Roberto Schiavolin dedica un profilo colto, informato e meditato allo studioso fiorentino Marco Vannini, analizzandone il vasto lavoro. Vannini, infatti, ha potuto recare sul nostro tempo, sull’incerta e tragica religiosità che lo segna, un giudizio forte e segnato dalla perenne inattualità che qualifica la mistica, destinata a quella stessa singolarità propria della filosofia. Attraverso la lente filosofica propria di Vannini, Schiavolin ripercorre la storia della Chiesa, del cristianesimo e della fede nei secoli, fino ad arrivare all’oggi, un’epoca di post-secolarizzazione, caratterizzata da una nuova ricerca di ulteriorità. La misitica, per Vannini, può rappresentare la risposta a questa urgenza, a questo nuovo bisogno di spiritualità.
Questo libro è un coro. Le voci che lo compongono appartengono a un sacerdote che da decenni combatte la povertà nelle periferie di Milano; a uno studioso di origini ebraiche, non credente e di estrema sinistra; a una suora che ha dedicato la propria vita alla spiritualità e alla preghiera. Per fare un coro, però, non bastano tre voci: bisogna trovare un'armonia nella diversità; e se storie così lontane ci sono riuscite è stato grazie a un dialogo serrato. In "Una vocazione controcorrente", don Virginio Colmegna, suor Chiara Francesca Lacchini ed Enrico Finzi prendono spunto dalle loro ricche esperienze personali per andare alla ricerca di un terreno comune. Lo trovano nell'impegno sociale che unisce un laico come Finzi a un sacerdote in prima linea come don Colmegna; nella scelta della disobbedienza civile e della fedeltà alla Costituzione mentre la barbarie imperante si accanisce sui più fragili: i poveri e i migranti. Lo trovano, nuovamente, nella figura di san Francesco, in cui si coniugano l'anima mistica della Chiesa e la sua missione di camminare al fianco degli ultimi. In questo testo eclettico e appassionato, scritto in occasione dei cinquant'anni di sacerdozio di don Virginio Colmegna, si incontrano personalità emblematiche come Jorge Mario Bergoglio e Carlo Maria Martini. Guidati dal loro esempio, fatto di attenzione alla marginalità e insieme di forte autorità spirituale, le tre voci che qui si intrecciano articolano il dialogo attorno a una tensione costante fra il cielo e la terra, tra la felicità e il bisogno, tra la necessità di un forte rinnovamento culturale e le urgenze politiche e umanitarie del nostro tempo. Fino a scoprire che la vera vocazione controcorrente è la caparbia ricerca di una strada da condividere.
Questo lavoro di ricerca si porta all'interno dell'opera di Simone Weil con l'intenzione di rispettarne, e soprattutto di esaltarne, il legame fra mistica ed esistenza, scavando fra i caratteri peculiari di quest'autrice. Tutta l'opera di Simone Weil è infatti engagée, volta a riunire, sin dalla sua stessa continuità di vita e pensiero, teoria e prassi nell'originaria sensibilità del logos. Simone Weil tende a ricomporre mistica e filosofia, proprio come per la teoria e la prassi, nella stessa percezione del mistero che fa capo alla sensibilità del logos, lungo quella linea che la condurrà a supporre un unico fondamento per il bisogno di credere e il desiderio di sapere. Abitando la contraddizione, Simone Weil giunge a tirar fuori un'opera di indiscussa originalità che risuona ancora troppo debolmente negli ambienti accademici. D'altronde, è lei stessa, ciò che vive, ciò che scrive, a voler disappartenere. Disappartiene un po' a tutto. Eppure, appartiene a questo nostro tempo. E sarà soddisfazione di questo lavoro mostrarlo.
Una guida per i lettori disposti a ripercorrere il pellegrinaggio spirituale compiuto dal grande mistico tedesco Angelus Silesius (16241677), che fu medico, poeta e non da ultimo sacerdote, dopo essersi convertito dal luteranesimo al cattolicesimo. Suo capolavoro, "Il pellegrino cherubico", è l'opera di poesia religiosa più vivace del Seicento. Un testo composto di componimenti lirici, epigrammi e aforismi, dai quali emerge una sintesi di tutta quanta la mistica cristiana tedesca: da Meister Eckhart a Jacob Böhme. Negli scritti silesiani vengono sottolineate l'essenzialità di praticare l'amore, l'urgenza del distacco da ogni brama egoica e l'opportunità d'una accettazione piena/serena degli eventi. Completa il saggio un'antologia di 200 aforismi silesiani, in un'inedita e puntuale traduzione.
"La Croce di Gesù" non è semplicemente un'opera di pietà classica o di teologia spirituale. Ma è una vera e propria sintesi di teologia speculativa e di teologia mistica, intendendo per teologia speculativa quella scienza che alla luce della fede ragiona, spiega e giustifica e per teologia mistica quella scienza che indaga quell'intima esperienza spirituale nella quale Dio, per suo esclusivo beneplacito, prende il sopravvento nella vita di una persona umana, unendola profondamente a sé, facendole compiere atti di virtù che non avrebbe mai compiuto e muovendola laddove la volontà umana non avrebbe mai osato. Lo scopo principale, che Chardon si prefigge, è quello di rendere ragione delle croci spirituali, amarezze, persecuzioni e sofferenze soprattutto morali che ogni credente sperimenta in vario modo. Egli muove dalla constatazione di un dato di fatto: l'esistenza di ogni uomo è segnata dalla sofferenza. E come credente e teologo si pone queste domande: perché l'uomo quanto più è fedele alla grazia santificante tanto più soffre duramente? Perché quanto più tende alla perfezione della carità tanto più patisce le croci spirituali?
