L'autrice evidenzia come è ormai tempo di abbandonare le idee tradizionali e di rivedere la ripartizione dei ruoli fra madre e padre. Sono tanti i cavalli da inforcare, per vivere in pienezza la paternità: imparare a proteggere e a rassicurare, a saper dire di no, a coltivare la disponibilità, suscitare curiosità, accompagnare facendo da guida, incoraggiare a prendere iniziative, avere uno scambio, ascoltare, dare fiducia e valorizzare, esprimere fierezza, giocare, condividere? Ma come trovare il giusto equilibrio in certi assetti familiari traballanti? La madre iperprotettiva che rifiuta di svolgere la sua parte di autorità; la madre "castratrice"; il padre preso in ostaggio in seguito a un divorzio; il padre che è allo stesso tempo patrigno, autoritario e brutale; che ha gelosia del figlio o che lo svaluta; il padre che non è un "punto di riferimento" o è un eterno adolescente; il padre solo di passaggio? L'autrice offre preziosi consigli a tutti i papà sotto esame, desiderosi di trovare il loro giusto ruolo. Sarà una lettura stimolante anche per le mamme, che vi troveranno fra le righe ottimi spunti su cui riflettere e per rimettersi in discussione.
Brani scelti dall'insegnamento di papa Francesco sulla famiglia. Come piccoli flash su questa realtà che il Papa chiama motore della società e della Chiesa, prima scuola di vita, di socializzazione, di convivenza umana, di fratellanza... Famiglia, grembo che ci accoglie e ci plasma, luogo di incontro di generazioni dove si impara a convivere nella differenza. Quando l'amore sponsale non è solo sentimento, ma è relazione, la famiglia cresce e la si costruisce come una casa fondata sulla roccia di cui Gesù.
In molti luoghi la Chiesa fa fatica a comunicare efficacemente il suo messaggio sulla sessualità, il matrimonio e la famiglia. Se quasi tutti concordano circa l'esistenza del problema, più controversa è la questione di quali ne siano le radici e di come è opportuno rispondere. L'autore fa notare come i principi di fondo su cui si basano le "famiglie diverse" sono, per la maggior parte, contrari a tutto ciò che ci permette parlare di famiglia cristiana. L'insegnamento della Chiesa, pur essendo certamente informato dalla speranza, non è ideologico, ma in sintonia con la realtà, e l'ideale della Chiesa non è soltanto bello, ma anche possibile, malgrado tutte le difficoltà e le avversità.
L'Italia sta invecchiando, l'Italia è un paese per vecchi. Il calo demografico che ha investito il nostro paese negli ultimi vent'anni ha creato uno scompenso nel rapporto fra giovani e anziani a tutto favore di questi ultimi, dal punto di vista non solo numerico, ma anche sociale, politico ed economico. È una situazione paradossale: nessuno difende i giovani, la solidarietà fra generazioni è venuta a mancare, le comunicazioni si sono interrotte. Antonio Sciortino cerca la radice di questo male indagando la figura del padre e le nuove relazioni che si tessono fra padri e figli. Oggi i padri hanno abdicato al loro ruolo di educatori, si sentono soli e inadeguati: soli perché la società contemporanea privilegia il singolo rispetto alla famiglia; inadeguati perché privi degli strumenti educativi che era la famiglia stessa a tramandare. Alla figura ormai desueta del padre-padrone se ne sono sostituite due non meno dannose: il padre assente e il padre amico. Saltano i riferimenti, mancano le guide che orientano nella crescita, e a questo ruolo non possono supplire né la scuola, né tantomeno i social network, nei quali i giovani sembrano cercare i nuovi maestri. Ma è proprio dai giovani che si sta levando, con voce sempre meno labile, la richiesta di una figura inedita di padre, un padre testimone, responsabile, autorevole e presente - di questo padre, i figli vogliono diventare i giusti eredi...
La centralità della famiglia non può rimanere uno slogan, ma deve concretizzarsi nella legge della Chiesa, nella liturgia e nella pastorale. Questa la convinzione dell'autore, «prete di strada» da sempre attivo nelle «periferie» care a papa Francesco, ma anche studioso di diritto canonico e parroco di una piccola comunità di duecento famiglie, che - con le sue variegate e a volte complicate storie familiari - rispecchia un po' il mondo, almeno quello occidentale. Punto di partenza della riflessione è la «prima tappa» del cammino indicato dal Papa alla Chiesa, il Sinodo del 2014, che ha espresso preoccupazione per la «crisi» della famiglia, ma non ha suggerito nessuna proposta concreta, confermando dottrine che nessuno ha mai messo in discussione. II Sinodo dell'ottobre 2015, per essere efficace, deve cambiare passo e promuovere la famiglia cristiana a protagonista della vita della Chiesa, riscoprendo il senso profondo del Sacramento del matrimonio. Don Vinicio espone - con la sincerità chiesta dallo stesso Francesco - le sue proposte, fondate sulla dottrina e sulla prassi, nella speranza che le indicazioni del prossimo Sinodo giungano come una «buona notizia» per tutti.
Il volume raccoglie gli Atti della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Torino dal 12 al 15 settembre 2013 sul tema "La famiglia, speranza e futuro per la società italiana". Il percorso inizia da una riflessione sull'identità antropologica della famiglia e sulle sue criticità odierne, passando per le nuove sfide culturali e sociali che la politica deve affrontare. Si segnalano inoltre alcuni ambiti concreti di azione, prioritari e urgenti per il sistema Paese, e si conclude con una riflessione sul compito affidato alla comunità cristiana affinché la famiglia sappia e possa essere sempre di più "speranza e futuro per il Paese". La Settimana Sociale "si prefiggeva un obiettivo ambizioso che al tempo stesso comportava una sfida molteplice", scrive nell'introduzione monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente del Comitato Scientifico Organizzatore: "far cogliere al nostro Paese che mettere al centro della vita culturale, sociale e politica la famiglia intesa così come da sempre insegnano l'esperienza umana e giuridica e anche la Chiesa, significa porre un fondamento indispensabile per la crescita del Paese, per un futuro di speranza per i giovani, per una società civile più libera, dove i diritti della persona possono essere maggiormente rispettati. Ci occupiamo della famiglia - prosegue Miglio - perché ci sta a cuore il bene di tutti, di tutto il nostro Paese".
