A proposito dell'accompagnamento delle persone omosessuali, papa Francesco rivolge alla Chiesa in Amoris laetitia un appello preciso: "... si tratta di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella propria vita" (AL, 250).cCon tale obiettivo, questo libro dà voce a dieci esperti tra teologi, studiosi di scienze umane e operatori pastorali, con il proposito di definire meglio, per quanto possibile, i confini di questo nuovo approccio pastorale: cos'è l'omosessualità per la Chiesa di oggi, chi sono le persone omosessuali, quale conoscenza dei loro sentimenti e della loro esperienza di vita, quale la valutazione morale delle loro scelte, quali gli atteggiamenti e le iniziative concrete per aprire le porte a questi fratelli. Infine: su quali aspetti dobbiamo ancora camminare perché anche in questo campo la Chiesa sia l'esperta in umanità e in amore che vuole essere. Prefazione del card. Matteo Zuppi.
Scritti inediti di Rafael Tello, teologo argentino che elaborò teologicamente i concetti di "popolo" e "cultura" e che ebbe grande influsso sulla teologia di Bergoglio. Prefazione di Papa Francesco. Postfazione di Gilberto Depeder.
Composto di tre parti il volume propone un’articolata riflessione. Nella i parte si considera l’uomo, sacerdote del creato, una sintesi del pensiero del teologo ortodosso Ioannis zizioulas; nella II parte si propone la salvaguardia dell’ambiente secondo il compendio della dottrina sociale della Chiesa; nella III parte si offre la lettera enciclica di papa Francesco Laudato si’ in pillole. I nuovi stili di vita richiesti devono ispirarsi alla sobrietà, alla temperanza, all’autodisciplina, sul piano personale e sociale. La questione ecologica è un’opportunità per costruire un'autentica solidarietà a dimensione mondiale. La nostra casa comune è come una sorella, con la quale condividiamo esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.
Tutti coloro che oggi si sentono chiamati ad annunciare il Vangelo della gioia non possono evitare la cura e la bellezza. Queste pagine, ispirate alla “Via Pulcritudinis”, invitano a riflettere sulla bellezza come “forma dell’amore”, sia in senso liturgico, sia in senso teologico e spirituale. Quando c’è l’amore, tutto prende forma. E la forma è sempre bella.
Da qualche tempo – osserva Menke – nella teologia cattolica si nota una drammatica polarizzazione. Temi come il celibato, il sacerdozio femminile, l’ammissione dei divorziati ai sacramenti, i matrimoni tra persone dello stesso sesso, l’organizzazione partecipativa della comunità sono diventati sempre più la linea di faglia di un movimento tellurico.
Non si tratta di semplici cambiamenti su questo o quel singolo punto della morale sessuale o dell’ecclesiologia. Non abbiamo a che fare con semplici strategie di adattamento o di liberalizzazione. No: ne va di qualcosa di sovversivo.
L’autore di questo pamphlet volutamente polemico spiega tutto ciò come frutto di una lettura radicale dell’autonomia del soggetto, fondata sull’affermazione kantiana del «diritto dell’uomo di condurre la propria vita secondo fini che lui stesso si è posto». Menke perciò caratterizza questa posizione come un capovolgimento del primato della verità sulla libertà.
Un grido d’allarme sulla transizione che il cristianesimo sta attraversando ai giorni nostri.
Camminare è un modo per dire vivere. Ecco un kit teologico per lo zaino di ogni camminatore che vuole esplorare il camminare lasciandosi provocare dal Dio che cammina lui stesso con l'umanità, con i piedi e i passi di Gesù di Nazaret, uomo che cammina. Il kit comprende una cassetta degli attrezzi formata da due grandi sezioni: alcune riflessioni bibliche in riferimento a come la Bibbia parla del camminare e alcune riflessioni teologiche e antropologiche che esplorano gli elementi in gioco di ogni camminare: le parti del corpo, i significati socio-culturali e le connotazioni cristiane, buddhiste e islamiche di questa esperienza umana.