Nel nostro tempo risulta sempre più difficile parlare di qualsiasi argomento in modo serio e convincente. Ogni tematica viene infatti disintegrata e falsificata in una miriade di opinioni sempre più labili e sempre meno fondate. La verifica concettuale di queste opinioni non è quasi mai richiesta, né tantomeno la loro verifica esistenziale. In realtà, l'elaborazione del pensiero del XXI secolo dovrebbe procedere come una sintesi tra teoria e pratica, tra idee e cammini di vita concreta, condivisa e visibile. Questa concezione di un pensiero chiamato a farsi vita è al cuore stesso della Rivelazione cristiana di un Verbo divino che si incarna, appunto, e si rivela. Il volume è articolato in tre parti: Fondamenti e pratiche (con quattro «stazioni» verso la gioia); Le conseguenze (nei diversi ambiti: della fede, della tecnica, economico-sociale ecc.); I presupposti poetici e spirituali (saggi su Hillesum, Jung, Gatto, Dickinson, Campana, Luzi, Heidegger).
Che cosa significa oggi intelligenza emotiva? Qual è il suo valore quasi alla fine del primo quarto del secolo XXI? Non sarebbe il momento di affrontare le tremende sfide sollevate dallo straripante progresso scientifico? Sono gli interrogativi da cui ha preso le mosse questo interessante volumetto di padre Luis Jorge González, il quale ha saputo assemblare sapientemente conoscenze scientifiche, spiritualità, pedagogia e tanta esperienza di vita nel campo del Counseling. Teresa di Lisieux ci guiderà, attraverso il suo caso, in un percorso di blocco-sblocco-sviluppo dell'intelligenza emotiva.
Sono parole che San Francesco, col suo latino creativo, scrive a frate Leone su una piccola pergamena ancor oggi custodita presso il Duomo di Spoleto. Rimandano al calore di un dialogo prolungato, capace di distogliere i pensieri dalla fatica del cammino: Francesco non credeva fossero necessarie abitazioni stabili per i suoi seguaci, quindi gran parte della vita dei primi frati si svolgeva in via, lungo la strada. aperti alle sorprese che ogni cammino riserva.
Stadera: bilancia. È quanto Ignazio chiede a chi dà gli Esercizi spirituali «stando nel mezzo» (15esima Annotazione) e a chi accompagna in un percorso ordinario. La guida sta in mezzo, tra la creatura e il Creatore. Il taglio proposto in questo testo è secondo la pedagogia e la spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola che, a distanza di 500 anni, la Compagnia di Gesù cerca di incarnare e di declinare in diversi apostolati nel tempo attuale. Uno di essi ha la sua fonte nel libretto degli Esercizi spirituali. Questo libro è pensato come ponte tra il testo scritto da Ignazio, che ovviamente costituisce il punto di riferimento ultimo ed ineliminabile, e le condizioni e le questioni che oggi una guida deve considerare se è chiamata ad accompagnare un gruppo o un singolo.
Questo libro tratta un tema molto attuale. La depressione, l'accidia, cioè la secchezza, il deserto spirituale, e la notte spirituale. Non è facile distinguere fra questi tre stati dell'animo, pertanto l'autore intende fornire alcuni strumenti per il discernimento delle situazioni, ed anche alcune indicazioni per rimediare ed accompagnare. La trattazione è fruibile e resa ancor più illuminante dall'esempio di tre grandi Sante: S. Teresa d'Avila, Teresa di Lisieux e Madre Teresa di Calcutta. Si citano, inoltre, anche altri autori spirituali, dai Padri della Chiesa ai Padri del deserto, per giungere a Papa Francesco.
L’autore, abate di Cava dei Tirreni, fonda il suo approccio alla Scrittura distinguendo tra Libro e Parola, tra Scrittura e Verbo. Anche i lettori: alcuni si fermano al Libro, altri raggiungono la Parola; i primi ricercano la scienza del Libro, i secondi la pienezza del Verbo che si raggiunge attivando l’amore. Ne nasce il monito a non accogliere la lettera biblica, intendendola unicamente secondo la scienza. Quanti «ricercano le Scritture ma non le amano e osano parlarne riferendosi all’esterno di esse, senza gustarne interiormente il sapore», vanno riconosciuti come reprobi. Da qui non soltanto l’elogio, ma la raccomandazione pressante a riconoscere come fedeli fruitori del Verbo soltanto coloro che, comunicando la Parola ai fedeli, «l’ascoltano e se ne saziano». Ogni fedele, grazie alla frequentazione della Parola, viene inondato dalla meravigliosa dolcezza dell’amore che porta alla conoscenza più profonda dei segreti nascosti nelle Scritture ispirate. Punto di arrivo di questa mistagogia è il dono della contemplazione, che sfocia nella predicazione intesa come vero e proprio parto della Parola. Fino a poco tempo fa attribuita a Gregorio Magno per l’acutezza della riflessione teologica e la passione dello slancio mistico, quest’opera è un vero monumento dell’esegesi medievale e una straordinaria guida per il credente in cammino verso la contemplazione.
Hanno scritto in questo numero:
M.C. Bartolomei / L. Battaglia / V. Bellavite / P. Boschini / A. Bosi / F. Castelli
M. Crimella / C. Danani / De La Mora / U.G.G. Derungs / G. Gasparini
F. Geremia / L. Infanti / G.M. Lambertini / P. Lattanzi / P. Marin / L. Nason
G. Nicolini / E. Pace / P. Pistis / S. Platone / F. Valletti / E. Zaramella