Nel testo introduttivo il Card. Maradiaga, presidente della Caritas Internationalis e S.E. Mons. Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, spiegano e presentano questo volume. Si tratta di diversi interventi al Seminario dal titolo "La famiglia, una risorsa per superare la crisi" tenutosi il 18 settembre 2014. Le riflessioni e i contributi provengono da tutti i continenti e insieme con essi vi si trova anche il messaggio "We care! Una proposta pastorale che ci impegna in prima persona" indirizzato ai Padri Sinodali da parte dei partecipanti al Seminario, che si sono impegnati essi a vivere queste proposte pastorali come "comunità cristiana guidata dal Signore Gesù e illuminata dalla Parola di Dio". Nel corso del Seminario si è cercato di incamerare l'appello di papa Francesco per una "Chiesa povera per i poveri", sottolineando il valore di una "famiglia povera per i poveri", cioè di una grande famiglia in cui ci si sappia riconoscere tutti "poveri" e bisognosi gli uni degli altri, capaci di diventare comunità "madri" che sanno accogliere e amare chi è ferito dalla vita e dagli affetti.
"Nel solco di un serio e proficuo confronto sviluppatosi nella stagione odierna della Chiesa il libro del teologo Masciarelli costituisce un valido contributo che incoraggia a guardare la Comunità familiare con l'occhio di un'intelligente benevolenza e a parlarne come risorsa di speranza." (Card. Lorenzo Baldisseri) "Saluto con gioia questo nuovo libro di Mons. Masciarelli, da poco nominato da papa Francesco Consultore della Segreteria Generale del Sinodo. Mi rallegro soprattutto perché egli fa vibrare in queste pagine un forte vento di fiducia trattando la famiglia come una creatura di speranza, con una teologia scritta all'insegna dell'interrogazione e della raffinata forma - spirituale e culturale prima che verbale - del condizionale, con la quale, più che insegnare, egli si sforza di suscitare riflessione e dialogo" (Card. Edoardo Menichelli)
La storia di un padre e un figlio tossicodipendente. La riscoperta di un legame profondo che "rischiara" l'esistenza. Leonardo, un imprenditore del Nord, lascia improvvisamente il suo lavoro e parte per Roma. Suo figlio Andrea vi si è trasferito anni prima per iscriversi all'università, ma poi è finito in un giro di droga. Ora però ha trovato la forza di chiedergli aiuto e Leonardo decide di mettere in gioco la propria vita per stargli vicino. Inizia così la storia di un difficile incontro tra padre e figlio, che li porterà a riscoprire la forza degli affetti familiari più autentici.
Pagine che aprono una finestra sul vasto e variegato mondo delle coppie che nel linguaggio ecclesiastico sono chiamate "irregolari". Nelle interviste e nelle testimonianze qui raccolte ricorrono alcune parole chiave: dolore, che ha bisogno di accoglienza e rispetto; amore, che si ritrova, nonostante tutto, anche in queste "storie ricucite" (Montale); disagio, di queste coppie credenti verso una Chiesa spesso percepita come ostile, e disagio della comunità cristiana, pastori e laici, che si comporta con queste persone in modo ambiguo; speranza, di essere ascoltati e accolti, ma anche di ricevere dalla Chiesa, attraverso il Sinodo dell'ottobre 2015, una "buona notizia".
Sempre più spesso oggi si parla di fragilità della coppia. Una fragilità così conclamata che sta diventando un luogo comune dietro cui rifugiarsi. Ma è vero che le coppie sono diventate fragili? Oppure sta succedendo qualcosa di epocale, per cui possiamo dire, al contrario, che oggi le coppie sono in qualche modo "costrette" ad auto-consolidarsi, ad auto-garantirsi, a resistere, appunto, per continuare e per mantenere in vita una famiglia? È a dire: oggi le coppie non sono state mai così "poco fragili", sono anzi forti, se per "forti" intendiamo il contrario di "fragili". Ed è questa la tesi di questo lavoro: per mantenere in vita il loro amore oggi le coppie sono, per così dire, costrette a lottare come mai prima d'ora, devono essere "resistenti", autonome, vitali e saper navigare controcorrente.
L'instabilità familiare, in crescita in Occidente e quindi anche in Italia, è causa di drammatiche conseguenze personali, sociali ed economiche, ma a pagare il prezzo più alto della separazione e del divorzio sono soprattutto i figli, che subiscono - loro malgrado - una deprivazione affettiva, emotiva e psicofisica, causa di acute sofferenze. A fronte di una tale situazione, spesso negletta, Antonello Vanni, con linguaggio divulgativo e taglio pratico, approfondisce i seguenti argomenti: l'instabilità familiare odierna"; l'instabilità familiare e la sua ricaduta sui figli; i figli e la separazione: conseguenze immediate e conseguenze a lungo termine; i principali segnali del disagio vissuto dai ragazzi: ansia, rabbia, depressione e bassa autostima; fattori che aumentano o diminuiscono la sofferenza nei figli durante la crisi coniugale; come è possibile riconoscere e prevenire il disagio dei figli; il disagio dei figli della separazione e del divorzio in ambito scolastico; separarsi o salvare la propria famiglia?