Riproporre la questione di Dio e del suo significato per l'oggi può sembrare un'operazione di minore importanza. Eppure l'epoca segnata da un ritorno della religione secondo una modalità post-secolare denuncia un'inversione di tendenza rispetto al significato di Dio per l'uomo e la storia. Difatti, da una percezione epocale della sua assenza come spazio di un inedito umanesimo, si passa ad una ripresa filosofica della questione Dio come ermeneutica del senso, fino alla novità del pluralismo religioso che detta l'agenda della realtà di Dio come mistero e alterità. All'interno di un simile paesaggio post-secolare si snoda l'itinerario di questo lavoro. Dotolo parte da una tesi: per la ricerca umana Dio rappresenta una questione aperta, che dischiude una visione del mondo e della realtà che va oltre l'ovvio e li noto, anche là dove il controsenso e il negativo decostruiscono il vissuto religioso. Per l'essere umano, anzi, lungi dal costituire un ostacolo alla libertà e al desiderio di felicità, Dio è risorsa: può rappresentare una interpretazione della vita e del mondo capace di intercettare l'inquietudine radicale che ogni uomo e donna è. In definitiva, incontrare il Dio che ci visita vuol dire attendere ad una novità relazionale, rivedendo anche i modelli che hanno alimentato la nostra esperienza credente, perché Dio è sorpresa costante che genera una nuova sintassi teologica per il pensare, il pregare, il narrare l'avventura dell'esistenza. Dio oltre i soliti schemi, come "evento sorprendente": una scommessa intellettuale di grande respiro. «L'immagine di Dio costruita dall'uomo non consente di coglierne l'autentica identità. Dio stesso ha operato una scelta inimmaginabile: si è spogliato della cosa più preziosa che aveva, il suo potere, per non ferire più gli altri».
Rivolgendosi a lettori e lettrici di tutte le età, fedi e culture, Rowan Williams offre in queste pagine la sua descrizione più accessibile della vita cristiana. Ricorre a teologi, poeti, santi e scrittori per esaminare il concetto di santità e per esplorare quello che egli definisce un modo per «prendere a modello quelle vite in cui qualcosa “funziona”, dalle quali emerge una certa completezza; vite che risultano magistrali interpretazioni della musica o del teatro dell’azione di Dio».
L’ex arcivescovo di Canterbury parla della Bibbia oggi, di spiritualità urbana, della Regola di san Benedetto, delle icone orientali, di sessualità e di peccato. Nell’ultima parte del libro Williams celebra il genio di santa Teresa d’Avila e il pensiero di Giuliana di Norwich.
Scritto da un maestro di pensiero e da un teologo all’apice del suo vigore intellettuale, Vite da santi è un libro per tutti coloro che sono interessati ad approfondire la propria consapevolezza spirituale, a “crescere in sapienza”.
Di fronte alla oggi diffusa ricerca di un padre l'autore propone un itinerario per ritrovare il Padre e il senso di una paternità liberante. Un percorso compiuto a partire dalla rilettura e dal commento delle parole del Padre Nostro grazie alle quali Dio si rivela come Padre-Madre fino alla ricomprensione del senso profondo della relazione così da poter affermare che: «La teologia pretende talora di avere il monopolio su Dio, trascurando tutto ciò che è libero e personale incontro con l'amore del Padre. Ma il Padre non è il Dio dei teologi».
Felicemente percorsi e gustati cinquant'anni di servizio presbiterale, declinato in un appassionato ministero che lo ha visto Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" da 1997 al 2010, Mons. Giuseppe Liberto ci offre l'ennesimo dei suoi preziosi doni di scrittore. Il cristiano - come nell'intuizione carismatica di don Nicola giordano (1933-2019), fondatore del Movimento di Spiritualità «Vivere In» - non può che essere, nella sua natura più profonda, un contemplativo nel mondo, progressivamente assimilato al Cristo. È questa la mistica aspi-razione presbiterale che leggiamo nella vita pastorale e liturgica di Mons. Liberto: la storia insegna - egli ci ricorda - che la profezia, come anche la libertà di coscienza, comporta sempre il martirio.
Il presente saggio si propone una riflessione sulle finalità, obiettivi, scopi degli educatori credenti nel senso più ampio del termine. Gli insegnanti sembrano chiamati - oggi più che mai - a incarnare la virtù della carità intellettuale, riscoprendo la loro primordiale vocazione a formare le generazioni future non solo mediante l'insegnamento, ma anche attraverso la testimonianza della propria vita. Questa è la loro vera sfida: essere testimoni.
Accanto all’attività accademica, dal 2006 Giuseppe Lorizio collabora alla rubrica di Famiglia cristiana che dà risposte teologiche agli interrogativi pervenuti in redazione. Questo dialogo con i lettori gli ha consentito e gli consente di verificare e misurare il linguaggio “specialistico” a confronto con domande provenienti da un pubblico molto più vasto di quello che frequenta lezioni o seminari accademici. Nel libro, suddiviso in un prologo, cinque capitoli e un glossario minimo a conclusione, l’autore raccoglie gli esempi più significativi delle domande che gli sono state poste in tutti questi anni, sempre attento a tradurre in modo comprensibile, ma corretto, le risposte della teologia. Il volume affronta questioni fondamentali quali scrittura e rivelazione, il senso della vita, il male e la morte, la storia e la salvezza, l'immortalità e la resurrezione intavolando un dialogo vivo, stimolante, sempre nuovo con i lettori. Un dialogo che prende spunto anche dal cinema, dalla musica, dai nuovi media per parlare di questioni antiche, ma perennemente attuali.