 1985 ha fondato la «Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo», di cui è superiore generale. È stato insegnante di filosofia nei licei e poi docente all’Università Cattolica di Milano e alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Ha scritto numerosi saggi: con le Edizioni San Paolo la trilogia storica Comunione e liberazione (2001-2006), Don Giussani. La sua esperienza dell'uomo e di Dio (2009) e Padre. Ci saranno ancora sacerdoti nel futuro della Chiesa? (2010); con le Edizioni Messaggero Padova la Via Crucis (2011), Amare ancora (2011). MARIATERESA CARBONATO, pittrice, attualmente vive e lavora a Bareggio (Milano) con la famiglia. Visitare il sito www.mcarbonato.it
"Il libro d'ore" ebbe, nella prima metà del Novecento, vastissima fortuna e fu la base della fama di Rilke presso i suoi contemporanei. Il testo racchiude tre serie di liriche che il poeta concepì come intensamente spirituali, nella ricerca di una religiosità radicata nell'incontro tra l'occidente e l'oriente cristiani, capace a propria volta di illuminare i nuovi scenari aperti dalla nascente civiltà industriale. L'incompiutezza di Dio, la sua condizione di esule in un mondo che pure gli appartiene, la necessità di aiutarlo donandogli nuovamente gli spazi dell'esistenza, la consapevolezza del proprio fremere interiore al cospetto dell'infinito silenzio di Dio e del rumore crescente della vita sociale, la dignità indiscutibile della sofferenza e della povertà sono motivi che Rilke affida alla voce di un giovane monaco russo pittore di icone, protagonista di una vicenda che dalla vita monastica porta al pellegrinaggio nella vastità della Russia e poi alla contemplazione della povertà e della morte.
Le trentotto poesie che formano il Citra sono state composte da Tagore nello spazio esatto di tre anni, tra il marzo 1893 e il marzo 1896. A quel tempo il poeta trentaduenne, sposato da dieci anni e padre di cinque figli (l’ultimo è del 1894), vive una vita familiare piena di interessi e di impegni a Calcutta ed è già apprezzato e conosciuto in patria per le sue numerose pubblicazioni.
Le poesie di questa raccolta sono state suddivise in cinque classi, secondo il tema dominante:
1) La percezione della bellezza; 2) l’amore per l’uomo e per la terra; 3) il Dio della vita; 4) il lavoro e il dovere; 5) la morte.
Destinatari
Giovani e adulti, appassionati di spiritualità orientale, interessati alla poesia, in particola- re quelli affezionati a Tagore.
Autore
Robindronath Tagore (Calcutta 1861- 1941) è il più grande poeta moderno dell’India, ma è anche drammaturgo, prosatore, filosofo e critico letterario. Nel 1913 vince il Premio Nobel per la Letteratura con l’opera Ghitangioli. Fonda una scuola divenuta in seguito Università Internazionale, ispirata ai valori della pace e della fratellanza. Organizza cooperative agricole e bancarie, promuovendo piccole industrie. Viaggia instancabilmente in Europa, Asia, America.
Twardowski è, da oltre trent’anni, il poeta più amato e pubblicato in Polonia; attraverso un linguaggio di estrema semplicità, la sua opera esprime un messaggio di bontà e speranza, animata al contempo da profonda umanità e tensione metafisica. Egli parla di Dio e dell’uomo ricorrendo alla cifra stilistica dell’ironia e del paradosso, perché «solo la lingua dei paradossi può dire ciò che supera il nostro intelletto».
Raccolta di poesie sulla morte della madre con un piccolo saggio sulla B. V. Maria compagna del morente dal titolo "La madre e la morte dei figli. Per somigliare al tuo parlar per sguardi preparo per te un piccolo bouquet annodando pochi fili verdi raccolti fra le erbe di Dio".
I 247 aforismi del grande scrittore, poeta, drammaturgo e filosofo indiano Rabindranath Tagore, contenuti in questo volumi, sono tratti da Stray birds (New York, 1916).
Questi aforismi hanno la particolarità di non essere stati semplicemente tradotti dalla lingua originale, ma di essere stati riscritti, senza tradire il pensiero del poeta indiano, per renderli più vicini alla sensibilità del pubblico contemporaneo.
Tante le tematiche affrontate, che esplorano le piccole situazioni e i grandi ideali che ritmano la vita di ogni persona umana: dalla spiritualità all’amore, dal senso dell’esistenza alla bellezza, dal frammento ordinario e banale del quotidiano al senso della storia universale.
Un contributo significativo per favorire una religiosità che, al di sopra delle confessioni, unisca tutti, senza fondamentalismi e particolarismi.
Ricordando che, come ebbe a dire Gianfranco Ravasi a proposito dell’intensa vena poetica e mistica del grande maestro indiano, «i temi religiosi affrontati da Tagore mostrano come lui sia anche un nostro cantore».
Destinatari
Per chi ama gli scritti di Tagore e gusta un linguaggio poetico ed evocativo.
Curatore
Antonio Donadio.