Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordi-nato del ministero, in coerente esercizio di fedel-tà all’ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figu-ra del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di sug-gerimenti per un discernimento nuovo ma non ine-sperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e sto-rici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo è il quarto di una serie di volumi che intendono per-correre la storia dell’identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese. Copre la storia delle chie-se d’Occidente tra i secoli X e XI, un periodo ap-parentemente breve, ma in cui il volto dell’Europa e la sua civiltà cambiano molto profondamente; e gli stili del vissuto ecclesiale, pur sostenuti dalla stabilità connaturale dei riti liturgici, essi stessi si trasformano in modo irreversibile.
Non si parla della tenerezza nel mondo ecclesiale. La paura della cosiddetta fragilità umana (in senso sessuale), sterilizza ogni tentativo. Con ciò si impedisce di rendere i fedeli - donne e uomini, laici o consacrati - capaci di vivere relazioni di tenerezza che siano espressione di maturità. Papa Francesco inciampa a ogni passo in parole che vanno diritte al cuore, come: bontà, speranza, custodia, servizio, periferie. Ma, tra tutte, le prime voci in graduatoria nel vocabolario "francescano" sono senz'altro: misericordia e tenerezza. La rivoluzione della tenerezza: non è l'uomo che deve arrancare e strisciare pancia a terra per salire verso Dio; è Dio, invece, che si umilia nel discendere verso l'uomo. Prioritaria non è l'attesa di Dio da parte dell'uomo, ma la sorpresa dell'uomo da parte di Dio. L'uomo non sarà più costretto a sognare di essere il gigante di un volontarismo disperante o il titano di un ascetismo prometeico, ma l'umile mendicante dell'amore. Questo libro, come un vero training, vuole essere uno stimolo offerto ai presbiteri per approfondire e mettere in atto l'aspetto relazionale che dovrebbe caratterizzare l'approccio con gli altri. Può essere molto utile e proficuo sia per una lettura personale sia per un uso di gruppo, ovviamente guidato. Toccando alcune corde intime della vostra vita, durante il percorso, si affrontano le paure, i pericoli e le difficoltà maggiori che sperimentiamo nella pratica della tenerezza...
"Il lavoro scientifico e appassionato di don Massimiliano Scavone sul tema della formazione dei futuri sacerdoti oggi dà molte risposte in ordine a tutte le inconsistenze che si evidenziano nei nuovi candidati al sacerdozio e che in parte sono già stratificate nei sacerdoti di ultima generazione. L'immane produzione scientifica su come interagire educativamente sui futuri sacerdoti è il campo dove don Massimiliano ha messo mano all'aratro per portare alla luce l'urgente necessità di adoperarsi una cum, vescovi, presbiteri, formatori dei seminari e laici preparati scientificamente." (dalla Prefazione)
La potestà esercitata dai superiori degli istituti di vita consacrata è una potestà pubblica o privata? La sua origine si trova nella potestà attribuita da Cristo agli Apostoli e ai loro successori, oppure scaturisce dalla volontà consociativa della comunità religiosa? È identificabile con la potestà di governo di cui al can. 129? Sulla base di tali questioni, il presente libro affronta la realtà degli istituti misti di vita consacrata, come terza tipologia a fronte della bipartizione codiciale fra istituti clericali e istituti laicali, specialmente in relazione al servizio dell'autorità.
L'anno della vita consacrata riguarda l'intera Chiesa, scrive Papa Francesco nella sua lettera apostolica.
Agli eredi dei grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo il pontefice si rivolge con queste parole "Mi attendo che svegliate il mondo, perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia".
L'Anno della vita consacrata viene indetto proprio in un momento in cui i media sembrano mettere l'accento soprattutto sugli errori commessi da religiosi e religiose. La Chiesa intende mettere in evidenza il valore delle testimonianze di fede che i religiosi e le religiose continuano a dare in tutte le parti del mondo.